lunedì 8 luglio 2013

Nuovi interessanti testi sull'Aikido recensiti per voi!

Nei mesi scorsi abbiamo avuto l'occasione di leggere alcune nuove pubblicazioni fatte da Aikidoka, Insegnanti e Autori che si ispirano all'Aikido per fornire opere più o meno direttamente collegate ad esso.

Aikime è orgogliosa di recensire per voi oggi i due testi che seguono!
ate al mondo che amiamo frequentare: la redazione di

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"Il Samurai e l'Uomo Invisibile"

Abbiamo avuto modo di ricevere in Redazione e leggere con attenzione questo interessante testo, scritto da Marco Santucci e pubblicato nel 2012 dall'Editore "Lampi di Stampa".

Si tratta di un'opera narrativa divisa in due racconti (il primo dal titolo "Il Samurai", ed il secondo appunto "L'Uomo Invisibile"), che sebbene non tratti sempre in modo diretto il mondo dell'Aikido, sicuramente sa trarre da esso alcuni preziosi spunti ed insegnamenti.

Le considerazioni che seguono quindi nascono proprio dal parallelo che noi abbiamo fatto fra la storia narrata e la nostra esperienza sul tatami.

Ciò che viene messo in luce in entrambe le storie narrate è forse la perdita di autenticità nelle relazioni, l'ormai consolidata abitudine a vivere circondandosi solo di sé stessi. Ci chiediamo dunque quale debba essere il principio regolatore di un'interazione in ambito Aikidoistico e in che modo questa relazione possa essere vissuta.

Oltre che un sentimento di rispetto reciproco, anche la curiosità gioca un ruolo fondamentale, in quanto  “ci permette di porci davanti al nostro prossimo con animo ben disposto e ricettivo" (per citare le parole del libro stesso).

In fin dei conti non è molto diverso da ciò che facciamo noi in Aikido: ci relazioniamo con il nostro compagno di pratica cercando di essere il più connessi e ricettivi possibili, escludendo ogni pregiudizio o visione stereotipata.

Un altro aspetto da tenere in considerazione nelle relazioni è la fiducia.

Risulta quanto mai difficile, tanto nelle relazioni quotidiane quanto in quelle previste dalla nostra Arte, fidarsi sinceramente dell’altro, a causa della nostra tendenza al controllo.

Questo aspetto emerge molto chiaramente nel momento in cui il nostro compagno di pratica ci sbilancia, facendoci ruzzolare per terra: vorremmo decidere noi quando e dove cadere.

Bisognerebbe invece confidare maggiormente nel nostro compagno e lasciare almeno per una volta che sia lui a gestire la situazione, che sia dover suo tutelarci.
Inoltre la fiducia è un sentimento che nasce sempre sulla base di una relazione, ovvero in rapporto alla sicurezza che l’altra persona è stata in grado di infonderci: è qualcosa che difficilmente riusciamo ad imporci.

Crediamo poi che l'Aikido sia sicuramente uno dei migliori mezzi attraverso cui trovare quel punto d'equilibrio fra sé e gli altri.

Questa pratica, infatti, può costituire un percorso di vita tutto personale, una strada intrapresa e perseguita per svariati motivi che sono propri di chi la pratica.

Tuttavia essa contempla anche una relazione (tori - uke), dalla quale non si può prescindere.

Quello che però cambia in questa interazione necessaria è il diverso utilizzo che se ne fa a seconda dell’obiettivo che ciascuno si prefigge: un motivo di competizione ed ostilità, un modo attr
averso cui migliorare se stessi o ancora, un mezzo di cui avvalersi per poter "esperire" in maniera più completa, giacché si rivestono due ruoli differenti e si ha la possibilità di assumere più punti di vista.

Il difficile è proprio trovare quell'accordo fra sé e gli altri: eccedendo da un lato, si rischia di svalutare eccessivamente la relazione, ridotta alla stregua di un tornaconto personale, viceversa, eccedendo dall'altro, viene meno l’importanza data alla propria crescita personale. 

Ma anziché considerare il nostro compagno di pratica come un estraneo con cui ci si deve relazionare, lo si potrebbe contemplare come lo specchio di sé stessi!

Uke del resto ha un ruolo più che attivo: egli è in grado di far emergere tutti quelli che sono i nostri punti deboli o punti di forza.

Uke e tori divengono così un unico organismo funzionale, in cui ognuno è allo stesso tempo specchio e riflesso dell'altro. 

(Una frase che ci ha particolarmente colpiti citava appunto: "se ognuno smettesse di porre sé al centro dell'universo, comincerebbe a vedere quanto di buono c'è in chi ci circonda")

Raccomandiamo questo testo, scritto da un praticante di Aikido, a chi ha intenzione di ripercorrere alcuni preziosi insegnamenti della nostra Arte specchiandoli in due storie del quotidiano...

... due racconti in cui i sentimenti, le frustrazioni e spesso anche la spinta propulsiva per uscire da esse sono stati permeati di quella filosofia ed etica che tutti noi apprezziamo sul tatami, ma che talvolta non riusciamo proprio a cogliere e contestualizzare nella vita di tutti i giorni.

