lunedì 25 novembre 2019

La forza dello YIN e la violenza da non combattere

Oggi, 25 novembre, si celebra in tutto il mondo la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne": saprete bene da soli di cosa si tratti... crediamo!

I nostri media sono spesso affollati di notizie su violenze (psicofisiche e/o sessuali), femminicidi... e le statistiche dicono che - solo in Italia - una donna a su 3 circa ha subito (o subirà) nella vita qualche forma di violenza, con maggiore probabilità (fra l'altro) all'interno delle proprie mura domestiche.

Il 33% è proprio un numero grosso!


Ora... fa di certo bene che la collettività tenga a mente questo devastante problema, solo che l'anno è fatto di 365 giorni, e non solo di oggi... quindi il problema dovrebbe tentare di essere risolto pure nei restanti 364.

Le arti marziali spesso entrano in ballo per tentare di arginare la violenza in generale e quella sul gentil sesso nello specifico, cercando di far innalzare l'autostima ed il senso di sicurezza delle vittime di soprusi di vario genere.

L'apporto può essere veramente importante, quindi siamo contenti che ciascuno di noi possa fare il proprio valore aggiunto con la disciplina che pratica.

SOLO CHE...

... solo che c'è però un fraintendimento di fondo che è ormai bene sciogliere, perché anche con i nostri corsi tante volte si rischia di fare cilecca, ed una cilecca veramente clamorosa, potremmo dire!

Si rischia, ovvero, di buttare benzina sul fuoco e di aggravare la situazione anziché mitigarla.


Siccome c'è violenza (a questo punto chissene se sulle donne o su un altro essere vivente) bisogna COMBATTERE la violenza... solo che per combattere la violenza sembra necessario trasformarci - a nostra volta - in violenti.

E così ovviamente NON SE NE ESCE, perché i numero di violenti non cambia: cambia solo "chi fa violenza a chi".

Di solito ci si trincera dietro al fatto che chi fa violenza PER PRIMO, lo fa con dolo, lo fa ingiustamente... mentre chi lo fa PER SECONDO è autorizzato dal fatto che si sta DIFENDENDO dall'aggressore.
Una dinamica molto nota fra i bambini che litigano, che una volta rimproverati da un adulto dicono: "Ma ha incominciato prima lui!!!".

Un notevole fraintendimento del funzionamento dell'universo... a nostro avviso!

Quindi il paradigma diventa: "La violenza è da condannare in tutte le sue forme, ma se tu mi usi violenza, sono costretto/a ad usarne a mia volta contro di te, anche se non vorrei... perché hai iniziato tu, e per non subire, mi tocca farti cosa tu volevi fare a me!".

Infatti, solo pochi giorni, fa in un comunicato stampa della Commissione Tecnica Nazionale MGA (Metodo Globale di Autodifesa), veniva dichiarato: "L’atto di difendersi deve essere, ove possibile, esercitato come una minima forma di violenza"... anche se poche righe dopo è stato doverosamente aggiunto: "la violenza genera sempre violenza". QUI trovate tutto l'intervento.

Vero o no che in molti corsi di arti marziali la si pensa così?!

Se "la violenza genera sempre violenza"... perché allora continuiamo a provare ad arginarla con ulteriore violenza?

Un sacco di corsi di difesa personale, ad esempio, puntano a trasformare una donna in una persona in grado di ledere chi tenta di lederlo... così da allontanare il violento con la paura delle conseguenze delle azioni che egli potrebbe subire (prima ancora di tipo fisiche, che di genere legale).

Si vorrebbe cioè evitare la violenza essendo in grado, SE SERVE, di fare paura ai violenti...

Ok, fermiamoci un attimo a riflettere: avete mai osservato una forma di presa di coscienza e di cambiamento comportamentale avvenuto tramite la paura o una coercizione di qualunque tipo?

