lunedì 23 aprile 2012

Quando O' Sensei indica l'Aiki, lo stolto guarda l'hanmi

Ci troviamo a vivere sicuramente in un periodo a dir poco particolare all'interno della comunità Aikidoistica mondiale... e di riflesso, anche in quella italiana.

Probabilmente, dovremmo ritenerci fortunati ad avere la possibilità di toccare con mano ed offrire il nostro personale contributo ad un epoca così complessa, ricca di conflittualità e contrasti, ma anche rigogliosa di opportunità mai viste prima!

Ci riferiamo, in particolare, a tre diversi "livelli" della pratica: nello specifico a ciò che riguarda "la tecnica", ai "principi" in essa contenuti... e - IN FINE - a tutto ciò che attiene alle "prospettive" con le quali pratichiamo.


Abbiamo scritto "in fine", poiché solitamente in campo Aikidoistico, si considera prioritario, più basilare e fondamentale lo studio tecnico... che consente poi... in un secondo tempo, di comprendere i principi contenuti in esso, per poi - EVENTUALMENTE - sviluppare prospettive profonde con le quali portare aventi il nostro cammino nell'Aikido.

Abbiamo scritto "eventualmente", poiché non è stato per nulla scontato che praticanti e Maestri anche molto datati nella pratica ed insegnamento siano in effetti giunti a farsi domande sensate e profonde in merito alla loro pratica... e soprattutto, siano stati quindi in grado di fornire a loro stessi altrettanto valide e profonde risposte!

Molti, in questo percorso che va "dal solido", "al sottile, impercettibile"... al filosofico... sono rimasti impigliati in qualche non meglio precisato luogo di loro stessi, dei loro tatami e delle loro Organizzazioni.

Interesante!
O' Sensei, sovente nei suoi scritti, si riferiva all'Aikido come a qualcosa non di certo creato per assecondare questa molto umana debolezza e possibilità!

Egli scriveva e parlava dell'Aikido come di qualcosa in grado di "mettere insieme" ciò che prima d'ora era diviso... affratellare e rendere capace di integrazione una "famiglia di individui" - l'umanità -: allora osserviamo se a meno di cinquant'anni dalla sua scomparsa, il suo sogno è in procinto di realizzarsi o meno...

MANCO PER NIENTE, ci verrebbe da dire!


L'Aikido, che unisci tutti per filosofie ed ideali, in realtà è divenuto un'ulteriore elemento di separazione fra i vari gruppi che affermano di vivere questi ideali e di volerli divulgare ai poveretti che non hanno ancora bevuto da una così dissetante fonte!

C'è chi dice che "il VERO Aikido" si fa "così", altri che affermano che si fa "cosà"... ed intanto quasi tutti discordano con chi è dissimile e cercano di convertire o fare la guerra a chi si rifiuta un'omologazione che sente stretta.

Ma a sbagliare sono sempre gli altri "che non hanno ancora capito"... mai noi stessi, a poter anche cambiare un punto di vista spesso stantio e logoro, naturalmente!

Ci siamo chiesti: "di cosa è sinonimo questo"?


Ci siamo risposti: "di un particolare tipo di fraintendimento generale rispetto a ciò che realmente conta degli insegnamenti del Fondatore... una perdita di vista di ciò che egli considerava prioritario"!

Un'incomprensione tipo quella nata dal saggio che indicava la luna, mentre lo stolto guardava il suo dito...

Ma questo è comprensibile, poiché il misunderstanding può essere giunto dal considerare prioritaria la parte più fisica della nostra Arte, anziché le prospettive con le quali ci si approccia ad essa ed i perché profondi per i quali si pratica!

Che dal solido, si passi al fluido e quindi al sottile... è cosa ben risaputa, ma controlliamo un po' se le cosa in natura stanno sempre così...

STEP 1: Ci innamoriamo: ci piace quella ragazza o quel ragazzo laggiù in fondo...

STEP 2: Lo osserviamo da lontano, probabilmente senza che lei (o lui) nemmeno sappiano della nostra esistenza. La/lo sentiamo parlare con gli altri, osserviamo i suoi modi di atteggiarsi e di muoverci... si ci piace proprio un casino!

