Molti praticanti sostituiscono le Scuole di Scherma giapponese all'Aiki Ken, lo sappiamo quasi tutti molto bene e ne abbiamo parlato molte volte su queste pagine... forse proprio perché non hanno mai riflettuto a fondo (e/o non sono mai stati aiutati a farlo dai loro Maestri) sulla differenza abissale che esiste fra il "lavoro di spada" concepito tradizionalmente e quello che ha introdotto O' Sensei, in modo innovativo e peculiare.
La storia ci presenta due spadaccini, "uchitachi" (colui che attacca) ed "uketachi" (colui che riceve) ingaggiati in numerose forme di duello, che sono state anche codificate da pregevoli ed antiche Scuole di Kenjutsu (come [天真正伝香取神道流] Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū, [鹿島神流] Kashima Shin Ryū, solo per citare le 2 più famose...).Uno attacca, l'altro si difende... e dopo alcuni scambi, uno ha la meglio sull'altro.
Morihei Ueshiba ha riletto questa tradizione sotto una nuova luce, ed ha iniziato ad utilizzare la spada (di legno, in questo caso) in modo inedito, ovvero ponendosi in un atteggiamento NON-DUALE... che evita di basarsi su chi AGISCE per attaccare, e chi REAGISCE all'attacco...
... bensì due individui, dei quali il primo cerca di divenire UNO con l'altro, imparando così a muoversi in modo sincronico (e non conseguente) al proprio partner. L'attaccato si armonizza all'attaccante, e non viceversa.
In quest'ottica, prima ancora di codificare un "duello Aiki", sono stati creati alcuni esercizi che sviluppano SOLO questa capacità: armonizzarsi al partner, cogliendo intuitivamente la sua velocità, la profondità del suo attacco... cioè essendo in grado di interagire in modo consapevole con il [間合い] "maai", lo spazio/distanza-timing".Siamo quindi ora in una fase nella quale iniziamo ad avere un compagno FISICO con il quale praticare, a differenza di Ken Suburi, ma l'interazione è unicamente mirata a sviluppare la capacità di "andare insieme": diciamo che una persona che osserva uchitachi ed uketachi che interagiscono non dovrebbe essere in grado di cogliere chi dei due si muove per primo.
Dovrebbe vedere SOLO movimenti sincroni.
Questo aspetto per forza è anche contenuto nelle antiche Scuole di Scherma giapponese, poiché si tratta di un principio universale... tuttavia l'Aiki Ken lo focalizza in modo peculiare e specifico PRIMA di approcciarsi alle forme di duello codificato... proprio per porsi in modo alternativo rispetto alla dualità "attaccante-attaccato", "azione-reazione", vincente-perdente".
In tutto l'Aiki Ken se non c'è [合わせ] "awase" (armonizzazione) si può dire che non abbia senso la pratica, e quindi nemmeno la ripetizione a nastro di 10.000 varianti elaborate di duello codificato.Sono quindi stati sviluppati 4 esercizi di base, che permettono di includere questo aspetto fondamentale nella propria pratica; vediamoli uno ad uno...
MIGI NO AWASE: armonizzazione a destra
Uchitachi fa un semplice fendente frontale (shomenuchi), mettendo in movimento il primo suburi di ken; contemporaneamente a ciò, uketachi compie un analogo fendente frontale (shomenuchi), spostandosi però alla destra della linea di azione del partner (sei chu sen).
Quando si diventa capaci di prendere il ritmo dell'attaccante, chiederemo a questi di modificarlo in continuazione (es: 2 attacchi veloci, 1 lento, 2 medi, 3 veloci, 2 lenti, etc...), per vedere se siamo in grado di variare a nostra volta il nostro ritmo SENZA sapere prima quale velocità egli utilizzerà.
In questo modo sviluppiamo due differenti attitudini della mente, ovvero [無心] "mushin" (mente libera) e [残心] "zanshin" (mente pronta)... ovvero abbiamo la possibilità di lavorare su due principi che poi potremo utilizzare trasversalmente in tutto l'Aikido.
HIDARI NO AWASE: armonizzazione a sinistra
Uchitachi fa un semplice fendente frontale (shomenuchi), mettendo in movimento il primo suburi di ken; contemporaneamente a ciò, uketachi compie un analogo fendente frontale (shomenuchi), spostandosi questa volta però alla sinistra del sei chu sen.
Nuovamente, impariamo a prendere il ritmo dell'attaccante, specie quando questi inizia a variarlo in modo inaspettato e casuale... ma chiediamo al nostro corpo di eseguire nel mentre un movimento più elaborato del precedente.
