lunedì 18 febbraio 2013

Aikido, difesa personale ed il grande equivoco

Argomento caliente...

L'Aikido funziona bene come difesa personale?

E' possibile praticarlo per non farsi scippare il portafoglio o molestare da un malintenzionato?

C'è chi giurerebbe di SI senza pensarci due volte e chi prende tempo senza rispondere... e noi stessi per anni siamo stati ottenebrati da domande simili alle quali non era facile caso per caso, dare risposte chiare ed univoche.

Ora questo limbo è finito e di seguito vi diamo la NOSTRA ricetta in merito, sicuramente non affermando che sia la migliore, l'unica o quella più corretta... ma solo la NOSTRA, alla quale oggi siamo soddisfatti di essere pervenuti.

Probabilmente dopo 10 anni di sudore, passione ed impegno l'Aikido potrebbe effettivamente anche funzionare come "difesa personale"... nel senso che arriva il "cattivone" di turno, che prova a farti fesso... e tu con "una mossa di Arti Marziali" lo sistemi, così poi sul giornale locale il giorno dopo si legge un trafiletto tipo: "Vecchietto/a sventa rapina in Banca a suon di Kotegaeshi!"

E forse anche possibile interessarsi di questo genere di disciplina poiché è nello stereotipo comune credere di appartenere ad una società che pullula di rischi sulla sicurezza personale, quindi il babbano medio pensa: "Vado lì, così mi insegnano a DIFENDERMI!".

Il problema sta nel fatto che tutto potrebbe ruotare intorno ad un grande equivoco, che un Insegnante di Aikido dovrebbe - secondo noi - provare a sciogliere, anziché fomentare...

NON C'E' PROPRIO NESSUNO DAL QUALE DIFENDERSI, quindi non è tecnicamente possibile insegnare AUTO-difesa, a meno che con questa non s'intenda l'Arte di difendersi da SE STESSI!

Questo lo ha affermato implicitamente ed esplicitamente il Fondatore, Morihei Ueshiba... così come santi, saggi e mistici di ogni latitudine e tradizione... e così come ora lo affermiamo noi dal basso della nostra umile esperienza: quindi come mai SEMBRA che ci sia così tanto pericolo, e quindi così tanta ESIGENZA di erigere barriere difensive fra noi e gli eventuali "cattivoni"?

Il problema sta nel fatto che fin da piccoli siamo abituati a vedere il mondo in modo esclusivamente "duale": c'è il dì e la notte, il maschio e la femmina, l'alto ed il basso... e quindi ci sarà anche per forza "il buono ed il cattivo"... e, guarda caso, tendiamo sempre a sentirci di impersonare il penultimo personaggio e di avere perciò qualcosa da temere dall'ultimo!

Queste suddivisioni e definizioni non sono sicuramente sbagliate (la vita effettivamente le prevede): il problema forse è che sono PARZIALI.

"Est" ed "ovest" sono due punti di vista più che due direzioni divergenti... infatti continuando ad andare ad est, dopo un po' ci si trova ad ovest!
Ed anche caldo e freddo sono un'aspetto duale parecchio relativo: quando abbiamo la febbre la temperatura SALE, ma noi abbiamo FREDDO... mentre quando ci CONGELIAMO una mano nella neve, poi la mano SCOTTA...

Maschi e femmine sono effettivamente due "polarità" distinte ma costituiscono una stessa razza, quella umana, ed anche dì e notte formano indissolubilmente il giorno di 24 ore.

Prendete una matita e tenetela puntata in direzione del vostro naso: ora fatela girare in senso orario. Lo avete fatto?
Sicuri che quella giri in senso orario?

Bene, un vostro interlocutore posto davanti a voi, la vedrebbe girare in senso ANTI-ORARIO!

Dall'I-Ching in poi, i trattati che spiegano le trasformazioni del Tao si sono sprecati!

Ma ancora vogliamo credere che ci sia veramente un qualcuno "la fuori", in grado di danneggiarci, anche senza che noi desideriamo prendere parte ad un simile teatrino...

Addirittura la moderna fisica olografica di Bohm parla esattamente di come l'universo non sia altro che una proiezione olografica che contiene tutte e solo le informazioni che in esso vengono "specchiate".

Ma se così fosse, "watashi wa uchiuu desu" ("io sono l'Universo") più volte dichiarato da O' Sensei non sarebbe altro che una presa di consapevolezza esperienziale di questo fatto: non esiste altra cosa che l'universo e siccome ciascuno di noi ne è parte, esso è interamente contenuto in noi e noi in lui, esattamente come un ologramma contiene tutte le informazioni dei raggi che lo creano.

Un modo bizzarro di dire "tutto è UNO" (trattato scritto da Michael Talbot nel 1991, sul quale vale la pena spendere un po' della propria lettura...).

Il detto ermetico "Come in alto, così in basso" non sarebbe altro che un ennesima espressione per dire la stessa cosa.

