Ogni gruppo che si rispetti ha però al suo interno - oppure ha avuto - qualche persona che si ostina a fare di tutto per evitare a tale esperienza, si ritiene impreparata o comunque non intenzionata a sottoporvisi per alcuni suoi specifici motivi personali.
Crediamo nella libertà di azione, ma ugualmente dedichiamo questo Post a molti di quesiti eterni indecisi.
"E dai sto kakkyo di esame!!!"
C'è sempre qualcuno che ha una difficoltà tutta particolare a farsi giudicare dagli altri, e ciò e più che comprensibile. Diventa però anche interessante comprendere quali siano le dinamiche (ed anche le scuse) più frequenti...
Il perfezionista: NON MI SENTO ANCORA PRONTO
Questa tipologia sostiene di non avere ancora maturato sufficiente esperienza per sottoporsi all'esame: intende sostenerlo in futuro, non appena saprà "bene" le cose...
Chi si comporta così o e molto responsabile o è un perfezionista incallito, e con questa scusa si radia quasi a vita dalla possibilità di testare la sua preparazione senza concedersi una "seconda chance".
Nel Budo è "buona la prima": questo è un insegnamento che è bene fare proprio!
Nel Budo è "buona la prima": questo è un insegnamento che è bene fare proprio!
Tutti noi potremmo SEMPRE prepararci meglio per un esame, quindi se aspettassimo di essere "perfetti", questa condizione non arriverà semplicemente mai... Ad un certo punto quindi bisogna buttarsi, magari dando ascolto ai Senpai o al Maestro che ci sprona a fare il grande passo: dopo tutto se abbiamo fiducia e rispetto verso di loro, dovremmo anche lasciarci aiutare dai loro consigli qualche volta!
"Non mi interessano gli esami, non ho niente da dimostrare a nessuno, perché studio Aikido solo per migliorare me stesso": bene, allora credete veramente che tutto ciò contrasti con il sostenere un esame insieme ad altre persone (alcune che vi aiutano, altre che vi giudicano)?
L'endo-Aikido (ogni riferimento al famoso Sensei è puramente casuale!) è qualcosa di veramente importante, secondo la nostra visione, ma cosa ne sarebbe se ci limitassimo solo a quello?
Sarebbe meditazione solitaria forse, mentre noi pratichiamo con altre persone, in un gruppo, sotto la supervisione di un Maestro: allora come mai ci sta bene questa condizione comunitaria solo fino a quando ci viene richiesto di studiare, ma non quando sarebbe necessario mostrare e condividere il livello al quale siamo giunti?
Nuovamente, oltre che un iper-responsabile, dietro a questa figura di Aikidoka endonauta si poterebbe nascondere anche un codardo!... Così nel "suo" mondo, se la può suonare e se la può cantare come meglio crede di essere diventato illuminato...
Non è facile accettare il giudizio altrui - lo sappiamo , quindi è più importante imparare ad accettarlo o crearci un nostro mondo nel quale nemmeno chi ha più esperienza possa entrare per permettersi di dire se dobbiamo aggiustare qualche tiro?
La seconda ci sembrerebbe l'esperienza più complessa, quindi anche quella che ci costringe ad una maggiore maturità: nessuno con un esame impedirà di studiare Aikido per il solo piacere di farlo. D'altronde accettare una promozione non è mica segno di praticare solo per il raggiungimento dei gradi, anzi... è ciò che sarebbe sempre bene evitare!
Quindi nemmeno il "lo faccio solo per me stesso" ci convince definitivamente...
Questa è la posizione di chi - talvolta giustamente - si lamenta di quanta impreparazione si può riscontrare in persone che di esami ne hanno fatti pure tanti: impreparazione tecnica, filosofica, umana, etica... e chi ne ha più ne metta.
Se abbiamo visto fare ad una cintura nera una marea di kakyate, ovvio che ci sentiremo offesi a giungere al suo grado... rischiando potenzialmente di essere presi per gente "così facile". L'impreparazione dei gradi elevati SVALUTA sicuramente la qualità degli stessi, se non si sanno fare i giusti distinguo...
Quindi stare lontani dalle promozioni è la prima ricetta per prendere distanza da un metro di giudizio che non approviamo, che consentiamo nostro. non vogliamo mischiarci agli altri, perché ci sentiremmo svalutati nel farlo...
Non ci convince di nuovo!
Sotto il punto di vista formale, è chiaro che tante promozioni del passato sono state elargite talvolta troppo superficialmente, sancendo gradi che meritavano di non essere attribuiti, ma siamo sicuri che estraniandoci da questo sistema lo faremmo cambiare?
Se ci sentiamo pronti e capaci, questo potrebbe essere un motivo in più per sostenere un esame così come esso avrebbe sempre dovuto essere: serio!
Se quelli in gamba e coerenti si defilano perché vedono lo schifo che a volte accade agli esami, si lascia il campo libero agli impreparati ed immeritevoli: ma deve essere il contrario... sono questi ultimi che dovrebbero sgomberare il campo!
Se siamo gente preparata DOBBIAMO sostenere gli esami per creare precedenti di esami ben fatti, rispetto ai quali gli altri risultino ridicoli e quindi emergano nella loro incoerenza.
