Qualche tempo fa, siamo stati invitati a partecipare ad una manifestazione di raccolta fondi per l'Associazione Kids Kicking Cancer - ONLUS (della quale vi avevamo già parlato QUI e QUI): inizialmente la giornata prevista per il 22 marzo scorso a Torino avrebbe dovuto includere alcune dimostrazione di bambini e ragazzi praticanti di diverse Arti Marziali.
Vi offriamo lo spezzone del filmato girato l'anno precedente durante la medesima manifestazione...
Quest'anno però un imprevisto organizzativo ha fatto saltare completamente i palinsesti dell'evento, e anziché una dimostrazione con i più giovani, ci è stato richiesto - insieme ad altri Insegnanti - di coprire il lasso di tempo di un'intero pomeriggio con dimostrazioni di Aikido ed altro ancora, a cura degli adulti.
Come spesse volte accade in queste situazioni, gli allievi presi un po' all'ultimo non riescono a liberarsi facilmente dai loro impegni personali, quindi la partecipazione rischiava di essere particolarmente povera e così la copertura di "spettacolo" per l'intero evento.
Abbiamo visto che le altre discipline marziali presentano - per altro - esattamente le stesse dinamiche dell'Aikido.
Nello specifico, ecco cosa siamo riusciti a fare di prettamente Aikidoistico quel giorno...
Ci si è trovato quindi, in poco più di un manipolo di Insegnanti con qualche allievo al seguito e con il compito di rendere interessante lo spettacolo offerto a tutti coloro che avrebbero partecipato all'evento di raccolta fondi.
È stato quindi così che da una telefonata veloce con un Maestro di Tai Chi Chuan è nata l'idea di provare ad interagire fra le nostre discipline, in modo tale da poter rappresentare qualche scambio significativo per il grande pubblico, ma che - al contempo - potesse essere anche utile ed interessante per gli Insegnanti che partecipavano alla manifestazione.
Così è stato e quindi Marco Rubatto, Capo Redattore di questo Blog ed Alessandro D'Oria - Insegnante di Tai Chi Chuan - si sono ritrovati al palasport "Le Cupole" per "interagire" in qualche modo...
... senza aver deciso bene come o preparato alcunché a tavolino.
L'evento si è rivelato una piacevole scoperta, poiché siamo stati capaci di rilevare numerosi punti di contatto fra le rispettive discipline, che pur si rifanno a tradizioni e periodi storici differenti.
L'Aikido (Giappone, scorso secolo) ed il Tai Chi Chuan (Cina del 1200 c.a.) hanno saputo scambiarsi sensazioni ed ispirazione da un incontro inatteso, e forse per questo particolarmente proficuo.
Sappiamo tutti che il sistema delle aspettative spesso ci intrappola in quello che desidereremmo o che vorremmo evitare: Marco ed Alessandro non si sono fatti fregare e si sono incontrati con estrema apertura e voglia di condividere con l'altro le rispettive discipline.
All'inizio si è optato per mostrare un momento solitario nel quale entrambi hanno perforato alcuni movimenti delle rispettive "spade": il dao per il Tai Chi e la katana per l'Aikido.
Prima difficoltà: il Tai Chi annovera diverse forme codificate di spada, mentre l'Aiki-ken no... quindi l'Aikidoka ha semplicemente eseguito alcuni movimenti spontanei provenienti dai suburi di base, per un tempo analogo alla durata della forma di sciabola del Maestro di Tai Chi.
In secondo luogo, i Maestri hanno voluto provare ad eseguire alcuni attacchi simili (fendenti, ganci, pugni) per vedere vicendevolmente quali erano le modalità caratteristiche di ciascuna disciplina di gestire quelle situazioni.
Si vede chiaro che ciascuno non aveva studiato la parte del "partner" che sa esattamente cosa gli succederà ed è pronto a reagire da manuale: Alessandro e Marco hanno fatto affidamento solo sulla loro sensibilità es esperienza, muovendo il corpo in modo spontaneo nel momento in cui dovevano ricevere la tecnica l'uno dell'altro.