Ma perché questo potrebbe essere così importante per noi?
Non di certo per inutili speculazioni filosofiche...

La questione è che, proprio come dice O' Sensei, che nessuno potrebbe sognare di sfidare, né tanto meno di battere l'intero Universo... anche perché ciò significherebbe sfidare e battere inanzi tutto se stessi!

Sicuramente la maggioranza delle persone non sono giunte a questo livello di comprensione della realtà ed ancora si trovano nella falsa impressione di un mondo "separato", nel quale "se vinci su di me, tu starai meglio ed io peggio".

Ma questo si tratta solo di un misundertanding di fondo, legato al fatto che fra "io" e "tu" non esiste di fatto una separazione così netta.

Gli Stati Uniti fanno una missione di pace armata in Afganistan: "IO vengo da TE e ti insegno A FORZA come si fa la PACE (e già che ci sono governo un po' meglio il petrolio)": è come se "la mano destra" fosse armata con una pistola e sparasse "alla mano sinistra".

Dopo lo sparo, una risulterebbe tronfia, l'altra bucata: ma sarebbe l'essere che le possiede entrambe a soffrire, poiché non sono due realtà indipendenti, ma legate in modo profondo, sebbene magari poco evidente a chi spara o a chi viene colpito.

USA ed Afganistan sono sullo stesso pianeta, uno stesso sistema olistico.

Questo non riduce l'entità del danno che le parti del tutto sono in grado di farsi fra loro: ma smettiamo di crederle effettivamente parti distinte in grado di contrapporsi!

Non accade diversamente a chi volesse rapinarci/molestarci: va a sapere nella vita di quella persona quali esperienze l'avranno fatta propendere ed investire su un atto di disonestà/violenza.

Cedere al suo volere è senza dubbio qualcosa di non desiderabile, né coerente... ma ciò non ci autorizza a dipingere come un "mostro" una stessa parte di noi che è al momento convinta di essere SOLA ed indipendente.

Più cercheremo di crearci una corazza con la quale rimarcare la nostra separazione da una simile persona/evento, più - di fatto - la autorizzeremo a credere nell'incubo che sta sognando, poiché egli troverà una resistenza alla quale contrapporsi.

Probabilmente questo è l'esatto scopo del suo agire: trovare la resistenza che gli consenta di "percepirsi vivo" e legittimato proprio perché contro la superficie del nostro corpo o il profondo della nostra volontà!

I corsi di "difesa personale" servirebbero nel momento in cui ci fossero veramente persone diverse al mondo, e ciò ci porta al paradosso che appare proprio che sia così se non teniamo conto di tutto quanto avremmo dovuto imparare da chi ha dato la vita per mostrare l'esistenza di questa "unione di fondo".

Non si tratta di buonismo o di propositi newageani, ma di comprendere come è costituita la realtà stessa.

Noi ed il nostro avversario calpestiamo lo stesso suolo, respiriamo la stessa aria: siamo più uniti di quanto le sue cattive intenzioni potrebbero farci inizialmente pensare... non sarà quindi una "mossa del XIV secolo" a farci uscire "vincitori", quanto piuttosto lo sciogliere quelle barriere che la società, talvolta le esperienze della vita CI e GLI hanno fatto tirare su.

Si tratta di svegliarlo dall'incubo che sta vivendo, nel quale in effetti gli sembra che rapinarci, violentarci o ingerire su di noi possa rappresentare una soluzione accettabile al suo problema... piuttosto che sterminarlo - e quindi di fatto essere violenti almeno quanto intendeva esserlo lui!

Questo non è facile, ma ecco perché pratichiamo Aikido.

ATTENZIONE, non affermiamo che il nostro esercitarci sia diretto a far prendere coscienza di qualcosa A QUALCUN ALTRO: tutt'altro... dobbiamo svegliare dai nostri torpori ed incubi noi stessi! (qualcun altro non esiste...)

Là fuori non ci sono più pericoli di quelli che la nostra coscienza non è in grado di creare.

Ma allora perché appare che la società sia di giorno in giorno più preda di raptus di follia incontrollati?

Perché "l'incubo" sta prendendo sempre più piede nelle persone, ma non perché di fatto ci sia più separazione o rischio: c'è forse più paura!

Non vedete i telegiornali?

Sembrano bollettini di guerra che quotidianamente ci tempestano mentre stiamo mangiando (NON A CASO A QUELL'ORA, nella quale ci mangiamo e beviamo anche tutte le castronerie che sparano!) e questo a che pro?

Semplice: frammentazione delle coscienze e quindi maggiore possibilità di controllo delle masse, più possibilità di accentrare un potere che in realtà ha già la data di scadenza, in quanto "innaturale".

E' una questione di convenienza, non di realtà, il fatto che ci dipingano il mondo in modo così negativo: va a finire che qualche sprovveduto inizierà a crederci e quindi si chiuderà in casa con un arsenale armato per "difendersi" dal mondo.

