lunedì 23 ottobre 2023

Keiko Wakabayashi Sensei: la guerriera gentile

"L’Aikido aiuta tutte le persone, perché infonde sicurezza ed equilibrio".

Lo scorso 20 ottobre è venuta a mancare all'affetto dei suoi familiari e dei suoi affezionati allievi la Maestra Keiko Wakabayashi, all'età di 92 anni, portati con grande lucidità ed eleganza.

Ho avuto l'onore di conoscerla, anche se non l'ho frequentata molto... e devo dire che - pur nel tempo limitato che abbiamo trascorso insieme dentro e fuori dal tatami - Keiko Sensei è riuscita a darmi molto.

La voglio quindi ricordare con affetto quest'oggi, interrompendo la programmazione regolare dei Post di Aikime, celebrando la sua intera vita, spesa nello studio e nell'insegnamento delle Arti Marziali.


Classe 1931... raccontava che a Tokyo, quando ancora frequentava le elementari, le facevano sentire i dischi registrati con il rombo degli aerei americani, e a seconda dell’attacco, con mitraglia, bombe a grappolo o quant’altro, i bambini dovevano scegliere una diversa modalità di fuga.

Deve quindi avere vissuto nel pieno della sua giovinezza uno dei momenti più delicati e difficili della storia della sua nazione.

Nel 1938, iniziò lo studio dell'Aikido, sotto la direzione di Kisshomaru Ueshiba, Nidai Doshu... affiancandolo allo studio di Ken jutsu, Bo jutsu, Kodachi, Tessen jutsu, Shuriken, Batto jutsu.

Nel 1947, diventa cintura nera Shinden Ryu, studiando la naginata e lo yari.

Nel 1970, inizia a praticare Judo.

Raggiungerà i gradi di  8° dan di Nihon Budo Kenshyu, 5° dan di Aikido Aikikai, disciplina a cui affiancherà lo studio del Kashima Shjn Ryu ed il 3° dan di Jujitsu.



Keiko Sensei era una cantante lirica, che si stabilì in Toscana nel 2001... nelle campagne di Rosignano, insieme alla figlia, che era giunta in Italia prima della mamma: contemporaneamente divenne famosa per essere stata l'insegnante di Arti Marziali dei Parà della Folgore di Livorno. Uno Speciale TG di RAI2, vede protagonista questa gentile, ed apparentemente fragile giapponese far volare degli omoni grandi il doppio di lei...

Racconta la figlia Yoko: "Mia madre ha sempre sognato di vivere in Italia, è riuscita a raggiungermi nel 2001 quando è morta mia nonna. In Giappone faceva la cantante lirica ma voleva diventare pianista, ora studia ancora pianoforte e canto, si occupa della casa, dell’orto, degli animali, e soprattutto insegna nelle due palestre di Cecina e Rosignano".

La "nonna-Samurai" - come è stata soprannominata Keiko dalla stampa inglese - è stata la prova vivente che nelle Arti Marziali la forza fisica e la corporatura contano solo fino a un certo punto.

Dopo avere condiviso alcune occasioni nelle quali la Maestra era ospite del tatami sul quale mi stavo allenando (ricordo uno Stage al Centro Olimpico di Ostia, credo nel 2002), ho avuto il piacere e l'onore di incontrarla e partecipare un paio di volte ad una sua lezione, mentre mi recavo allo Stage Nazionale di Aikido FIJLKAM in Toscana.

In passato ne sono stati organizzati diversi, a Marina di Massa ed anche a Scarlino.

Fu proprio in una di quelle occasioni, che - insieme ai Maestri Fausto De Compadri e Massimo Aviotti - andammo per la prima volta a trovarla a Cecina nel suo Dojo, un venerdì sera.

Sorrido ricordandomi di un piccolo equivoco che si venne a creare quando, a seguito dell'allenamento (il keiko con la Keiko!) andammo a cena insieme, e la Maestra si sedette proprio accanto a me: mi presentai a lei in giapponese, in modo piuttosto formale (poiché avevo studiato solo quella forma li!) e Keiko Sensei credette che io parlassi fluentemente giapponese... quindi iniziò a parlarmi SOLO in giapponese alla velocità della luce... convinta che la potessi capire, e forse felice di potersi finalmente esprimere con qualcuno nella sua lingua natia.

Inutile dirvi che la dovetti deludere alquanto presto e confessarle che per i dialoghi di quel livello ero tutt'altro che pronto (e non lo sono tutt'ora, a dire il vero!).

Nella fattispecie mi stava raccontando di quando dovette fare da balia all'attuale Doshu, Moriteru Ueshiba, su richiesta di suo padre... ovvero del suo Sensei di allora. Fu una serata gioviale, che ricordo con grande affetto... benché quella fu anche un momento piuttosto complicato, per alcune tensioni interne che stava vivendo la CTN di allora.

Wakabayashi Sensei colpiva per il suo mondo di fare, molto disponibile e sorridente con tutti... ma al contempo anche notevolmente fiero, risoluto e marziale.

Era d'obbligo farle da uke durante le sue lezioni, anche perché era cercava di far "sentire" un po' a tutti il contatto diretto con lei e con le sue tecniche.

Devo dire che ricordo al tempo una sensazione piuttosto chiara della sua grande esperienza e forza interiore: toccandola era qualcosa che emergeva in modo indiscutibile.



Possiamo benevolmente affermare che fosse abbastanza "pasticciona" didatticamente parlando, nel senso che durante una lezione era capace di farti provare 200 cose differenti, appartenenti magari anche a tradizioni marziali molto differenti fera loro... ma comunque era innegabile la sensazione di "michibichi", ovvero di essere guidati irrimediabilmente sul tatami dal suo ki.

Proprio una decina di giorni fa, durante uno stage che ho tenuto a Genova, ho chiesto sue notizie a Francesco Caverni, un suo allievo di lunga data: non immaginavo che sarebbe venuta a mancare da li a pochissimo...

Dobbiamo essere tutti grati a figure come Keiko Sensei, che ha dedicato l'intera sua vita all'approfondimento delle arti musicali e marziali, che si somigliano più di quanto potremmo pensare.

Lei è stata un esempio vivente di modernità tradizionale, di disponibilità e serietà... tanto da farsi apprezzare e benvolere dalla maggioranza delle persone che l'hanno frequentata in questi ultimi vent'anni.

Domo arigatou gozaimashita e buon viaggio, Keiko Dono!


Marco Rubatto






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