
È un gesto di rispetto verso il luogo nel quale si alleneranno o hanno appena finito di farlo.
Un senpai potrebbe rimproverare un kohai che accede o lascia l'area di pratica con troppa leggerezza/disattenzione rispetto a questo rituale.

Una stanza silenziosa, un tatami davanti: lo fareste l'inchino salendo e scendendo... o vi sentireste idioti?
Ci sono riti che facciamo "perché si fa così", "perché qualcuno ci ha detto di farlo", o "perché c'è qualcuno che ci osserva"...

Se l'Aikido è una disciplina che pratichiamo per conoscerci meglio, a livello personale... fisico, emotivo, spirituale... le cose che facciamo dovremmo farle innanzi tutto PER NOI.
In questo caso la nostra riflessione va ad un gesto semplice, che è segno di rispetto verso un luogo, che forse viene considerato "sacro" per le scritte giapponesi che svettano suoi muri... ma forse che lo è ancora di più quando e perché siamo noi a riempirlo.

Perché molti altri lo hanno fatto molto prima di noi e non vorremmo proprio essere noi i responsabili dell'interrompere questa importante tradizione?
Perché se no qualcuno ci rimprovera?

Perché lo fanno i nostri compagni e noi non ci chiediamo più di tanto il motivo, ma li imitiamo a nostra volta... e forse un giorno capiremo cosa stiamo scimiottando?
Come tratteremmo un Dojo vuoto la dice lunga su come lo trattiamo quando è pieno: la stessa cosa vale per il modo di salire sul tatami.
Se ci venisse spontaneo un gesto esteriore di rispetto anche quando non c'è nessuno che potrebbe coglierlo (oltre NOI), è forse segno che a noi stessi questo gesto SERVE, e vogliamo coglierlo.

Non si può percorrere una via personale in un certo modo SOLO perché ci sono anche gli altri: è normale essere influenzabili e influenzati dalla presenza altrui... ma non così tanto quando si scende nell'essenza di ciò che facciamo.
Altrimenti un giorno potremmo dovere render conto a noi stessi che abbiamo recitato per una vita, che ogni gesto - per quanto estetico, profondamente significativo, tradizionale - non era altro che un fake di se stesso.
Così non serve a nessuno: né a noi che mentiamo a noi stessi, né ai nostri compagni che vedendoci fare l'inchino potrebbero pensare che attraverso di esso ci viviamo qualcosa di importante.
Le discipline come l'Aikido NON servono a nascondersi dietro ad una maschera, ma - al contrario - ad insegnarci il coraggio di tirarla giù e imparare a farne anche senza.
O' Sensei diceva che quando ci inchiniamo all'universo, esso ricambia il favore.
La realtà potrebbe quindi essere solo uno SPECCHIO!

Che ci sia o meno qualcun altro nella stanza, non cambia il senso profondo delle cose!
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