lunedì 4 febbraio 2013

Maestri con la data di scadenza

Riflettiamo oggi su una tendenza abbastanza diffusa del mondo Aikidoistico nazionale ed internazionale: quella di PRETENDERE che gli Insegnanti si sottopongano a periodi e stage di aggiornamento per poter mantenere le loro qualifiche di insegnamento, a qualunque Scuola essi appartengano.

Certo, non tutti gli stili sono organizzati così, però c'è una significativa parte dell'Aiki-società che funziona in questo modo e ci è venuta voglia di chiedercene ragione... ma in modo tutt'altro che superficiale.

Appare abbastanza scontato che se il Maestro X o la Scuola Y "garantisce" che noi insegniamo a loro nome, voglia poi avere strumenti di controllo della qualità con la quale la nostra opera può essere messa in piazza!

Se gli Enti patrocinanti hanno impiegato decenni a farsi un nome "sinonimo di garanzia", nessuno intenderebbe farlo svalutare da qualcuno che mal lo rappresenti!

Nel malaugurato caso di qualcuno che miri solamente ad ottenere un "pezzo di carta" da esibire nel Dojo a mo' di trofeo... e del quale vantarsi con allievi e amici... "sai, io solo il RAPPRESENTANTE ufficiale di Ciccio-Formaggio Shihan in Italia, guarda lì!"...

... ben si comprende come le Scuole centrali che emettono questi certificati vogliano poter continuamente monitorare l'eventuale "stato di salute/decomposizione" dei propri Insegnanti, rilasciando loro solo "certificati di Maestro con la data di scadenza"!

La riflessione che ci sorgeva spontanea tuttavia è: ma quale Maestro vero - un giorno insignito da qualcuno di questa carica - si comporterebbe in un modo così meschino?

Siamo certi che se oggi qualcuno certifica, magari dopo anni ed anni di allenamento in uno stile che siamo capaci a fare qualcosa, tornando a casa e ripetendo quella stessa cosa... ad un certo punto ce la si dimentica?

Se fossimo persone che insegnano Aikido da 15 anni, siamo certi che ci dovrebbe ancora essere un Ente sopra la nostra testa che certifica che "siamo ancora capaci ad insegnare zenpo ukemi"?

L'esperienza personale non conta nulla?

Bella svalutazione alla propria carriera marziale, se ogni tot dovessimo rendere conto ai nostri superiori anche della più basilare tecnica o esperienza Aikidoistica!

Al massimo essa avrebbe dovuto migliorare, maturare... evolvere grazie alla continua pratica, non sicuramente regredire... quindi, a che pro avere ancora la necessità di essere "controllati" periodicamente, se non la possibilità di constatare la naturale evoluzione di un Insegnante?

La Federazione Italiana Judo Lotta Karate ed Arti Marziali, della quale anche noi siamo membri, prevede che per il Settore Aikido ogni Insegnante si rechi annualmente ad un Seminario di aggiornamento tecnico che si svolge al Lido di Ostia ogni autunno (abbiamo preso questa realtà, solo perché è quella che conosciamo meglio esperienzialmente, ma sicuramente non l'unica ad adottare simili protocolli).

Il regolamento prevede questo ed alcuni ottemperano ai propri impegni, pena - sempre da statuto - la perdita della propria qualifica di "Allenatore", "Insegnante", "Maestro"...

... solo che poi ad Ostia si fa un po' di tutto, spesso nemmeno avendo la possibilità di seguire la linea didattica della propria Scuola di provenienza (per esempio quest'anno i Docenti di Takemusu Aiki - stile tradizionalmente radicato in FIJLKAM - hanno DOVUTO frequentare un seminario diretto dal Maestro Christian Tissier, patron dell'Aikikai di Francia).

Mica si tratta di brutte esperienze... anzi: il punto è che a volte sono più approfondimenti tematici, che aggiornamenti tecnici! NON SI TORNA AGGIORNATI IN TECNICA CIOE'...

Comunque il regolamento dice che se non lo fai perdi la qualifica... che vuol dire che non si ha più i requisiti per insegnare...

E cosa accade se non ci si va?
NULLA, nessuna qualifica viene effettivamente revocata!

