... e tutti iniziano a tirare fuori i festoni per abbellire le loro creazioni... ma c'è un popolo molto attivo in tal senso, in ogni momento dell'anno: gli Aikidoka!
E' vero che con la differenziazione di stili e Scuole si è anche assistito ad una parziale disomogeneità di abitudini sul tatami, ma a volte la voglia di apparire unici - o semplicemente l'ignoranza delle più banali nozioni di cultura giapponese - ci fanno rasentare il ridicolo...
Vediamo di seguito alcuni delle fondamentali norme inerenti l'abbigliamento destinato alla pratica, mischiate alle più frequenti aberrazioni nostrane.
L'uniforme con la quale si pratica Aikido si chiama [稽古着] KEIKOGI ("uniforme d'allenamento"), anche detta talvolta [合気道着] AIKIDOGI ("uniforme della Via Aiki"), più semplicemente [道着] DOGI ("uniforme della Via"... scegliete voi quale, ma piazze, corsi e vicoli sono esclusi!). La pronuncia in italiano è keikoGHI.
E' formata da un paio di pantaloni BIANCHI [ズボン zubon] e da una giacca BIANCA [上着 uwaji] chiusa in vita da una cintura (BIANCA o NERA) che si chiama [帯] OBI.
Quello che utilizziamo in Aikido - si frantumeranno le certezze di molti - non si chiama ASSOLUTAMENTE [着物] kimono (che letteralmente significa "cosa che si indossa"... e che quindi sotto un punto di vista semantico parecchio generico... ci potrebbe anche stare!).
Il kimono è tutt'altro, poiché è si un'abito giapponese, ma piuttosto riservato alle cerimonie importanti (battesimi, nozze, funerali, etc...) e che alla pratica su un tatami si sgualcirebbe all'istante (e costa piuttosto caro!) e - per giunta - ogni giapponese ci prenderebbe parecchio in giro (o tergiverserebbe, pensando quanto siamo impreparati) se ci sentisse dire che lo usiamo per le Arti Marziali!
Quindi non affermare "prendiamo il kimono e andiamo in palestra", ma "prendiamo il keikogi ed andiamo al Dojo" potrebbe denotare che siamo già sulla buona strada!
Quando al negozio di articoli sportivi andate a chiede se vi vendono un kimono, protestate fin che non vi danno qualcosa di simile a questo:
e soprattutto dopo che lo avete indossato (ci sono anche quelli da uomo!) - circa un'ora di lavoro... - provate a farvi fare shihonage senza che la manica rimanga al partner!
E se tutti dicono kimono?
Se credete siano così fessi da non poter imparare il nome corretto del vestito che magari utilizzano da anni, chiamatelo così per farvi capire, ma sappiate che NESSUNO in Aikido si allena in kimono!
OK: sgomberato il campo da questo equivoco, iniziamo a parlare della CINTURA!!!
In Aikido esistono solo DUE colori possibili per la cintura. il BIANCO (usato per tutti i gradi kyu) ed il NERO (usato per tutti i gradi dan).
Le cinture colorate - ormai lo saprete già da soli - sono state un'abile invenzione tutta occidentale, dei fortunati tempi (anni '80) nei quali le "palestre" in Europa ed in America erano zeppe di centinaia di aspiranti Bruce Lee o Ralph Macchio (Karate Kid, chi ricorda?) e quindi i "poveri" Insegnanti (che proprio tali forse non erano) si trovavano davanti persone che non conoscevano nemmeno per nome e che dovevano poter classificare con un colpo d'occhio in base agli indumenti che portavano.
"Sei cintura gialla, allora non posso massacrarti di mazzate"... questo in breve era l'utilità di poter capire al volo quale fosse la "storia marziale" di chi si aveva di fronte!
Poi la cosa è rimasta, anche perché l'usanza delle cinture colorate è stata navigata parecchio (ed ancora lo è) nel Karate, nel Judo e così via...
... ma sta di fatto che in Aikido, Morihei Ueshiba non ha mai insegnato a persone che si vestivano così: o tutti "pigiami bianchi" o gente con il "gonnellone" (l'hakama, della quale vi invitiamo a leggere un dettagliato report fatto ai tempi ai seguenti link: 1, 2, 3).
Discorso a pare meriterebbe la didattica per i più piccoli: potersi contraddistinguere per colore, raggiungimento di obiettivi, potrà continuare ad essere importante... ma ciò non ha nulla a che fare con l'atteggiamento degli adulti (del resto il Fondatore non ha mai nemmeno tenuto corsi specifici per bambini!).
E quelli ADULTI che ancora continuano ad indossare nei loro corsi cinture colorate?
