lunedì 1 maggio 2023

Aikido, il compromesso e la fine del contratto unilaterale

Abbiamo esplorato l'Aikido sotto molte prospettive in questi anni...

Una che però continua ad affascinarmi, interessarmi ed ispirarmi parecchio è la componente relazionale di questa disciplina.

Sono numerose le attività legate al movimento che consentono di approfondire la relazione, pensiamo - ad esempio - a tutti gli sport di squadra... tuttavia l'Aikido pare essere raro nel suo genere... in quanto questa relazione viene esplorata durante una condizione piuttosto avversa e specifica, cioè quella del CONFLITTO.

Ciò crea non pochi problemi e paradossi nella pratica:

- Tori ed uke sono d'accordo fra loro?

- Se si, allora dove starebbe il conflitto?

- Uke dovrebbe opporsi a tori e questi cercare una soluzione a questo conflitto?

- Se fosse così... è solo tori ad esercitarsi a risolvere qualcosa, o viene coinvolto pure uke in un processo di trasformazione?

Trovate voi le vostre risposte a queste domande, io mi limito a riflettere a voce alta su un aspetto che mi affascina moltissimo: l'ANALISI TRANSAZIONALE... ovvero la "scienza" degli scambi umani e dei contratti fra le persone.

I CONTRATTI sono strumenti utilizzati per normare una transazione fra 2 o più individui, mettendo nero su bianco diritti, doveri e responsabilità di ciascun firmatario di tale atto formale. In questo modo, una parte non può "svegliarsi" dal nulla e recriminare per sé ciò che non è stato esplicitamente menzionato in fase di stipula.

Pensiamo, ad esempio, alla compravendita di un bene immobile (la casa) o mobili registrati (l'automobile o la moto)... ci fa comodo che sia tutto scritto in modo dettagliato, PRIMA di apporre una nostra firma di approvazione al documento, vero?

Ecco, qui si esplicita il valore aggiunto della pratica della nostra disciplina: ci stiamo infatti abituando ad una società strabordante di contratti unilaterali da firmare, obtorto collo, in tutti gli ambiti.

Fino dal giorno della nascita in uno Stato moderno, il cittadino acquista diritti e doveri nei confronti del medesimo che non vengono minimamente decisi dal "sottoscrivente" del contratto: se nasci in Italia hai diritti e doveri di un italiano, se nasci in Israele invece hai diritti e doveri di un israeliano.

Nessuno chiede al bebè cosa ritiene giusto o equilibrato chiedere alla controparte (lo Stato), in proporzione a ciò che ha intenzione di offrire (l'individuo).

Si obietterà che un neonato non sarebbe comunque in grado di fare questa scelta nemmeno se questa fosse possibile e gli fosse proposta, e ciò risulta vero... ma non è che poi qualcuno di viene a proporre una revisione del contratto non appena mostri di essere in grado di intendere e di volere: oramai sei dentro... e ti tocca vivere da italiano fino a quando - eventualmente - non chiedi la cittadinanza israeliana...

Ma cambiare Stato non è comunque l'analogo di sottoscrivere un contratto paritario, è solo come cambiare contratto unilaterale con uno che ci sembra solo più favorevole... ci avevate mai pensato?

É come cambiare la Compagnia che ci fornisce luce e gas...

Quando uno vuole aprire un conto in banca o si rivolge ad un Operatore telefonico... ha la "libertà" di sottoscrivere o meno i fogli pre-compilati che sono stati predisposti per i futuri clienti, ma non ha alcun potere di deciderne il contenuto, nemmeno nella più piccola virgola.

Quando una Banca o un Operatore telefonico cambiano le loro impostazioni contrattuali, informano il cliente: se a questi non dovessero piacere è "libero" di andare altrove... ma non di avere una qualche forma di peso per ripristinare le condizioni precedenti che aveva sottoscritto.

