lunedì 1 settembre 2014

L'Aikido ricomincia, anche se non ha mai smesso di ESSERCI

Mi trovo, come al solito, all'inizio di una nuova stagione di pratica nei nostri e vostri Dojo... nonché ad una nuova stagione editoriale di Aikime, e viene più che naturale fare un punto della situazione, ancora prima che tutto ciò abbia inizio.

L'Aikido sta attraversando un periodo veramente strano, bizzarro intenso e contraddittorio... così come sta avvenendo per ogni aspetto della nostra società... e nelle vite degli individui che la compongono.

In Italia stiamo vivendo una forte crisi economica ormai da anni e quindi spesso sento dire che per l'Aikido non ci sono più tanti soldi: secondo me è una bugia, non ci sono mai stati, ma ora non ce ne sono meno di un tempo.

La nostra disciplina non ha mai mosso grandi interessi economici, per la mancanza di sponsor sportivi che fanno la differenza, e così sarà credo anche in futuro... e le persone seriamente motivate verso di essa hanno dovuto - da sempre - contare esclusivamente sulle proprie risorse per poter frequentare i vari tatami, sia essi quelli delle lezioni regolari, o quelle dei seminar.

In questo senso non è cambiato proprio nulla.

Mi si obietterà che al momento in giro c'è meno danaro a disposizione per tutto ciò che non è essenziale: ma è proprio qui la riflessione che vorrei proporvi quest'oggi.

Quanto è essenziale per noi praticare Aikido?

Me lo chiedo - e lo chiedo a voi - constatando che in media circa 500,00 € annue sono sufficienti per frequentare regolarmente un corso.

Uno smartphone costa - sempre in media - dai 150,00 € ai 800 €... e non è che senza non possiamo telefonare: chi di voi rinuncerebbe ad averne uno per potersi allenare?... Avete fatto caso a quanto sono diffusi?

Una serata in pizzeria è sui 20,00 € (a stare stretti), cioè mediamente come metà del mensile di un Dojo: chi di voi rinuncerebbe a due serate al mese con gli amici per potersi allenare?

"Mi piacerebbe, ma non ho molto tempo": un'atra balla classica, quanti di noi che insegnano se la sono sentita ripetere numerose volte?

"Trovi il tempo per mangiare, per dormire, per lavorare?" Sembra di si, quindi se l'Aikido per te fosse fondamentale, troveresti il tempo anche per questo, così come facciamo noi da decenni!

I sacrifici da fare attualmente sono tanti e una scala di priorità deve essere costruita obbligatoriamente in questa situazione delicata, ma siamo certi che ciò sia per forza un male?

La situazione ci consente di comprendere con chiarezza ciò che è importante e per ciascuno di noi.

Non è quindi l'Aikido ad essere in crisi, ma la società che non sa più quello che vuole e che mal utilizza le poche risorse di cui dispone.

Ma pure l'Aikido è un concetto piuttosto astratto, se ci pensiamo... infondo non siamo in molti a comprendere di cosa si tratti (sempre se ci reputiamo veramente in grado!).

... faremmo meglio a parlare di "cose come l'Aikido", non credete?

Nello stereotipo comune ci sono le arti marziali cinesi (che spesso non vengono nemmeno distinte da quelle giapponesi) che servono per vincere facendo a pugni in caso di pericolo... ma non credo proprio che ciò renda merito all'argomento di cui ora parliamo.

L'Aikido sopravviverà se generazioni di persone differenti si appassioneranno ad esso e ne porteranno avanti la tradizione, rinnovandola nei decenni, nei secoli.

Il problema è che questo tipo di discipline entusiasma sempre meno dalle nostre parti, lo avete notato?

Già parliamo di qualcosa al quale va donato tempo, impegno, energia, passione, soldi... tutti ingredienti "sacri" di una vita che diventa sempre più profana... o almeno profanabile dalle mode superficiali del momento.

Quindi ogni strada che porti in serio contatto con se stessi tenderà ad essere un po' svalutata, bistrattata, fraintesa... mal interpretata: certo che succede, si tratta di uno strumento potente nelle mani dell'umanità...

... a comprenderlo sul serio e nell'utilizzarlo con maestria correremmo il serio rischio di realizzare le nostre aspettative più alte: qualcosa a cui non siamo più seriamente disposti ed inclini da secoli!

Non è quindi l'Aikido ad essere in crisi, è l'individuo che utilizza uno strumento che non ha nemmeno compreso bene a cosa serva: ad un certo punto - ammesso che ci abbia provato - si stanca e abbandona l'ennesimo giocattolo che non ha dato i frutti sperati.

Ma può non essere tutto demerito del giocattolo: a volte è anche responsabilità del giocatore e funzione di come lo si è utilizzato e del PERCHÈ ci giocavamo!