Buon per loro e per gli Insegnanti che utilizzano questo metodo, dovranno fare meno fatica con gli allievi forse!
Non diciamo che non si possa fare (F.I.J.L.K.A.M. ad esempio, a cui i ns. Dojo appartengono non utilizza neppure i gradi kyu per contraddistinguere gli allievi, ma proprio i colori "giallo", "arancio", "verde", "blu" e "marrone"... si tratta però più che altro di un'ignoranza dei costumi dell'Aikido anziché una trovata geniale!), ma se fosse la cosa più corretta allora dovrebbero spiegarci come mai - in occasione di seminari internazionali di Aikido - a tutti i gradi kyu viene richiesto di indossare la cintura BIANCA...
Non è che semplicemente quello dovrebbe essere il loro modo normale di abbigliarsi?
Che senso ha vestirsi in un modo nel proprio Dojo e in un'altro in trasferta?
Si perde qualcosa ad avanzare di grado, mantenendo la cintura bianca ai fianchi?
Un adulto normo-dotato ha psicologicamente bisogno di vedere qualcosa che si scurisce ma mano che gli anni passano per rendersi conto che diventiamo sempre più bravi?
"Essù, lasciateci almeno la soddisfazione delle cinture colorate!!!" Il blu sul bianco, per esempio, sfina un casino!
E sia: "tieniti stretta sta cintura arcobaleno"... ma ti prego, quando te la togli, non farla su come l'avvolgibile delle tapparelle!!!
Si: questa è una pratica insensata veramente diffusa fra gli Aikidoka!
Gli OBI vanno piegati sempre a metà, sin che la lunghezza residua non consente di essere riposta in borsa formano una sorta di "asticella" semi-rigida... ma come imparare questo se le pubblicità delle cinture sono come quella qui a fianco?
A proposito - apriamo e chiudiamo velocemente una parentesi - c'è ancora oggi chi conferisce ai propri allievi dei gradi dan cosiddetti "di palestra"...
A parte che dovrebbero essere chiamati di Dojo (per le ragioni di cui sopra), ma chiediamoci che senso abbia questa usanza, sempre che ne abbia ancora uno...
Che senso ha essere riconosciuti yudansha (possessori di gradi dan, indossare l'hakama e bla, bla, bla...) a casa propria e tornare semplici kyu (mudansha, cioè senza gradi dan) con il pigiama e la cintura bianchi nel caso di stage fuori porta...
... a nostro dire è una bella svalutazione: o si è una cosa o si è l'altra e non cambiano i nostri connotati o le nostre competenze quando ci spostiamo!
Questo stratagemma era un tempo (ancora oggi?) adottato da tutti quegli Insegnanti che non avevano il permesso di conferire direttamente gradi dan, e che quindi aggiravano l'ostacolo rimandando agli allievi che erano stati promossi "dan inter nos"...
Ciascuno si senta libero di studiare con chi vuole e come vuole: a noi piacerebbe avere un Insegnante che se ci conferisce un grado, poi non se lo deve rimangiare in presenza dei suoi superiori o di occasioni formali di scambio con l'Aiki-società!!!
... ma parentesi chiusa qui e torniamo alle cose "serie", si fa per dire...
Un elemento che spesso non si conosce è rappresentato dal fatto che il JI è l'equivalente giapponese della biancheria intima (mutande e canottiera), e questa era la ragione per la quale O' Sensei voleva tutti sin da subito con l'hakama: per mere questioni di PUDICIZIA, oltre che per l'ineluttabile valore simbolico di quest'ultimo indumento...
Per questa ragione, a rigor di logica, non bisognerebbe indossare NULLA sotto il keikogi: né magliette della salute, né tute "sauna" per far dimagrire, etc, etc, etc.
Anche sotto questo punto, gli Aikidoka appaiono oggi più che mai estremamente fantasiosi!
Le femminucce, solitamente per questione di comodità e pudore, indossano una maglietta sotto la giacca del JI, che spesso si apre sul più bello (o brutto)... lasciando tutti un po' pentiti ed arrossati per la tecnica che stavano eseguendo... ma questa è un'esigenza specifica e comprensibilissima, non la norma...
Sarebbe in realtà sufficiente cucire due fettucce di stoffa sul mune (kesa) della giacca, per far si che questa non si apra durante la pratica e così anche le Aikidokesse potrebbero indossarla senza altri indumenti sotto (magari il reggiseno si!)... ma si vede veramente di tutto, anche fra i maschietti che hanno meno problemi di mammella!!!
"I love Gigi d'Alessio", "Iron Maiden" e "l'Orso Yogi"... ecchediamine! Stiamo praticando Arti Marziali!