STEP 3: Come poterla/lo rivedere ancora una volta!?!
Ci si deve ingegnare, capendo quali sono le sue abitudini, le persone che frequenta... in modo tale da capitare "CASUALMENTE" di nuovo lì, magari in modo tale da essere notati/notate!

STEP 4: Ora sappiamo tutto di lei/lui, ma è il caso di uscire fuori dall'ombra... fare un primo passo, "abbordare la preda"... altrimenti la nostra passione rimarrà per sempre qualcosa di platonico.
Urge avere il suo numero di telefono, il contatto Facebook... e-mail, indirizzo o quant'altro!

A quel punto si incomincia ad ordire una vera e propria "strategia di approccio", che ci consente di diventare attori protagonisti della nostra dichiarazione di simpatia, o d'amore...

STEP 5: Stiamo da mesi bene in compagnia di lei/lui, il rapporto va a gonfie vele... tanto da non bastare più, da sentire l'esigenza di farlo evolvere da entrambe i lati in qualcosa di più solido e stabile...
Ma questo spalanca all'orizzonte molti nuovi problemi: avere un lavoro in grado di sostenere un nucleo, trovare casa insieme, scegliere un tipo di cerimonia per ufficializzare l'unione.

Nel processo appena illustrato, se avete fatto caso, PRIMA sono venute le PROSPETTIVE che ci hanno fatto muovere - l'interesse verso l'altra persona - e POI sono venute le strategie o TECNICHE per realizzare i nostri piani con essa.

Ora vi mostriamo come tradizionalmente avrebbe fatto a risolvere lo stesso problema un Aikidoka: si sarebbe sistemato nel suo Dojo a provare ogni tipo di tecnica per chiedere il numero di telefono della persona che reputava interessante...

- il caso in cui lei/lui è ferma/o al semaforo;
- il caso in cui è ferma/o al semaforo ma è distratta/o perché parla al telefono;
- il caso in cui volessimo "abbordare" sul bus;
- il caso in cui volessimo abbordare alla fermata del bus... qualche secondo prima che esso arrivi;
- il caso in cui volessimo abbordare alla fermata del bus... appena dopo che la persona in questione lo ha perso (e sia di conseguenza notevolmente incavolata!);
- ...

etc, etc, etc...

Una volta a casa, avrebbe controllato sul Web cosa dicono i Blog ed i Forum in merito alle tecniche di approccio studiate nella sua Scuola, e non avrebbe mancato di criticare ferocemente "stili" differenti da quelli che gli sono stati insegnati... considerandoli irrealistici o meno efficaci!

Poi solitamente si sarebbe attaccato a YouTube a per vedere i filmati dei grandi Maestri di approccio del passato, sospirando come non esistono più tali esperti ai nostri giorni, e rimandando come oggi non ci sia serietà dietro a questo tipo di studio.

Mettersi nel Dojo e studiare per anni ogni minima possibilità per strappare un numero di telefono ad un eventuale persona di nostro interesse... e ripetere gli esercizi fino a quando non li si fa con la fluidità necessaria a fare bella figura con chi potrebbe diventare il ns. futuro partner...

... mentre fuori dalla porta il mondo intero si incontra, si conosce... e se si piace, copula come un riccio!!!

Ma ripetiamo pure questi esercizi fino a quando non ci sentiamo sicuri e pronti ad uscire per la strada a cercare questa tanto attesa situazione: però quando saremo VERAMENTE pronti e certi di non fare brutte figure?!

Meglio altri due mesi/anni/decenni di prove al Dojo, non vorremmo mai inciamparci con la lingua in fase di dichiarazione!

In un simile bizzarro tentativo di risolvere il problema, saremmo partiti dalla TECNICA, per poi giungere al PRINCIPIO e quindi alla realizzazione della PROSPETTIVA per la quale siamo entrati nel Dojo: avere strumenti di abbordaggio che funzionano.

Peccato che le cose in realtà non funzionino esattamente così!


Talvolta le prospettive secondo le quali ci muoviamo e la determinazione con la quale lo facciamo, sono in grado da sole di influenzare moltissimo la qualità del nostro risultato, anche senza sapere ancora assolutamente nulla sulla tecnica migliore per ottenerlo!

Così, mentre fuori dal Dojo ragazzi e ragazze normalmente si incontrano, si conoscono e si innamorano... la comunità dell'Aikido spende ancora molto tempo per litigare intestinamente... e  discutere quale sia la tecnica o la didattica migliore di "abbordaggio" in caso X o caso Y!

