lunedì 24 settembre 2012

Buki Waza Iwama: connessione dei kumi tachi

L'Aiki ken della scuola di Iwama è uno tra i sistemi tecnici più ricchi e storicamente riconducibile alle attività del Fondatore.

Gli insegnamenti del Maestro Morihiro Saito ne hanno fatto un vero e proprio must studiato in tutto il mondo, con una codifica molto dettagliata e precisa, che va dai movimenti più basilari, detti "suburi"... a quelli più avanzati, detti "henka no tachi" (la spada delle variazioni) e "ken no riai" (armonizzazione con più attaccanti contemporanei).

Indipendentemente dalla scuola seguita, ignorare questo enorme patrimonio tecnico ed esperienziale risulterebbe piuttosto improduttivo nella pratica di un Aikidoka: ogni elemento, ogni tassello di essa è infatti stato pensato per integrarsi alla perfezione con il tai jutsu ed offrire per esso spunti di riflessione interessanti ed arricchenti.

La tendenza di alcune scuole di "tardare" l'approccio degli studenti con l'utilizzo delle armi è qualcosa di storicamente comprensibile (pochi ebbero modo di studiare con O' Sensei nei momenti di vita in cui egli affinò questo aspetto dell'Aikido, quindi pochi possedevano la competenza necessaria per insegnarlo ad altri), ma al giorno d'oggi può essere tranquillamente superata da un semplice occhiata su YouTube che renderà l'idea di quanto, anche in passato, l'utilizzo delle armi veniva tenuto in alta considerazione nell'ambito dell'Aikido.

La pedagogie della Scuola di Iwama in fatto di ken (bokken) e jo sono universalmente conosciute ed apprezzate: quest'oggi vogliamo parlarvi di un esercizio educativo che abbiamo adottato nell'allenamento, al fine di esplorare nuove modalità di pratica di vecchi concetti appartenenti a questa Scuola.

I livelli di studio, come si diceva poc'anzi, si schematizzano primariamente in:

- 7 suburi: esercizi eseguiti in solitaria, utilizzati solitamente per prendere confidenza con il ken;




- 4 awase di base(sono parecchie centinaia le loro varianti solitamente non previste dal programma di base): armonizzazioni con gli attacchi eseguiti da un partner di allenamento (uchitachi - colui che colpisce)... ai quali è bene mostrare capacità di elusione ed adattamento morbido con proporzionalità legata alla potenza e velocità di chi attacca;




- 5 kumi tachi: una sorta di combattimento preordinato, nel quale chi attacca e chi riceve gli attacchi "recitando" parti fisse e già note in precedenza;




- henka no tachi: varianti tecniche dei 5 kumi tachi di base, il cui numero è elevatissimo, paragonabile a quello degli awase di ken e dei quali è bene implementare la conoscenza a seconda del proprio livello di pratica e bagaglio tecnico.

[... rimane solitamente fuori dalla didattica "ken jiyu waza", ossia il confronto libero fra praticanti armati di ken, per il quale non è prevista una progressione tecnica codificata e sul quale abbiano intenzione di tornare in prossimi Post futuri]

Ci occupiamo quindi oggi di kumi tachi ed in particolare di uno stratagemma per studiarli l'uno in seguito all'altro.

Bisogna premettere che la tipologia di movimento proposta nei 5 kumi tachi di base è finalizzata a scambi di azioni e risposte fra uchi tachi ed uke tachi (colui che riceve l'attacco). Durante uno scontro reale, infatti, raramente si assiste ad un'azione unilaterale di un praticante, ma è invece più probabile un'ingaggio reciproco in un duello le cui sorti vengono rese interdipendenti dai movimenti di ciascuna delle sue parti.

Il primo che trova il centro dell'avversario ha "vinto" e conclude il duello...

I kumi tachi quindi sono stati codificati con il feeling di far percepire ai praticanti questo continuo cambio di intenzionalità: "mi difendo dall'attacco"... "sfrutto l'attacco e l'apertura che ne segue per piazzare un'azione offensiva".

Una sorta di "ping pong" codificato, per imparare a palleggiarsi le occasioni di coinvolgimento nel duello.

I più attenti tuttavia, specie i praticanti di altre forme tradizionali di scherma (kendo, ken jutsu... etc) avranno notato che l'effettiva realizzabilità della maggioranza dei kumi tachi risulta assai bassa in realtà... leggi "un esperto maneggiatore di spada non si comporterebbe così in un duello!". Forse solo il primo ed il terzo avrebbero in sé una loro motivazione marziale d'essere, gli altri risultano particolarmente laboriosi in uno scontro a velocità reale e con armi vere...

Questo lascia però intonso il fine per il quale i kumi tachi vengono solitamente studiati, insegnati e divulgati... proprio per il loro valore didattico notevole e le enormi implicazioni con le azioni eseguibili anche a mani nude.

Spesso si suole anche dire che una volta che sono stati fatti propri i principi contenuti nello studio delle basi, l'applicabilità delle forme diviene molto più estesa e "personalizzabile", in quanto ci si sgancia da un mero tecnicismo per confluire in un movimento legato all'essenza.

A questo pro, non con la volontà di risultare blasfemi nell'introdurre una pratica NON esplicitamente prevista nella Scuola di Iwama, abbiamo provato ad assemblare una sorta di kata, formato dall'unione sequenziale di tutti i 5 kumi tachi di base, in modo da creare didatticamente un "combattimento continuo" che inizia con il primo di essi e termina con il quinto.

A noi questo NON è stato insegnato da nessuna "fonte istituzionale" (se non il collegamento fra i primi due esercizi), ma è farina del nostro sacco: crediamo che sia importante infatti tentare sempre di più di utilizzare gli strumenti che ci vengono forniti per lavorare... sbagliare se è necessario, ma offrire contributi e spunti di riflessione che possano essere eventualmente utili anche ad altri.

E quindi con questo spirito - non con spocchia - che vi proponiamo questo "assemblaggio di kumi tachi", corredato dai blooper di alcuni dei molti sbagli che abbiamo fatto durante una mattinata insieme di sudore e divertimento.




Siamo i primi a non prenderci sul serio, evitino quindi di farlo troppo i criticoni della rete, che non aspettano altro che un'occasione di fare pettegolezzo su ogni interpretazione dell'encomiabile lavoro di Morihiro Saito Sensei...

... sappiamo di non essere tecnicamente perfetti, ma facciamo del nostro meglio per migliorare e vogliamo già ora offrire le competenze di circa 20 anni trascorsi in un serio allenamento.
Chi si indigna per "l'angolino che non va e il ditino messo male" è segno che non ha colto lo spirito del nostro agire e siamo comunque curiosi di attendere on-line un suo contributo sicuramente migliore che non tarderà a giungere!

(leggi: se non fai un "cin" e parli solo... magari è la volta che è meglio se stai zitto o inizi a dare un contributo perfetto tu!)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto interessante, attendo anche con impazienza i post su "ken jiyu waza" di cui non conosco nulla, ma mi pare di aver visto in qualche video del Fondatore.
Gabriel

Anonimo ha detto...

un esperto maneggiatore di spada non si comporterebbe così in un duello!

E poi l'angolino in basso a destra non va e il mignolo della mano sinistra è messo proprio male ;-)

Sulle solite osservazioni che si fanno al bukiwaza di iwama, ossia caricamenti esagerati taglio a frusta e via dicendo, lo studio del maai le dinamiche di costruzione di un nuovo centro sulle diagonali ei var nuki che si vedono sono spendibilissimi , ad esempio, in un jigeiko di kendo

Quello che manifesta che l'intento di studio non è schermistico, sono i tempi