Magari se proprio si deve mettere qualcosa, scegliamo una maglietta bianca ed anonima, no?!
Consigliamo ai maschietti di indossare qualcosa di un po' contenitivo tipo mutanda, boxer o slip... in quanto certi tipi di "frullati di zebedei" non fanno certo piacere... ma sicuramente non è questo capo intimo a farsi notare!
Chi è influenzato è forse meglio che non emuli le gesta di Tarzan e si copra di più, evitando così di saltare un allenamento, anche se la sua divisa non è impeccabile: ma è sempre una questione di equilibrio che fa capire quando si ha davanti un'eccezione e quando un obbrobrio marziale!
... è che spesso gli Insegnanti sono i primi a lasciare correre questo tipo di cose, perché i primi a non conoscerle e/o rispettarle.
Altro punto dolente: i monili, gioielli, anelli, orecchini, piercing, collane, braccialetti... tutte cose stupende, ma che possono risultare assai pericolose durante la pratica... così come lo è una gomma da masticare!
Se l'ingoiamo improvvisamente, ci si soffoca (è già successo più di un caso di decesso!)... ma se rimaniamo impigliati nella catenina o nel collier di brillanti 120 carati del nostro partner, come minimo gliela rompiamo... al massimo ci tagliamo o lo impicchiamo senza volere!
Non possiamo semplicemente toglierci tutto PRIMA di salire sul tatami?
"Ma la fede no, io l'amo!" "Lo/la ami, ma adesso te la togli e poi la rimetti quando hai finito e continuate la vostra luna di miele!"... si avrà mica paura un "lontan dagli occhi, lontan dal cuore" per la durata di una lezione di Aikido!!!
A volte ci va veramente poco per evitare incidenti, o al contrario per causarne per una distrazione che può apparire insignificante...
OK, prossima strigliata: il keikogi e l'hakama andrebbero il più possibile preservati da scritte e loghi appariscenti e fuori luogo. Cosa dice la tradizione?
Scritte sulla parte sinistra della giacca del JI (solitamente sulla parte esterna della manica - il nome in katakana per esempio -) e sulla natica destra dell'hakama.
Evitiamo quindi anche in questo caso le strisce sulle spalle dell'ADIDAS, il logo "Via Michelin", "COBRA DOJO", e triplice croce uncinata a condimento della nostra miss marziale, dite che ce la si può fare?
The nest one... l'IGIENE!
... e si, la doccia almeno una volta all'anno conviene farla se si vuole stare in una qualsiasi società... se poi vogliamo anche che il prossimo abbia il coraggio di toccarci, allora è bene infittire la frequenza!
Una buona norma dice che sarebbe bene lavarsi PRIMA dell'allenamento, in modo tale che il sudore che si produrrà (per lo più urea, quindi ammoniaca) andrà ad incontrare solo pelle PULITA e vestiti PULITI, quindi non puzzerà per nulla, né risulterà sgradevole.
Facendo così non è nemmeno necessario un lavaggio frequente della tenuta d'allenamento, che risulta profumata (o inodore) più a lungo.
Diverso è se chiudiamo le nostre giornate da maniscalco con un bell'allenamento di Aikido, indossando il keikogi che sosta nel nostro bagagliaio da qualche mese - da un keiko al successivo -... in questo caso si può essere giudicati per crimini contro l'umanità e per utilizzo di armi batteriologiche!
I piedi normalmente stanno dentro le scarpe tutta la giornata e gli allenamenti sono mediamente alla sera: vorremo lavarceli prima di salire sul tatami, o intendiamo far assaporare a tutti i presenti il nostro plantare ai 4 formaggi?
Sono piccole norme dettate dal buon senso, che forse nemmeno andrebbero dette, ma quante volte ci è capitato di essere in difficoltà ed imbarazzo nel praticare con un compagno maleodorante?
Speriamo poche, ma sempre più di quelle che ci sarebbero piaciute!
E' un attimo rimandare con il proprio comportamento il rispetto che la nostra disciplina vorrebbe rappresentare nel profondo: non dimentichiamocelo e non perdiamoci in simili sciocchezze!
Indossare i [足袋] tabi (le calzature infradito che sono in grado di utilizzare a loro volta gli infradito [草履] zoori) sul tatami è generalmente consentito, anche se la nostra Arte si praticherà sempre preferibilmente scalzi.
Talvolta essi aiutano a non prendere freddo o a proteggere i propri compagni di pratica da micosi o piccole infezioni ai piedi. Come si può notare, anche in questo caso si parla di ECCEZIONALITA', ben motivata, ma pur sempre una deviazione da una divisa convenzionale.
