lunedì 13 febbraio 2023

L'inutilità del Karate, il vaccino contro l'Infuencer e la Fedez nella Scienzah

Saprete ormai tutti che il 2 febbraio scorso il cosiddetto "influencer" Federico Leonardo Lucia ("Lucia" è il cognome), in arte Fedez, ha fatto un'uscita forse poco felice sul Karate e sulla sua presunta inutilità.

Il rapper ha spiegato nel podcast "Muschio Selvaggio" di essere una cintura blu di Karate, e che trovasse particolarmente inutili le "mossette goliardiche" ed i pugni che gli venivano fatti praticare in palestra: sua maestà 2º kyu si è espresso in merito all'utilità della disciplina che - evidentemente - non ha nemmeno ancora iniziato seriamente a studiare! (n.d.r.)

Si racconta che Gichin Funakoshi, fondatore dello Shotokan, abbia affermato in punto di morte come stesse iniziando a percepire meglio il suo tsuki... ma evidentemente deve essere stato un po' tardone, se uno come Fedez da cintura blu aveva già capito tutto sulla disciplina!

Ho preso però a prestito volentieri questo notevole esempio di boiata mediatica sulle arti marziali per fare qualche riflessione insieme...

Siamo abituati a provare un certo fascino per l'autorità - io non tanto, a dire il vero - ed a rispettare ciò che viene affermato da una fonte ritenuta autorevole o - perlomeno - che mostra di avere un certo seguito.

Fedez è definito un "influencer", ovvero uno che è in grado di "influenzare" determinate dinamiche della società, per via dei suoi numerosissimi giovani followers. Un influencer sembra una persona che conta, il cui parere quindi è importante a sua volta... e già questo mi pare un paradosso del pensiero contemporaneo: dal mio punto di vista, un pensiero è di valore indipendentemente da chi lo esprime, sia che si tratti di una persona in vista, sia di un contadino nel suo capanno sulle montagne del Nepal.

Lo stesso dicasi per le boiate: se uno in vista ne dice una, ciò non la rende meno idiota. Fosse pure il Papa o il Presidente degli Stati Uniti... anzi in questi casi sarebbe grave il triplo, proprio perché essi muovono precise responsabilità nei confronti delle masse.

In questo caso però lo strafalcione sul Karate non arriva nemmeno da un esperto della disciplina, ma da uno che avrà smesso di frequentare qualche Dojo prima di coglierne le potenzialità, sempre ammesso che avesse un Insegnante degno di tale nome (su questo non so nulla, però).

La sparate arriva tuttavia da uno che pare possa avere piglio sul prossimo, specie sui giovani... comprendete la responsabilità che muove? Lui forse "influenza" pure... ma noi arriviamo da quasi 3 anni che sull'influenza avremmo dovuto avere imparato qualcosa un po' tutti.

Le "influenze" sono causate da virus, alcuni più pericolosi, altri meno... ma per 3 anni c'è stato detto in tutti i modi di fare del nostro meglio per non prendere virus, per non farci contagiare e non contagiare il prossimo.

Distanziamenti, mascherine, vaccini... chi più ne ha, più ne metta: "I virus sono i nemici dell'umanità", ci ha detto la scienza!

Che poi non era proprio la scienza, a fare bene attenzione... ma piuttosto la cosiddetta scienzah con l'H finale, perché ci è stato chiesto di "crederle", senza se e senza ma. Dovevamo fare, insomma, un atto di "Fedez"!

Peccato però che la scienza (senza la H) non funzioni per atti di fede, ma su esperimenti e prove fattuali ripetibili. Gli si è attaccata perciò l'H da quando ha richiesto di diventare una nuova religione.

Quindi, ricapitolando, abbiamo diktat differenti: "Non farti influenzare", se si tratta del corpo... e "Fatti pure influenzare", se si tratta di abitudini sociali (discutibilissime, fra l'altro). Che strano!!!

Ma se stare lontani dai virus è un principio, dovrebbe essere valido sempre: sia per evitare di starnutire, sia per evitare che un rapper marzialmente principiante possa sparare le sua minkyate a 360º gradi su ciò che non conosce.

No, noi trattiamo questi due fenomeni in modo differente, segno che ci abbiamo capito ancora poco delle dinamiche che sottostanno ad entrambi: personalmente parlando farei esattamente l'opposto di quanto suggerito in entrambi i contesti...

Mi farei contagiare da un virus il prima possibile, innalzando contemporaneamente le difese immunitarie, perché diventi presto endemico e non rappresenti più un grosso pericolo per nessuno (me in primis)... e non mi farei influenzare dagli idioti che non sanno di cosa parlano, innalzando lo spirito critico e la mia cultura sull'argomento in questione.

Si, perché il vaccino contro la possibilità di essere influenzati dai pensieri altrui è proprio la cultura e la consapevolezza personale, basata sulle proprie esperienze.

Un 2º kyu, musicalmente parlando, potrebbe essere paragonato ad uno strimpellatore seriale che si sta ancora esercitando su solfeggio ed accordi. La mia conoscenza della musica da spartito è addirittura al di sotto di questo livello molto basic basic, ad esempio.

Ma con quale spocchia potrei andare da Fedez - che è un rapper professionista - a dire che siccome mi sono rotto le scatole di strimpellare gli accordi... allora tutta LA MUSICA deve essere inutile?

Non gli risulterei forse un tot borioso ed arrogante?
Ecco, la stessa cosa lui risulta a me, che sto dedicando l'intera vita alle arti marziali.

Viviamo però in una società paradossale, ove il meglio ed il peggio coesistono simultaneamente... di solito il primo facendo tanto rumore, ed il secondo strisciando silenziosamente nell'ombra, quasi si dovesse vergognare di esserci..

