domenica 2 ottobre 2011

Sul professionismo in Aikido e la conciliazione degli opposti

Recentemente abbiamo avuto il piacere di seguire insieme a voi sul Web alcune lunghe discussioni, talvolta più pacate, altre volte più accese sul tema "professionismo in Aikido"... aspetto piuttosto attuale e controverso della nostra disciplina e soprattutto del suo insegnamento.

Al solito, senza avere alcuna presunzione o desiderio di chiarire cosa sia giusto e cosa non lo sia, ci sono venute in mente due sagge lezioni che ricevemmo in una specifica occasione, fra l'altro molto distante dai tatami: "l'intrappolamento del dualismo" e quella della "riconciliazione degli opposti".

Sul professionismo in Aikido si è già detto molto, difficile sarà aggiungere qualcosa di particolarmente innovativo, ma forse non lo sarà altrettanto vano stimolare ulteriori riflessioni.

Il timore che molti vedono è che la professionalizzazione della figura dell'Insegnante venga inevitabilmente, in qualche punto... prima o poi, viziata dalla presenza dei soldi.
Meno passione, cuore ed etica solitamente, se lo si fa per soldi!

"L'occasione fa l'uomo ladro"... e quando è di Arte e di passione che si parla, non è sempre agevole riuscire a trovare una corrispondenza proporzionata tra una sua manifestazione ed un compenso di tipo economico, come invece avviene agevolmente dal fruttivendolo sotto casa che ci vende un chilo di banane.


La filosofia dell'Aikido e la sua etica poi ne imporrebbero una pratica ed utilizzo non utilitaristico, cioè non per il bene di pochi... meno che mai se addirittura a scompenso di altri.
Il guadagno è una forma utilitaristica, né buona. né cattiva necessariamente... ma di sicuro utilitaristica.

C'è poi chi afferma che l'Aikido è un'istituzione importante, ma non necessaria e che con esso sarebbe bene non dover per forza cercare di creare nuovi posti di lavoro... con il pericoloso rischio di "svendere" una pratica profonda per un'esigenza sociale, che di fatto non c'è o almeno si nasconde bene.

"Quando il denaro bussa alla porta dell'Arte, essa si nasconde" recita un saggio proverbio: sembra quindi che il Maestro saggio ed illuminato cerchi di prendere distanza dal comportamento mondano che utilizza il VILE denaro (appositamente apostrofato quindi in modo così negativo...).

Anche O' Sensei non ha mai accettato direttamente soldi in cambio del suo insegnamento e pregava di lasciare sul kamiza eventuali offerte che gli allievi volessero devolvere.

Se lo ha fatto lui, non converrà seguire questo modello?
Cosa ci potrebbe essere di così pericoloso nel fare l'Insegnante di Aikido di professione?

Questa domanda è parecchio stimolante e non crediamo che abbia una risposta univoca...

Innanzi tutto anche "fare l'Insegnante di Aikido" non ha un significato univoco: vuol dire essere bravi tecnici?
Conoscere bene la fisionomia del corpo umano?
Conoscere diversi metodi didattici in modo appropriato
Essere figure educative nei confronti dei propri allievi?
Essere "saggi santoni illuminanti" nei confronti dei propri "discepoli"?

Capite bene che al nostro dentista siamo già poco contenti di staccare un assegno in cambio di un'eventuale insperata ricevuta fiscale (non tutti i dentisti sono così!), quindi ci aspettiamo professionalità, cioè che sappia bene il suo mestiere e lo svolga bene sia in modo tecnico, che per quanto attiene alle proprie responsabilità!
Ma nessuno lo pagherebbe per ricevere un sermone sull'importanza dell'amore universale!

E' più facilmente definibile ciò che richiederemmo ad un professionista di questo tipo, così come ad un ingegnere, un avvocato, un idraulico ed un carrozziere... ma l'Insegnante di Aikido è per sua natura meno definibile, quindi l'idea di pagarlo per avere da lui un servizio risulta a molti più fumosa ed altrettanto meno immediata.

Ci sono anche però altre riflessioni che vale la pena di fare...

Un professionista, per definizione, è un personaggio che è tenuto ad assumersi le responsabilità (civili e penali) del lavoro che compie ed è tenuto a pagare le tasse sugli introiti che guadagna.
Questo è interessante!

Ci piacerebbe un Maestro di Aikido tenuto a ciò?
Qualcuno forse commenterebbe: "ma figurati se nell'infinita saggezza di un Insegnante di Aikido, egli già non si comporterebbe in questo modo!"

La risposta secca è NO!

