
... e l'Aikido si presta particolarmente bene ad esperienze a dir poco piccanti...
C'è chi ti dice che la sua tecnica è quella veramente ma veramente originale: tanto originale che forse nemmeno il Fondatore sarebbe stato in grado di eseguirla così bene, benché fosse di certo nei suoi sogni più erotici!
C'è chi ti dice che la tecnica è solo "un mezzo", quindi non è nemmeno così importante "come" la esegui: puoi sbizzarrirti tu a farla nel modo che ti ECCITA di più...

... Ma tutto ciò è relativo, poiché l'Aikido è forse proprio come il sesso, cioè a ciascuno piace farlo in un certo modo ed il solo tentativo di provare a coglierne le peculiarità comuni ne dissacra il rapporto intimo e personale che ne ha ogni praticante.
Ci avete mai pensato: ci chiediamo a quanti piacerebbe sentirsi insegnare da un altro il modo migliore di far l'amore!

... ma al di là di quello è tutto il contorno che rende veramente magico l'evento in sé.
In Aikido utilizziamo il 95% del tempo affinché qualcun altro ci spieghi come godere di questa esperienza!
Come nel sesso però, la cosa più divertente è provare tutti gli hanmi ed incastri strani, non per forza riuscire a buttare l'altro ai nostri piedi!

Il trip è più mentale che altro, perché quando torniamo a casa sul corpo ci sono lividi, bruciature da tatami anziché di sigaretta, ma sempre di bruciature trattasi.
E iniziamo a chiederci: "Ma questi qui saranno sbarellati a fare ste cose o ci serviranno veramente?!"
Lo dicevamo prima: ciascuno ha la sua ricetta da proporre agli allievi, e - a suo dire - ottime ragioni per preferirla a quella di altri. L'allievo dopo che ha firmato un contratto di per sé in bianco, inizia la sua avventura da Anastasia Steele...

A volte l'intrippamento sale alle stelle e la capacità di soddisfare le esigenze sado-maso del Sensei diventa una delle principali ragioni di vita di qualche suo studente: parleremo in questo caso della famosa sindrome del "rincoglionimento-a-due"...

Entrambe le esperienze fanno consumare calorie... ma noi preferiamo sicuramente seconda, e non per questioni moralistiche, quanto di completezza.
Nel bondage serve un dominatore ed un dominato perché il gioco dei ruoli abbia luogo: in Aikido - secondo noi - tutto ciò è superfluo... l'assunzione di responsabilità è molto più arraffante quando è condivisa.
Se ci si lega (tra allievi e Maestri, fra compagni di pratica...) sia fisicamente (nelle tecniche, MAIALI... cosa avevate pensato!) che emotivamente, si procede su un territorio che è meno certo per tutti, proprio perché è condiviso... e ciascuno di noi lo condisce sia con le sue bellezze, che con i suoi lati in ombra.

Ma se qualcosa di buono nasce da questa esperienza, non sarà perché qualcuno "ha usato" un'altro: i Bebè nascono perché ciascuno ci mette del suo, ma senza il contributo dell'altro questo non sarebbe possibile.
E crediamo molto che il movimento dell'Aikido assomigli molto di più a quello della vita che a quello di un Amministratore Delegato segaiolo che fa la festa alle giovani tirocinanti del suo ufficio perché non ha i coglioni di prendersi una donna vera!
Speriamo di non spoilerale troppo per chi non avesse ancora visto il film al cinema, o letto il libro... ribadendo però la nostra sensazione di "CAGATA PAZZESCA" di questo fenomeno cinematografico/editoriale.

Così è l'Aikido: non sarà facile, ma è certamente semplice...
Un percorso condiviso che è destinato a segnare profondamente chi lo percorre, ma SOLO perché arricchito e supportato dalla presenza di altre persone che stanno li - come noi - a dare del propio meglio (e peggio).

3 commenti:
Il parallelo con il mondo dell'eros è facile e scontato se pensiamo alla pratica nel dojo (in coppia) o da soli (a casa). Sinceramente la mia pratica è sempre stata da dojo e ristretta al dojo in quanto "da solo" mi stancavo subito. Con gli anni invece ho rivalutato questo aspetto di pratica aiki-onanistica arrivando anzi a renderlo un appuntamento fisso. Nel mio caso i contorni si fanno ancora più imbarazzanti in quanto in giardino ho i vicini che spiano ed il cane che guarda sbavando e cercando di afferrare il bastone. (il cane in realtà è una cagna...)
a questo punto ho dato il mio contributo per mandare in va..cc..a il post descrivendo la verità in maniera "colorita".
Tornando semiseri ritengo che la pratica "da soli" o "tra sempai" debba esserci soprattutto per noi dopolavoristi. Il sensei c'è per insegnarti "il mestiere" e non per dirti metti un piede là, un dito quaggiù etc etc.. quello va bene all'inizio...
superato lo shodan ritengo che, soprattutto con le armi, chiunque debba essere in grado di sgranare i denti al prossimo ma sia compito dei nostri sensei frenare i nostri ardori ed insegnarci come sgranarli alla "maniera di O Sensei" (in realtà dovrebbero insegnarci a vincere su noi stessi ed il nostro ego...) LOL
Hai scritto: "il maschietto nella fattispecie deve mettere una cosa lunga dove lei fa la pipì"
Accidenti, no! Le donne non fanno la pipì dalla vagina! La pipì esce dall'uretra e quando sei al dunque, cerchi di infilarlo nella vagina, non nell'uretra. http://isd.olografix.org/faq/faq_appsexfem.htm
tratto da "Parole di Giobbe":
E Adamo chiese a Eva: «Ti ha detto nulla la mamma?», ma subito aggiunse: «Ah già, la mamma sono io!».
E dovettero procedere per tentativi: prima un dito nell'occhio, poi un piede in bocca, poi un ginocchio nell'orecchio... Fin quando si conobbero in senso biblico
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