Poi ci lamentiamo se le persone fuori dal nostro giro non sempre sono così interessate ad entrare a farne parte!
Dal loro punto di vista, perché entrare nel tunnel di quegli "ottenebrati dell'amore"... meglio viverlo e basta...

... e come dare loro torto!

Per entrambi (i ragazzi fuori dal Dojo e gli Aikidoka "parto dal duro e arrivo al filosofico") le prospettive sono quelle dell'incontro, dell'unione e della felicità, ma la priorità con la quale essa viene ottenuta e gli strumenti che si utilizzano a questo fine sono opposti e quindi apparentemente poco conciliabili.

Ma la vita è fatta di TUTTO: se anche volessimo dichiararci ed avessimo tutto il coraggio per farlo, ma ci mancassero poche parole appropriate, richiedemmo di far fallire tutto... così come se passassimo tuta la vita davanti ad uno specchio a provare la più incantevole delle poesie d'amore, senza metterci mai realmente in gioco!

Quindi i processi che vanno dalla TECNICA ai PRINCIPI, alle PROSPETTIVE... e che da esse tornano ai PRINCIPI ed alle TECNICHE sono completamente interscambiabili e si supportano a vicenda!


Il problema forse si presenta se si vuole essere fondamentalisti di una direzione specifica, anziché dell'altra...


Ma nuovamente... O' Sensei parlava chiaro in merito a ciò, possibile che non lo si sia ascoltato mai a dovere?!


Con tutta questa gente interessata al suo "VERO Aikido"!?! ... E' paradossale!

"Nel vero Budo non ci sono nemici.
Il vero Budo è una funzione dell'amore.
La Via del Guerriero non è distruggere e uccidere, ma nutrire la vita"
... rimandava un certo Morihei Ueshiba

Non ci sono NEMICI?
Ma quante volte abbiamo sentito ripetere, e anche da Insegnanti di altissimo rango:"se stai con quello laggiù (che è un Aiki-stronzo)... allora non puoi stare con me!"

Ma questo è considerare NEMICO qualcuno (quello di turno considerato Aiki-stronzo, appunto!): sarebbe molto più aderente all'insegnamento del Fondatore, in questi casi, chiedere: "dimmi come fai a collaborare con quello là, io non lo sopporto e non ne sono capace... mi insegni?"


Non siamo chiamati ad essere d'accordo con tutti, solo vivere e lasciar vivere... senza etichettare come appestati coloro che non la pensano come noi e chi vuole stare loro intorno: è così difficile per un Aikidoka, il Guerriero della Pace?


"Nutrire la vita"?!
Cosa significa?!... Quand'è stata l'ultima volta che con una nostra azione abbiamo avuto l'impressione di "nutrire la vita"?


Se la nostra esperienza in Aikido è grande... e non ce ne ricordiamo - o è passato un pezzo - forse è segno che non abbiamo ancora colto nel segno della disciplina che ABBIAMO CREDUTO di praticare, ma che in realtà non conosciamo così nell'essenza!


E questa è solo una frase di O' Sensei... di moltissime che si potrebbero citare...

"Appena vi preoccupate per il 'buono' ed il 'cattivo' dei vostri simili, si crea un'apertura nel vostro cuore che consente alla malizia di entrare. Giudicare, entrare in competizione e criticare gli altri vi indebolisce e vi porta alla sconfitta"


Quindi in Aikido sarebbe veramente meglio non criticare il prossimo? Ma davvero!?


"Ogni Maestro, a prescindere dell'epoca o dal luogo, sentì la chiamata ed ha raggiunto l'armonia con il cielo e la terra. Ci sono molti sentieri che conducono alla cima del monte Fuji, ma c'è solo un vertice, l'amore"


Non c'è un "giusto" ed uno "sbagliato", ma solamente punti di vista differenti che spesso mirano ad un fine comune? Rivoluzionario...!


"L'economia è la base della società. Quando l'economia è stabile, la società si sviluppa. L'economia ideale unisce lo spirituale ed il materiale, e le migliori materie prime per il commercio sono la sincerità e l'amore".


