lunedì 10 giugno 2019

Aikido, i Doshu e i doveri dinastici

La nostra attenzione è stata richiamata circa 10 giorni fa da una foto pubblicata su Facebook; essa ha ingenerato sia in noi che sui Social una serie di riflessioni che vi proporremo nel Post odierno...

... ma prima ecco la foto!

La didascalia annessa recitava: "The future Doshu started training", ovvero "Il futuro Doshu ha incominciato ad allenarsi".



La foto ritrae il corrente Doshu, Moriteru Ueshiba (nipote di O' Sensei), di spalle, mentre assiste ad un allenamento nel quale suo figlio, Mitsuteru Ueshiba - Waka Sensei - è intento a fare una sorta di micro-iriminage su suo nipote, Hiroteru Ueshiba.

Andiamo con ordine: in Giappone vige una tradizione che si chiama [家元] "iemoto", che si traduce con "Fondazione familiare"; questo termine giapponese è utilizzato per riferirsi ai fondatori o ai grandi Maestri reggenti di alcune Scuole di arti tradizionali giapponesi.

É utilizzato talvolta anche il termine [宗家] "sōke", quando ci si riferisce alla famiglia o al casato del quale la tradizione iemoto è rappresentativa.

O' Sensei, Morihei Ueshiba è l'Aiki Kaiso, ovvero il Fondatore dell'Aiki... quindi anche un Sōke, ovvero un "capo Scuola": lui stesso impostò la sua successione sul modello "iemoto", quindi suo figlio Kisshumaru Ueshiba gli successe alle redini dell'Aikikai, assumendo il ruolo di secondo Doshu.


Alla morte di Kisshomaru Sensei, il figlio Moriteru è divenuto l'attuale terzo Doshu... ed a sua volta tutto è già predisposto per la successione al relativo figlio Mitsuteru, che... benché non si sappia ancora quando, assumerà in futuro il titolo di QUARTO Doshu.

Mitsuteru (classe 1981, quindi che ha 38 anni adesso) ha un figlio, di nome Hiroteu... e nella foto ciò che colpisce è che anche quest'ultimo ha già iniziato la sua lunga carriera che lo porterà - magari fra 40 anni - a calzare il ruolo di QUINTO Doshu.

Questo bimbo può avere all'incirca adesso 8 anni.

Il metodo di trasmissione "iemoto" è stato utilizzato in passato nel campo della Cerimonia del Tè  (Chado), Ikebana, teatro , calligrafia (Shodo), danze tradizionali giapponesi ed - ovviamente - nelle arti marziali: esso è caratterizzato da un sistema gerarchico piramidale, al vertice del quale l'autorità suprema riceve una sorta di mandato dall'iemoto precedente, da trasmettere ai futuri iemoto.

Questo metodo tradizionale di trasmissione familiare è in funzione con certezza sin dal 17º secolo, ma esistono prove che lo collocherebbero addirittura sin dall'8º secolo.

Il concetto del [家元制度] "Sistema Iemoto" è stato descritto dallo storico Matsunosuke Nishiyama, nel periodo post-bellico, per spiegare le strutture sociali associate al controllo esclusivo di una famiglia (o clan) rispetto ad una rete di istruttori... una caratteristica dell'era feudale che ha influenzato le arti tradizionali, e che è percepito ancora ai nostri giorni.

Se si vuole appartenere ad un certo clan, è necessario avere l'approvazione dell'iemoto reggente: così su ogni diploma Aikikai è attualmente presente la firma di Moriteru Ueshiba, per quanto riguarda l'Aikido.

Ma il clan Ueshiba NON è il solo ad avere scelto di mandare avanti le "attività di famiglia" secondo un lineage dinastico diretto: anche la famiglia Saito sta facendo la stessa cosa.

Alla scomparsa di Morihiro Saito - figura che non crediamo di avere bisogno di presentarvi - il figlio (allora) Hitoiro Saito (oggi Hitorira, per la scelta di cambiare un kanji del nome e non dopo un viaggio a Casablanca!) è diventato Iwama Shin Shin Aiki Shirenkai Kaicho, ovvero caposcuola di una corrente nata per preservare la didattica del padre, appresa a sua volta direttamente da O' Sensei ad Iwama, nel periodo 1946-1969.

Lo scorso 31 marzo, presso il Meiji Jingū di Tokyo, si è tenuta una cerimonia atta ad attribuire al primogenito di Hitorira Saito, Yasuhiro la successione di reggenza di seconda generazione di questa Scuola, cambiando a sua volta il proprio nome in Morihiro Saito Nidaime (che significa "il secondo"). A questo LINK troverete un eccellente articolo a cura di Enrico Neami Sensei, che descrive l'evento nel dettaglio.

Alle nostre latitudini, e nella fattispecie a Parigi, Takeharu Noro ha assunto le redini della scuola di Kinomichi, fondata dal padre Masamichi Noro Sensei (di cui vi abbiamo parlato già anche noi QUI)

Ecco quindi altri esempi recenti di successione iemoto all'interno di una famiglia che patrocina le arti marziali secondo la tradizione giapponese.