Si tende ad essere abituati ad interagire solo con avversari "addomesticati", anche solo dal fatto di praticare entrambi la stessa disciplina marziale.
Basta incontrare qualcuno che ne pratichi un'altra e tutte le nostre certezze, sul comportamento di uke vanno a gambe all'aria!
Crediamo però che sia un esercizio molto utile, arricchente e stimolante... che sprona a farsi nuove domande alle quali cercare di rispondere solo con altre nuove tonnellate di pratica...
L'idea finale per la breve dimostrazione è stata quella di proporre al pubblico una sorta di jiyu waza, nel quale ciascuno metteva l'altro sull'orlo di una percussione, di una leva, di una caduta... che poi però non veniva "chiusa"...
... per consentire all'altro di replicare - ovviamente nel suo modo caratteristico - con una dinamica analoga.
Non un combattimento, quindi, ma uno "scambio" di energia che i Maestri stessi volevano appositamente rendere sempre fluido e profondo, benché non necessariamente veloce o marzialmente risolutivo...
Questo è anche stato il livello nel quale ci si è percepiti più "simili", ovvero capaci di stare "nell'occhio del ciclone l'uno dell'altro", senza necessariamente essere consci di dove il movimento stesse portando: una sorta di "vela di energia", che poteva essere un eccellente motore dell'esercizio!
Tutto questo, come già dicevamo, è stato deciso e fatto SUL MOMENTO, senza prova alcuna e soprattutto... davanti a pubblico e telecamere!
Ci si aspettava un pubblico molto numeroso, come lo scorso anno, che ha registrato un palazzetto affollato di circa 400 persone: quest'anno è andata un po' peggio, ma crediamo che circa 150 persone fossero in tutto presenti.
Nè Marco, né Alessandro però si sono posti più di tanto il problema, tanto si trattava di "essere" e non di "apparire", quindi erano consci che qualsiasi cosa fosse successo, avrebbe rimandato la loro capacità di vivere le discipline che praticano ed insegnano da decenni.
I rimandi sono stati molto positivi, sia dagli altri Insegnanti presenti, che dal pubblico, che a posteriori da molti di quelli che hanno visto la breve demo insieme.
Un occasione di far INCONTRARE - e non scontrare - due diverse discipline marziali: una possibilità per interagire ed imparare insieme, scambiandosi sensazioni... sguardi ed emozioni.
Proponiamo anche a voi un breve report di quanto è accaduto quel giorno, così che possiate a vostra volta farvi un'idea personale.
Un dato certo è stato l'awase, direbbe un Aikidoka, che accomuna le PERSONE innanzi tutto, insegnanti, praticanti o meno... sia delle medesime discipline, sia di quelle scoperte o riscoperte affini.
Una curiosità di esplorare che si fa strada solo fra coloro che amano mettersi in discussione per fare la differenza innanzi tutto con loro stessi, ed indipendentemente dall'eventuale giudizio altrui.
Anche solo in questo senso, quindi, un'esperienza che ci pare di consigliare senza dubbi a ciascuno... ricordandoci quel detto orientale che recita:
"Nel mondo non ci sono buoni o cattivi, amici o nemici... ci sono solo maestri da cui apprendere"
1 commento:
complimenti davvero a Marco, un kaeshi waza con il maestro di tai chi chuan che forse i presenti (se non praticanti) avranno sicuramente trovato gradevole ma senza a mio avviso comprendere bene che ciò che hanno eseguito non è per niente banale.
Anzi, visto che siete riusciti a farlo sembrar "facile e preordinato" , vuol dire che è stato un embukai davvero riuscita.
Ora basta incensare il maestro Rubatto ^__^ (lungi da me), ma ciò che è giusto è giusto.
PS: ma ancora ci meravigliamo di queste verosimiglianze? in fondo abbiamo tutti la stessa anatomia, mica c'è qualcuno con quattro mani!
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