lunedì 28 settembre 2015

L'Aikido dipende da te

Quando percorriamo una strada, spesso ne valutiamo la bontà e l'adeguatezza ai nostri intenti in proporzione alle resistenze che percepiamo... ed alle difficoltà che siamo disposti a superare per mantenerci in marcia su di essa.

Forse è proprio questo il significato di [道] "michi", che con leggerezza invochiamo nella terza sillaba del nome della nostra disciplina... con il suono "do"...

Ce ne dimentichiamo, andiamo in crisi e talvolta malediciamo il momento in cui ci siamo messi in cammino, dimenticando che si è trattato di una nostra precisa SCELTA.

Le onde del mare sono buone o cattive?

Se stiamo imparando a nuotare, ci fa comodo avere un mare piatto nel quale fare le prime esperienze... se le onde iniziano a diventare più consistenti potremmo trovarci in difficoltà: ma non sapevamo forse che questa eventualità era insita nell'esperienza stessa dello stare in mare?

Ci sono neofiti che annegherebbero in un mare con bandiera rossa, ed un sacco di surfisti che inizierebbero a percepire le proprie giornate divertenti!

Le onde alte sono buone o cattive?

Dipende da come le vuoi affrontare ("starci in relazione"): se azzardi troppo sono in grado di ucciderti, se cavalcate con destrezza sapranno regalarti emozioni uniche...

Crediamo altrettanto possa dirsi per l'Aikido, che spesso viene beatificato o demonizzato in funzione alle proprie posizioni specifiche o pregiudizi... dimenticandone la più profonda essenza, cioè quella di strumento.

"Accidenti a quel tori che ci ha tirato la tecnica con tutta la forza del mondo, anche quando non serviva!"... quante volte vi è capitato?

Questo è un bene o un male?

Intendiamo, percepire l'ingerenza inutile di qualcuno ancora incapace di percepire che lo è... e conservarne lividi ed infiammazioni per un po'... è utile o inutile?

Sembrerebbe un'esperienza alla quale ogni uke si sottrarrebbe volentieri, qualcosa che stona rispetto alla strada dell'Aiki.
Ma ne siamo proprio sicuri?

Se stona, e lo comprendiamo sulla nostra pelle con un'esperienza non del tutto positiva - diciamo così - avremo modo di curarci di non farlo accadere più per nostra mano sul prossimo... oppure avremmo la scusa per ritenere che siccome lo hanno fatto a noi, anche noi abbiamo il diritto di perpetrare un simile comportamento anche sugli altri.

L'Aikido dipende da noi, non da ciò che incontriamo percorrendo le sue strade.

Se il tuo Maestro è un buon Maestro, è un bene o un male?

Talvolta è un bene perché potrà guidarti con serenità ad affrontare un percorso arricchente, ma potrebbe divenire un male nel momento in cui ciò ti consentisse di non rimanere "acceso" per il cammino che stai facendo, assuefatto nella comoda e falsa convinzione che - per via della sua bravura - egli possa camminare al posto tuo.

Se il tuo Maestro è un cattivo maestro, questo è un male o un bene?

Forse è un male, perché non sarebbe in grado di fornirti supporto in quelle prime e delicate fasi del tuo percorso personale, nelle quali sarebbe buona cosa essere affiancati da qualcuno che sa cosa sta facendo... ma potrebbe anche rivelarsi un bene, quando al tua volontà di "vederci chiaro" -nonostante egli non ti agevoli in ciò - ti facesse accendere quella passione indispensabile ad "andare oltre"... e divenire ciò che ti eri prefissato NONOSTANTE e GRAZIE le difficoltà che incontri sul cammino.

Ci sono sempre in ogni Ente, Federazione, Associazione problemi politici, di potere, di gradi, di qualifiche... questo è un bene o un male?

C'è sempre il più scemo o immaturo della nidiata a governare su quelli che si credono migliori di lui... e che quindi - si direbbe giustamente - protestano perché le cose cambino... migliorino.

