lunedì 20 maggio 2024

Ehi, conosci un bravo maestro di Aikido?

Più o meno una volta al mese qualcuno mi contatta e mi chiede: "Conosci mica un buon maestro di Aikido nella zona XYZ"?

Di solito, a fare questa domanda sono ex-allievi, che si sono trasferiti di città per motivi di lavoro, oppure genitori di miei ex-piccoli allievi che hanno seguito la stessa sorte, ma che avrebbero piacere di far proseguire la pratica dell'Aikido ai loro ragazzi.

La maggior parte delle persone mi chiede di indirizzarli in buoni Dojo in Italia, ma - giusto la scorsa settimana - mi hanno chiesto se avevo un buon indirizzo per l'Aikido a Parigi... ma mi è capitato pure che mi chiedessero dove praticare bene nei dintorni di Mosca, ad esempio.

Chi mi fa queste domande è mosso da ottime intenzioni ed evidentemente si fida di me, però c'è da dire che non mostra di avere molta esperienza in questo campo: non pochi mi chiedono "Mi dai indicazioni di qualcuno che usi il tuo MEDOTO?".

Dal "Metodo Montessori" al "Metodo Rubatto"... è un attimo!

In realtà le cose sono un tantino più complicate di così, poiché ciò che fa sentire di essere approdati al posto giusto per sé è un'insieme di fattori difficilmente enumerabili... Si tratta di un'alchimia transpersonale, un'affinità elettiva, che scatta per le variabili più disperate... perciò non è così facile "rimpiazzare" un Insegnante di Aikido che vi piaceva con un altro.

Lasciamo subito perdere i casi di bambini e ragazzi, che spesso sono interamente guidati dai loro genitori e dalle idee (o dai pregiudizi) che questi si erano fatti sul percorso precedente dei loro figli, e che cercano dunque di fargli ripetere ciò che loro stessi trovavano nutriente e sano come esperienza, e cercano di farli stare alla larga da quegli ambienti che hanno giudicato tossici.

Proviamo a delineare quali siano i fattori che ci fanno scegliere un Docente, anziché un altro: vedremo che la scelta è, in realtà, piuttosto irrazionale... almeno più di quanto si sarebbe detto.

Quando entro in un luogo di pratica, sono assalito da tutta una serie di stimoli - specie se sono un neofita - che centrano poco con la bravura dell'Insegnante o con la sua capacità di guidarmi in un percorso sensato o meno nell'Aikido.

- l'atmosfera del Dojo, gli odori (i profumi o le puzze) ed i suoi (le melodie o i frastuoni)... sono elementi irrazionali che condizionano molto, ad esempio;

- la pulizia del locale, il suo affollamento... o il numero di persone che ci sono sul tatami; altro elemento che funziona come stimolante o deterrente a seconda del proprio stato personale del momento;

- la "fattibilità" della frequenza, o quella che si percepisce come tale... ovvero la vicinanza della sede, gli orari dei corsi ed i costi di partecipazione;

- il tono di voce dell'Insegnante, il suo atteggiamento nei confronti di chi è già sul suo tatami, il suo modo di spiegare...

- l'impronta che viene data al corso, ovvero se pare più un luogo in cui si fa una ginnastica intensa, dove si studia una tradizione marziale, un luogo più contemplativo e spirituale, o - ancora - un luogo nel quale è centrale l'ambito delle relazioni.

Ho affermato che molto di ciò che fa scegliere un Docente fa parte del momento personale nel quale si trova chi compie questa scelta, e vediamo perché...

Supponiamo che a cercare il corso di Aikido sia una persona un po' timida, chiusa in se stessa, insicura... che inconsciamente cerca una modalità che la supporti ad uscire da quello stato, senza magari nemmeno che il soggetto se ne accorga.

In questo caso, se il tatami che trova sarà affollato, questi potrà pensare di accedere al corso "mescolandosi fra la folla", ovvero senza nemmeno essere troppo notato dall'Insegnante; viceversa... se ci fossero solo 2 persone che sia allenano, egli saprebbe di avere continuamente i fari del Docente puntati addosso.

Se l'insicuro o il chiuso in sé approderà ad un corso che richiede una certa prestazionalità potrebbe raccogliere la sfida e lanciarsi, così come spaventarsi e tirarsi indietro... mentre se entra in contatto con un ambiente tranquillo, rispettoso e nel quale c'è una certa cura per il "welcome" potrebbe risultarne attratto e quindi comperato.

Se a cercare il corso è una persona individualista, questa se ne fregherà altamente se sul tatami vede 2 o 200 persone: prenderà la sua decisione INDIPENDENTEMENTE da cosa fanno gli altri, perché appunto... trattasi di un individualista.

