
Lezione di Aikido "ciccio formaggio": luogo, orario... ma niente nome del docente, niente foto.
Che l'Aikido sia diventato un'attività anonima?

Assomiglia straordinariamente a Morihei Ueshiba, ma non può essere lui... perché è morto nel 1969!!!
Che cosa vogliono dire poi quei pittogrammi complicatissimi, di solito scritti in verticale, che si trovano sempre in ogni manifesto di raduno Aikidoistico?
Ah... è la scritta "AIKIDO" in giapponese!!!

Ma chi la fa la lezione?
Un esperto di calligrafia???
No, forse un Maestro... e perché allora non c'è il suo nome o la sua foto (spesso mancano tutti e due!) sulle attività che promuove?
Forse perché in foto viene sempre male?
Ma non dovrebbe rappresentare "armonia"?
Com'è che non è Aiki-fotogienico...?!
Forse perché se ci si mette la faccia è poi più difficile evitare la figuraccia, nel caso in cui il seminario o le lezioni siano poi deserti.

Si chiama "auto-promozione", insomma: chi crede di essere un Maestro mette su una locandina, improvvisata con Word... poi 4 allievi per pena verso il loro insegnante passano qualche pomeriggio di sabato a sbattersi per terra a vicenda... e finisce tutto con qualche torta sapientemente preparata da mamme e mogli dei partecipanti e con un bicchiere di coca cola: la vera parte deliziosa ed irrinunciabile dello stage è generalmente questa!!!

Generalizzare è spesso limitante, ma ciò non toglie che vediamo ancora un tot di eventi organizzati da piccoli insegnanti (e non per forza di statura), forse con l'unico intento di vestirsi da giapponesi ed essere chiamati "Maestro" da qualcuno... purtroppo.
D'altronde non esiste una regolamentazione chiara, quindi ciascuno fa un po' ciò che ritiene essere il meglio, ma per sé e per gli altri... o solo per sé?

Per questo che "metterci la faccia" diventa sempre più importante: così sono più chiari sia gli onori che gli oneri, e ci rivolgiamo innanzi tutto a chi INSEGNA, ovviamente!
Ci auguriamo sempre di più che gli allievi abbiano l'abitudine alla curiosità ed al buon gusto anche pre-iscrizione ad un corso o ad un seminar: se vedete comportamenti eccessivamente amicali, o da "volemose-Aiki-ben" diffidate.

Un Maestro è innanzi tutto uno che dà... e che lo fa con generosità, senza aspettative sull'eventuale ritorno: una persona simile non ha remore a fare le cose in chiaro, dando nome e cognome alle cose che propone agli altri.
Si vedono, ad esempio, ancora relativamente pochi Insegnanti disposti a far entrare un live da social network nel proprio Dojo: vi siete mai chiesti come mai?

Sapete tuttavia chi fu, nel lontano 1958 a consentire che addirittura una TV americana (cioè l'equivalente dei social network del tempo) riprendesse scene ordinarie d'allenamento nel proprio Dojo?
Ma un certo Morihei Ueshiba, naturalmente!
Un innovatore?

Crediamo che per molti sarebbe piuttosto difficile, scomodo o imbarazzante far vedere al mondo quanto nel proprio Dojo "se la suonino e se la cantino" davanti a 4 gatti con gli occhi pieni di punti interrogativi. Ed oggi oltre tutto basta un telefono per aprirsi al mondo...

Possiamo fare molto per la nostra disciplina, ma dobbiamo parlare il linguaggio della nostra epoca per fare la differenza nella nostra epoca: se l'universo è uno specchio - come O' Sensei ed un tot di altre personalità illustri vanno affermando da secoli - allora tanto più ci apriamo al prossimo, tanto più egli ci verrà in contro... e varcherà le porte dei nostri Dojo, meglio comprendendo cosa accade al suo interno.

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