Si tratta di "Psicologia dell'Aikido - Fare Aikido con Anima", del Maestro Angelo Armano: questo volume di 138 pagine, pubblicato nel 2011 da Valtrend Editore è senza dubbio qualcosa di sin ora inedito nella bibliografia dedicata all'Aikido ed ora ci apprestiamo a spiegarvi perché.
Molti oggi scrivono sul questo argomento, e questa è senza dubbio un'opera meritoria che ha il compito di fare conoscere sempre meglio e di più la nostra splendida disciplina... tuttavia sono pochi gli Autori in grado di mettere nero su bianco qualcosa di inedito ed interessante: libri tecnici fotografici, libri storici nel quali l'ormai nota storia del Fondatore viene ri-interpretata per l'ennesima volta, ma chi va oltre tutto ciò?
I pionieri, i ricercatori, gli avanguardisti... o comunque tutti coloro che sperimentano e si arrischiano su sentieri poco battuti per un'intima esigenza di condivisione di qualcosa di importante che sentono farsi strada in loro.
Costoro non sono persone che cercano plauso o visibilità... non sono nemmeno Maestri che smaniano dalla voglia di illuminare la strada altrui: sono piuttosto umili individui che hanno - come si diceva - la forte esigenza intima di condividere un percorso di passione, di gioia, di speranza... ma anche di sofferenza, di tentativi, di sconfitte... In quattro sole parole: "di vera vita vissuta"!
Secondo il nostro giudizio, Angelo Armano Sensei è uno di questi!
Non ci conoscevamo, fatte salva una sporadica ma significativa corrispondenza virtuale fra lui ed il nostro Capo Redattore, Marco.
Ad un certo punto essi hanno deciso di incontrarsi e vivere la loro prima esperienza sul tatami insieme: questo incontro ha dato anche modo di approfondire le reciproche esperienze e di condividere ciò che a loro è caro dell'Aikido.
Angelo Sensei ha fatto dono del suo testo a Marco, che dopo averlo avidamente letto, ce lo ha passato perché in Redazione chi volesse potesse esprimere un suo giudizio indipendente su questa opera.
Quello che segue quindi è il parere integrato di chi di noi ha avuto il piacere di leggere "Psicologia dell'Aikido".
Ciò che colpisce di questo testo è il fatto che l'Autore compie un viaggio poche volte così ben raccontato fra le tradizioni d'oriente e d'occidente... ed osa farlo in uno dei campi più sottili e controversi dell'Aikido, ossia delle sue motivazioni profonde, fino ad affondare negli aspetti più prettamente psicologici ed animici di ciascun Aikidoka o aspirante tale.
È un campo insidioso, nebbioso e che facilmente diventa minato... poiché sicuramente più soggettivo del descrivere un movimento del corpo, per quanto eseguito con maestria... o di pubblicare un libro fotografico nel quale si ritrae qualche grande del passato mentre performa questa o quell'altra tecnica.
Eppure, il nostro vecchietto giapponese preferito del secolo scorso - al volgere del suo pellegrinaggio terreno - conferiva innegabilmente più importanza agli aspetti immanenti della pratica, che alla modalità di mettere le mani o i piedi nella tecnica XYZ.
Come mai?
Perché era vecchio e quindi si doveva necessariamente spiritualizzare, visto che gli era rimasta poca possibilità di esprimersi con il corpo?
O piuttosto perché avesse REALMENTE compreso l'infinita importanza di questi argomenti, rispetto a quelli meramente fisici, che non rispecchiassero queste consapevolezze profonde?
A questo punto il beneficio del dubbio, quale metodo di lavoro, crediamo possa essere qualcosa di saggio da mantenere.
O' Sensei, parlando con il suo allievo Robert Nadeau Sensei, che abbiamo avuto la fortuna di conoscere, frequentare ed intervistare qualche anno fa, si esprimeva in questi termini durante i suoi ottant'anni: "Nadeau, ascolta quello che ti dico e sarai capace di fare tutto quello che faccio io [sul tatami, n.d.r.] in TRE MESI!"
Un pazzo forse?
Solo un pazzo avrebbe parlato così conoscendo la difficoltà dell'Aikido, eppure il suo Fondatore forse non a caso era sprofondato in pratiche personali e spirituali sempre più intense e profonde... tanto da rendersi conto della loro importanza ed impatto sugli aspetti più materiali e fisici.