Ma allora questa "formazione permanente obbligatoria" è utile o è solo l'ennesima evitabilissima BUROCRAZIA?

Non è interessante rispondere in questa sede, quanto permettere ai nostri lettori di fare le debite riflessioni...

Prendiamo un altro caso recente: Scuola "Shin Shin Aiki Shuren Kai Italia", rappresentata in Italia da Alessandro Tittarelli Shihan... un Maestro che gode della nostra più ampia stima e che abbiamo frequentato numerose volte in passato.

Non molto tempo fa una delegazione di questa Scuola si è recata ad Iwama da Hitoira Saito Kaicho per un aggiornamento, tramite un periodo di permanenza all'interno del Honbu Dojo in qualità di uchideshi.

Dopo la loro permanenza, alcuni di loro hanno ricevuto la certificazione da parte del Capo Scuola Hitoira Saito di poter insegnare sotto sua legida per i successivi tre anni.

Ora... c'è ta togliere tanto di cappello ad uno Shihan come Alessandro Tittarelli, che ci ha insegnato a mettere insieme i primi tai sabaki sul tatami quasi vent'anni fa, se egli ha l'umiltà di recarsi ad Iwama regolarmente per continuare ad implementare la sua preparazione e proseguire con il suo personale allenamento...

... ma siamo sicuri che se Hitoira Saito per qualche ragione non firmasse più un certificato che attesta la preparazione di questo Maestro, egli veramente non possederebbe più i requisiti per insegnare Aikido?

Non avrebbe motivo di farlo: è una domanda dichiaratamente provocatoria la nostra...

Secondo noi... certo che NO: il suo Aikido rimarrebbe "scolpito" nel suo corpo, mente e spirito per la restante parte della sua vita, avendo costituito e continuando ad costituire uno dei MODI DI ESSERE.

Ci deve quindi essere qualcosa di più profondo che spinge un Insegnante a continuare a formare se stesso, tramite il lavoro costante nel proprio Dojo e grazie ad incontri regolari con i suoi capi Scuola, che avere un foglietto che dichiara "che è a posto con i libretti" per insegnare!

C'è forse UN PIACERE nel continuare a studiare, piuttosto che un OBBLIGO...

C'è il senso di responsabilità nei confronti di se stessi e dei propri allievi di continuare a migliorare per poter sempre fare la differenza man mano che gli anni passano: in qualche modo, c'è il non volersi mai sentire "arrivati", forse più che altro!

Un Capo Scuola, un Ente o una Federazione a che pro devono rendere OBBLIGATORIE le formazioni degli Insegnanti?!

Che alcuni di questi ultimi non si siano ancora accorti di quanto è importante continuare a lavorare su di sé?

Forse SI: forse alcuni di quelli che hanno la responsabilità di rilasciare "marchi di qualità" si sono resi conto di avere a che fare con un "gregge" apparentemente di "pecorelle" - quando sono sotto gli occhi del pastore -, ma di "lupi" una volta girato l'angolo, quanto questi non le controlla più!

Allora è meglio mettere veti stretti (ed avere la coerenza e gli organi di controllo per farli rispettare pero!)... che imbrigliano - è vero -, ma imbrigliano irresponsabili che sarebbe pericoloso lasciare "troppo liberi".

Questa può sicuramente essere una plausibile motivazione per i "certificati di insegnamento con data di scadenza"...
Ma ci può essere dell'altro?

Ma certo!

Ci può essere anche il contributo del "lato oscuro" proprio dei Capi Scuola, degli Enti e Federazioni... cioè quello di "tenere il controllo" a priori sui propri collaboratori!

Sia quelli che sarebbero venuti da soli a formarsi - per la responsabilità ed il piacere di farlo -, sia quelli che ne avrebbero fatto anche a meno... tutti costretti ogni tanto a passare tra le loro "grinfie"... e manco a farlo apposta, a DEPOSITARE I LORO SOLDINI!

Non abbiamo nulla contro il lucro in Aikido di per sé - sia chiaro -, quando questo è motivato e proporzionale a quanto ricevuto: chiediamoci solo... non è che talvolta il "controllo" degli Insegnanti è strumentalizzato per farsi pubblicità e per rifocillare le proprie casse?

