lunedì 2 settembre 2019

L'Aikido all'alba del 2020: la crisi dell'adolescenza

Dopo un periodo di relax, ricomincia oggi l'attività del Blog che dirigo da ormai oltre 10 anni.

Un'esperienza straordinaria... alla quale ho dedicato molte delle mie risorse, ma che mi ha dato anche parecchio a livello personale e professionale!

E quest'anno apro volentieri con una riflessione a voce alta, che mi auguro ne ingeneri di numerose ed ulteriori: qual è lo stato della nostra disciplina a circa 85 anni dalla sua nascita?

Ci siamo espansi, consolidati, evoluti... ma siamo andati in crisi anche un tot di volte: esistono problemi grossi nella diffusione della disciplina, per esempio. Ne avevamo già parlato all'inizio di quest'anno in QUESTO Post...

Sono tutti concordi nell'affermare che l'Aikido e la sua filosofia abbia enormi potenzialità nella Società in cui viviamo... ma non è che le istituzioni facciano la gara a chi pubblicizza meglio questa disciplina!

Come mai?

Responsabilità nostra? Delle istituzioni? Di entrambi?

Alcuni credono di avere la risposta definitiva a queste complesse domande, ma la cosa che mi pare più ovvia è che la nostra disciplina stia attraversando quella che potrebbe essere definita una vera e propria "crisi adolescenziale".

L'adolescenza è quello straordinario e sfigatissimo periodo nel quale NON siamo più bambini, ma NON siamo ancora adulti... molti di quelli che leggono ci saranno già passati da un pezzo, e forse ricordano che non è stato facilissimo vivere questo passaggio.

L'Aikido si trova credo in qualcosa di analogo.

Prima c'era il nostro "papà", anni il nostro Aiki-nonno... O' Sensei: lui era l'illuminato, bastava fare come diceva... e sembrava di avere assicurata una via in discesa in una pratica che invece molto spesso appare in salita!

Poi ad un certo punto, anche lui è mancato... ma subito siamo corsi dietro ai suoi discepoli più intimi e diretti: costoro hanno girato il mondo intero per portare i movimenti e le parole apprese dal loro grande Maestro...

La cosa ci ha fatto comodo per diversi decenni, ma anch'essi adesso stanno riducendosi sulle punta delle dita di due mani.

Hiroshi Tada Sensei è forse il migliore esempio del mondo di continuità con il Fondatore, per esperienza ed età, e chiunque di noi gli augura una vita ed una carriera ancora lunghissima (è del 1929, ha quindi 90 anni e calca ancora il tatami più degnamente di molti quarantenni!), ma difficile che sia un Highlander!

Quindi, da qui ad un decennio, pure l'ultimo allievo vivente di Morihei Ueshiba o non sarà più attivo, o non sarà più vivente...

A questo punto l'Aikido cosa farà, così abituato ad andare dietro a questi apri-pista in modo così pecoronico?

O trova un modo per evolversi ed inventa un nuovo senso della pratica, o NON sarà più possibile continuare con le dinamiche del passato; certo, nuovi Shihan stanno già prendendo il posto delle guide uscenti... ma non credo che ripetere la piramidalità suggerita dalla tradizione sarà ciò che creerà nuove forme di equilibrio per la disciplina!

Il punto di forza del passato era che queste "fonti" erano così POCHE e UNIVOCAMENTE RICONOSCIUTE come autentiche, che... per quanto diverse fra loro, ciascuno aveva una certezza di non perdere il proprio tempo con ciascuna di esse.

Essere allievi di Saito Shihan, di Tada Shihan o di Tamura Shihan significava spesso praticare cose molto diverse fra loro, utilizzare metodiche differenti nell'allenamento... ma sicuramente era anche sinonimo di essere capitati in mani sapienti!

Ora non è più esattamente così, perché con la moltiplicazione di coloro che prendono il posto di questi "mostri sacri"... le differenze stilistiche sembrano aumentare, e quindi anche tutta una serie di incomprensioni fra i praticanti.

C'è chi pratica più marziale, chi più salutistico, chi più relazionale, più psicologico, più spirituale... La disciplina sembra quindi MOLTO meno definita di un tempo, man mano che nuove espressioni della stessa prendono piede, ed alcune sue vecchie abitudini vengono mandate in pensione.

Lo studio delle armi è divenuto un tabù all'Aikikai di Tokyo, quando per il Fondatore era un'attività letteralmente quotidiana.
Gli yubi waza (tecniche sulle dita), i sutemi waza, i kaeshi waza... spesso pure i koshi waza ed i suwari waza non vengono più studiati da molte Scuole odierne, giusto per parlare SOLO di alcuni degli aspetti tecnici storici più evidenti!