Se a cercare il corso è una persona che si lascia parecchio guidare dalle mode, da idee e giudizi altrui... allora non salirà mai su un tatami nel quale non c'è già un numero consistente di praticanti: il suo ragionamento sarà... "Se non c'è nessuno, vorrà dire che l'Insegnante è brocco o il corso è mail gestito".
Un po' come ci si comporta quando si deve scegliere fra un ristorante affollato ed uno con pochi clienti dentro.

In linea di massima, è vero che dove c'è tanta gente c'è una certa possibilità di trovare qualità,
perché le persone non sono tutte idiote... però è altrettanto vero che la maggioranza delle persone non è nemmeno così saggia: quindi si potrebbero riempire i corsi di Insegnanti mediocri, solo perché la maggioranza stessa di solito è mediocre... e rimanere semi-deserti Dojo di qualità, proprio perché pochi sono capaci di comprenderla ed apprezzarla a dovere.

Supponiamo ora che a cercare un corso di Aikido sia una persona che sta facendo una certa fatica a ritagliarsi uno spazio ed un tempo per sé, oberato di compiti ed impegni lavorativi e famigliari: per costui (o costei) sarà fondamentale un corso vicino, con orari fruibili... indipendentemente se a far lezione ci fosse un clone di O' Sensei, o l'ultimo degli Aikidoka più squallidi.

Se ti sei trovato bene in un posto... ma la vita ti ha portato altrove, sarà molto complicato ritrovare lo stesso esatto mix di fattori che ti avevano fatto fermare al corso che frequentavi!

Possiamo serenamente ammettere che ogni Docente sia UNICO, poiché anche se segue una corrente stilistica, anziché un'altra, risulterà sempre la somma delle proprie esperienze... e quindi quel suo "MODO" particolare e che tanto ci piaceva di fare Aikido nascerà e morirà con lui/lei.

Sarebbe come avere un'importante storia d'amore con una persona dai capelli biondi... e quindi cercare in futuro solo relazioni con persone dei capelli biondi per provare le stesse emozioni di un tempo: è una cosa idiota, anche se ci sono molti che seguono questo paradigma irrazionale.

Veniamo condizionati molto anche dalle nostre storie personali: c'è gente che è cresciuta con il mito dell'aristocrazia o del padre padrone, o ha necessità di sentirsi una nullità di fronte ad un mito irraggiungibile.

Ecco che una persona così, senza nemmeno accorgersene, cercherà un corso tenuto da un Sensei dal grado piuttosto alto, meglio se anzianotto, dai modi un po' burberi, sfuggenti... magari qualcuno che fa sentire il nervo ai suoi uke, e ne corca di mazzate qualcuno ogni tanto... così, tanto per ribadire che lui è il maschio alfa.

Se il tizio di cui sopra entrasse in contatto con una persona giovane, piena di talento e volontà, che ha appena iniziato ad insegnare (quindi che magari è "solo" 2º dan...), che tiene realmente al progresso dei suoi allievi e perciò fa di tutto per mantenere un ambiente sano nel quale studiare... magari fuggirebbe a gambe levate, non avvertendo che fermarsi sarebbe meglio di andare a fare Aikido con Barbablu.

Poi nessun neofita conosce la storia della disciplina che vuole iniziare a praticare, quindi non ne sa un tubo di differenti stili, scuole, didattiche: per lui/lei c'è solo un contenitore, di nome "Aikido", che (se abbiamo fortuna) sarà qualcosa di differente dai contenitori chiamati "Karate", "Kung Fu" o "Ju Jutsu".

Per questa ragione, quando uno fa un anno di attività e poi si trasferisce... siamo sicuri che avesse capito cosa lui stesso stesse cercando?

Che cosa avesse trovato di importante che vorrebbe ritrovare anche altrove?

La maggioranza delle volte non lo ha compreso consciamente nemmeno lui/lei!

Anche per questa ragione, quando mi chiedono chi conosca di "bravo" in una certa zona, inizio a fare un elenco di qualità, del tipo:

- se vai li, punteranno di più sulla tradizione;

- sa vai la, punteranno di più sulla relazione;

- se vai li, non utilizzano le armi;

- se vai la, farai un botto di meditazione prima e dopo ogni lezione;

- se vai li, quando finisci strizzi il keikogi dal sudore...

Ma come faccio a indirizzare una persona, se non conosco quali sono le specifiche che ricerca?

Sarebbe come voler muovere una barca a vela, senza il vento... Oppure - peggio ancora - quando conosco che le sue specifiche sono per "palati fini", e mi richiede un consiglio su una zona nella quale conosco solo Aiki-scaricatori di porto?

Sono già parecchio atipico nel mio genere, conoscendo ed avendo amicizie - sia nazionali, che internazionali - nei vari Gruppi, Associazioni, Scuole e Stili di pratica... però è ovvio che non possa conoscere tutti, dallo Shihan all'Allenatore in basso a destra.

