lunedì 14 marzo 2011

Trema il Giappone: la situazione ci tocca da vicino


Sospendiamo la normale edizione dei Post previsti sul Blog, a seguito del disastroso evento sismico che ha colpito il Giappone lo scorso 11 marzo.

Le vittime del terremoto e soprattutto dello tsunami continuano purtroppo numericamente a salire man mano che passano le ore e che la situazione su quanto è avvenuto si fa più chiara.
Oltretutto il continuo allarme nucleare per le centrali atomiche di Fukushima 1, Onagawa e Tokai continua ad essere più che mai attuale ed urgente.
La tragedia sembra sommarsi alla tragedia, ed il dramma al dramma.

Ma non intendiamo scrivere questo Post per emulare l'opera di informazione/disinformazione che stanno in questi giorni compiendo i nostri media: sicuramente no, non se ne sente assolutamente l'ulteriore bisogno!

Intendiamo piuttosto far riflettere su alcuni aspetti meno noti della profondissima cultura nipponica che potrebbero sfuggire ai più, oltre che trarre alcuni spunti operativi per noi stessi, che pur dall'altra parte del mondo, veniamo colpiti dalle immagini della sofferenza che quel Paese sta ora dovendo affrontare.

Ciò che è successo in Giappone poteva fare salire le stime dei morti da oltre 2800 (ufficiali) a circa 10000, solo perché è successo in Giappone.
In qualsiasi altra area del pianeta, crediamo che le vittime sarebbero state dell'ordine di qualche decina di milioni, se la popolazione avesse avuto un'analoga densità abitativa delle aree colpite.

Il Giappone ha costruito una cultura nel suo tessuto sociale che vuole che fin da bambini, all'asilo, si facciano delle simulazioni anti-terremoto. Così poi avviene alle elementari, alle superiori, nella propria azienda, a regolari date programmate in calendario.

Nel caso di un simile evento tutti sanno esattamente cosa fare, e praticamente nulla è lasciato al caso.
Passeggiando per Tokyo è possibile vedere i cartelli che indicano i luoghi dei più vicini rifugi anti-sismici di zona.
Il terremoto infatti non è stato la causa principale dell'alto numero di vittime: è stato lo tzunami a provocarle.

Contro i terremoti i giapponesi si sono attrezzati benissimo, costruendo grattacieli di 40 piani che resistono ad un sisma del 5/6º grado della scala Richter senza avere un vetro incrinato...

... contro la furia dell'acqua invece non è praticamente possibile fare nulla: l'unica precauzione sarebbe di non costruire, né abitare in prossimità delle coste, ma questo in Giappone non è possibile, vista l'enorme popolosità delle isole ed il poco spazio pianeggiante di tutto il territorio.

Ciò che quasi all'unanimità il mondo definisce una grande tragedia, potrebbe essere letta come mezzo miracolo di sopravvivenza, per merito di un popolo che da centinaia di anni si prepara a simili eventi, che ha saputo apprendere dalle proprie tragedie del passato e che più volte nella storia è stato messo in ginocchio... ed ha saputo rialzarsi con un enorme senso di unione, dignità ed in modo più che pronto.

Lo stesso spirito che ha permesso ad uno stato sconfitto nella Seconda Guerra Mondiale di diventare poco più di 60 anni più tardi la terza potenza economica mondiale.

Lo stesso spirito che anima le Arti Marziali e che richiede ad ogni uke che cade di rialzarsi immediatamente, nel modo più fluido possibile e persistere nella sua azione iniziale.

Questo si chiama determinazione, e siamo certi che anche in questa occasione i giapponesi sapranno essere maestri!!!

Vi sproniamo poi, per quanto riguarda la tragedia di questi giorni, sempre di più ad utilizzare la rete per reperire informazioni: ci stiamo accorgendo di quanto i nostri telegiornali siano lacunosi ed imprecisi. Danno spesso importanza a ciò che non ne ha, mentre non danno eco a quanto sarebbe meglio che la gente sapesse.