Sappiamo da dove veniamo, ma non sappiamo ancora esattamente DOVE vogliamo andare come collettività, poiché sembra che l'Aikido sia in continua evoluzione... tanto - a volte - da inglobare nuove importantissimi aspetti che un tempo non c'erano, e talvolta perdendo alcuni dei tratti che in passato apparivano più salienti e contraddistinguenti.

Eppure indietro non si torna, con buona pace di quelli che da una parola in su flagellano i cabasisi con l'amarcord dei "bei tempi" che furono!

Capendo bene che la cosa avrebbe potuto prendere una piega assolutamente più grande di me, provenendo da una Scuola di Aikido piuttosto tradizionale ed avendo avuto intenzione di dedicare - letteralmente - tutta la mia vita a questa disciplina, ho cercato strumenti che mi consentissero di vederci più chiaro in questo cambiamento epocale.

Da alcuni anni, faccio parte - insieme ai miei allievi - all'Evolutionary Aikido Community, che è un'Associazione internazionale che studia proprio (come dice il nome) gli aspetti evolutivi della disciplina che pratico ed insegno ogni giorno.

Abbiamo creato una rete che comprende Insegnanti di Aikido di tutto il mondo, ed abbiamo iniziato a dialogare sulle diverse direzioni che questa disciplina sta prendendo, sia nelle differenti aree geografiche, sia nelle società in cui viviamo ora... che sono sicuramente molti differenti rispetto a quella in cui l'Aikido ebbe i suoi natali.

Non è che tutte le domande abbiano avuto risposta, ma sono più sereno  e consapevole ora, nel vivere la crisi adolescenziale che indicavo poc'anzi.

Il tempo è come un immenso setaccio, che tende a far restare solo le buone idee e relega quelle meno buone a fare un capolino MOLTO più passeggero delle prime.

Quindi ci stiamo avventurando in un'Aikido sicuramente meno improntato al self-defense (perché abbiamo capito che sarebbe scemo fare altrimenti!), al reishiki (l'insieme delle cerimonie), alla gerarchia piramidale a mandorla... nella quale per soffiarti il naso avevi bisogno del permesso del senpai...

... ed abbiamo creato più sensibilità verso il gentil sesso (già solo quando ho iniziato io negli anni 90 quelle poche donne che c'erano, rimanevano a condizione di diventare UOMINI!), la possibilità di utilizzare la pratica per gestire lo stress del quotidiano, nei team-building aziendali... abbiamo creato didattiche specifiche per i più giovani, per i disabili, per gli anziani...

Stiamo pian piano capendo che senza regole comuni e condivise non potremmo sopravvivere, poiché siamo impreparati in moltissimi campi che esulano dal lavoro sul tatami: persino il Krav Maga ha una politica di marketing migliore della nostra, rendiamoci conto!

A livello personale, questa è una delle ragioni per la quale da un paio di anni a questa parte mi occupo attivamente anche di Aikido all'interno della Federazione: proprio perché ho ben chiaro che se la piramidalità non è più un'opzione percorribile... nemmeno l'anarchia può essere una risposta soddisfacente ai nostri bisogni.

Ed è una cavolo di fatica, credetemi: ma lo si fa volentieri, proprio perché credo che ciascuno di noi sia chiamato a fare ciò che può, con le capacità che ha... consci che ciascuno è importante, ma nessuno è indispensabile.

Sono certo che molti di voi sapranno fare altrettanto bene il LORO pezzo, apportando il proprio contributo... come, se non meglio di ciò che mi propongo di fare io.

Cammin facendo, numerose ed interessanti nuove prospettive si aprono all'orizzonte ed è mia intenzione parlarvene nel dettaglio attraverso questo Blog con una certa regolarità: quest'anno avremo un sacco da fare, insomma!

Vi incoraggio quindi a non avere paura del futuro, anche se in esso dovessero avvenire delle trasformazioni piuttosto improvvise ed inattese: in fondo, ha paura del futuro solo chi non è veramente in pace nemmeno con il suo passato...

Vorrei quindi dare ufficialmente il via  questa stagione di letture on-line, ma soprattutto di pratica, con l'augurio che ciascuno trovi una sua dimensione di ciò che fa sul tatami, senza necessariamente disprezzare ciò che di diverso avviene su un altro tatami li vicino.

Abbiamo capito che la guerra a chi ha l'Aikido più lungo è già persa: ora cerchiamo di comprendere insieme come si vince la sfida di essere tutti diverse espressioni di principi e prospettive comuni!



Marco Rubatto





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