lunedì 24 febbraio 2020

Katame-virus e come non farsi immobilizzare dalla paura

Sospendo la programmazione dei Post previsti sul nostro Blog per una doverosa riflessione su ciò che sta accadendo in queste ore in Italia, specie qui al nord... da dove vi scrivo.

Stiamo assistendo ad un'escalation di preoccupazione e di provvedimenti affrettati per contenere l'infezione di un virus, la cui infettività sembra parecchio alta, mentre l'effettiva pericolosità meno.

Di solito ci si allarma per evitare il peggio, quindi le intenzioni nel farlo sono per forza le migliori: su questo non v'è alcun dubbio.

Bisogna solo comprendere quand'è che una cura risulta peggio della malattia: il Coronavirus preoccupa poiché ha un periodo di incubazione che non ne agevola di certo l'isolamento.... ed ha modalità di contagio che ad oggi non sono ancora state del tutto definite in modo completo.

Se una parte consistente della popolazione italiana dovesse necessitare di cure mediche improvvise, il sistema sanitario nazionale (già provato di suo!) collasserebbe in un amen: è quindi necessario evitare che ciò avvenga, e su questo siamo tutti credo più che concordi.

Il problema però attualmente è piuttosto differente, a mio avviso: quello vero è legato alla PAURA ed alla PREOCCUPAZIONE.
Assistiamo a scene di supermercati svuotati dei generi alimentari di prima necessità, a dispositivi di protezione e prevenzione introvabili (guanti, mascherine, amuchine varie) o venduti a prezzi da strozzini sul web...

Noi Aikidoka credo possiamo fare molto in questo ambito: non perché ci improvvisiamo virologi o infermieri... ma perché studiamo in continuazione i meccanismi della paura, della frustrazione, del lavoro al di fuori della nostra area di comfort, della crisi e dell'escalation del conflitto.

Se pratichiamo in modo accorto, dovremmo giungere a percepire, contattare (e forse anche un giorno a padroneggiare?) i principi che ci indicano come uscire dalle suddette forme di impasse: io, ad esempio, lo faccio... e cosa sono riuscito a comprendere di queste principi?

Che avere paura è qualcosa di umano, ma che avere paura di avere paura è INUTILE.

Noi stiamo assistendo ad una popolazione che è andata in IPER-allarme per una minaccia potenziale, ovvero per qualcosa che potrebbe esserci in futuro o meno... ma che richiede già ora di spendere le proprie energie al fine di farne fronte.

Se ci avessero avvisato che fra 3 giorni sarebbero stati chiusi i supermercati... avrebbe potuto avere una qualche forma di senso la corsa all'accaparramento dei generi di prima necessità, ma al momento la circolazione di persone e merci è ancora piuttosto libera e non vi è alcuna guerra imminente che incombe alle porte.

La PRE-occupazione, lo dice il termine stesso, è l'attitudine di "occuparsi prima" di qualcosa: vediamolo calato nel nostro campo...

Sarebbe come fare tenkan oggi per lo shomenuchi che il nostro avversario ci tirerà domani... di solito non è esattamente così che performiamo le nostre tecniche migliori, vero?!

L'Aikido richiede di stare incredibilmente presenti e connessi con il pericolo, e NON ad evitarlo... risulta infatti questo l'unico modo di fare il movimento giusto al momento giusto: prima e dopo risultano tempi e luoghi inutili.
Ma noi per il virus ci "pre-occupiamo" invece... ovvero mettiamo un tot le mani avanti.

Quando si cade in Aikido, si mettono le mani avanti?

Ci si cura di toccare il tatami nel modo più morbido e rotondo possibile: le mani talvolta aiutano tutto ciò... ma provate a pensare cosa accade a chi mette le mani avanti e ci atterra sopra se le braccia risultano troppo tese e rigide... distorsione/lussazione/rottura di polsi, gomiti, spalle... vero?

Come stiamo facendo con il virus: siamo morbidi per percepire come atterrare o stiamo mettendo le braccia avanti dure come tronchi secchi?

Se un'ordinanza vieta gli eventi sportivi in una ragione, sicuri (ad esempio) che gli assembramenti di una partita di Serie-A siano da paragonare al numero di persone che stanno su un tatami alla sera per allenarsi?
Uno è un assembramento grosso di persone passive, l'altro è un assembramento piccolo di persone attive... che le tossine con sudore le ESPELLONO!

Credo vi siano perciò differenze sostanziali... però se l'ordinanza è unica le piccole realtà e le grandi vengono accomunate ed assoggettate ad un'unica disposizione: come sparare ad una mosca con il bazooka più o meno.

C'è dell'IPER in giro, insomma!

"Prevenire è meglio che curare" recitava un famoso spot dell'Associazione Medici Dentisti Italiani, se ricordate: ma questo è PREVENIRE?


Si e no, a mio avviso. Cosa sappiamo sulle possibilità di ammalarsi di questo virus, o di qualsiasi altro in circolazione?

Sappiamo dalla scienza che il sistema immunitario è li apposta a proteggerci da ogni genere di infezioni, respingendo le minacce che ci giungono... oppure si comporta in modo diametralmente opposto: non si oppone all'infezione e quindi genera anticorpi per combatterla... e tiene una memoria delle malattie che è già riuscito a debellare in passato, così che in futuro non sia più possibile ammalarci dello stesso agente patogeno.