"Il ruolo dell'umanità è quello di adempiere il suo mandato dal cielo, attraverso un cuore sincero che è in armonia con tutto il creato e ama tutte le cose"


"Sincerità": ne ha parlava O' Sensei ancor prima di Arisa!!!!


"Il progresso viene per coloro che si allenano di continuo; fare affidamento su tecniche segrete non vi condurrà da nessuna parte"

Hopss!... non abbiamo trovato così tanti riferimenti TECNICI su come fare kotegaeshi, o iriminage!


Che il Fondatore cercasse, in qualche modo di "depistare" i buoni ricercatori del suo "vero" Aikido?
Dopotutto, se questi "buoni principi etici" fossero realmente solo una conseguenza di una buona pratica tecnica... perché perdere così tanto fiato su di essi?!

Non sarà che questa cosa delle PROSPETTIVE, ad un certo punto, divenne più importante per O' Sensei rispetto alle modalità di attuazione (le TECNICHE) che scegliamo per incarnarle... già che parlava quasi solo di quelle?

Non è importante determinarlo univocamente ora, sicuramente questa preponderanza di punti di vista più filosofici che altro ci ha colpito... e costatiamo come non coincida con l'attuale visione Aikidoistica del Mondo, molto più scissa dalle minuzie sul "come" che accomunata dai forti ideali dei "perché"...

Noi siamo solo qui a non voler confondere "la luna con il dito", e quindi questa riflessione ci risultava essenziale per prendere più distanza possibile da questo fraintendimento di fondo.

Praticare un buon Aikido (magari non il migliore di tutti, ci accontentiamo che sia "buono"), che preveda PROSPETTIVE e motivazioni sagge, che contenga PRINCIPI saldi, e che si manifesti in TECNICHE degne di essi... crediamo che è e sarà sempre desiderio di ciascuno di noi!

3 commenti:

marocu ha detto...

Il progresso viene per coloro che si allenano di continuo...

Questo è il segreto per come l'ho capito io.
L'altro segreto(sempre dal mio punto di vista) è : praticare per unire, per conoscere. Ma per far questo devo praticare con chi non conosco, con chi non "parla" la mia stessa lingua/disciplina.
E forse tante diatribe sparirebbero, per lasciare solo spazio alla sperimentazione e all'allenamento.
La nostra è una disciplina "fisica" e quindi solo fisicamente possiamo dare e ricevere risposte.
Vi linko un post non di Aikido che credo sia interessante all'argomento trattato.

http://maxbjj.blogspot.it/2012/04/il-jiu-jitsu-e-una-via-senza-fine.html

La mia esperienza(è la sola cosa che posso dare) è che ho compreso più l'Aikido cercando di praticarlo in altre discipline, che in centinaia di stage. Come ho imparato la "filosofia" dell'Aikido di più praticando sport, che leggendo centinaia di articoli di "settore" anche se scritti bene e da validissimi aikidoka.
Un saluto e complimenti per gli stimoli che riuscite a dare e per la passione ed apertura che traspare dai vostri scritti.
Marco Marini

marocu ha detto...

Il progresso viene per coloro che si allenano di continuo...

Questo è il segreto per come l'ho capito io.
L'altro segreto(sempre dal mio punto di vista) è : praticare per unire, per conoscere. Ma per far questo devo praticare con chi non conosco, con chi non "parla" la mia stessa lingua/disciplina.
E forse tante diatribe sparirebbero, per lasciare solo spazio alla sperimentazione e all'allenamento.
La nostra è una disciplina "fisica" e quindi solo fisicamente possiamo dare e ricevere risposte.
Vi linko un post non di Aikido che credo sia interessante all'argomento trattato.

http://maxbjj.blogspot.it/2012/04/il-jiu-jitsu-e-una-via-senza-fine.html

La mia esperienza(è la sola cosa che posso dare) è che ho compreso più l'Aikido cercando di praticarlo in altre discipline, che in centinaia di stage. Come ho imparato la "filosofia" dell'Aikido di più praticando sport, che leggendo centinaia di articoli di "settore" anche se scritti bene e da validissimi aikidoka.
Un saluto e complimenti per gli stimoli che riuscite a dare e per la passione ed apertura che traspare dai vostri scritti.
Marco Marini

Anonimo ha detto...

Bell'articolo, concordo pienamente. Grazie.
Domenico Mansi