lunedì 14 maggio 2018

L'Aikido nella VITA: chimera o possibilità alla portata di chiunque?

E andiamoci pure al Dojo ad imparare l'Aikido: li ci facciamo una super dose dell'arte dell'armonia, del rispetto, della disciplina, della connessione mente-corpo etc, etc, etc...

... solo che non viviamo sul tatami, ma in una società nella quale non è banale vivere secondo gli stessi principi.

"La vita è UN'ALTRA cosa": non lo avete sentito dire, o non lo avete pensato forse voi per primi, qualche volta?

Sul tatami tutti si impegnano, ma poi anche il nemico più agguerrito e l'uke più duro da abbattere infondo è tuo amico, e non desidera farti del male per davvero: "nella vita VERA però non è così"... "la fuori" si fa sul serio!!!

Quante volte avete ascoltato discorsi simili?

Qualche settimana fa, alcuni di noi stavano partecipando ad un seminar di Aikido in Piemonte, al quale un'allieva - in un momento di scambio - ha chiesto al Sensei: "É veramente possibile portare gli insegnamenti che impariamo qui nella vita di tutti i giorni?"

La sua risposta: "Dove altro vorresti portarli?".

Decidiamo noi la dignità da conferire ad un luogo: molti pensano che la palestra sia il luogo per scaricarsi, sfogarsi un po' e farsi scendere tutte quelle frustrazioni con le quali siamo costretti a convivere.

Non pensiamo che ciò sia sbagliato, ma solo che vederla così è un bel po' parziale e per noi abbiamo scelto qualcos'altro... cioè come qualsiasi individuo che abbia deciso di abbattere le barriere che astutamente alziamo tra "dentro e fuori".

Ma allora come si fa a postare un po' dei principi dell'Aikido nel quotidiano?!

I principi sono qualcosa di interno alle tecniche, ne abbiamo parlato già molte volte: prima ancora di chiederci come si fa a portare l'Aikido nel quotidiano, ci siamo mai chiesti se siamo capaci di farli emergere dalle nostre tecniche ALMENO quando siamo all'interno del Dojo?

Prima di far uscire dal Dojo un po' di Aikido, siamo disposti a farci entrare un po' di noi stessi?

In quale misura?

Quella del nostro corpo da far sudare e mettere sotto stress con leve e proiezioni? Solo quella?

Quella che ci permette di andare a lezione solo se non è il compleanno di nostra suocera, se non piove  e se non gioca la nostra squadra del cuore?

I conflitti e lo stress che viviamo nel quotidiano ci tocca COMPLETAMENTE, ossia ad ogni livello, dal fisico all'emotivo: siamo disposti a mettere sotto i riflettori e studiare ciascuno di essi mentre pratichiamo Aikido?

Siamo disposti a barattare la ricetta dell'armonia quotidiana, con quella dell'impegno?

Si, perché ci sembra che molti di coloro che sacramentano contro la difficoltà di rendere applicabili gli stupendi concetti che ci sentiamo raccontare dal Sensei o che leggiamo sui libri che riguardano il Fondatore... siano nulla di più che voyeur dell'Aikido...

... gente che spera di venire qualche ora a muovere le natiche sul tatami, quando ha voglia e quando si ricorda, e poi si stupisca di quanto sia difficile applicare tutto ciò ai conflitti che vive a casa, sul luogo di lavoro, con il partner o con gli amici.

Ma questi signori non hanno mai praticato Aikido, meno che mai tramite ad esso hanno praticato se stessi.

Il chiedere è coerente e proporzionale alla capacità di offrire: questa è una legge ben al di là delle dinamiche della nostra disciplina, e risulta semplicemente applicabile ad ogni contesto.

Di sicuro il chiedere - per la persona media - risulta più facile che dare: molti sono pronti a testimoniare che "loro nella vita hanno dato tutto, ma hanno ricevuto molto meno...", non è così?

Beh, se quel simpaticone dell'Aiki connetto Ueshiba avesse avuto ragione nel definire l'universo uno specchio, questa dinamica sarebbe di conseguenza impossibile.

Chiunque riceve ESATTAMENTE in proporzione di quanto da, se l'universo (il proprio universo) è un sistema chiuso.

Noi ci proviamo quindi a portare un po' dell'armonia dell'Aikido nel quotidiano... ma questa operazione funziona proporzionalmente a quanto è chiara l'intenzione e la volontà di ottenere dei risultati!

Se c'è una cosa che al momento ci pare che manchi NON è la possibilità di ottenere risultati nel quotidiano, quanto l'intenzione reale di farlo: bisogna essere disposti a mettere sul piatto della bilancia qualcosa a contropartita di ciò che desideriamo...

... Se vogliamo vivere un po' di Aiki fuori dal tatami, ciò che è necessario è diventare disponibili ad un cambiamento: molti crediamo che siano spaventati da ciò, quindi preferiscano raccontarsi la storiella che "è difficile"!

In effetti è più facile continuare a lamentarsi... ma di quelli che la pensano così ci interessa poco, francamente!

Non sono molti al momento i Docenti in grado di fornire agli allievi di strumenti chiari per lavorare su loro stessi e per vivificare il lavoro svolto in Dojo nel proprio quotidiano: non sono molti, ma CI SONO, quindi chi ha seria intenzione di avvantaggiarsene, li cerca... ed in fine li TROVA!

La tenacia con la quale siamo capaci di cercare ciò di cui abbiamo bisogno è proporzionale all'intenzione - oltre che al bisogno - di utilizzare poi ciò che troveremo per migliorarci la vita.

A questo proposito vi segnaliamo un'evento pressoché unico sul territorio italiano, per metodologie e contenuti: fra poco più di un mese (22,23 e 24 giugno 2018) si terrà nel nostro Dojo proprio un'evento dedicato a questo: "l'Aiki Nomad Seminar - Torino 2018 - il dono del conflitto"...

Ci sarà una 3 giorni i (venerdì sera, sabato e domenica mattina) dedicati allo studio ai principi dell'Aikido applicati al quotidiano: studieremo insieme quali "regali" sia in grado di farci un conflitto, se diveniamo così abili da saperli interpretare e metterli a frutto.

Studieremo come un problema si può trasformare in opportunità... ma vi avvisiamo: servirà ingaggio, più che voyeurismo!

Se siete interessati, scrivete alla ns. Redazione per avere info più dettagliate.

É possibile vivere i principi dell'Aikido nel quotidiano?

SI, è addirittura DOVEROSO, secondo noi... altrimenti è meglio piuttosto mettersi a fare qualcos'altro!!!



Nessun commento: