Gli ideogrammi che lo compongono sono:
改 "KAI" = cambiamento, miglioramento
善 "ZEN" = buono, migliore
... con questo termine quindi di solito si intende "cambiare in meglio", "miglioramento continuo".

Come si manifesta il kaizen in Aikido?
Dovremmo forse prima definire cosa siano per noi il cambiamento ed il miglioramento...
Di certo, un neofita che inizia il proprio percorso immagina che esso lo condurrà a possedere qualche sorta di benefit personale, sia esso il mantenessi in buona salute, imparare a difendersi in caso di pericolo, approfondire le relazioni con gli altri.
Sembrerebbe però che il kaizen non si riferisca SOLO a qualche genere di competenza da acquisire, di origine più o meno tecnica: è qualcosa di molto più ampio, importante significativo...
Kaizen affonda le sue radici nella consapevolezza di chi, cosa e come siamo OGGI... e proietta l'aspettativa che sia possibile apportare una qualche sorta di upgrade, miglioria ed evoluzione che avvenga attraverso ciò che facciamo per noi stessi.

Una metafora significativa potrebbe essere la seguente: siamo in montagna, in cammino verso la vetta... ogni volta che, stanchi, ci fermiamo meritatamente ad ammirare il panorama che abbiamo raggiunto e che si spalanca dinnanzi agli occhi... siamo assaliti da una meraviglia ristoratrice, ma di sicuro abbiamo interrotto il nostro percorso verso la vetta.
Mentre camminiamo a testa bassa - invece -, non stiamo attenti tanto al panorama ma a dove mettiamo i piedi, ma proprio questa condizione è quella che più ci consentirà di giungere alla nostra meta, a migliorare in ogni istante la nostra posizione all'interno del percorso che ci siamo prefissi di compiere.

Kaizen non è qualcosa che si misura in gradi e qualifiche, in ruoli di spicco negli Enti che patrocinano l'Aikido: kaizen ha senso solo per se stessi, anche se nessuno al di fuori di noi riuscisse mai ad accorgersi dell'importanza che ha, oppure se sta avvenendo o meno.
É interessante questa grandezza coscienziale NON misurabile in modo troppo evidente ed oggettivo, poiché - secondo noi - assomiglia molto a quel famoso detto del Fondatore: "La migliore vittoria è quella su se stessi, qui ed ora".
Anche in questo caso, l'Aikido sembra più adatto ad essere qualcosa di soggettivo, intimo, ineffabile e strettamente esperienziale!!!
É bene tenere sempre a mente tutto ciò mentre si è in mezzo agli altri, poiché siamo in usa società nella quale il continuo confronto suggerisce una forma di rivalità e di gareggiamento che è utile solo nelle misura in cui comprendiamo il concetto stesso di kaizen.
Essere migliori di qualcun altro può effettivamente darci il senso del miglioramento che è avvenuto in noi, soprattutto se poco prima risultavamo peggiori della stessa persona...
... ma il vero senso è avere "superato" qualcuno nelle sue destrezza (per esempio per potercene vantare) o comprendere che abbiamo superato noi stessi e che questo "sorpasso" ci consente di constatarne gli effetti?
Da questa risposta potremo subito indirizzarci verso una forma di competizione sana con il prossimo (e con noi stessi) da qualcosa di improduttivo per il sé e mirato solo ad ingigantire il proprio ego e le proprie timide illusioni di certezza.
Il problema però non sorge tanto all'inizio di un percorso, bensì quando questo percorso si fa via via più radicato: continuare a cambiare ed a migliorarsi presuppone la continua capacità di lasciarci il nostro "io" di ieri alle spalle...

"Io pratico da 30 anni!"... e allora?!!!
Hai finito di imparare, di trasformarti? ^__^
É davvero possibile avere finito le possibilità di kaizen?
La sensazione della sicurezza acquisita è un notevole ostacolo all'ulteriore apprendimento: ad ogni stazione che fa il nostro Aiki-treno abbiamo bisogno di lasciare andare una zavorra, se vogliamo proseguire ed approdare a quella successiva.
Kaizen, in qualche modo, è quindi anche connaturato al concetto di morte, inteso come elemento di trasformazione e cambiamento da quale NON si torna indietro.

Le certezze sono - per così dire - gli elementi che, stabilizzando il nostro sistema, tendono a frenare il suo stesso mutare nel tempo: purtroppo però, o scegliamo di stare comodi o la continua evoluzione... poiché in questo universo l'una cosa esclude di brutto l'altra.

Il kaizen, in questo senso, non è appannaggio solo dell'Aikido o delle altre discipline tradizionali giapponesi, ma viene anche utilizzato nell'approccio dei sistemi di qualità dell'industria, nel team-building aziendale di ogni livello... qualcosa di antico, ma particolarmente attuale e sentito anche nella società di oggi, quindi.
E noi Aikidoka, così come altri, abbiamo tutto il diritto di godere delle potenzialità di questo self-instrument - il kaizen, appunto - a patto che ne comprendiamo appieno la natura, la caratteristica delicatezza e portata.

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