Questa metodologia ha ricevuto anche numerose critiche dalla società giapponese stessa, che talvolta lo ha descritto come rigido, costoso, nepotistico, autoritario e indemocratico.
Alcuni gruppi hanno addirittura scelto di rifiutare questo tipo di trasmissione (ad esempio nell'ambito della Cerimonia del Tè).

Finita la fredda cronaca, ecco che trovano posto alcune riflessioni a voce alta.


Che una cosa si sia sempre fatta in un certo modo NON è - da sé - una buona ragione di continuare così per forza anche in futuro.

La successione dinastica, nata nella nobiltà per assicurare il predominio di un casato su tutti coloro che non vi appartenevano è qualcosa che ha manifestato il suo limite in ogni angolo della terra: la prova è che anche le poche monarchie rimaste al governo, sono spesso diventate più un simbolo che altro, demandando ad un parlamento l'onere di legiferare.

La Regina d'Inghilterra, e lo stesso Imperatore del Giappone sono due esempi piuttosto evidenti di ciò.

Ma il metodo iemono non punta così in alto nel controllo sociale: il suo interesse è "solo" quello di controllare che una serie di Insegnanti abbiano un rapporto certificato e gerarchicamente sottomesso ad una "casa madre"...

L'Aikikai Foundation è ESATTAMENTE questa roba qua!

Il padre di O' Sensei si chiamava Yoroku Ueshiba ed era un agricoltore, imprenditore e politico di una cittadina chiamata Kii Tanabe, nella Prefettura di Wakayama.

Fortuna nostra, non dovette garantire alcuna certificazione di insegnamento, altrimenti - anziché creare l'Aikido - forse Morihei avrebbe insegnando a terzi come piantare le patate, per TUTTA la sia vita... ma in modo CERTIFICATO!

Una specie di versione dell'Uomo del Monte a mandorla, insomma...

Quindi, già ci è andato bene che il Fondatore ebbe la possibilità di fare ciò che ha creduto meglio della propria esistenza!

Ma le doti del Fondatore erano presenti anche nel figlio Kisshomaru Ueshiba... che ha ufficialmente ereditato "la baracca"?

MA MANCO PER NIENTE, senza volere togliere neanche un grammo di valore al prodigioso lavoro che seppe fare a sua volta per l'Aikido!

Questi fu un grande Maestro, capace di accettare la responsabilità che gli venne data e di diffondere la disciplina in tutto il mondo: tutti noi dobbiamo molto al suo instancabile lavoro e se l'Aikido oggi è ciò che è... lo dobbiamo sicuramente ANCHE a lui.

Ma il papi suo ha STRAVOLTO il paradigma delle arti marziali, almeno come fino ad allora erano state concepite... dando una rilettura ed una prospettiva completamente NUOVA ed INEDITA al paradigma del conflitto: lui invece lo ha fatto sapere in giro... capite che non è proprio la stessa cosa!

Sicuramente è stato un OTTIMO Doshu... ma per quanto ancora può durare sto "miracolo"?

Moriteru Ueshiba, che abbiamo avuto l'onore ed il piacere di conoscere di persona, risulta una persona estremamente interessante... per alcuni versi molto più vicina alle idee del nonno di quanto non sembrasse con suo padre.

É ovviamente un ottimo tecnico e Maestro di Aikido, un abile gestore di una sorta di "multinazionale di famiglia"... ma abbiamo avuto più volte l'impressione che egli risulti particolarmente "ingessato"... ovvero che non gli sia stato lasciato l'opportunità di dare una SUA IMPRONTA diretta e personale.

La sensazione è che la funzione di "rappresentanza" abbia avuto la meglio sulla possibilità di reale upgrade al movimento, e lo diciamo - anche in questo caso - con un'enorme riconoscenza verso il suo prezioso lavoro.

Ora il figlio Mitsuteru ha 38 anni, si diceva: egli è già ufficialmente il Dojo Cho (Insegnante capo) dell'Aikikai Honbu Dojo dal 2012 (quindi quando aveva solo 31 anni) e già da alcuni anni ha iniziato ad insegnare all'estero in rappresentanza del suo casato.

É giovane, forte, preparato... ma se gli fosse stato dato di scegliere, "da grande" avrebbe desiderato fare il capo dell'Aikikai nel mondo?

Sto bimbetto di 8 anni che ha iniziato a rotolare sul tatami l'altro ieri dovrà PER FORZA fare kotegaeshi e firmare certificati Aikikai per tutto il resto della sua vita?
Sembra che sia ciò che si aspettano da lui i suoi famigliari...

Lo spirito di sacrificio per una causa - estremamente famigliare ed importante per il popolo giapponese - può ai nostri giorni ancora essere il motore delle azioni di un individuo?

E se, prima o poi, venisse al mondo un Ueshiba, un Saito o un Noro al quale non frega una ceppa dell'Aikido, del Kinomichi e di tutte ste belle tradizioni marziali a mandorla?

Ci viene in mente il traghetto Grisù... che nonostante fosse l'ultimogenito di una grande stirpe di draghi avvampatori... da grande sognava di fare il pompiere!

TENERE SOTTO CONTROLLO è una delle caratteristiche dell'Aikido?