Così ci sono ragazzi che praticano arti marziali, pure Karate, e lo fanno con estremo profitto per lo stessi... costruendo il proprio fisico e la propria personalità, e basando questo apprendimento su principi etici e filosofici profondi e radicati.

In futuro forse non saranno chiamati a utilizzare per la strada le "mossette goliardiche" che hanno appreso al Dojo, proprio perché ne avranno compreso il contenuto non banale; per l'Aikido so almeno essere così, perché lo riscontro tutti i giorni nei miei allievi, da 4 a 70 anni.

Però una settimana più tardi della sparata di Fedez, mentre sua moglie vestita con una radiografia andava a San Remo a leggere la letterina scritta alla se stessa bambina... abbiamo avuto un secondo puntuale esempio distopico pubblico di "influenza": un altro cantante - Blanco - ha sfasciato in diretta la scenografia dell'Ariston perché un problema tecnico non gli avrebbe fatto sentire la sua voce in cuffia.

Un problema che lo avrebbe fatto sbroccare: alcuni hanno subito ipotizzato fosse una gag preparata, in un mondo che non lascia una virgola al caso... ma sia che si tratti di un atto spontaneo, sia che fosse una cosa preparata... ha dato un'immagine schifosa a quasi 11.000.000 di persone che lo stavano guardando.

Il messaggio che passa è che se hai un raptus "ci sta... meglio lasciarlo sfogare, se ti fa divertire... spacca tutto che in fondo è ok!".

Non essendo che un ospite della kermesse, non è stata fatta alcuna squalifica per un comportamento pubblico così grave (se fosse veramente tutto concordato, sarebbe grave il triplo!).. però il conduttore Amadeus ha già fatto sapere che non se la sente di scomunicarlo dal palco di San Remo nelle annualità future, poiché "sembra un artista che ha sbagliato, che si è pentito ed ha chiesto scusa... e che ha ancora molto artisticamente da offrire".

Tutti a parlare di Fedez, tutti a parlare di Blanco... per le loro parole, i loro gesti: da queste cose vorremmo farci "influenzare"?

Ne approfitto allora per descrivere quindi un attimo il profilo psicologico di uno che pratica una disciplina di quelle che non servono a niente.

Una persona...

... determinata, disposta all'impegno ed al sacrificio, che non teme la frustrazione, centrata emotivamente... che coltiva se stessa attraverso l'utilizzo dello strumento più umile che possiede, il suo stesso corpo. 

... che per farlo, impara a fare scelte precise e rinunce precise.

... che non si fa troppo influenzare da cosa gli accade intorno, ma che cerca di esplorasi, alla ricerca di quel "nemico interiore" che è sempre in agguato per tendere trabocchetti, mettere il bastone in mezzo alle ruote... dare l'impressione di essere molto di più, o molto di meno, rispetto a ciò che si è realmente.

... che punta a conoscere se stessa, insomma, a sapere chi è e quindi ad utilizzare questa sua consapevolezza per servire la società in cui abita.

... che mira alla propria indipendenza, scoprendo le proprie potenzialità, provando a realizzarle in qualcosa di concreto... così come scoprendo i propri limiti, ed imparando a rispettarli.

... che si influenza da sola, e si cura da sola, in buona sostanza!

Un essere così forse non sarà interessato ad influenzare il prossimo, perché non è al prossimo che è rivolta la maggior parte della sua attenzione... ne forse che smanierebbe per andare a recitare un teatrino penoso su un palcoscenico in diretta TV, fosse anche per tutti i soldi del mondo, giacché la sua dignità vale sicuramente di più.

Un tizio insomma non proprio come sto Blanco, che dopo avere fatto un macello sul palcoscenico dell'Ariston ha dichiarato: "Non mi sentivo in cuffia, non sentivo la voce… La musica è la musica, volevo comunque divertirmi”.

"Divertimento" = "trasgressione" = "spacco tutto"... ma che non è da interdire troppo perché in futuro potrebbe offrirci nuovi preziosi simili neologismi: Una fonte indiscussa di valori fondamentali da veicolare nei giovani, a quanto pare!

Ma forse sarà stato qualcosa di catartico pure per lui, visto che tramite il suo profilo Instagram ha fatto arrivare a tutti questo messaggio: "Caro Ariston, mi hai visto fragile come un bimbo. E qui, dove mi hai insegnato a correre, sono caduto. Mi sono rotto la faccia e piango. Ma finalmente sono me stesso! Ti voglio bene, Ariston. Con tutta la mia follia, Blanco“.

C'è però anche gente che pratica discipline inutili, che insegnano che le nostre azioni si aprono e si chiudono con il rispetto, di sé e del prossimo... persino del proprio stesso avversario.

Di questi ragazzotti sicuramente talentuosi, ma altrettanto inconsapevoli ed ignoranti si parlerà ancora a lungo, poiché loro ed i loro managers sono indubbiamente cinture nere di marketing“Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”, ha fatto infatti dire Oscar Wilde al suo Dorian Gray.

Noi invece siamo più per il fare, e mentre il mondo sente l'esigenza di essere intrattenuto da pupazzi qualsiasi, andiamo a forgiare noi stessi, appassionati dalla sfida quotidiana di diventare oggi più di chi eravamo ieri, e domani più di chi siamo oggi.

E negli orari serali, mentre le persone normalmente sono con le gambe sotto la tavola o stravaccate sul divano a farsi imbottire la testa dal nulla televisivo più spinto... noi "purtroppo" siamo al Dojo!

Marco Rubatto 



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