Moltissimi Insegnanti, non solo sono bel lungi dall'essere professionisti, ma sono meramente hobbisti rispetto a quest'Arte... e come biasimarli, d'altronde!

Provate voi a lavorare tutta la settimana, mandare avanti una famiglia ed in più stare due sere a settimana via da casa per gli allenamenti al Dojo... ed ogni tanto anche al sabato ed alla domenica per gli aggiornamenti tecnici, gli esami, etc, etc!

Dopo qualche anno il titolare si scoccia dei permessi che si prendono al venerdì per recarsi agli stage che si svolgono il sabato, ma prima siamo già stati mollati ripetutamente da amante e mogli che si sentono trascurate!
Abbiamo sentito tonnellate di discorsi simili negli spogliatoi nelle ultime decine di anni...

Quindi pratichiamo pure regolarmente, andiamo anche di tanto in tanto ai raduni, certo... ma che sto Aikido non inizi ad allargarsi troppo, altrimenti ci va a picco il nostro tran tran quotidiano, insieme alle relazioni lavorative e personali!

E se da Insegnanti hobbisti sbagliassimo una tecnica, un rimando, un intervento sul tatami?

"Pazienza!... L'allievo ci capirà quando dovesse trovarsi nelle nostre condizioni... e quando dovrà farsi i pesanti mazzi di essere al nostro posto"...

Una scusante pronta che appare ineccepibile: fortunatamente c'è chi non la utilizza troppo frequentemente perché si impegna ad evolvere, col poco o tanto che possiede, dando costantemente il massimo!

E quelli dichiaratamente "non professionisti", che girano l'Italia (ed il mondo) tenendo seminari e raduni frequentati da decine, se non anche centinaia, di partecipanti... cosa guadagnano?

NULLA ovviamente, il professionismo in Aikido è pericoloso... quindi queste sante persone si accontentano di vedersi pagate le spese di trasporto, vitto ed alloggio durante le trasferte da parte dell'Associazione Dilettantistica che li invita.
Essa è una ONLUS, perciò niente lucro... e niente imboscamento di danaro...

Non va però proprio così nella realtà!

I Maestri talvolta sono realmente persone che insegnano per il piacere di farlo, quindi barattano volentieri uno stage per una buona mangiata di pesce in compagnia... che hanno già una loro professione e che quindi non fanno mistero di non volersi arricchire con l'Aikido: conosciamo persone così, ma vi assicuriamo essere buoni e rari esemplari della specie!

E gli altri?
Gli altri NON sono professionisti, ma per venire un week-end a fare lezione nel vostro Dojo si prenderebbero circa dai 600,00 al 1400,00 Euro in nero piuttosto volentieri!
Remunerativa come attività ONLUS!

Non sarebbe meglio quindi che alcuni personaggi godessero degli stessi vantaggi ed obblighi di molte categorie personali già esistenti?

Certo, no sarebbe banale né forse realistico al momento creare un'albo professionale degli Insegnanti di Aikido... ma perché non rimuovere certi pregiudizi utili un tempo, quando i Maestri si contavano sulla punta delle dita, e legalizzare quindi alcuni atteggiamenti che dall'hobbismo ad oggi traggono solo elementi poco qualificanti?

Il paradigma da cambiare non è banale, ma pensiamo anche cosa realmente ad oggi distingue il curriculum di chi insegna a seguito di essersi allenato quasi quotidianamente per anni, aver girato il mondo per l'Aikido, dedicando mesi se non anni all'apprendimento in qualità di uchideshi in famosi Dojo... e chi ha preso il terzo dan per corrispondenza al CEPU...

Un Maestro professionista poi ha naturalmente molto più tempo per approfondire tematiche legate all'Arte che sarebbero inavvicinabili per chi dovesse fare anche altro, così come di intervenire direttamente in laboratori ed eventi che si svolgono proprio mentre i loro "colleghi" lavorano quotidianamente.

Pensiamo a l'Aikido e la scuola, Aikido ed handicap, ad esempio.
Molti progetti scolastici si stanno attivando attualmente e si sente carenza di Insegnanti pronti ad aderirvi, proprio perché l'Aikido le lezioni con i bambini delle elementari si svolgono al mattino.
Solo Insegnanti di Aikido che fanno i turni nella loro professione ordinaria o che sono già in pensione possono ingaggiarsi in simili utilissime attività di divulgazione.

Se si potesse essere professionisti, senza onta, si potrebbe anche scegliere di esserci... certo che poi alla fine del mese uno dovrebbe però continuare ad avere i soldi per mangiare!

Per arricchirsi svilendo l'Arte?
No, per mangiare!

Vendendo preziosi insegnamenti filosofici e spirituali?
No, facendo fare Aikido ad adulti e piccini con competenza, responsabilità e cuore!

Non siamo infatti convinti che la presenza del denaro nella professionalizzazione dell'Aikido sarebbe necessariamente segno della svalutazione di questo percorso.

I soldi sono una forma di energia, che funziona se viene tenuta in movimento... ed in ciò gli Aikidoka dovrebbero essere bravi: diciamo che diventano un problema nel momento che passano da servitori a padroni di chi li possiede.

Chi toglieva i soldi dal kamiza di O' Sensei quando gli allievi che avevano fatto l'offerta andavano via, Amaterasu Omikami? Chi li utilizzava quindi... Izanagi e Izanami?

... Allora il problema non sono i soldi, ma chi li maneggia e cosa sarebbe disposto a fare per maneggiarne di più.
Insomma come ci sono onesti e disonesti in ogni professione, crediamo anche così accadrebbe ed accade con l'Aikido.

Già, perché ci dimentichiamo che parecchi di noi già ricorrono alla consulenza di importanti Maestri internazionali che sono professionisti in Aikido!

Quindi chiamare Christian Tissier o Philippe Gouttard per un aggiornamento funziona perché sono stranieri?
Rilasciano ricevuta fiscale... firmano ritenuta d'acconto?

La nostra è una provocazione, ci auguriamo ben di sì e non abbiamo un'esperienza diretta con loro, ma Patrick Cassidy, già molte volte ospite del ns. Dojo, la rilascia...


E se invitassimo Mario Rossi Shihan? Cosa cambierebbe?!

Concordiamo che l'Aikido di per sé sia un'istituzione meno necessaria di scuole, ospedali e poste... tuttavia l'Arte di saper stare al conflitto in modo attivo, cioè né aggressivo, né succube ci pare essere un aspetto che si integrerebbe molto bene con la maggior parte dei mestieri esistenti.

Quindi se qualcuno ci insegnasse come fare e per questo volesse essere pagato, sarebbe ok?

E se quest'individuo fosse vestito strano e dicesse di farlo praticando Aikido, è ancora ok oppure inizieremmo a declinare?

Quanto bisogna far poi pagare l'Arte?

... di suo forse non ha un prezzo, e trascende qualsiasi tentativo di incapsulamento economico.
Che valore ha ammirare un Van Gogh originale in tutta calma!?

Che valore ha l'insegnare nikyo ura dopo anni ed anni di fallimentari strizzamenti dolorosi, subiti ed inferti?
E' un'Arte che vale miliardi!
Non sapremmo valutare un prezzo del biglietto della lezione di strizzamenti!!!

Anche un musicista è un'artista però... e Ligabue non ha dubbi su quanto far pagare un CD o l'ingresso ad un suo concerto...

Un punto fermo: hobbismo e professionismo sono elementi che ci appaiono duali, così come giorno e notte, bene e male, dolce e salato.

Ma un buon pasto è fatto di una sapiente amalgama di dolce salato, una bella giornata è fatta di 24 ore... 12 delle quali avevano la luce, e 12 di buio... quindi il dualismo è sempre ingannevole se ci costringe a schierarsi in modo rigido e definitivo.

Crediamo che allo stare attuale delle cose le carriere degli Insegnanti di Aikido dovrebbero necessariamente essere divise da quelli di coloro che intendono frequentare il tatami "solo" come praticanti, e questo non per creare inutili caste, ma proprio in virtù dell'enorme maggiore mole di specializzazione che questa figura richiede se per più per non vedersi improvvisata. 

Al passo successivo quindi non ci meraviglieremmo se qualcuno iniziasse a constatare che solo dedicandosi full-time all'insegnamento è possibile portare avanti un percorso di dedicazione profonda a questa attività.

Un professionista?
Si, forse... ma non facciamoci prendere troppo dalle parole: una persona, che se intende fare bene ha la nostra benedizione... e che avrà bisogno di parte dei nostri soldi a fine mese, giacché non avrebbe altri stipendi, né forme di previdenza sociale.

Poi che la professione spesso ammazza la passione è noto: anche il matrimonio spesso ammazza la passione, ma questo non sta del tutto frenando i giovani nello sposarsi!

L'elemento distintivo lo fanno forse più gli individui che le categorie, cosa che rende gli Aikidoka che prima abbiamo definito "hobbisti" gente talvolta veramente splendida e meritevole, così eventuali professionisti potenziali approfittatori provetti... ma ovviamente anche l'esatto contrario!  


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