GO NO AWASE: armonizzazione del 5 (5º suburi di ken)
Non vi è un numero minimo o massimo di ripetizioni: esse sono gestite in base allo spazio fisico che i praticanti hanno a disposizione; lo si utilizza tutto con uno praticante che attacca "all'andata" e quindi si "torna" indietro utilizzando lo stesso spazio a ruoli invertiti.
SHICI NO AWASE: armonizzazione del 7 (7º suburi di ken)
Uchitachi esegue una serie di fendenti laterali (yokomenuchi) a destra ed una serie di affondi (tsuki) a sinistra... mentre uketachi indietreggia armonizzandosi a queste due tipologie di attacchi in modo coerente e specifico a ciascuno di essi.
A differenza di go no awase, in questo esercizio l'attaccante impara a sferrare un colpo di punta ogni qual volta che uketachi tenta di abbassare il suo bokken sulla sua destra: quest'ultimo compie questo movimento per il desiderio di togliere di mezzo l'arma del compagno ed avere spazio libero per un attacco di risposta.
L'interazione diventa quindi più complessa, poiché uketachi NON si limita a deviare solo l'attacco che riceve... bensì sviluppa l'attitudine a rispondere ad esso (appunto provando ad abbassare l'arma di uchitachi sulla sua sinistra).
L'attaccante rimane in attesa di questa azione PRIMA di sferrare il colpo di punta, il che crea una sorta di "dialogo ritmico" fra i praticanti... intenti ad avere lo stesso timing, a mantenere inalterata la loro distanza reciproca, ma ANCHE di dipendere gli uni dagli altri durante l'azione.
ATTENZIONE
Negli ultimi 2 video (go no awase e shici no awase) avrete notato la possibilità di partire con l'allenamento detto "dankai teki ni", cioè "a livelli/step fra (sé e il) nemico"; questo rappresenta una modalità non direttamente legata a ciò che faceva il Fondatore, ma ideata da Morihiro Saito Sensei alla fine degli anni '80 per pure esigenze didattiche.In questa modalità i due praticanti NON si muovono insieme (e quindi l'uno non si armonizza all'attacco dell'atro), ma a step successivi: quando uno si muove, l'altro sta immobile (e viceversa); così facendo era possibile far sviluppare un movimento corretto anche ad un gran numero di persone contemporanee che non avevano esperienza precedente di Aiki Ken (la stessa modalità, anche detta "stop and go", si utilizza anche nell'Aiki Jo).
La pratica di armonizzazione vera e propria (awase) viene proposta una volta che il dankai teki ni riesce ad essere eseguito con un sufficiente livello di precisione.
PROGRESSIONE DIDATTICA
4 esercizi di base...1º - mi armonizzo al timing del compagno
2º - mi armonizzo al timing del compagno, ma compio un movimento più complesso con il corpo
3º - mi armonizzo al timing ed alla distanza del compagno, compiendo una serie di movimenti più complessi con il corpo
4º - mi armonizzo al timing ed alla distanza del compagno, compiendo una serie di movimenti più complessi con il corpo, instaurando una sorta di dialogo interattivo fra i praticanti.
Notate quanta cura è stata conferita all'aumentare graduale della difficoltà per i praticanti?
Questa si chiama "didattica", ovvero capacità di trasferire nozioni, anche complesse, a chi ancora non le possiede: tutto ciò non è così comune fra le Scuole tradizionali di Scherma giapponesi, che invece si basano più sul: "Fai così per 20 anni, poi, forse... un giorno capirai".
VARIANTI
Questi 4 esercizi di armonizzazione di base sono poi completati da una serie piuttosto grande di varianti (sul nostro canale YouTube ne troverete come minimo una trentina!), sulle quali però preferisco non fare menzione oggi: ci torneremo più avanti... quando questi concetti di base avranno avuto modo di sedimentare e di diventare facilmente esprimibili per molti di voi nella pratica sul tatami.
Un ultima riflessione...
Quando pratichiamo - anche con un partner - NON dobbiamo compiere il madornale errore di dare il via ad atteggiamenti dal sapore competitivo, anche solo a livello stealth: NON pratichiamo per "vincere" sull'altro o per diventare "migliori" dell'altro... lo facciamo per migliorare, competere e vincere contro noi stessi semmai, per avere dopo una versione migliore e più consapevole di chi eravamo prima del keiko.A questo proposito, durante la pandemia, quando al Dojo potevo andarci solo io... ho avuto l'occasione di incontrare il mio avversario più temibile e l'onore di combatterci: ho catturato questi istanti in quest'ultimo video per voi, buona visione!
Marco Rubatto
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