Molti siti Web che si occupano di Aikido hanno estensione "COM"... cioè quella nata per utilizzo commerciale, ed oggi usata un po' per tutto.

Ogni Insegnante di Aikido in fondo chiede qualcosa in cambio ai propri studenti, sia che si tratti del piccolo maestrino di periferia, sia del grande Capo Scuola: c'è chi chiederà di "condividere una filosofia", di "pensarla come lui", c'è chi vorrà essere seguito in tutti i seminar, chi pretenderà donazioni in danaro, chi di essere la fotocopia dei suoi movimenti sul tatami...

Basta essere consci del contratto che si va a stipulare...

Sicuro è anche che maggiore è l'esigenza di controllo da parte della "Casa Madre".... maggiore sarà la sua incapacità di armonizzarsi con scenari inaspettati rispetto alle proprie aspettative, legati ad evoluzioni differenti dei propri collaboratori!

Sorprendente che ciò sia esattamente invece cosa l'Aikido dovrebbe consentire/insegnare, quindi fa specie che siano propri gli Enti che lo patrocinano ad esserne incapaci...

Il "controllo" di per sé è fondamentale solo per bassi livelli di consapevolezza, poiché appena l'autocoscienza si sviluppa... al massimo si potrà parlare di "collaborazione" e non più di controllo piramidale.

Anche in natura è così: ciascuno è conscio del suo compito - dalla cellula all'essere vivente - e lo porta avanti perché sente che è la cosa migliore che può fare, e non perché altrimenti un cecchino SPARA!

Ci sorprendiamo quindi, sotto questo punto di vista, nel constatare che più si avanza nei gradi di consapevolezza dell'Arte che pratichiamo, MENO viene ritenuto possibile avere libertà d'azione, anziché acquisirne di più: ma nessuno si fida veramente del lavoro fatto da se stessi e dagli altri?

Ci vanno pezzi di carta da rinnovare ogni uno, due, N-anni?

L'Aikido è un modo di ESSERE o di FARE?

E' un processo che va tenuto SOTTO CONTROLLO?

Se si, chi si arroga il diritto/la competenza di stabilire come ciò debba avvenire?

Una Federazione Italiana o un Maestro giapponese? (solo per attenerci ai due esempi citati nel Post)

Questa è una delle principali ragioni della "diaspora" degli stili e delle Scuole di Aikido: tanti "feudatari", ciascuno dei quali si auto-referenzia rispetto ai suoi 4 o 400 scagnozzi, che gli rimandano il diritto di affermare cosa sia giusto e cosa no...

... "dal Vangelo secondo FIJLKAM", "dal Vangelo secondo Hitoira Saito"... e quanto potrebbe essere lunga questa lista!

Non è palese di quanto queste siano solo INTERPRETAZIONI differenti di una stessa realtà osservata da punti di vista differenti?

L'Aikido non dovrebbe supportare la possibilità di una mutua comprensione e collaborazione fra "credo" differenti?
Se ci riesce fra un "pacifista" (tori) ed un "guerrafondaio" (uke)... dovrebbe farcela a maggior ragione fra "compagni di cammino" (Aikidoka di differenti appartenenze)!

O' Sensei: chi ha controllato il suo lavoro... chi ha certificato che andasse bene secondo canoni ben precisi?

Si obietterà... "ma che c'entra... lui era un genio fuoriclasse"...

Ah si?!

Allora tremino gli eventuali fuori classe di adesso, poiché  - se nonostante la rarità ancora ce ne fossero - anziché supportarli a fornire il loro contributo, rischierebbero di rimanere soffocati da un protocollo appositamente pensato per irresponsabili e papponi, sul quale si pontifica quando e dove è bene che vadano...

.... e cosa sarebbe meglio che facessero per continuare ad essere chiamati Insegnanti di Aikido!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bell'articolo
un dubbio: il figlio del M. Saito si chiama HitohirO oppure HitohirA ?

Shurendo ha detto...

Si chiamava HitoirO, recentemente ha cambiato il suo nome (che in giapponese significa cambiare il kanji con il quale viene scritto, e quindi dover apportare una piccola modifica fonetica a causa del cambiamento di lettura di quest'ultimo) in HitoirA