lunedì 5 settembre 2022

La moda in corsivo e l'AIKIDO in STAMPATELLO

"Il Budo si è evoluto allo stesso modo di quello dell'universo e dei suoi corpi celesti, ed è per questo che non dovrebbe rimanere fermo.
Il Budo di Ueshiba è fatto dalla prima generazione di Ueshiba e la seconda generazione di Ueshiba dovrebbe scavalcarlo e reinventarlo come se fosse nuovo".

[O' Sensei]


Iniziamo quest'oggi una nuova stagione di pubblicazioni di Aikime, e come ogni anno, riservo il primo Post ad alcune riflessioni di carattere generale: ci occupiamo quest'oggi dell'annoso dilemma o bivio percepito fra tradizione ed innovazione.

Proprio per questa ragione ho riportato alcune parole del Fondatore stesso sull'argomento: da esse emerge una forte propensione evoluzionista ed una innegabile apertura al cambiamento.

Ma cosa significa questo...?

Che nulla del "vecchio Aikido" è destinato a sopravvivere?

Che in futuro le idee più innovative ed utili saranno le più differenti da quelle della tradizione marziale giapponese?

Nei giorni in cui scrivo queste righe (che sono di solito antecedenti a quando vengono poi pubblicate) si fa un gran parlare di una TikToker che avrebbe inventato il modo di parlare in "cörsivœ". Elisa Esposito, influenzer di 19 anni.

Non guardando la TV da circa 30 anni, mi sono informato sentendo parlare di questa cosa soprattutto i teenagers: la prima impressione, devo dire, è stata una via di mezzo fra lo stupore e la noia.

Mi è subito venuta in mente un'ennesima reincarnazione di Piero Pelù dal tempo dei primi Litfiba... è dal 1990 che quello parla così, ma poi ho pensato si avvicinasse di più alle lezioni di Savonese di Colorado Café del 2003 (si, quasi vent'anni fa!).


L'unica nota di merito è che - a livello prettamente visivo - la Sign.na Esposito mi pare al momento più gradevole di Piero Pelù e di Enrique Balbontin messi insieme... ma TUTTO QUI, e poi, anche in questo caso, è solo questione gusti. D'altra parte mi pare pure che disponga di una scatola cranica molto meno sviluppata dei nomi del passato che ho citato e del proprio décolleté, ma ce lo dirà la storia... io posso sbagliarmi adesso.

Questo "moda" però è indicativa del fatto che quello che si percepisce come novità talvolta non risulta altro che una versione più moderna di qualcosa che è forse esistito da sempre... con piccole varianti, piccole differenze.

Non è poi così banale INVENTARE veramente qualcosa di INEDITO e dal nulla!

Questa cosa è vera anche nelle Arti Marziali e di conseguenza anche in Aikido: si ha continua paura che le tendenze moderne rovinino ciò che di buono ci è stato tramandato dalla tradizione... così come si teme che essa possa morire se non viene in qualche modo trascesa ed ammodernata...

... ma può essere tutto un enorme equivoco: ciò che è destinato a restare è quello che è in grado di passare indenne il setaccio del tempo, tutto il resto si affaccia al mondo e quindi appassisce dopo poco.

Per quanto concerne le cose che preoccupano i tradizionalisti dell'Aikido, al momento sembrano esserci 2 fronti da combattere:

- l'uso della tecnologia (social, video, siti) che si sostituirebbe sempre più l'allenamento fisico in un Dojo, svolto invece sotto la guida attenta di un Insegnante competente;

- l'introduzione delle gare, che sembrerebbero ciò che più il Fondatore volesse evitare che accadesse.

Da sempre, sono stato uno di quelli che non ha mai avuto paura di sperimentare, così già quattro anni fa (pre-pandemia) avevo partecipato ad alcuni eventi internazionali on-line, nei quali era possibile seguire o dirigere lezioni tenute in altri continenti. Devo dire che fu veramente un'esperienza interessante!

In Federazione abbiamo sdoganato le competizioni di forme di Jo ed ancora non sappiamo se questa cosa prenderà piede o meno; per il momento pare abbia mosso un buon interesse nel Settore.

Non è però nemmeno la prima volta che qualcosa del genere accade: Tomiki Sensei, allievo simultaneo di Jigoro Kano (Fondatore del Judo) e di Morihei Ueshiba ha introdotto già prima del 1960 le competizioni in Aikido. Ecco QUI un approfondimento su questo tema.

Corsi e ricorsi storici?

Sembra che questa sua Scuola, che spaurutamente continua ancora oggi le sue attività, non abbia riscosso un entusiasmo particolare, a livello globale... ma era forse un idea solo sbagliata?

È stata introdotta in un modo sconveniente o in un'epoca nella quale non se ne sentiva particolare bisogno?

In realtà, ad essere seri, NON lo possiamo sapere: constatiamo che ha dato pochi frutti... e ci concentriamo perché ne dia ciò che ci stiamo impegnando a fare noi. Tutto qui... col senno di poi sono bravi tutti.

Ci sono quindi "mode", che sono espressioni locali e figlie dei propri tempi... e ci sono "principi", cioè espressioni universali, indipendenti dallo spazio e dal tempo, che di tanto in tanto si ri-cristallizzano su questa Terra, sotto forma di usanze, tecniche, associazioni, modi di fare.

Le prime sono destinate ad inabissarsi, i secondi invece a godere di una sorta di "eterna giovinezza", anche se magari caratterizzati da espressioni leggermente differenti in ogni loro "reincarnazione".

La paura quindi che l'evoluzione rovini la disciplina o che lo faccia la tradizione stessa se lasciata così com'è sono - secondo me - più che altro SCUSE per parlare dei massimi sistemi, senza però fare NULLA di concreto per la disciplina.

È un po' come con il Covid-19: abbiamo fatto bene a fare i lockdown, a mascherarci, a vaccinarci?

Secondo me no, ma in realtà NON lo sapremo che fra qualche generazione, e nel frattempo andavano prese delle misure... e noi abbiamo fatto queste cose qui: il giudice più imparziale (più di me sicuro) sarà il tempo... 

Ricordo che ci sono stati momenti storici nel quali si diceva che l'eternit sarebbe stato, appunto, un materiale "eterno", oltre che salubre... che il burro faceva bene perché lubrificava le vene, che i dottori fumavano più sigarette Camel, poiché erano salutari ed aiutavano anche a rinfrescare l'alito!

Qualcuno immaginava forse che si stesse facendo qualcosa di sbagliato e controproducente?

Qualcuno ci ha marciato sopra?

In ogni caso, ORA abbiamo più info ed esperienza a disposizione, quindi sappiamo quale comportamento è più sano tenere in alcuni ambiti (alimentazione, fumo, produzione di materie prime).

Coloro che oggi sono impegnati ad INNOVARE l'Aikido non pensano di sbagliare, e va augurato loro il massimo della fortuna.

D'altro canto, anche coloro che puntano i piedi per DIFENDERE la tradizione non pensano di sbagliare, e quindi va dato loro modo di continuare nel loro intento.

Forse queste posizioni antinomiche costituiscono forze che possono e dovrebbero fra loro farsi una sorta di equilibrio dinamico.

Io auguro a me stesso il coraggio di continuare su una Via necessariamente incerta, ma anche molto appassionante... ed a voi tutti di fare altrettanto, sul tatami, così come nella vita di tutti i giorni: i frutti si vedranno poi, ora non distraiamoci dal continuare la semina di ciò che pare sensato ed importante per ciascuno di noi.


Marco Rubatto




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