Da quanto nel sappiamo al momento, il nostro sistema immunitario risulta il miglior medico, farmaco o vaccino che si trovi su questo pianeta. É versatile, è potente e siamo solo alle prime armi con le piacevoli sorprese che esso sarà in grado di riservarci per il futuro

Cosa fa il sistema immunitario, in buona sostanza?
Fa come l'Aikido: evita di combattere (sen no sen) - se può -, oppure fa si che dalla battaglia si possa almeno apprendere qualcosa di utile per sé (go no sen).

Cosa fa la pre-occupazione?
Ci attiva per un nemico non ancora presente (e che potrebbe non esserlo mai), visto che si tratta solo di un rischio potenziale... però assorbe già nel presente preziose energie al nostro sistema immunitario, che quindi risulta meno "in forma" nel proteggerci dalle patologie esterne.

Praticamente TUTTE le persone decedute per il Coronavirus nel mondo o quelle che sono attualmente nei reparti di terapia intensiva presentavano/presentano delle grosse problematiche al sistema immunitario, sovente debilitato da precedenti gravi patologie.

Dobbiamo dare quindi supporto al nostro sistema immunitario e dovremmo tenere ben alte le nostre difese immunitarie... se vogliamo essere efficaci contro questo (o altri) virus: cosa dobbiamo fare quindi per ottenere questo?

1 - buona qualità di sonno;
2 - buona qualità di cibo sano;
3 - buona qualità del tempo da trascorrere da soli;
4 - buona qualità del tempo da trascorrere con gli altri;
5 - cospicua quantità di tempo da impiegare in ciò che ci ispira e realizza.

L'elenco non comprende né lo stress, né la preoccupazione, come vedete: perché quindi esageriamo nel preoccuparci? Non è né razionale, né utile.

Provare paura per un pericolo nuovo e sconosciuto è qualcosa di umano: farsi paralizzare da essa è una scelta (spesso di comodo) per non esplorare cosa vi sia oltre.
Ecco perché ho chiamato questo articolo "Katame-Virus"...

In Aikido spesso abbiamo paura, ma non ci accontentiamo di mettere una barriera fra noi ed il nostro nemico, anzi... tendiamo a fonderci con esso, per comprenderlo, capirlo, percepirlo in modo più profondo e completo.

Con il virus si ergono barriere e divisioni invece.

Avere paura della morte è nuovamente comprensibile, ma pure sciocco al contempo: la morte è il contrario della nascita... non della vita, quindi - se dobbiamo affrontarla - facciamolo con la curiosità della scoperta di cosa vi è oltre.

Un guerriero non teme di morire, ma di vivere in modo incompleto: le news che circolano in queste ore invece sono tutte tese a farci rimanere vivi... senza però fare menzione di quale qualità di vita limitante venga proposta.

Una vita di paura da evitare, di sfide che preoccupa cogliere, di "in passato abbiamo sempre fatto così": il denominatore comune è l'incapacità di fare un upgrade personale ed integrativo dalle esperienze che ci capita di fare.

C'è paura per tutto, l'ignoro è bene che rimanga lontano... in Cina per esempio: quando arriva qui sono cavoli, perché noi non siamo cinesi, non abbiamo quell'auto controllo, qui in poche ore si sclera e si prendono d'assalto i generi di prima necessità.
Che sia la volta che nell'affrontare questa nuova sfida si possa comprendere qualcosa in più su noi stessi???

La vita un opposto non ce l’ha... ed a noi spaventa un tot percepire che siamo scheggia di eternità: vi faccio inoltre presente che un virus non è un organismo vivo, ma è costituito da pezzi di DNA e di RNA che si moltiplica solo grazie alla capacità di scroccare gli involucri cellulari altrui.

Come ci si difende quindi da un virus?
Comprendendo meglio la propria natura e sviluppando la capacità di non accettare ospiti se questi sono indesiderati... o di dare loro il benvenuto ed essere capaci di fagocitarli e riprogrammarli come elementi utili al nostro sistema.

L’informazione più chiara e forte è in grado di modificare quella più debole: questo lo insegna la natura.
Un virus è una sorta di "parassita": sta a noi decidere se farci parassitare... o parassitare il parassita a nostra volta.

Isolarci serve a capire meglio chi siamo, e non a non essere infettati.
Stare con gli altri ci serve alla stessa cosa, ma in una condizione complementare alla prima... non a rischiare di infettarci.

Se il COVID-19 dovesse riuscire a sterminare la popolazione terreste... è segno che forse i virus eravamo noi, ma non vi PRE-OCCUPATE, non sono un indovino... ma credo che ciò non avverrà.
La vita è potente ed O' Sensei ci dovrebbe avere insegnato a fluire con il ki dell'universo, non andando invece "contropelo" come fanno certi pazzi psicopatici o certe amministrazioni comunali.

Il punto 5 dell'elenco precedente io lo faccio praticando Aikido, quindi ora vado a praticare - pure da solo con il bokken -, non importa... perché mi voglio bene, e quando ci si vuole bene i virus tendono ad avere una vita più grama se si rapportano a noi.
Occhio quindi alle prospettive che abbiamo, perché la nostra storia sarà scritta in base ad esse.

Marco Rubatto




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