lunedì 7 novembre 2011

Un Maestro che impara!? A dicembre da noi si!

"Maestro, come si fa questa tecnica?"
"Maestro, come comprendere i principi filosofici dell'Aikido!?"
...
"Maestro... quale deve essere il mio prossimo passo per giungere... all'illuminazione!?"

... eh, certo che ad un Insegnante talvolta spetta l'arduo compito di sciogliere matasse ben complicate o frugare dubbi parecchio ostici, se vogliamo!

Poi un Maestro sa con la sua esperienza che spesso la cosa migliore non è quella di rispondere in maniera chiara ed inequivocabile, quanto mettere gli allievi nelle condizioni migliori perché essi stessi possano trovare la strada che li porta a conoscere e quindi a superare gli ostacoli che trovano sul loro cammino.

Il Maestro migliore non crea dipendenza, quello che risponde in modo stereotipato, univoco... in virtù di una sua presunta posizione illuminata, invece alimenta la convinzione che possa esistere una sorta di verità unica ed ultima, identica per tutti... e che combinazione deve essere evidentemente fuori strada chi non la trova - paro paro - identica alla sua!

In realtà, sia psicologicamente che sociologicamente, non è per nulla banale la dinamica con la quale un Insegnante si pone nel confronto dei  propri allievi.

Ad esempio: si capisce bene da chi essi possono imparare qualcosa...  dal loro Maestro, ovviamente... ma da chi impara quest'ultimo?

Se fosse già arrivato ad "imparare l'imparabile" significa che egli sarebbe fuori dal processo di apprendimento stesso... quindi sarebbe una pessima guida per coloro che ci sono ancora (fortunatamente) piuttosto coinvolti e più spesso impantanati!

Poi questa è un'ipotesi pressoché ridicola, che per nulla ha un riscontro nella realtà: O' Sensei stesso sembra abbia affermato in punto di morte che stava andando a praticare Aikido altrove... NON ad INSEGNARE, ma a praticare, quindi AD APPRENDERE!

Non serve poi indagare più di tanto su quanto ciascuno di noi in realtà sa già da solo: è sempre possibile evolvere, migliorare o cambiare il proprio punto di vista, quindi arroccarsi nella posizione del "GIA' ARRIVATO" serve solo a prendersi in giro e magari ad estendere l'ushiro katame (leggi "presa per il c__o") a qualche sfortunato studente, che è arrivato da così poco da non aver avuto ancora il tempo di accorgersene.

D'altronde sapere l'etimologia dei termini che utilizziamo talvolta è veramente utile: la parola giapponese "Sensei" non significa "Maestro" o "Insegnante"... come spesso viene tradotto dalle nostre parti per comodità... ma indica "colui che ha iniziato prima (un percorso)", e che quindi ovviamente è più avanti in esso.
Non indica però che la sua strada sia terminata!

Questo è segno evidente che per bravo e dotato che sia anch'egli ha iniziato da "babbano" per poi divenire, passo dopo passo, ciò che ora gli si riconosce... ma soprattutto che è ancora a sua volta in cammino lungo questo sentiero.

In un certo senso, "si può solo raggiungere un Maestro quando egli è morto", quando cioè per definizione non può più agire ed ulteriormente migliorare... in quanto se continua la propria evoluzione, non ce modo per chi ha iniziato dopo di lui di tenergli testa, perché si arriverà nel nostro oggi a comprendere ciò che a lui era chiaro nel suo ieri!


Cosa succede però se un Insegnante si crede "arrivato" e utilizza il suo tempo a pontificare?


Che gli allievi più attenti si accorgeranno di una sua "staticità" di fondo e lo eguaglieranno nel giro di breve, per poi lasciarselo alle spalle ed avere quindi bisogno di un nuovo riferimento dal quale attingere nuove ispirazioni per proseguire il cammino.

Quindi un Maestro DEVE continuare ad apprendere, se vuole dichiararsi tale... ed infatti tendenzialmente ciascun Insegnante di altro rango si appoggia a sua volta a "Sensei ancora più Sensei"per poter fare la differenza.

... e ciascuno di coloro che lo fanno hanno ben chiaro che la propria fonte, sebbene rimanga pressoché la stessa, ha sempre qualcosa di nuovo da dare la volta successiva che verrà contattata: questo è proprio il frutto del lavoro continuo che un autentico Maestro fa innanzi tutto per la sua coscienza, piuttosto che per timore di essere eguagliato da qualcun altro o di non avere più mercato.

