lunedì 6 febbraio 2023

Gli Aiki-capricci ed il valore Aiki dei NO

"Se ti deve cambiare, significa che ucciderà parte di ciò che sei, per consentire a qualcos'altro nuovo di te di nascere.
Ma se nulla di ciò che sei vuole morire, allora non puoi cambiare e niente di te può migliorare".

Parliamo spesso di miglioramento, evoluzione, self-improvement... ma qual'è, in ultima analisi, il modo più sano di non prendersi in giro e di essere certi di percorrere queste vie?

Lo spunto di riflessione, questa settimana, mi viene dalle dinamiche di una famiglia di un bambino che frequentava il nostro Dojo: poco dopo Natale mi ha contattato la mamma, TRAMITE UN MESSAGGIO, per farmi sapere che il figlio non frequentava più con soddisfazione, che faceva i capricci ogni qual volta era ora di venire a lezione... e che quindi stava valutando, insieme al papà del piccolo, di far interrompere la pratica di quest'ultimo.

C'è di meglio che un messaggio per annunciare cose simili (magari una telefonata?), ma fin qui nulla di nuovo sotto il sole: casi simili mi sono successi decine e decine di volte.

Questo però ha qualche cosa di inedito ed ora ve ne dettaglio i motivi: il bimbo in questione (di circa 7-8 anni) è stato presentato - quindi ancora prima di iniziare la pratica - come un bambino particolare, piuttosto insicuro, con deficit di attenzione, dal carattere piuttosto rinunciatario e facilmente spaventatile dall'idea di affrontare e superare i suoi limiti.

In questo senso, l'Aikido avrebbe potuto essere una disciplina notevolmente adatta a dargli supporto e ad offrirgli studenti di crescita e di evoluzione personale!

Questo bimbo, dopo poco si è presentato al Dojo con il suo cuginetto, che ancora viene a lezione e che proprio una quindicina di giorni fa ha affrontato e superato brillantemente il suo primo esame kyu: l'idea dei genitori era quella di farli frequentare insieme.

Il primo bimbo però - che qui chiameremo "Alessandro" - ha subito mostrato notevole difficoltà a stare dietro al cuginetto ed agli altri componenti del suo gruppo di pari: era da richiamare in continuazione, si distraeva praticamente sempre, non accettava la minima occasione di mettersi in discussione ed uscire dalla propria zona di comfort.

Questa situazione però va anche contestualizzata nel nucleo dal quale questo bambino proveniva.

1) La MAMMA aveva iniziato una serie di trattamenti naturopatici presso il nostro Dojo, portati avanti in apparenza con grande soddisfazione, fino a quando l'Operatrice che la seguiva ha dovuto modificare l'orario dei loro appuntamenti per questioni di sue disponibilità: da quel momento in poi, ogni altra proposta di appuntamento è stata rifiutata... ed i trattamenti interrotti bruscamente.

Interessante!

2) Dovete poi sapere che la mamma di questo bambino un giorno mi ha chiamato, dicendomi di avere un altro figlio, più grande di Alessandro, al quale a suo dire avrebbe fatto molto bene praticare arti marziali... solo che questi non sembrava molto incline all'idea: mi ha chiesto quindi se ci avrei potuto parlare, in qualche modo per spronarlo, per "convincerlo".

Ovviamente non ho mai pensato di convincere proprio nessuno, però ho fissato un appuntamento con questo FRATELLO adolescente ed i suoi genitori, per conoscerlo e sentire le sue obiezioni in modo diretto.

Manco a dirlo, il giorno prima dell'appuntamento, la mamma mi ha fatto sapere che il figlio si rifiutava di venire al medesimo, e quindi tutto è saltato...

E siamo a 2!

3) Per concludere, si aggiunga che anche il PAPÀ di Alessandro mi ha contattato, dicendo di avere bisogno di intraprendere un percorso personale "centrante" in un periodo forse non facile della sua esistenza: siamo stati al telefono più o meno una mezz'oretta, ed abbiamo fissato un appuntamento per una lezione di prova di Aikido nel gruppo adulti.

Secondo voi, come sarà finita?

Ad ora non si è mai presentato, forse perché si era segnato l'appuntamento, ma non l'anno relativo: magari per il 2033 verrà a fare sta ceppa di prova! Who knows...

E siamo a 3...

Una bella famigliola incasinatella, quindi, non è vero?

C'è ora da meravigliarsi se Alessandro abbia desistito alle prime difficoltà e papà e mamma glielo hanno permesso?