Dobbiamo tenere SOTTO CONTROLLO il nostro avversario o dobbiamo condividere con lui un momento ignoto, nel quale fare evolvere entrambi?

In merito, se vi va... leggetevi QUESTO nostro vecchio Post.

Se non risultasse fra i principi più autentici della disciplina, sicuri che sia lungimirante continuare a TENERE SOTTO CONTROLLO chi rilascia i gradi a mandorla?

Se un nuovo vero fuoriclasse emergesse nell'Aikido, come dovremmo misurare la sua possibilità di ascendere alle vette delle organizzazioni internazionali: dalle sue capacità, o dal COGNOME?

Un certo Koichi pagò già storicamente caro il fatto di chiamarsi Tohei di cognome, anziché Ueshiba... lo sapete?

Se non lo sapete, leggetevi QUESTO.

Un "figlio d'arte" ha sicuramente una grande possibilità di seguire le orme paterne, poiché sin da piccolo sarà stato introdotto al ramo in cui svettava il padre: ma questo ne fa per forza un fuoriclasse come quest'ultimo?

La genialità si tramanda geneticamente?

Prendiamo questo caso: Fabrizio De André → Cristiano De André → Francesca De André




Sembra che alcuni elementi con le generazioni migliorino addirittura: ad esempio noi preferiamo le CHIAPPE della nipote di De André, a quelle che avrà avuto suo nonno (che non ci hanno mai altrettanto in realtà colpito più di tanto)!

Ah già... ma il nonno faceva il CANTANTE, le chiappe non le esibiva...

Vabbè, in questo caso potremmo forse parlare di iemoto-rebranding: dare un'immagine di famiglia che si aggiorna potrebbe essere in effetti importante!

Ma Francesca scrive testi musicali impegnati?
Canta bene almeno?

E chissene: è una De André, è gnocca ed ora è dentro il Grande Fratello!

E cosa ne pensate di... Cristel e Yari Carrisi, Pico Ruggeri (figlio "rasta" di Enrico), Costantino e Giovanni Teodori (figli di Gigliola Cinquetti), Laerte Pappalardo, Edoardo Scotti, Vittorio De Sica, Francesco Facchinetti, Rudy Zerbi, Simone Annichiarico (come chi è?! Il figlio di Walter Chiari e Alida Chelli no?), Rosita Celentano, Irene Fornaciari... etc.

E stiamo parlando di persone che con molta probabilità hanno SCELTO in qualche modo di seguire le orme paterne o materne... e NON che hanno ricevuto un incarico di rendere onore al MON di famiglia quando erano ancora nella culla!

Inorridiamo all'idea di un matrimonio combinato alla nostra epoca ed alle nostre latitudini... ma Yasuhiro Saito e Mitsuteru Ueshiba (pressoché coetanei) sono cresciuti sbavando dalla voglia di diventare questo riferimento Aikidoistico per le generazioni future?

E gli altri figli di uno stesso iemoto?

Kisshomaru Ueshiba divenne Doshu essendo il terzo genito di Morihei e Hatsu Ueshiba: i primi due suoi fratelli Takemori e Kuniharu morirono durante l'infanzia (rispettivamente uno in Hokkaido, a 3 anni ed uno in Ayabe, a pochi mesi).
Ebbe anche una sorella, Matsuko Ueshiba, ma non sia mai che la responsabilità di un casato venisse affidata ad una donna... quindi la scelta era belle che fatta sulla carta!

Ma esaminiamo un altro caso: Hitorira al momento ha 4 figli... Yasuhiro, il designato "successore al trono", un ragazzo che ha scelto il monacato, una sorella... e il più giovane Mitsuyoshi Saito.

É stato scelto il primo perché il più anziano?
Il primogenito?
Il più motivato?
Il più preparato?

Mitsuyoshi avrebbe avuto modo (desiderandolo) di scippare il titolo al fratello?

Sicuro che non avrebbe potuto farlo il migliore degli allievi di suo padre, giapponese o meno che fosse... devoto e preparato che fosse: il metodo iemoto sbaraglia qualsiasi forma di meritocrazia, ed in questo ci vediamo più di un problema, francamente.


Anche se il Waka Sensei fosse veramente un'aquila dell'Aikido: qualcuno si preoccupa della sua possibilità futura di ESSERE FELICE?

Un detto recita: "Se non puoi fare ciò che ami, almeno prova ad amare ciò che fai"

Crediamo sia un insegnamento da tenere in alta considerazione nella vita, ma francamente abbiamo in nostri dubbi che sacrificare un'esistenza ad una causa (poco importa se l'Aikido o altro) faccia così bene... sia a chi accetta quota condizione, sia alla causa stessa.

Ragionare da occidentali - in casi simili - è un limite o un plusvalore?
Ce lo chiediamo con onestà...

Il DNA aiuta... ma poi bisogna fare i conti anche con le capacità personali e le aspirazioni di ciascuno, così come con le critiche e i pregiudizi degli altri.

Chiudiamo con una frase dello scrittore Karl Kraus, che affermava: "I figli degli uomini famosi non ereditano mai il talento del padre ma solo il naso!". 






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