Altrimenti facciamo come in politica: siccome in Italia abbiamo tutti la sensazione che i politici siano corrotti, ce ne infischiamo di sporcarci le mani con la politica... con il risultato che tutto gli onesti ne sono fuori a lamentarsi, mentre quelli corrotti sul serio utilizzano questo fenomeno per continuare a sguazzare nei loro intrallazzi poco chiari!
Sostenere a spada tratta la realtà dell'anticonformismo sugli esami potrebbe essere solo un altro modo per emergere, per farsi notare, con un atteggiamento opposto a quello delle consuetudine: se lo facciamo solo per questo, faremmo meglio forse ad essere così umili da uniformarci alla massa...
In realtà in Aikido sperimentiamo alcuni paradossi interessanti, primo fra tutti quello della coerenza fra interno ed esterno...
Chi cerca solo il dentro si sta dimenticando di metà del lavoro, esattamente come chi è interessato solo al fuori!
Gli esami sono un'attività esterna e sociale, che dovrebbe rispecchiare un grado di maturazione interna: esimersi da questa pratica potrebbe essere una scusa per non affrontare qualche nostra paura, una dimostrazione di non dare vera fiducia alle persone più esperte che ci reputano pronti/e (una sorta di micro-delirio di onnipotenza, quindi), o più semplicemente l'incapacità di cogliere il momento opportuno per segnare una svolta nella nostra pratica.
Gli esami sono come una boa luminosa... un punto fermo che aiuta ad orientarsi...
Non è che se diventiamo 3 kyu, saremo perfetti negli esercizi rispetto alla sera prima, quando eravamo ancora 4 kyu.
Ma certamente l'esporci al giudizio altrui ci aiuta a metterci a nudo anche con noi stessi... ed è forse questa la funzione più importante dell'esame: l'Insegnate o la commissione servono solo per creare il "setting" più adatto perché una certa alchimia in noi possa avvenire.
Da un esame all'altro - infatti - più che i miglioramenti tecnici, sarebbe meglio apprezzare la maturazione globale che un allievo ha auto rispetto alla pratica (tecnica, filosofica, mentale, l'atteggiamento, l'etica, l'impegno, l'ingaggio, la continuità...).
Da un esame all'altro - infatti - più che i miglioramenti tecnici, sarebbe meglio apprezzare la maturazione globale che un allievo ha auto rispetto alla pratica (tecnica, filosofica, mentale, l'atteggiamento, l'etica, l'impegno, l'ingaggio, la continuità...).
Un anno fa eravamo in un certo modo, oggi spiamo differenti: sanciamo con "un giro di boa" chiamato "esame" questa differenza che abbiamo saputo fare con noi stessi e con gli altri nostri compagni di pratica.
Vi consigliamo di darli gli esami (scusate l'anacoluto!)... e di filmarvi: noi nel Dojo lo facciamo da tempo!
Filmarsi... non permette solo di rivedersi da un'altra angolazione per esaminare meglio i punti di forza e gli errori da correggere... consente soprattutto nel tempo di avere sotto mano un "archivio" della nostra intera storia Aikidoistica.
"Ma come, 10 anni fa mi muovevo così goffamente!?!... non mi riconosco più!".
BENE: si vede che da allora c'è stata un'evoluzione (non intesa come "miglioramento", ma come "cambiamento nel tempo")!... e quei "punti fermi" - chiamati esami - ti permettono ora di rendertene coscientemente conto!
OVVIO che no ci si presenta ad un esame solo perché uno deve "bollare l'Aiki-cartolina"... perché teme di "perdere il treno" delle promozioni, o perché è appena scaduto il periodo minimo che solitamente ogni Scuola prevede che si passi da un test a quello successivo.
Quello è un tempo minimo standard: le persone poi hanno ciascuna bisogno dei LORO tempi... quindi diffidate da Insegnanti che vi incitano a esaminarvi non appena avete raggiunto il tempo minimo di pratica perché ciò possa avvenire... perché vi vogliono far correre?!
Gli esami sono una cosa seria e quindi come tale va presa: ciò NON significa né che bisogna sostenerli azzardando, né che siamo costretti a starne alla larga... c'è anche una TERZA VIA, quella che dovrebbe volere percorrere un Aikidoka...
... si può semplicemente farli quando siamo veramente disposti a metterci in discussione, sia all'interno, che all'esterno di noi stessi... in un modo profondo, serio ma non serioso: ricordiamoci che una sana auto-ironia è un elemento irrinunciabile in questi casi!
Si sarà capito: noi ad un Aikido senza esami crediamo poco! Non è detto che si abbia per forza ragione, ma vi abbiamo con onestà esposto il nostro pensiero.
Della nostra disciplina accettiamo tante cose: gli indumenti, l'etichetta, le tecniche... non si capisce perché dovremmo fare eccezione per le dinamiche legate agli esami.
Fra l'altro, un test per essere tale, deve VERAMENTE prevedere la possibilità che si posa fallire e che quindi sia necessario sostenerlo di nuovo successivamente!
Questo non significa viverre ed allenarsi SOLO con l'idea in testa del superamento degli esami e l'avanzamento nei gradi...
Riconferiamo agli esami il loro forse ossidato valore, ed avremo allievi che si sottoporranno con gioia a questa importante prova!
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