Non ne è MAI avvenuto UNO da quando esiste l'umanità, perché se comprendiamo che una cosa NON va fatta è perché ciò risuona dentro di noi, con il nostro sistema di valori e NON perché se la facciamo incorriamo in una forma sanzionatoria!
In Italia lo sappiamo piuttosto bene - fra l'altro - giacché siamo il Paese dei sotterfugi spontanei a qualsiasi tipo di legge e sanzione seguente nel caso di inadempienza.

Nel tentativo di trasformare una vittima in Rambo, riusciamo tuttavia egregiamente a fare 2 altre cose:

- illudere la vittima, poiché NON saranno 10/15 lezioni di arti marziali a riuscire ad insegnare qualcosa sul conflitto fisico psicologico; ci va UNA VITA di allenamento, e spesso ancora una vita non basta;

- snaturarne le caratteristiche, in quanto la vittima spesso è tale per via della sua sensibilità spiccata, quindi non è chiedendo ad un sensibile di diventare (temporaneamente) un po' spietato che si onora tale caratteristica di sensibilità. Se un sensibile, per non essere oggetto violenza, UTILIZZA la violenza a sua volta reca danno a chi lo fa... ma anche e soprattutto a SE STESSO, perché non rispetta la propria natura non-violenta.

E allora come si affronta questo importante questione?!

Subire NON va bene, ma nemmeno sviluppare un arsenale in grado di ATTACCARE per non subire è un'opzione che a quanto pare si rivela risolutoria...

La soluzione viene dalla conoscenza dell'archetipo dello YIN, spesso proprio identificativo della "energia femminile".

Lo YIN è ricettivo, ma non è per sua natura succube.

Lo YIN è cedevole, ma non è per questo debole, anzi risulta l'esatto opposto.

Lo YIN è accogliente, ma ciò non significhi che permetta al prossimo di approfittarne.

Lo YANG è il fare, lo YIN si specchia più nell'ESSERE.

Nella nostra società non c'è bisogno di persone succubi, deboli o delle quali poter approfittare facilmente, né di donne, né di uomini così: non è tanto questione di genere, se ci pensiamo.

C'è pero un sacco bisogno di persone ricettive, disponibili, accoglienti... SENSIBILI, in una sola parola. E la sensibilità è una enorme fonte di FORZA!

Non è infatti possibile combattere con chi ha deciso di non voler combattere, non è possibile sopraffare chi ha deciso di non essere sopraffabile... e voi direte, come si fa nel pratico ad ottenere una cosa del genere?!

Ed il nocciolo della questione è proprio questo: non si FA in nessun modo, bisogna prima aver scelto di ESSERE... ma l'ESSERE è compito dello YIN, mentre il FARE va lasciato allo YANG!

Quindi non c'è un FARE da fare per iniziare ad uscire dal loop della violenza: c'è bisogno di decidere di essere o di diventare ciò che desideriamo e ciò che non siamo ancora capaci di essere.

Le arti marziali riescono bene a ridurre la violenza perché e quando TRASFORMANO le persone che da esse si lasciano trasformare, NON perché insegnano loro tecniche di leva, di percussione o di proiezione!
Le fanno ESSERE diverse attraverso ciò che fanno... ma l'essere è certamente preminente e prioritario rispetto alle tecniche che si utilizzano perché ciò accada.

C'è un traguardo che è appunto l'essere o il diventare... e ci sono degli strumenti per farlo, che sono le tecniche marziali: ma quando abbiamo fame, ci interessa più il contenuto del piatto o le posate che ci consentiranno di mangiarlo?
Ci interessano più i contenuti o gli strumenti con i quali maneggiarli?

Perché i corsi di arti marziali si perdono quindi quasi solo nell'enumerare le posate e a lucidare l'argenteria?

Inoltre, si diventa meno violenti e più consapevoli di quanto la violenza sia improficua perché la si FREQUENTA, non perché la si COMBATTE!

È così difficile comprenderlo?

