
Abbiamo atteso di partecipare all'evento per farci una nostra idea delle sue caratteristiche, così come di avere i primi rimandi da altri partecipanti: ora siamo finalmente in grado di fornirvi un quadro completo e dettagliato dell'iniziativa!
Eccovi il nostro record video...

È più una sorta di laboratorio, nel quale gli Insegnanti presenti affrontano un tema trasversale all'Aikido INSIEME agli studenti, si confrontano con loro rispetto alle varie sensazioni che la pratica stessa porta alla luce.
Una sorta di ricerca nella quale l'Aikido fa da strumento, ma non da fine ultimo.

Quest'anno, in occasione del primo seminar italiano di questo tipo, abbiamo affrontato insieme l'interessante e complicato tema "l'Aikido nella vita quotidiana".
È risaputo come molte persone stiano bene sul tatami, siano contente della loro pratica consueta, ma facciano particolare fatica a vivere nel quotidiano quei preziosi insegnamenti (pratici, filosofici e spirituali) che l'Aikido traduce egregiamente nella pratica fisica.
Molti dicono: "Ma nella vita reale è un'altra cosa!"

Abbiamo provato ad approfondire questa tematica, che interessa praticamente tutti i praticanti: il primo risultato notevole è stato provare a definire "che cosa intendiamo noi per quotidiano"...
... già, perché è sufficiente fermarsi un istante a pensarci e scopriremo che non è per niente una definizione facile: quand'è che il "quotidiano" comprende o esclude alcune esperienze che facciamo?
Prima di pretendere che il nostro Aikido "funzioni" nel quotidiano, permettiamo al nostro "quotidiano" di entrare nel Dojo con noi?
Consideriamo parte del "quotidiano" anche l'esperienza che facciamo in Aikido?

Secondo punto: cosa esattamente crediamo possa venire con noi dell'Aikido nella vita di ogni giorno?
Il modo di fare kotegaeshi?
Il numero di varianti che conosciamo del quarto kumi jo?
Nessuno dei presenti immaginava nulla di tutto ciò... ma allora ci viene da chiederci, come mai conferiamo così tanta importanza ad aspetti che poi non riusciamo ad integrare nel nostro vissuto?

È qualcosa di sostanzialmente diverso...
All'Aiki Nomad Seminar abbiamo avuto modo di sperimentare di persona e quindi chiederci cosa emergesse dalla nostra intenzione di "vivere" l'Aikido.
Se siamo capaci di VIVERLO sul tatami, siamo sicuri che sia qualcosa di veramente così differente nella vita di tutti i giorni?

Ma allora è l'Aikido che vorremmo portare nel quotidiano o vorremmo forse essere capaci ogni giorno dell'apertura e della buona predisposizione con la quale ci alleniamo nel Dojo?
Che cos'è un attacco?

La scelta è nostra, ma se sul tatami amiamo la seconda prospettiva, perché nel quotidiano dovremmo vivere nel primo modo ciò che percepiamo minaccioso?
È l'Aikido a non essere facilmente esportabile nel quotidiano, o siamo noi a non riuscire a comprendere quanto è grande il tatami sul quale si svolge la lezione, che siamo abituati a chiamare "vita"?
In Aikido si cade: impariamo a farlo senza farci male ed a rialzarci più energizzati di prima... Non consideriamo minaccioso perdere l'equilibrio, fidarci del partner, farci sbatacchiare di qua e di là!

Abbiamo scoperto insieme che la "realtà" è qualcosa che fabbrichiamo noi, momento per momento, in base alla nostra consapevolezza del momento in cui viviamo... l'Aikido ci insegna "solo" a prenderne coscienza... ma quanto sarebbe inutile tutto ciò se dopo tanti sacrifici non fossimo in grado di gustarci i benefici di tutto ciò nella maggioranza del nostro tempo (quello in cui di solito NON siamo al Dojo, tanto per capirci!)?
Sarebbe un bello spreco, di passione, risorse, tempo e denaro... ma fortunatamente la scelta sta a ciascuno di noi!

Abbiamo esaminato un approccio alla salute ed alla malattia che includesse ed integrasse le pratiche Aikidoistiche, perché ovviamente tutti noi vogliamo godere di ottima salute, ma in pochi luoghi ci viene spiegato che ikkyo è un naturale stimolatore del mediano del polmoni (e quindi ci aiuta ad eliminare una eventuale "paura di abbandono"), così come sankyo stimola il meridiano di cuore e pericardio (che vengono normalmente bloccati da una sorta di "paura d'amare").
Abbiamo visto moltissimi aspetti in cui l'Aikido entra di diritto nel nostro vissuto comune e quotidiano e quanto quest'ultimo sia minimamente collegato (o almeno collegabile) con le nostre passioni e prospettive più profonde: siamo noi a fare la differenza in ciò con gli strumenti che utilizziamo.

Ha aiutato tanto essere un gruppo estremamente eterogeneo proveniente da realtà Aikidoistiche, Scuole, stili e nazioni molto differenti fra loro: in 3 giorni circa 70 persone provenienti da Italia, Svizzera francese, Svizzera tedesca... bambini, giovani, adulti, allievi, insegnanti... Questa è stata una grande forza!
Praticamente tutti gli stranieri hanno più volte richiesto di poter ripetere l'iniziativa in Italia anche il prossimo anno (oltre a farsi del bell'Aikido, qui si mangia niente male!!!): non sappiamo, l'Aiki Nomad Seminar - per sua vocazione - è un evento itinerante, di per sé destinato a non tornare nello stesso luogo che dopo alcuni anni più tardi.
Vedremo, per ora ci è piaciuto un sacco che l'edizione curata da noi sia piaciuta un sacco!
Nessun commento:
Posta un commento