Ma cosa accade quando non è più possibile riferirsi a qualcuno più in alto di noi per apprendere?


Non ci risulta che Morihei Ueshiba utilizzasse sedute spiritiche per chiedere i dettagli di nuove tecniche a Sokaku Takeda!

Egli aveva imparato ad "auto-apprendere", continuando ad accettare l'incontro con l'ignoto e ad utilizzare questa possibilità per trarre esperienze inedite e quindi imparare cose nuove sul Budo, sulle sue tecniche, sull'incontro con gli altri e sul distillare nuova linfa vitale dalla propria semplice quotidianità.

Eh... si, anche i Maestri quindi imparano eccome... forse anzi sono quelli che continuano ad imparare più di tutti, perché a differenza degli allievi, dovrebbero già aver scelto autonomamente di dedicare il proprio futuro a questo processo infinito, indipendentemente dai risultati che si potranno ottenere o dallo sforzo necessario per realizzarli.

Però questo modo di vedere non è così attuale ed universalmente applicato nel mondo dell'Aikido, anzi: solitamente gli Insegnanti di un certo grado iniziano solo più a tenere seminari per gli altri ed a fuggire occasioni per mettersi in gioco in prima persona, nel ruolo che non dovrebbero mai aver smesso di amare... quello dei praticanti!

Già, perché un Maestro è innanzi tutto, prima di tutto e per tutto il tempo in cui frequenterà il tatami "un praticante"... e se dovesse riuscire a continuare ad amare questa sua doppia natura Insegnante/allievo probabilmente saprà trasmettere un sacco di passione fra i suoi studenti, indicando loro che la strada non ha fine, ma che si farà comunque sempre più interessante.

Noi di Aikime questa cosa la sappiamo bene, ma solo perché abbiamo avuto modo di apprenderla sul campo (niente "rivelazioni divine"!) ed abbiamo compreso di non essere fortunatamente i soli, quindi ci siamo fatti promotori di una iniziativa innovativa che vedrà per la prima volta la luce il prossimo 10 dicembre 2011.

Di cosa si tratta?

Abbiamo la fortuna di vivere nell'entourage torinese, luogo dal quale passa parecchio Aikido e notevole   pratica di qualità si è ormai resa stabile e frequentabile per merito di diverse Associazioni, Scuole e stili differenti.

Abbiamo quindi deciso di organizzare una giornata di pratica insieme che coinvolga le principali realtà dell'Aikido torinese e dell'interland cittadino in occasione del compleanno di O' Sensei.

E dove sta la novità?
Uno stage multi-stile si è già visto, insieme ai suoi pregi ed ai suoi difetti...

Le news saranno legate al fatto che ciascun Insegnante che interverrà avrà modo di offrire il proprio contributo personale, stilistico, didattico e filosofico intorno ad uno ed un solo argomento comune - scelto da noi -, che farà da tema portante di tutta la giornata.

Per offrire una vasta gamma di punti di vista differenti sono quindi state invitati Insegnanti provenienti ad esempio dall'Aikikai d'Italia, dal Progetto Aiki, dal Ki Aikido, dall'Iwama Ryu e Takemusu Aikido, dall'Iwama Shin Shin Aikisurenkai... e da ancora altri indirizzi stilistici. Ogni fonte distinta avrà qualcosa di proprio e caratteristico da dire per contribuire al lavoro comune.

Ma questo non è tutto: a ciascun Insegnante abbiamo richiesto di mostrare la sua naturale propensione ad apprendere, in modo che i nostri allievi non abbiano solo la possibilità di vedere affrontato uno stesso tema da angolature differenti, ma che possano anche percepire fattivamente che i Maestri sono i primi ad avere voglia di mettersi in gioco e di praticare ciò che gli altri colleghi suggeriscono.

Sarebbe disfunzionale chiedere una cosa del genere agli allievi, se poi questi ultimi dovessero realizzare che gli Insegnanti sono i primi a non essere in grado di fare la stessa cosa!

Ciascuno infatti avrà il suo momento per insegnare e tutto il resto del seminar per sperimentare di persona il contributo offerto dagli altri Maestri.
Niente stage quindi caratterizzato dal proprio momento di splendore e quindi dalla possibilità di defilarsi dal tatami e giudicare in modo critico e svalutativo l'operato altrui!...
Ne abbiamo già visti troppi!

Si verrà per imparare a lavorare insieme e fare tesoro dell'esperienza altrui, che proprio perché diversa dalla nostra avrà sicuramente qualche elemento istruttivo da fornire.

