lunedì 6 novembre 2017

Nomenclatura comune: tecnica, principi, prospettive dell'Aikido

In Aikido è bene formarci un vocabolario condiviso rispetto agli argomenti dei quali discutiamo insieme, altrimenti il rischio è di parlare "lingue differenti", che tendono a fraintendersi ed a limitare così i possibili scambi proficui.

Per questa ragione e per agevolare una specifica nostra progettualità, spendiamo qualche parola quest'oggi per formalizzare alcuni concetti ai quali ci riferiremo in futuro, quando sarà necessario "essere comprensibili" in aree notevolmente importanti.

Parliamo quindi di 3 termini che costituiscono macro-aree di lavoro: la "TECNICA", i "PRINCIPI" e le "PROSPETTIVE" dell'Aikido.

Partiamo dalla TECNICA...

... possiamo definire "tecnica" tutta quell'insieme di gestualità fisiche che ci dice COSA fare e ci indica il modello migliore per raggiungere un certo risultato.

I modelli tecnici e didattici sono molti, ma TUTTI mirano a rendere particolarmente comprensibile un movimento o un frammento di esso.
Kotegaeshi è una tecnica, shihonage e koshinage pure...

La tecnica dell'Aikido ha caratteristiche peculiari importanti:

- può essere imparata per imitazione;

- può indicare il livello di bagaglio di un praticante;

- può essere più o meno corretta, inflazione della sua capacità di ricalcare il modello che ci viene mostrato;

- si suppone che un allievo esperto abbia avuto più modo di affinare gli aspetti tecnici, rispetto ad un principiante;

- appartiene ad un contesto piuttosto oggettivo;

- esistono scuole tecniche anche molto differenti fra loro;

- esistono differenti didattiche tecniche, che si prefiggono scopi anche molto diversi fra loro.

Storicamente in Aikido la tecnica ha costituito almeno il 90%, se non di più, del fulcro attorno al quale ruota una lezione ordinaria, o un seminar.

Ora parliamo invece dei PRINCIPI: essi in Aikido sono quegli elementi che collegano trasversalmente la propria pratica, quasi indipendentemente dalle tecniche utilizzata... o meglio, sono quelle caratteristiche comuni che sono contenute nelle varie tecniche.

Se le tecniche rappresentassero il "cosa" fare, i principi sarebbero il "COME" farlo al meglio.

Facciamo alcuni esempi di principi: fra essi abbiamo...

- la stabilità dell'equilibrio psicofisico (fudoshin);
- l'armonizzazione con il partner (awase);
- la scelta dello spazio/tempo di azione (ma-ai);
- la capacità di collegarsi all'energia del partner (ki no musubi);
- la capacità di fare fluire l'energia del partner (ki no nagare);
- le azioni portati dinnanzi a noi (omote);
- le azioni portare NON dinnanzi a noi (ura);
- le azioni che portano ad immobilizzare il partner (katame waza);
- le azioni che portano ad allontanare il partner mediante una proiezione (nage waza);
- il movimento spiraliforme (razen);
- la centralizzazione del movimento nell'hara;
- la capacità di sbilanciamento del partner (kuzushi);
- l'integrazione del movimento con la respirazione (kokyu);
- ...

"Ten-chi" (cielo-terra), ovvero la capacità di indirizzare il proprio movimento e quello del partner, allo stesso tempo, sia verso l'alto che verso il basso è un PRINCIPIO, poiché si ritrova sia in "ten-chi nage" (che è una tecnica specifica), che in ikkyo, sankyo, koshinage e numerose forme di kokyu nage (che sono ALTRE tecniche specifiche).

