lunedì 10 novembre 2014

Il keikogi, questo sconosciuto...

Questo è un Post a lungo caldeggiato da nostri lettori fan e genitori dei bimbi che frequentano i corsi di Aikido.

Parleremo del keikogi, la tenuta d'allenamento con la quale si pratica nel Dojo!

Ci sono poche ma significative cose da sapere su questo abbigliamento, poiché esso non deriva da una cultura occidentale e quindi presenta caratteristiche e peculiarità non del tutto note alle nostre latitudini.

Il keikogi è anche detto "Aiki-dogi", "dogi", o - più semplicemente - anche solo "gi".

Esso è costituito da un paio di pantaloni bianchi ed una giacca bianca, chiusa in vita con una cintura, bianca o nera: questo è l'abbigliamento tradizionale di un Aikidoka, anche se per i corsi dei bambini possono talvolta essere utilizzate le cinture colorate.
Questo tipo di abbigliamento NON SI CHIAMA KIMONO!

Il [着物] kimono (letteralmente "cosa che si indossa"... perciò ogni indumento potrebbe essere definita così!) infatti è tutta un'altra cosa ed è indossato generalmente in occasioni solenni da cerimonia: sappiamo che nell'immaginario collettivo "keikogi" e "kimono" sono diventati sinonimi, ma sfortunatamente non è così non appena volessimo avere un po' più consapevolezza di ciò di cui stiamo parlando.

Keikogi deriva dalle parole [稽古] "keiko", che significa "allenamento" e [着] "gi", che vuol dire tuta/divisa/tenuta: quindi il suo significato è "divisa per l'allenamento"... e si pronuncia "CHEICOGHI".

Nella tradizione Samurai alla quale ci si rifà nelle Arti Marziali questi due indumenti costituiscono all'incirca l'equivalente della biancheria intima odierna: i pantaloni bianchi sanno di mutande, così come la giacca sarebbe qualcosa di simile ad una canottiera.

Per questa ragione SOTTO AL KEIKOGI NON SI PUÒ VESTIRE NIENT'ALTRO (salvo casi di ovvia necessità)!

Anche questo fatto è qualcosa di particolarmente ignorato alle nostre latitudini: spesso si vedono Aikidoka indossare di tutto sotto alla giacca del gi... da magliette della salute a tute che aumentano la sudorazione durante la pratica, per garantire una sorta di sauna dimagrante contemporanea!

Fate un po' come volete quindi (pure O' Sensei ad 80 anni si è fatto fotografare con maglie sotto la giacca del gi, forse avrà avuto freddo...), ma sappiate che di norma sotto non bisognerebbe avere nulla.

Ai maschietti consigliamo tuttavia una sorta di mutande piuttosto connettivi, tipo "slip", anche per diminuire gli "strapazzanti di cabazizi" indesiderati... mentre per le femminucce è talvolta consentito l'utilizzo di una maglietta bianca sotto la giacca, che limiti la possibilità di visioni afrodisiache nel caso che il keikogi si apra durante gli allenamenti.

Come sapete il Giappone è un Paese nel quale (formalmente) si sta molto attenti alla pudicizia (poi in realtà è uno dei luoghi del pianeta più affollato di pornoshop!), e per questa ragione le signorine possono indossare una maglietta, o in alternativa cucire alcuni laccetti sulla parte sinistra della giacca, che si vadano a legare alla parte destra e che quindi ne impediscano l'apertura.

Per la stessa ragione legata alla pudicizia, al tempo in cui l'Aikido venne creato, TUTTI dovevano indossare sin da subito l'hakama, e non solo i possessori di gradi dan.

Abbiamo già affrontato in passato i motivi di ciò, che esulano però dal tema del presente scritto e che vi rimandiamo eventualmente a leggervi QUI.

Altro punto piuttosto importante: vi sentite particolarmente vitali e sprizzanti di gioia quando indossate il vostro keikogi?

Se si... allora state attenti a non vestirlo come se andaste al vostro funerale!
(farebbe ad un giapponese un po' lo stesso effetto di piantare le bacchette in una ciotola di riso, rappresentando così l'incenso funerario... il massimo della non-creanza!)

La giacca del keikogi si indossa con il bavero destro SOTTO a quello SINISTRO, in modo tale che il kesa (cioè la cucitura del lembo sinistro della giacca) descriva una linea che dalla spalla sinistra va fino all'anca destra.

Gli abiti orientali (keikogi, kimono, samue, jinbei) si indossano tutti in questa maniera!
L'unica occasione nella quale si indossano al contrario - dicevamo - e quella di una salma, in occasione del suo funerale... okkyo quindi!

Penultimo warning...

nelle arti orientali non è considerato il massimo essere variopinti come degli arcobaleni e ricchi di scritte e stemmi di ogni dimensione apposti tipo murales, quindi se proprio fosse necessario apporre qualcosa del genere ai propri indumenti, si abbia cura di farlo sul fianco sinistro (né davanti, né dietro al vestito quindi).