Sarebbe stato creato un potenziale psicopatico in più: ovvio che uno così viene a chiederci come "imparare a difendersi con le Arti Marziali".

Possiamo accettarlo fra le nostre fila, ma non perché egli veramente abbisogni di quello che ha chiesto, quanto perché si possa avere l'opportunità di fargli toccare esperienzialmente quanto egli abbia la testa piena di scemenze!

L'Aikido non appare certamente come una disciplina per tutti: la gente "normale" (brutto termine!) oggi NON HA TEMPO di impegnarsi in qualcosa di serio e profondo, che magari da risultati dopo anni... non ha capacità di attenzione, disciplina ed è abituata a bersi qualsiasi scemenza che gli si tenda a far credere... 

... ovvio che cercherà un "corso di difesa personale" in 10 lezioni e non il percorso di una vita di auto-conoscenza.

QUEST'ULTIMO NON E' PER NULLA SPONSORIZZATO DAI MEDIA: lo credete una coincidenza o ancora avete dubbi sul perché?

I praticanti di Arti Marziali del resto non guardano molta televisione, perché solitamente di giorno lavorano e di sera sono al Dojo a praticare: inutile investire su di loro, non sono pubblico in grado di comperare i prodotti della pubblicità... perché non la guardano e forse perché sono più capaci di altri al non credere a tutte quelle scemenze!

Molti corsi di "difesa personale" nascono in quanto si restringono le fila dei gruppi storici di praticanti ed i proprietari dei Dojo devono trovare nuovi introiti che servano a pagare affitto, luce e riscaldamento dei locali.

Probabilmente sanno loro stessi di vendere un po' di "fumo", ma lo fanno per questioni di mera sopravvivenza sulla piazza...

Un praticante ed Insegnante di Aikido però può fare della situazione attuale un'opportunità, oltre che la limitazione di un danno: se la gente viene e chiede "difesa personale", possiamo fingere di darne loro quanta ne vogliono, ma avendo prima ben presente che il nostro fine sarà farli riflettere sulla loro stessa concezione della vita, della società e di loro stessi... anziché puntare veramente ad insegnare la "tecnichina micidiale XYZ"!

Il canale di comunicazione è importante perché permette di avere un interlocutore: le persone disinformate quindi oggi vanno a caccia di soluzioni per imparare a DIFENDERSI DALLE PROPRIE PAURE...

... un esperto lo sa ed appena ne avrà l'occasione, senza che nessuno ne venga traumatizzato, "piegherà" il corso a questa esigenza, senza provare lui per primo a "farsi prendere dall'incubo" e a trasformare un cagasotto in Rambo!

Ogni metodo per far ciò è ben accetto - secondo noi - perché ora il fine è nobile e soprattutto più utile alla realtà per quello che essa è, basta tenere bene a mente ciò che si vuole realizzare attraverso il "corso di difesa personale" che si propone.

Volete vedere quanto è "forte" una persona?
Fate caso a quanto impegno adotta per proteggersi: se vedete una persona semplice che avanza sicura per la sua strada sembrando particolarmente vulnerabile... NON ANDATE ad attaccarci briga...

Deve avere così tanta conoscenza di sé e fiducia in se stessa da giudicare inutile ogni corazza, ogni inutile orpello: deve essere un vero Rambo nell'anima... questo è secondo noi l'obbiettivo di chiunque!

4 commenti:

Pasquale ha detto...

Bell'articolo Marco. Sono con te al 100%! Ma mi sembri molto più "oltre" della maggioranza degli "utenti", e temo anche di molti insegnanti. Ti propongo di leggere quello che ho scritto io in proposito sei hai voglia e pazienza, e soprattutto i commenti nella versione per Aikido Journal linkata in calce all'articolo.
Sono stato assalito da aikidoka ancora pieni, pienissimi di paura, tanto che ritengono che uno con le mie idee non dovrebbe neanche insegnare aikido...

Shurendo ha detto...

Personalmente parlando, il fatto che tu la pensi come esposto nell'articolo che hai citato (che ho letto interamente, interventi su AJ connessi) credo sia la miglio ragione per la quale tu DEVI insegnare Aikido. La storia farà il resto, a noi viene solo richiesto di manifestare ciò in cui crediamo, rendendolo evidente nelle nostre azioni, O' Sensei non ha fatto diversamente...
A presto

Marco

Marco-san ha detto...

Noni condivido assolutamente, le riflessioni sul pacifismo e l armonia del cosmo sono la conseguenza di una vita di pratica marziale dura e severa di ueshiiba, altroché. Non si può partire dalla fine saltando a piè pari tutto ciò che c e stato prima...troppo comodo!: durante la pratica si deve costantemente guardare all efficacia di ciò che si sta facendo, la filosofia e la spiritualità semmai verranno dopo

Fudo ha detto...

Un mio personale post in merito a quanto in oggeto:

https://www.facebook.com/notes/fudoyama-aikido/aikido-difesa-personale-/424870344288636