Ecco il link alla scheda del testo.


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"Il codice Ueshiba"


E' un amico - Giancarlo Giuriati - che ha scritto questo testo, edito da "Il mio Libro" nel 2013, ma non è stato nell'ottica di "fargli un piacere" che scriviamo queste parole...

... al contrario, lo abbiamo fatto proprio perché abbiamo esaminato la sua opera e l'abbiamo trovata molto ispirante ed innovativa, in un certo senso.

Dal nostro punto di vista, ciò che rende estremamente interessante questo scritto è che si tratta della posa, nero su bianco, di una autentica ricerca personale, quella dell'Autore - Giancarlo Giuriati Sensei - ... che raramente viene svolta, ma nemmeno solo "accettata", nei nostri ambienti... (benché tutti affermino volentieri che sia la cosa più importante che ci dovrebbe essere e si dovrebbe fare!).

L'Iwama Ryu, in cui è cresciuta la nostra Scuola è spesso un ambito così fortemente tecnico e didattico, da far completamente dimenticare gli aspetti "sottili" di ciò che pratichiamo.

La ricerca della tradizionalità tecnica spesso tralascia il fatto che un aspetto veramente tradizionale dell'Arte sia quello di essere profondamente connesso con il contesto storico, filosofico e spirituale che l'ha generata.

Non vogliamo affermare che si debba essere shintoisti per comprendere l'Aikido, ma piuttosto che sarà veramente ostico comprenderlo se non si sà proprio nulla di shintoismo o di tradizione filosofico-culturare giapponese...

Sicuramente uno dei linguaggi più utilizzati da O' Sensei è stato quello simbolico, e questo ha permesso a lui di esprimersi in modo diverso a seconda della consapevolezza dei suoi interlocutori.

Il problema è che spesso oggi le persone che si approcciano all'Aikido, lo fanno senza il benché minimo bagaglio culturale necessario per poterne penetrare l'aspetto più sottile, che è già presente già negli insegnamenti tecnici più fisici, ma in qualche modo, lo elevano a qualcosa di più di una mera ginnastica per il corpo!

Il testo in esame tenta di fare alcune connessioni interessanti (fra l'altro non dissimili a quelle che a nostra volta crediamo di aver messo a punto, in modo indipendente, il che fa ulteriormente crescere l'attendibilità di quanto viene esposto) fra appunto questi aspetti più "materiali" ed il "codice" che serve per decifrarli a livelli più profondi, personali e sottili.

Molto interessante ed affascinate è anche il frequente parallelo con la moderna fisica quantistica, che si mostra quanto di più congruente esserci con gli insegnamenti del Fondatore, che consciamente o meno, ha ripercorso molti degli steps che ci consentono di dire che "tutto ed uno", si a livello dei conflitti fisici, sia dal punto di vista che lega le galassie agli atomi.

Credendo di fare veramente un servizio interessante per gli eventuali lettori che non fossero ancora a conoscenza dell'opera, teniamo a sottolineare come essa fornisca spunti di riflessione inediti sui simbolismi che permeano la pratica dell'Aikido.

Scritti come questo, infatti, non solo sono molto rari, ma anche notevolmente UTILI al nostro mondo: viene da dire... finalmente "uno che non scopiazza", che non si fa grande sfruttando la fama del mega-Maestrone scomparso... ma che ci mette del SUO, e tenta con garbo e coerenza a sollevare nuove ipotesi e riflessioni su un universo mai troppo indagato!

E' quasi secondaria la verifica delle tesi proposte, anche se è ovviamente possibile ed auspicabile da parte di ogni lettore veramente interessato ad approfondire (come abbiamo già detto, a noi - che abbiamo condotto una ricerca indipendente - molte cose tornano!!!).

Questo libro, a nostra detta, è un buon esempio di cosa un Insegnante di Aikido dovrebbe fare della sua esperienza, intelligenza ed intuizione: metterle al servizio altrui, in modo semplice, ma profondo al contempo.

Un testo che quindi, come avrete capito, vi consigliamo caldamente di leggere.
Le nostre più vive congratulazioni all'Autore!

Ecco il link alla scheda del testo.


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Approfittando di questa occasione di approfondimento cartaceo, abbiamo aggiornato e completato la sezione della colonna destra dal nome "Aikime libri": troverete linkata quasi tutta la bibliografia sull'Aikido disponibile in italiano... per ora 61 opere, nello specifico!

... ogni tanto vi consigliamo di visitare questa sezione, e magari dscegliere da essa qualche testo interessante da leggere sotto l'ombrellone, giusto per non stare a digiuno completo di Aikido durante il periodo delle vacanze...


Leggere fa bene alla mente, acculturarsi rende migliori... e ci da più strumenti per rapportarci nel modo migliore con il prossimo... cioè, già solo per questo, risulta un ulteriore modo pratico di fare ancora più Aikido nel quotidiano!

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