In giro si vede di tutto... scritte di ogni genere (Adidas Torsion, Via Michelin...) stemmi, loghi pacchiani ed ingombrantissimi (Aikido Extreme Fight Kombat Club...): tutte cose abbastanza lontane dalla tradizione che ci ha spinto a vestirci così, basta saperlo!

Già a questo punto ci saremo giocati la simpatia dell'80% degli Aikidoka che ci leggono, poiché c'è veramente poca cultura di ciò che riguarda gli usi ed i costumi della disciplina che pratichiamo...

... ma vogliamo rovinarci, denunciando il fatto che da noi non si trovano comunemente in commercio dei veri e propri keikogi, ossia degli abiti appositamente creati per la pratica dell'Aikido (diversamente da quanto accade in Giappone, per esempio).

Il 99% dei praticanti occidentali "si accontenta" di indossare un judogi, ossia una tuta espressamente creata per la pratica del Judo, o un karategi, cioè l'analogo indumento ideato per la pratica del Karate.

A noi non ci si fila proprio nessuno, insomma! ^__^

E quali differenze hanno questi indumenti da un keikogi?

Semplice: i judogi e i karategi sono vendute in taglie proporzionali all'altezza (ogni 10 cm una taglia  differente) e di prezzo variabile in funzione della grammatura del tessuto.

I judogi tendono ad avere una superficie a grana di riso e sono caratterizzati da cuciture resistenti alle forti sollecitazioni; i karategi invece hanno una superficie più liscia e presentano di solito maniche  più corte e giacca più lunga nella parte che va a coprire le anche.

Queste esigenze sono dettate dalle caratteristiche peculiari di queste discipline marziali: un forte contatto della prima nelle gare, mentre un'esigenza di eleganza e plasticità della seconda durante i tornei di kata (le forme), in cui la postura deve risaltare ed il contatto è praticamente assente. 

E cosa centra l'Aikido in tutto questo?

NIENTE ovviamente... solo che il numero degli Aikidoka è stato per molto tempo (ed ancora è) molto inferiore a quello degli omologhi praticanti di Judo e Karate, quindi ci si è abituati a vestire i loro indumenti... anche un po' in virtù di quell'ignoranza sugli stessi di cui vi abbiamo parlato fino ad ora.

Diversi stili di Aikido hanno abitudini distinte dalle nostre parti in merito alle scelte sull'abbigliamento: nell'Iwama Ryu si prediligono i karategi (magari posi fatti modificare per via dell'imbarazzante lunghezza della giacca che non permette di vestirci sopra l'hakama), mentre in altri stili si è più abituati ad utilizzare judogi.

Oggi è possibile anche acquistare on-line prodotti specifici a prezzi ragionevoli, quindi possiamo finalmente iniziare a vestire abiti espressamente pensati per la pratica della nostra arte (di solito realizzati con stoffa soffice, ma con cuciture rinforzate nei punti più critici e con una particolare predisposizione all'asciugatura veloce).

Credete: talvolta si ha più qualità e si spende meno a far arrivare un articolo dall'altro capo del mondo, che ad acquistare per forza nel grande magazzino sotto casa, che per primo non ha idea dell'articolo di cui noi abbiamo bisogno.

Ma è prioritario far conoscere agli Aikidoka stessi le loro origini e necessità, in modo da operare poi scelte più oculate e consapevoli anche sull'abbigliamento.

Last but not least: come annodarsi la CINTURA!

La cintura, bianca, colorata... nera che sia, NON è UNA SORTA DI BENDA con la quale giocare a mummificarsi nei peggio modi: il nodo è un rito importante per un praticante!

Un sacco di gente in giro si annoda la cintura a casaccio e rimanda con questo atteggiamento di tenerci in ugual modo a ciò che accade sul tatami.

Il nodo e le cinture che utilizziamo alle nostre latitudini sono anch'essi stati rubati alle altre discipline marziali numericamente più praticate: nell'Aikido si usava per tradizione il kaku obi più sottile e largo, del quale solo il Kobayashi Ryu tende a perpetrare l'utilizzo.

In ogni caso, vi postiamo di seguito un breve tutorial che descrive un modo semplice ed immediato per avere un nodo piatto ed ordinato, anche utilizzando la tipologia di cinture più utilizzate dalle nostre parti.



Strappare al caso ed all'approssimazione ciò che facciamo con gli indumenti che indossiamo è - secondo noi - uno specchio importante dell'atteggiamento mentale che dovremmo calzare mentre pratichiamo Aikido...

... solo in quest'ottica quindi ci siamo permessi di puntualizzare questi dettagli sul keikogi ed il suo utilizzo.


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