Solo un pazzo avrebbe parlato così conoscendo la difficoltà dell'Aikido, eppure il suo Fondatore forse non a caso era sprofondato in pratiche personali e spirituali sempre più intense e profonde... tanto da rendersi conto della loro importanza ed impatto sugli aspetti più materiali e fisici.
Il Maestro Armano indaga appunto quest'area, ben conscio della sua delicatezza ed impermanenza... ma lo fa forte di un percorso analitico personale che gli ha reso possibili link e paralleli visibili solo a chi ha osato addentrarsi nelle profondità di sé, prima anche solo di tentare a descrivere i processi che da ciò ne derivano.
Un volume completo ed elegante, scritto FINALMENTE in un italiano ricco e forbito... dove l'estetica della prosa riconquista finalmente il posto che merita fra gli scaffali nei quali regna incontrastata tanta ignoranza della lingua italiana.
Ricordiamo, a proposito, che la nostra lingua è una di quelle più complete e complesse al mondo... nella quale si sono espressi sommi poeti e che utilizza nella sua normalità - a titolo d'esempio - circa IL DOPPIO dei vocaboli della tanto blasonata lingua inglese.
Una lingua 2 volte più ampia, permetterà un'espressione più completa nelle sfumature o solo inutili orpelli?
Chi vorrebbe liquidare l'opera di Armano come "difficile", crediamo lo potrebbe fare solo per non essere costretto a fare ammenda per la sua pochezza culturale, ma per nessun altro valido motivo.
In ogni caso, lo stile può piacere o meno, a seconda dei gusti personali, ma in questo caso ci troviamo al cospetto di contenuti inediti ed interessanti che non solo meritano di essere colti ed approfonditi, ma per i quali a noi tutti è venuto naturale ringraziare il coraggioso Autore!
Ma ecco quali sono questi contenuti: in questo libro si parla - in continua connessione e parallelismo con l'Aikido - del lascito spirituale del Fondatore, attraverso i suoi vari insegnamenti verbali e scritti, dello spirito, dell'alchimia personale, del ponte dinamico esistente fra il mondo "esteriore" e quello "interiore"...
... del parallelo esistente fra un duello marziale ed un setting analitico, di un Ueshiba vissuto come sciamano e psicologo, del lato in ombra di ciascuno di noi praticanti, della scissione, così come dell'integrazione del lato transpersonale e psicospirituale di chi scrive, di chi legge e di chi pratica.
Sono argomenti complessi, ma alla fine di una essenzialità e pertinenza estrema... con ciò che spesso solo scimmiottiamo sul tatami.
Quanti blasonati maestri si sono mai posti seriamente di indagare su questi importanti tematiche?
Quanti blasonati maestri si sono mai posti seriamente di indagare su questi importanti tematiche?
Dove sono reperibili i risultati delle loro ricerche personali?
Molte parole vengono spese su etica, filosofia e spiritualità... ma spesso provenendo da coloro che hanno solo osservato il viaggio, e non lo hanno mai compiuto in prima persona.
Questo è fortunatamente per lui - e per noi tutti -, non un problema riguardante l'Autore di "Psicologia dell'Aikido - Fare Aikido con Anima"!
Lui, al contrario, si espone nell'unico modo possibile in questi casi, cioè portando direttamente e/o indirettamente la sua esperienza, il suo sentire... e lo fa per il gusto di condividere, non per averne un riconoscimento: qualcosa del quale ringraziarlo ulteriormente!
Consigliamo vivamente questo testo a tutti coloro che sin d'ora riconoscono l'importanza di fare un viaggio interiore parallelamente al proprio vissuto nel Dojo o sui tatami di mezzo mondo: quest'opera è integrante ed offre un'infinità di spunti di riflessione provenienti da differenti tradizioni culturali e spirituali (quella giapponese, indù, greca, egizia, cabalistica, ermetica, esoterica... solo per citarne alcune), quindi risulta uno strumento alquanto prezioso!
Terminiamo questa recensione dando lo sufficiente spazio all'Autore stesso di parlare di sé e della sua opera, in quella che è stata la conferenza stampa della presentazione pubblica del libro.
Buona visione e lettura!
Buona visione e lettura!
Nessun commento:
Posta un commento