Il piacere poi è doppio, visto che da qualche tempo Gianclaudio si sta allenando anche nel nostro Dojo, quindi ho avuto modo di conoscerlo meglio e scambiare con lui numerosi pensieri sulla nostra disciplina, su come viene vissuta ai nostri giorni ed anche organizzata a livello dei vari Enti.
Il suo libro parla di molto di tutto ciò, ma da subito tengo a precisare che il mio interesse per il suo scritto NON è influenzato dalla mia frequentazione ed amicizia con Gianclaudio.
Sono molto attento su quanto compare nel panorama editoriale, poiché finalmente qualcosa si sta muovendo anche per l'Aikido... anche se non tutto ciò che risulta nuovo è anche bello... e non tutto ciò che è bello risulta anche nuovo.
In questo caso, invece, abbiamo uno scritto maneggevole, chiaro... ma al contempo anche COLTO, nel senso di "mai banale" e che strizza l'occhio ad una ricerca significativa, ad approfondimenti che non tutti i praticanti (purtroppo) fanno.
La visione delle Arti Marziali tradizionali giapponesi di Gianclaudio è sicuramente stata influenzata dall'incontro avvenuto in gioventù con il Maestro Shoji Sugiyama, inizialmente per lo studio del Karate... ma in seguito anche per l'Aikijutsu. E quando uno parte con l'eccellenza, è complicato poi accontentarsi facilmente dei sottoprodotti occidentalmente politically correct...Credo che questa circostanza abbia reso Gianclaudio (praticante anche di Aikido, Iaido e Kendo, studioso di lingua giapponese e Docente di tradizione giapponese presso l'Università popolare di Torino) una persona che desidera approfondire... sia con la pratica, ma anche con lo studio e la ricerca di quelle che sono le tradizioni e le filosofie che stanno dietro ad un gesto o ad una pratica di tipo fisico.
Il suo approccio quindi è anche di tipo intellettuale... ma è necessario ricordarci che O' Sensei stesso affermava che la pratica dell'Aikido consiste nel coltivare 3 differenti aspetti, ovvero:
- la pratica fisica
- la pratica del Ki
- la pratica intellettuale
Di quest'ultima - purtroppo - abbiamo avuto modo di discutere da poco (QUI) quanta carenza sembri esserci nel nostro mondo... quindi è ottimo che scritti come quello di Gianclaudio mettano la pulce all'orecchio rispetto ad una serie di domande e riflessioni che sempre più persone dovrebbero porsi... se hanno piacere che la loro pratica spicchi veramente il volo.Entrando nel merito, il testo tocca alcuni punti interessanti sulla pratica, il suo insegnamento e lo spirito che dovrebbe caratterizzare entrambi questi aspetti...
Si parla di "mente imperturbabile", che però deve essere qualcosa di più che un concetto filosofico: un modo di essere e di vivere quello che si fa... e sappiamo bene quanti praticanti (e Docenti!) hanno una mente piuttosto "perturbata", per essere benevoli con le parole!
Si parla di "Vivere nel Ki" e della "Realtà del Ki"... come di un fenomeno o una dinamica che deve poter diventare TANGIBILE, e come questo "Ki" non possa più essere considerato ai nostri giorni una fantasia a mandorla, da tirare fuori SOLO nei discorsi filosofici, spesso utilizzati per imbambolare gli allievi dinnanzi a presunte imprese mirabolanti di questo o quel Sensei del nostro passato.
Il "Ki" come pratica da COLTIVARE quotidianamente, che ci si trovi sul tatami o che ci si occupi di altre contingenze.
Si parla di "Evitare le Maschere" dell'ego, soprattuto quando ci si riferisce a percorsi come l'Aikido... che possono ANCHE essere di tipo spirituale. In fondo coloro che si immergono in percorsi di tipo spirituale cadono spesso vittime delle trappole del loro ego, che li fanno ritenere "migliori degli altri", se non addirittura "i migliori di tutti".
Ancora mi risuonano nelle orecchie i discorsi negli spogliatoi o di quei Sensei devianti che continuano a far passare agli allievi la dottrina "noi siamo i migliori di tutti": l'Iwama Ryu da cui provengo era ZEPPO di questi imbarazzanti deliri dell'ego.
In fondo: se uno fosse davvero "il migliore di tutti", a cosa serve ribadirlo ogni 2x3?
Lo si è e basta, si tratterebbe di un dato di fatto difficilmente controvertibile... Invece questa continua presunta perfezione, sbattuta in faccia ogni 10 minuti, spesso nasconde una profonda insicurezza, - o meglio - il concreto dubbio che non si sia poi sto granché!
E ancora... il libro di Gianclaudio esplora la differenza che può passare fra la cosiddetta "Armonia light", un po' come la Cocoa Cola o la Philadelphia senza zuccheri o grassi aggiunti... che oggi sembrerebbe andare molto di moda fra gli Aikidoka... ed il concetto SINERGICO di Armonia, così come forse lo interpretava O' Sensei, o in generale i Budoka "vecchia scuola".Si tratta di un'armonia che si raggiunge dopo un considerevole ammontare di dedizione e sacrificio... non qualcosa che si può comprare al fast food del Budo: una condizione che richiede - ad esempio - la capacità di sopportare anche una certa quantità di frustrazione e di dolore.... e mette a dura prova la nostra determinazione.
A pro di questo, Gianclaudio ci ricorda l'importanza estrema insita nel "Reishiki" (avevamo già recensito una sua opera precedente sull'argomento, che troverete QUI), "l'etichetta"... ovvero un insieme di buone norme pensate per accompagnare il praticante nel suo percorso marziale: non un semplice elenco di cose da fare o da evitare una volta sul tatami, ma uno spirito da comprendere e fare proprio nel quotidiano.
In fondo ci si lamenta abbastanza tutti che le persone non sembrano più attratte dal nostro tipo di disciplina... perché ha tempi di apprendimento lunghi, richiede impegno, la capacità di superare molte difficoltà... e così via.
Tuttavia NON siamo i PRIMI ad incamminarci in un percorso estremamente richiedente, anche perché altrettanto profondo e trasformativo... se vissuto nel modo migliore: il "reishiki" è appunto il modo migliore di viverlo in modo significativo, null'altro.Nel libro, interessante anche proprio per questo, Gianclaudio si toglie diversi sassolini nella scarpa alla luce del suoi trascorsi non banali nello studio delle Arti marziali e delle filosofie orientali (che lui insegna con regolarità): non desidera sentirsi o definirsi un Maestro, ma posso testimoniare essere in lui presente un autentico spirito da ricercatore... disposto a mettere in discussione metodologie e stilismi, al fine di comprendere meglio e di più il Do... vissuto come prospettiva concreta e quotidiana.
Non spoilero altro, ma vi assicuro che "Il Meditante" è un testo di 120 pagine che si legge tutto d'un fiato!
Per acquistarlo (11,99 €) è sufficiente seguire questo LINK, oppure cercarlo sui principali Store on-line.
Ne approfitto per ringraziare di vero cuore Gianclaudio per le interessanti disamine che ci propone nelle sue opere, così come delle piacevoli conversazioni che facciamo di fronte ad un cappuccino, dopo l'asakeiko 2 volte a settimana... e non per ultimo, per l'importante valore aggiunto che costituisce averlo con noi sul tatami!
Buona lettura!
Marco Rubatto
PS: il ricavato della vendita dei libri di Gianclaudio va tutto in beneficenza, un altra buona ragione per acquistarli!
Nessun commento:
Posta un commento