E di solito i circoli dell'Aikido sono parecchio chiusi, per giunta... perciò ciascuno conosce - al limite - le persone che compongono il proprio Gruppo, Associazione, Scuola e Stile di pratica.

Quindi quando qualcuno mi chiede se conosco qualcuno a Parigi per praticare Aikido, la riposta è SI, però:

- conosco alcuni praticanti dello stile Iwama

- conosco alcuni praticanti allievi di Tissier Shihan

- conosco Takeharu Noro, figlio di Noro Shihan, che pratica però Ki no Michi...

... ma sono 3 indirizzi molto differenti fra loro, a parità di "bontà" della peculiare proposta offerta... e che oltretutto credo si ignorino bellamente a vicenda.

Forse non a caso in oriente si utilizza il detto: "3 anni spesi a cercare un buon Insegnante, non sono 3 anni sprecati"!

Io comprendo bene che ci si rivolga ad una persona di fiducia o considerata "del mestiere" per avere consigli e chiarimenti... però non è sempre banalissima la proposta da fare, anche perché più si è "del mestiere" sul serio, più si capisce quanto potrebbe essere parziale ed anche deludente la risposta che si può offrire.

Ci sono persone che mi chiedono consigli su dove fare Aikido in luoghi nei quali conosco così bene l'aria che tira... che mi verrebbe da rispondergli: "Datti allo scopone scientifico, che è meglio per te!".

A questo punto, specie per un principiante... la strada sembra introvabile o - comunque - persa per sempre, però l'esperienza mi fa dire che così non è.

L'universo è un luogo molto più intelligente di quelle che gli si attribuirebbe, quindi - alla lunga - ciascuno trova esattamente quello che cerca: attenzione, non ho affermato che si trovi "ciò che gli sarà positivo nell'immediato"!

Infatti vedo Aikidoka (pure Insegnanti) pascolare intorno a luoghi sempre più o meno tossici dell'Aikido, altri andare di fiore in fiore per dire a loro stessi che stanno provando un po' tutto... ma in realtà utilizzando questo escamotage per non fare mai una scelta definitiva e consapevole.

Alcuni approdano a luoghi terribili e - propio GRAZIE a ciò - imparano a riconoscerli ed affrancarsene nel loro futuro... altri approdano apparentemente per caso a rare isole felici e, ad un certo punto, le abbandonano perché non si sono nemmeno resi conto del tesoro che hanno fin da subito dato per scontato.

Allora, in definitiva, possiamo dire che CHIUNQUE trova SEMPRE il corso di Aikido GIUSTO per sé, l'insegnante MIGLIORE per sé, anche se si trattasse di un pessimo Insegnante di Aikido: a volte è utile anche questo... perdere tempo dietro alle proprie proiezioni mentali, ai propri pregiudizi e condizionamenti.

Ho incontrato Insegnanti di Aikido che sul kamiza avevano la foto di Gesù e/o quella di Sai Baba accanto alla foto di O' Sensei... quelli che perdevano il tempo tutta la lezione a parlare della prossima cena sociale, quelli che ti facevano fare un tombino fisico inaudito... quelle che spiegavano troppo e quelli che non spiegavano nulla... quelli che praticavano in una topaia che però veicolava i valori di una reggia e quelli che praticavano in una reggia e che veicolavano i valori di una topaia.

Ho incontrato persone di grande esperienza, con alti gradi DAN, che l'avevano completamente messa a frutto, divenendo delle guide sicure per chi voleva affidarsi al loro supporto... così come completi idioti, convinti di essere qualcuno perché il loro diploma supponeva che fossero giunti a qualche forma di maestria della disciplina... o solo perché calpestavano il tatami da 40 anni.

Analogamente, ho incontrato giovani talentosi, che nonostante un'esperienza modica erano già in grado di ispirare il percorso altrui... e giovani arrivisti, pieni di ego, farsi largo come avessero già capito tutto loro.

Quanto conta allora l'esperienza? Il tempo che passa non è detto che venga utilizzato sempre al massimo del suo potenziale... o vissuto da tutti con analogo spessore.

Ho incontrato persona banali che venivano scioccamente confusi con illuminati o santi dai loro allievi... e persone così illuminate e sante, da essere prese per persone normali da chi stava loro intorno.

Se cerchi bene, troverai sempre un corso o un Insegnante che ti SPECCHIA chi sei in quel momento, così come qualcuno che ti SUPPORTERÀ (conscio o meno di ciò) a diventare ciò o chi desideri diventare... indipendentemente che ciò avvenga in modo piacevole, oppure obtorto collo.

Concludo quindi dicendo: chiedetemi pure un consiglio su dove andare a praticare, però non ve la prendete se le mie indicazioni sembreranno vaghe o poco soddisfacenti... tuttavia, non chiedetemi consigli per delegare la RESPONSABILITÀ delle vostre scelte... sarebbe veramente un peccato, lo dico per voi!


Marco Rubatto





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