Ultimo punto di oggi: il colore dell'hakama non era un tempo così discriminante, poiché nel Giappone del DopoGuerra era già tanto riuscire a procurarsene una...
... ma tant'è vero che in Aikido si è poi radicata l'usanza di indossarla nera oppure blu. Talvolta O' Sensei è comparso in vecchi filmati e foto con l'hakama bianca - molto utilizzata anche odiernamente in altre Arti Marziali - e forse proprio da allora viene considerato un po' altisonante indossarne una parimenti bianca... sa da: "Mi sono montato/a la testa, e credo di essere diventato come il Fondatore".
Questa è una forma di discriminazione bella e buona, anche perché le capacità di una persona non risiedono sicuramente nel sua abito... è però altrettanto vero che la nostra disciplina è un fenomeno sociale e la pratichiamo in compagnia di altre persone, inserite in un sistema di norme - più o meno sensate -...
Se decidiamo di personalizzare eccessivamente, o addirittura di stravolgere, queste norme non aspettiamoci poi approvazione istantanea da parte di tutti coloro che vi si sono invece uniformati!
E' una questione di intelligenza e sensibilità, fra l'altro, riconoscere che se ci è giunta storicamente una modalità di abbigliamento, probabilmente ciò è dovuto ad una storia e ad una tradizione che sarebbe bene comprendere... ben prima di provare a cambiare.
Quindi tutti uniformati... sempre?
Forse conviene prendere distanza dagli assoluti, ma soprattutto se si decide di apportare modifiche sarebbe bene avere il cervello acceso, ed una certa consapevolezza del significato e delle conseguenze di ciò che si fa...
Del resto ciascuno può essere un ottimo Aikidoka anche in jeans e T-shirt... l'Aikido ce lo portiamo dentro e ci piacerebbe veramente che fosse indipendente da come ci addobbiamo: ma perché allora indossare un keikogi ed un'hakama quando ci si allena?
Non sarebbe più coerente che ciascuna Scuola o corso scegliessero una loro uniforme?
Forse "se l'abito non fa il monaco", non fa nemmeno l'Aikidoka...
Ce chi la pensa effettivamente così... noi invece riteniamo più saggio - e siamo in buona compagnia - adottare in blocco una metodologia ed una filosofia che hanno avuto insieme i loro natali... in modo tale da non considerare la nostra disciplina una sorta di "pasticceria", dalla quale prendere solo quello che ci piace!
Per oggi il caziatone è durato pure troppo e quindi finisce qui: vi preghiamo di non considerarci però troppo fondamentalisti... il nostro era più un tentativo di informare e far riflettere, dettato dal fatto che girando per svariati tatami ne vediamo veramente di cotte e di crude!
Diteci anche voi... di quella volta che avete praticato con la salopette da lavoro...
noi - per coerenza ed autodenuncia - lo abbiamo fatto vestiti in modo qualsiasi (dal cappotto al costume da bagno) nei luoghi più impensabili (garage, giardino, spiaggia, rifugio montano, sacrestia...)!
Tanto per ritornare a parlare di Aiki-truzzismo... O FAMO STRANO?
4 commenti:
Tanto per testimoniare la diversità tra i costumi dei vari dojo, nella scuola a cui appartengo l'hakama bianca non è altro che "un'aggiunta elegante" per occasioni importanti quali dimostrazioni ecc. (io credo che mi ci sposerò...); inoltre sulla parte sinistra della giacca del keikogi in corrispondenza del petto abbiamo una "toppa" col nome della scuola.
Bellissimo e fondamentalissimo post. Nel mio piccolo dojo è tutto ma proprio tutto come dovrebebe essere secondo te... Ne abbiamo di punti in comune, mi fa piacere., a presto!
Sì, ma non è che quello che c'è scritto è come dovrebbe essere secondo lui (lui chi?). Si tratta del codice di comportamento adottato in un dojo tradizionale..
Beh, la cintura nera del dojo è successo anche a me, in un certo senso. In realtà avevo sostenuto un esame in una sessione non ufficializzabile (la mia associazione non era ancora ufficialmente registrata) e il mio sensei ha insistito che portassi la cintura nera lo stesso, proprio perché era lui a volerlo.
Una volta non c'erano le federazioni/associazioni le cui commissioni sono le sole a poter certificare il tuo progresso. Era il Maestro l'unico che poteva certificarlo, quello che aveva il dojo in cui eri praticante accettato.
Se lo dice lui, ok, porto la cintura nera...
Per evitare che le suddette federazioni/associazioni avessero da ridire, evitavo di indossarla fuori dal dojo...
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