Combattere la violenza è come cercare di far morire di peste il virus dell'ebola... Non è che poi il mondo sarebbe tanto più salubre senza ebola... ma con la peste!

L'Aikido è LA strada sulla quale tutto ciò è scritto a chiare lettere, se non lo si vuole leggere... sono fatti nostri.

Perché il Fondatore riteneva importante rispettare il proprio avversario e lasciarlo COMPLETAMENTE incolume, velo siete mai chiesto?

Ma se ha iniziato lui ad attaccare, ad essere aggressivo?... non MERITA almeno qualche ematoma o qualche distorsione articolare?!... Giusto per farlo riflettere sulla sua pregressa stronzaggine...

Questo è il classico atteggiamento che amplifica il conflitto, lo alimenta... e quindi non lo dissolve sicuro: forse se n'era accorto... si era accorto che noi SIAMO l'altro, SIAMO anche il nostro aggressore - o meglio - lui rispecchia una parte di noi...

... ma questo - nuovamente - lo percepisce lo YIN, l'essere, la ricettività, la sensibilità: lo YANG, ovvero il principio dell'azione, può aiutarci un sacco, ma SE è chiara la direzione ed i perché che ci muovono.

Potremmo dire che uno YIN sano genera uno YANG sano, e non il contrario: i corsi di arti marziali - di Aikido nel nostro caso - quindi possono usare un sacco di tecnica, lo devono forse fare perché essa è un ottimo STRUMENTO per esplorare chi si è, le proprie sensibilità e caratteristiche in ombra.

Barattare il fare con l'essere o anteporre il fare all'essere ingenera le locandine in cui per eliminare la violenza contro le donne si vede una biondina che prende a ginocchiate nei cabasisi il suo "aggressore".

Si da quindi spazio al Krav (Ape) Magà, e si cerca di trasformare una donna in un uomo, lo YIN nello YANG, anziché riconoscere il posto essenziale che il penultimo occupa accanto all'ultimo!

Noi questa sera, nel nostro piccolo, faremo una lezione libera e gratuita, alla quale invitiamo chiunque lo desideri a prendere atto della FORZA naturalmente insita nello YIN, ovvero nella ricettività, nella dolcezza e nella sensibilità.
QUI la locandina dell'evento per gli interessati in zona Torino e dintorni.


La violenza contro le donne non si eliminerà trasformando queste in soggetti potenzialmente a loro volta violenti, ma educando gli uomini a rispettare ed a proteggere la sacralità dello YIN in loro stessi, innanzi tutto.

E pure quella contro gli uomini: le donne sanno essere almeno aggressive quanto gli uomini, per inciso... anche se ai lividi preferiscono la manipolazione: non è che quando l'aggressività risulta meno palese faccia meno male a chi la riceve!

Sono in molti a non sapere come si fa a diventare marzialmente forti, senza trasformarsi in aggressivi: c'è la stessa differenza che separa l'autorevolezza dall'autorità.

La prima è riconosciuta dal prossimo e parla a voce bassa, la seconda viene imposta e si fa obbedire attraverso la paura che instilla.

Voi chi volete diventare: donne che si fanno rispettare perché comprendono il loro enorme valore e forza... o donne che imparano a tirare i calci nei cabasisi ad uno stupratore che potrebbe non importunarvi mai?

Uomini che non fanno violenza sulle donne perché temono i loro calci nei cabasisi... o perché riconoscono di dover essere loro stessi i protettori e custodi della loro sensibilità?

Onoriamo la non-violenza come stile di vita, non come ribellione alla violenza un giorno all'anno per lavaci la coscienza.

Con le arti marziali, con l'Aikido, impariamo l'armonia con noi stessi: è quello il luogo in cui nasce l'aggressività... né la strada, né le mura domestiche sono la vera origine, quindi quelli non saranno i luoghi in cui troveremo nemmeno la sua soluzione a questo annoso problema!









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