Poi c'è un'altra novità: non solo i nostri studenti del Dojo beneficeranno della possibilità di essere condotti da diverse guide e potranno cogliere il buono che ciascuna offrirà, ma anche gli allievi di ciascuna di esse avranno questa possibilità e sono anzi invitatissimi a farlo!

Il fare rete è infatti una decisione comunitaria, non tanto solo di chi intende essere aperto al prossimo!

Abbiamo richiesto agli Insegnanti ospiti di coinvolgere in modo diretto la propria scuola ed i propri allievi, cosicché lo scambio avvenga veramente a tutti i livelli ed in modo circolare:

... Maestri che si esercitano con altri Maestri nell'arte di condividere la docenza supportandosi a vicenda, allievi che si ingaggiano a praticare con altri allievi, mai incontrati prima forse... benché vicini di Dojo probabilmente sul territorio.

Insomma se l'Aikido è l'Arte di apprendere da tutta l'esperienza e la pratica del rapportarsi sano con chiunque, il 10/12 p.v. noi avremo enormi opportunità di apprendimento e di evoluzione singola e collettiva!

Se questo progetto dovesse avere un buon risultato, potrebbe essere un modello da importare in altre realtà analoghe a quella torinese.
Chiarire le "regole del gioco" prima ancora di invitare i diversi giocatori è fondamentale perché non si creino malintesi di fondo... così come iniziare a frequentarsi lo è altrettanto per dare valore al lavoro altrui, senza escluderlo a priori perché differente dal nostro.

E' chiaro che una cosa del genere può interessare solo a coloro (parliamo ora degli Insegnanti) che sono riusciti a non mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, credendo una qualche forma di superiorità divina del loro operato o dell'Ente per il quale essi operano regolarmente.

Ad esempio la richiesta di gravitare intorno ad un tema comune è fondamentale per evitare una sterile tentazione ad ostentare quanto si è bravi in ciò che riteniamo di saper fare.

Chi accetta lo fa sottoscrivendo in toto le caratteristiche dell'evento: spiegherà ciò che sa in argomento XY, si impegnerà a praticare (salvo cause di forza maggiore concordate con gli organizzatori) nella rimanenza del tempo sul tatami - evitando di fare il "Maestro Bis" che elargisce preziose perle di saggezza in una "lezione nella lezione" -, coinvolgerà direttamente la suo scuola ed i propri ragazzi... insomma, avrà piacere di condividere lo spirito stesso dell'iniziativa ed ampia occasione di mostrarlo!


Fortunatamente già parecchi ospiti d'eccellenza hanno già confermato la loro presenza - siamo onorati da ciò!- ed a breve avremo pronta una locandina ufficiale dell'evento che ne illustra le caratteristiche.
Sarà il benaccetto chiunque di voi vorrà unirsi a noi in questo interessante esperimento Aikidoistico ed umano, ovviamente!

Siamo certi che provare ogni tanto a calarsi nella pelle degli altri incoraggi un bel bagno di umiltà e rilassa quella tendenza inutile al giudizio a priori di ciò che non conosciamo.


Ciò non significa perdere la propria personalità e prospettive, infatti tornando fra le proprie mura, ogni dinamica solita potrà riprendere regolarmente... ma che gusto nuovo avrà una volta aver sperimentato cosa di buono c'è fuori dalla propria porta!

Aikime si fa quindi mediatore di questo incontro inedito di una realtà polimorfica e difficile, per alcuni versi... anche perché negli anni abbiamo avuto modo di constatare quanto, pur in diverse modi di esprimerlo attraverso la pratica, queste idee siano condivise da un sacco di belle persone, allievi ed Insegnanti.

Non resta altro quindi che mostrarlo in pratica con la capacità di stare insieme accomunati dal piacere e la passione per l'Arte che ciascuno dichiara di amare febbrilmente: l'Aikido!

A breve saremo in grado di offrirvi dettagli maggiori su tutto, oggi avevamo solo l'esigenza di fare una riflessione insieme sul tema del "Maestro che apprende", quello che cioè comprende la preziosa strada per non inaridire e continuare a fare una preziosa differenza lungo il cammino proprio ed altrui.

I Maestri da noi insegnano, apprendono... in poche parole "scambiano".

Buon apprendimento a noi stessi ed a tutti voi!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ottima iniziativa!
peccato non poter partecipare ;(
...ma tornero' promesso! (è una minaccia :P)
in bocca al lupo!

Nikita san