In generale, diciamo che ogni Scuola, didattica o stile di Aikido tende a rapportarsi con questi elementi per risultare efficace nei suoi intenti... ma, più in particolare, i principi:

- possono essere appresi solo parzialmente per imitazione, in quanto è necessaria una componente di esperienza personale diretta per comprenderli e padroneggiarli a fondo;

- iniziano quindi a rivolgersi all'individualità del praticante, diventando quindi più soggettivi e meno oggettivi rispetto alle tecniche;

- se le tecniche fossero un processo di analisi, i principi sarebbero quello opposto, ovvero di "sintesi" della pratica;

- se le tecniche fossero una scatola, i principi sarebbero il suo contenuto;

- un principiante è in grado di percepire un principio esattamente come lo può fare un praticante più esperto, poiché stiamo parlando di "contenuti" non delle forme che li veicolano;

- i principi possono funzionare anche al di fuori dalle consuete forme tecniche, ma NON è valido il viceversa, ovvero le tecniche che non contengono un principio al loro interno appaiono dei meri esercizi ginnici eretici, fini a loro stessi;

A differenza delle tecniche, i principi sono COMUNI a differenti metodi didattici, poiché ciascuno di essi (come metodiche proprie) mira allo studio dei contenuti delle proprie "scatole tecniche"... e presto avremo molto da dirvi su questo tema.

Un uke NON sbilanciato non è qualcosa di positivo per alcun stile di Aikido; una distanza ed un timing inappropriati sono dannosi in qualsiasi contesto Aikidoistico vengano calati, e così via...

Infine... le PROSPETTIVE... sono le visioni che ci muovono all'azione, le motivazioni più intime e profonde che ci legano alla disciplina che pratichiamo.

Se le tecniche rappresentano il "cosa" fare, i principi il "come" ottenerlo al meglio... mentre le prospettive sono il "PERCHÈ" farlo, ovvero il motivo che sta a monte di ciascuna azione.

Le prospettive sono diverse e tutte legittime: c'è chi fa Aikido per mantenersi in salute, c'è chi lo fa per l'ambiente relazionale che lo permea, c'è chi pratica perché interessato alle discipline tradizionali giapponesi, chi desidera porre enfasi sugli aspetti legati alla difesa personale... e chi lo ritiene un ottimo percorso di crescita sia personale, che spirituale... chi cerca una disciplina che sia contemporaneamente sia fisica, che filosofica, etc.

Non esiste una prospettiva più valida di un'altra, anche perché le PROSPETTIVE sono:

- esclusivamente legate ad un fattore soggettivo e quindi personale;

- non possono essere fatte proprie dall'esterno, anche perché si caratterizzano dall'esprimere qualcosa di intimo, legato alle proprie convinzioni ed visioni della vita;

- un principiante possiede già delle prospettive dell'Aikido, ancora prima di iscriversi ad un corso, anzi esse sono proprio le motivazioni che la/lo spingono a farlo incamminare verso la pratica;

- se le tecniche fossero una scatola, i principi sarebbero il suo contenuto e le prospettive le pulsioni emotive che ci legano ad essa;

- se l'Aikido fosse un linguaggio, le tecniche sarebbero le sue sillabe, i principi i significati delle frasi e le prospettive i motivi che ci spingono al dialogo;

- è possibile avere prospettive affini alla filosofia dell'Aikido - paradossalmente - anche senza praticarlo su un tatami... così come è possibile praticarlo su un tatami SENZA avere prospettive affini a quelle del Fondatore (ad esempio: ego, volontà di predominio, desiderio di competizione con il prossimo, etc).

Tecniche, principi e prospettive divengono quindi 3 elementi importantissimi, poiché fra loro correlabili in diversi modi, dei quali vi offriamo una possibile rappresentazione nella seguente immagine:




E perche vi diciamo tutto ciò?

Semplicemente per poter fornire una "mappa del territorio" nel quale ci muoviamo insieme, nella pratica dell'Aikido, così come nel suo studio a 360º...

Fino ad ora l'Aikido è stato SOPRATTUTTO studiato a livello TECNICO: questo non è stato sicuramente un male, poiché ce n'era un gran bisogno... ma ciò ha anche portato una differenziazione naturale delle metodiche di insegnamento ed allenamento, che spesso NON agevolano la mutua comprensione fra le diverse Scuole ed Enti che ne patrocinano la pratica (sia a livello nazionale, che internazionale).

Crediamo che in un futuro (che è già parzialmente il nostro presente), l'Aikido verrà studiato molto più a livello dei suoi PRINCIPI e delle sue PROSPETTIVE: questo costituisce un'enorme cambiamento di paradigma ed anche prova di maturità per tutti i praticanti ed insegnanti.

A breve, daremo una dimostrazione pratica e concreta di tutto ciò, stay tuned quindi!!!

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