Pochi sanno infatti che una delle ipotesi che circola nella comunità telematica è che il sisma che ha appena colpito il Giappone sia addirittura di natura artificiale e dolosa!

Non si tratta purtroppo di qualcosa di campato in aria - tipo Maya e U.F.O. - ... ma una possibilità molto dura da accettare, reale quanto terribile. Esiste già da qualche anno la tecnologia per fare tutto ciò e ci auguriamo intimamente che non venga mai la voglia di utilizzarla per scopi così disumani.

La possibilità tuttavia è reale: alcuni di voi avranno sentito parlare del progetto H.A.A.R.P. per il controllo climatico del pianeta.

Già circa 6 anni fa un famoso fisico italiano tuonava il pericolo che le guerre in futuro non venissero più combattute con missili e carri armati, ma con eventi climatici indotti artificialmente, che causano disastri e sono in grado di mettere in ginocchio una nazione, senza neppure che sia chiaro e visibile l'avversario che li commissiona.

Ci auguriamo proprio non sia questo il caso, vogliamo credere che non lo sia, benché rimangano al vaglio numerose coincidenze che non costituiscono prove certe.



Teniamo però per buona l'abitudine a mantenerci informati per comparazione di informazioni piuttosto che per ingerimento indiscriminato di tutto quanto ci viene comodamente propinato: se non dovesse servire a scovare cospirazioni internazionali, sarà comunque utile a mantenere sveglio un senso critico autonomo e adulto.




Per quello che riguarda in modo pratico il Giappone, stimo studiando cosa fare... vagliando la possibilità di andare là a dare una mano, contribuire con il reperimento di fondi da inviare...
Vi segnaliamo a proposito alcune fonti, come quella di Apple, in attesa che venga estesa anche alle nostre latitudini, e quella del Comune di Roma.

Rispetto all'Aikido solo una riflessione: questo terremoto pare abbia seriamente colpito anche l'Ibaraki Shibu Dojo di Iwama, il Dojo di O' Sensei... così come la sua adiacente casa.
Danneggiato solo in maniera marginale per ora l'antistante Aiki Jinja, simbolo stesso dello spirito dell'Aiki.

L'Aikikai Honbu Dojo di Tokyo invece non è stata colpita e le attività continuano regolarmente, fatto salvo per le ore di sospensione dovute ai black-out programmati per il risparmio collettivo di elettricità.

Questo terremoto quindi ha in qualche modo scosso molto i simboli stessi delle origini dell'Arte che pratichiamo con passione.
Ad Iwama li ha addirittura seriamente provati o rimossi.

Ma ad andare giù sono edifici, e gli edifici sono ricostruibili. L'Aikido va coltivato forse ad un livello sempre più profondo in ciascuno di noi.

La storia ha sempre insegnato che c'è un tempo in cui i riferimenti esterni - un Maestro, un Dojo, un luogo - sono fondamentali per ciascuno, perché costituiscono gli elementi esterni sui quali proiettare i propri progetti, aspirazioni e credenze profonde.

Ma sempre la storia poi saggiamente trova il modo per rimuovere questi simboli esterni con il passare del tempo: questo anche per favorire il processo di interiorizzazione di questi elementi personali.

C'è quindi chi si dispera perché non c'è più un Maestro, c'è chi lavora sodo nel quotidiano per diventare un suo degno successore e continuare la sua opera.

Chi si dispera perché è scomparso un simbolo del lavoro di O' Sensei, chi cerca di diventare lui stesso il simbolo del lavoro del Fondatore nella società.
A noi spetta sempre la scelta di quale direzione prendere: come l'Aikido stesso insegna, non crediamo più nelle tragedie gratuite.

In Giappone nessuno ci crede, questo è il motivo per il quale, dopo i pianti e l'inevitabile disperazione umana, si farà largo la volontà di apprendere da quello che è accaduto e di rialzarsi ancora una volta, utilizzando la situazione per fare il prossimo passo verso ricostruzione ed il miglioramento...

dando l'ennesima riprova della propria determinazione.


Ganbatte Nihon!!!

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