Cosa accade se però i primi a non averci capito molto sono gli Insegnanti ai quali ci si rivolge quando viene "il trip" di questo genere di discipline?

In questo caso il giocatore assume un ruolo meno importante, poiché è addirittura la sala giochi ad essere malata.

Nuovamente, non è "colpa" dell'Aikido se molti suoi rappresentanti hanno guardato il dito che indicava la luna...

Morihei Ueshiba si accorse di avere - accidentalmente o meno non lo sapremo mai - portato alla luce qualcosa di grande ed importante, tanto da fargli affermare frasi altisonanti quali "vi lascio l'Aikido per riappacificare la razza umana... per fare del mondo una famiglia".

Un guizzo di saggezza o di alzheimer?

Sono portato a propendere per la prima ipotesi, anche se molti suoi rappresentanti odierni agiscono come se avessero scelto la seconda.

Perché dico così?

Perché se tu shihan dei miei stivali hai capito anche solo la-metà-di-un-quarto-di-nulla di quello che affermava O' Sensei, come puoi non sbatterti come un tappeto perché questa utopia divenga sempre più reale?

E invece no: 10.000 scuole 100.000 maestri (l'M minuscola è d'obbligo!) e tutti in sacrosanto contrasto più o meno esplicito fra loro.

Notare: non affermo che sia un problema la moltitudine, dico che lo è che questa pluralità non comprenda di appartenere ad un solo unico "essere", che ha uno scopo profondo e preciso... che però sarebbe meglio si manifestasse praticamente e con fatti coerenti ai suoi principi... e non ad-minchiam!

Tant'è che così non accade... ma non è l'Aikido ad essere in crisi: è l'uomo che crede di avvantaggiarsene come piace a lui, spesso però facendosi seri autogol.

Bene, che faccia... questo mostrerà ancora una volta di più il valore di questa disciplina che se non parla più al cuore delle persone è talvolta perché  la gente ne parla coi piedi a chi ascolta con il naso!

L'Aikido sta funzionando alla grande invece, dandoci un sacco di fili da torcere e matasse alle quali trovare il bandolo: un ottimo esercizio per questa umanità che continua a lamentarsi di non essere ciò che vorrebbe, ma che poi fa poco - di fatto - per provare a cambiare.

L'Aikido è sempre li, lo era anche forse prima che Morihei Ueshiba trovasse un nome univoco per riferirsi ad esso: stava aspettando, così come aspetta tutt'ora che la gente percepisca quale strumento eccezionale di cambiamento sia.

Il mio augurio per questa stagione di pratica (e per le prossime a venire) è quello di riuscire a cambiare parecchio... e mi permetto di augurarlo anche a voi, perché secondo me sarebbe segno che le cose stanno iniziando a funzionare... che avremmo capito a cosa serve l'Aikido!

Fatelo per mantenervi in buona salute, per una valida difesa marziale o per approfondire le arti tradizionali del Giappone... chi se ne frega!

Fatelo perché vi fa piacere e perché percepite che dopo l'allenamento state meglio: la gioia sia la bussola delle nostre azioni, visto che è un'emozione che va dal dentro verso il fuori, ed è uno dei linguaggi preferiti dell'anima.

Ciò che mi - e vi - assicuro è che fino a quando qualcuno praticherà Aikido contento di lasciarsi ridisegnare alla luce dei suoi principi, questa società non potrà che fiorire!

Nel nostro piccolo continueremo da qui a guardare a 360º il mondo della pratica dell'Aikido, ed a stimolare riflessioni, incontri e scambi... poiché ci sembra importante che ciò accada e sappiamo che è gradito a molti di voi.

Non operiamo tuttavia per ottenere consensi, ma per dare spazio e condivisione a ciò che ci appassiona, quindi è normale che non staremo simpatici a tutti (un altro chi se ne frega!).

Aikime ha alcune importanti frecce al suo arco in serbo per voi, che verranno via via svelate nel corso  dei prossimi mesi... voi intanto preparatevi all'inaspettato, come suole fare ogni guerriero che si rispetti!

L'Aikido quindi ricomincia on-line sul nostro Blog ed anche nei Dojo, ma gli unici ad essere stati via sul serio eravamo noi praticanti... lui era li ad attendere paziente ed accogliente il nostro ritorno...

Buona pratica a tutti!




1 commento:

Valentino Traversa ha detto...

Siamo agli auguri per il nuovo anno che inizia!

Mi è molto piaciuto il "farsi ridisegnare", aggiungo farsi ridisegnare da ciò che ancora non conosciamo, eppure sentiamo in noi, appena lasciamo andare ciò che sappiamo.

Ed il mio augurio?

Un passo dopo l'altro, 100 giorni dopo 100 giorni, nella pratica di qualcosa che sia per noi naturale come respirare.