La stessa cosa se acquistiamo un qualsiasi device tecnologico: è necessario accettare le policy del costruttore, o della dita di software altrimenti il prodotto nemmeno inizia a funzionare.

Siamo "liberi" di accettare tutto o di non avere un smartphone, in realtà: ovvero NON siamo liberi per nulla, specie se lo smartphone ci serve, ad esempio, per lavorare!

Beh, in questo senso l'Aikido potrebbe essere definito come "la FINE del contratto unilaterale" fra 2 o più individui, anche se questi sono impegnati in un conflitto.

Se uke dovesse firmare un contratto che dice: "Tu sei libero di attaccare come vuoi, ma sappi che se lo fai sarai portato al suolo con una leva articolare, che ti piaccia o meno, che ciò ti danneggi a qualche livello oppure no"... egli non sarebbe veramente libero di praticare, perché il 50% del suo tempo lo passa appunto nel ruolo di uke. Ed a chi piace poter essere prevaricato a prescindere da qualcun altro?

Questo sarebbe il contratto unilaterale che farebbe forse piacere a tori fargli firmare...

Al contrario, se tori dovesse firmare un contratto che dice: "Quando verrai attaccato, tu devi prima di tutto tutelare chi ti aggredirà, preservandolo in ogni modo possibile... pure a dispetto della tua stessa integrità psico-fisica", sicuri che questi sottoscriverebbe volentieri?

A chi piace rischiare a prescindere qualche osso o articolazione, firmando una cambiale in bianco in questo modo?

Questo sarebbe il contratto unilaterale che farebbe piacere ad uke fargli firmare...

Ecco l'Aikido è ciò che sta nel mezzo a questi due casi limite: quindi è sempre un contratto, ma non può essere unilaterale per definizione; dovrà tenere conto della necessità di uke di essere preservato (così potrà nuovamente attaccare e proseguire il suo prezioso lavoro), ma dovrà tenere conto pure del diritto all'integrità di tori... cioè dovrà prevedere che uke e tori si assumano entrambi parte della responsabilità di ciò che accadrà in seguito alle loro azioni reciproche.

E il contratto sarà siglabile solo se presenterà mutui vantaggi, sarà diverso da somma zero, e quindi di tipo win/win. Nessuno sottoscrive volentieri un contratto per essere solo dalla parte sfavorita, ovviamente... viene sempre cercata una forma di compromesso, che è vissuta come "vantaggiosa" a livello individuale.

Pure se noi ci stiamo abituando a farlo in continuazione con Enti e Compagnie nei confronti delle quali l'equilibrio di potere è completamente sbilanciato a nostro svantaggio... e più siamo malati e problematici, più iniziamo a credere che tutto ciò sia qualcosa di "normale".

L'Aikido quindi contribuisce a risvegliare in una società di dormienti la vera natura dell'individuo, ovvero di essere auto-determinato e parte dei processi decisionali che conducono a risultati di un certo tipo, piuttosto che di un altro... così come sprona l'individuo ad assumersi parte delle responsabilità delle azioni sia personali, che collettive che avvengono.

L'Aikido ci ri-proietta ad assumerci il nostro più autentico "potere personale" di sentirci una parte IMPORTANTE del tutto, una parte dalla quale NON è possibile prescindere, per quanto piccola: un minuscolo frammento che è in grado di far sentire l'onda lunga della propria presenza nell'equilibrio dell'intero universo. Altro che contratti unilaterali!

Al contrario invece della parte disumana di questi ultimi, l'Aikido richiede una flessibilità unica, nel sottoscrivere contratti continuamente variabili, ma il cui principio rimane immutabile... e che potrebbe essere espresso in: "Se io sono OK e tu sei OK, cosa possiamo fare insieme per continuare ad avere queste caratteristiche?".

E chi l'avrebbe mai detto che la ricerca di un compromesso utile a tutte le parti fosse una possibile forma assunta da una disciplina marziale di stampo tradizionale?

Marco Rubatto



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