Non si dovrebbe forse migliorare quando è possibile?

I nostri giudizi (e pregiudizi) forse sono la vera questione da mettere sotto i riflettori, e l'Aikido ha l'importantissima funzione di consentirci tutto ciò, ma siamo noi a fare la differenza... non le cose che incontriamo in sé.

Osservavamo nello scorso week end un tot di Insegnanti di Aikido animatamente riuniti per provare a modificare alcune dinamiche associative che attualmente non appaiono per nulla ottimizzate, non è forse questa una cosa buona?!

Si e no... forse...

Risulta utile nella misura in cui ciascuno si ricorda che l'Aikido ci offre la possibilità di modificarci, non di cambiare il mondo esterno... o almeno consente di farlo nella misura in cui ciò fosse un riflesso diretto di un cambiamento coscienziale.

La foga della riunione, il malcontento, la sofferenza per la situazione vissuta... portava gli Insegnanti presenti a dimenticarsi di ciò che loro stessi dovrebbero essere in grado di insegnare al prossimo: che l'Aikido dipende da noi e non dalle situazioni che viviamo...

Al massimo esse risultano il riflesso o un buon esercizio per manifestare quanto abbiamo già integrato in noi le dinamiche della disciplina che pratichiamo sul tatami... ma di certo non il contrario.

Avete presente quelli che sono fan del "pensiero positivo"? Che ti inviano la loro "energia positiva"?

Beh, il pensiero non è - secondo noi - positivo o negativo... ma piuttosto NEUTRO, come uno specchio: esso tendenzialmente riflette ciò che ha dinnanzi, senza fatica, senza un particolare impegno... fatti nostri se poi deformiamo l'immagine che percepiamo con i nostri pregiudizi e preconcetti.

L'energia non è né positiva, né negativa!
L'energia nucleare riesce ad illuminare a giorno intere città sia fornendo energia elettrica, sia mediante una bomba atomica: in entrambi i casi c'è molta energia, c'è molta luce.

Uno scopo è costruttivo, l'altro è distruttivo... ma l'energia è energia e stop, dipende solo come la si utilizza!

Un martello è utile a piantare il chiodo con il quale appenderemo alla parete il nostro quadro preferito, sia a farci venire l'ematoma al ditone del piede sul quale cascherà accidentalmente, sia ad assassinare il nostro vicino di casa che chi ha innervosito per la sua brutta abitudine di utilizzare troppo il martello nelle ore più inopportune della vita da condominio.

Ma il martello è buono o cattivo?!
Dipende da come lo usi...

L'Aikido dipende da te, non dal contesto in cui lo pratichi, lo vivi, lo insegni... che cosa te ne vorrai fare?

Solo tu potrai rispondere a questa domanda, e la tua risposta sarà unica, autentica ed importante nella misura nella quale ti lascerai agire dall'interno.

Vivere la nostra disciplina è la nostra opportunità, talvolta la nostra sfortuna... ma sicuramente il nostro esperimento, nel quale noi siamo il laboratorio, gli scienziati ed anche le provette.

Anziché consolidare pregiudizi su ciò che non comprendiamo ancora, chiediamoci piuttosto che cosa vorremmo farcene delle esperienze che viviamo.



1 commento:

Anonimo ha detto...

Personalmente penso che un Aikidoka dovrebbe avere soprattutto la capacità di gestire questa energia che lo circonda..respirandola..canalizzandola..deviandola...creando i vuoti ed i pieni nell'ottica e nell'etica di armonizzare il "caos" soprattutto derivante dai propi simili..non si diceva "un uomo migliore per una società migliore"?..ma questo secondo me non ha nulla a che vedere con un'atteggiamento il più delle volte remissivo che siamo costretti ad avere in tutti quegli ambiti sociali gerarchici che viviamo...lavoro..scuola...famiglia...
possiamo pensare di vivere in serenità almeno in un dojo?
Buon Aiki a tutti!