Avevamo concordato con la mamma ALMENO un ultimo passaggio per salutare i compagni e congedarsi in modo trasparente e rispettoso... ovvero senza sparire del tutto all'improvviso.

Questo appuntamento è stato preso e poi fatto - ovviamente - saltare sempre dalla mamma per 2 settimane di fila.

Tutto ciò evidentemente fa parte del copione di vita dell'intero nucleo... ovvero quello di provare a "fare cose" che sulla carta dovrebbero risultare di supporto, con l'unica condizione di non metterci abbastanza impegno per riuscire in nulla di concreto.

Il gioco credo consista nel potersi raccontare di "averci almeno provato"!

Quando ho provato a parlarne esplicitamente alla mamma di Alessandro, facendole presente la lunga cronologia di scuse che tutti avevano trovato PUR di non fare ciò che si era concordato, questa ha chiuso bruscamente la rapportazione, NON accettando alcuna forma di confronto in merito... e dicendo "che aveva avuto dei problemi".

E su quest'ultima cosa almeno concordo con lei pure io: anche più di uno, secondo me!

Questa dinamica è fatta di Aiki-capricci, ovvero di molte occasioni per non fare ciò che ciascuno aveva promesso di fare... è costellata di lassismo, arrendevolezza ed incapacità di dire a se stessi ed agli altri dei secchi "NO".

Se un bambino non vuole più frequentare un corso che non gli piace, è ragionevole valutare di fargliene frequentare un altro... mica siamo nati tutti per fare Aikido: ma se non vuole frequentare un corso che a detta di tutti gli SERVE, cosa deve fare un genitore?

Accettare i capricci del figlio e piegarsi ad essi, o farlo piangere a dirotto, ma portarlo ugualmente a lezione?

Quanti di voi vanno dal dentista per diletto e quanti ci vanno per necessità?

Nel caso di Alessandro, l'Aikido gli avrebbe fatto bene eccome, ma provenendo da un nucleo esso stesso problematico per le stesse dinamiche che interessano il piccolo (papà, mamma e fratello)... è stato un attimo affrancarsi da cosa avrebbe probabilmente dato supporto a tutti e 4!

O meglio... non è che Alessandro sia interessato dalle stesse dinamiche: è che le ha proprio ereditate dai genitori, che di certo non le hanno affrontate e risolte prima di metterlo al mondo.

Non è però così che funziona la crescita, né l'evoluzione di un individuo (o di un nucleo famigliare, che è costituito dall'insieme di differenti individualità): se si vuole cambiare un aspetto che non ci piace di noi, è necessario essere pronti ad accettare ciò che fino ad ora non avevamo mai avuto il coraggio di accettare... a fare qualcosa di nuovo ed inedito ed a farlo ANCHE se di primo acchito non ci piace.

Nessuno che si mette a dieta è contento di eliminare pane o pasta dal suoi menù, ma lo è poi quando si scopre 10 kg più leggero: quello è il punto nel quale si apprezzano il risultato dei propri sacrifici, ma mentre li facciamo si avverte solo il loro PESO, oltre ad un tot di frustrazione... Ci avevate mai fatto caso?

L'arte di evolversi quindi passa da prese di posizioni chiare e determinate, e necessita anche dei giusti "NO"... da giocarsi quando il nostro sabotatore interno si farà sicuramente vivo, altrimenti si concluderà tutto in un nulla di fatto, come è accaduto ad Alessandro ed a tutta la sua famiglia.

E notate come la determinazione ed il rispetto risuonino dello stesso principio: se uno ti dice "vengo domani"... e poi domani non si fa vedere e non avvisa nemmeno in merito al dare "buca", non sta mancando di rispetto solo a chi aveva promesso l'appuntamento, ma anche e sopratutto a se stesso che aveva dato la sua parola.

Stessa cosa dicasi per chi avvisa di dare forfait, così da salvare almeno la faccia, ma lo fa in modo seriale... mostrando di non avere alcuna intenzione seria di tradurre in azioni coerenti le proprie parole.

Quanto Aikido vi è capitato di vivere - sopratutto se siete docenti - con persone che vi hanno detto "domani vengo al Dojo", "nel week end vengo al Seminar"... ma poi non si è visto nessuno?

Sarà che sono sul tatami tutti i giorni, ma questo trend è arcinoto per me.

Queste persone "inconcludenti" non vogliono però credo fare coscientemente uno sgarbo a me o a voi, promettendo ciò che poi non sono in grado di realizzare, mantenere: si tratta di persone "malate" di inconcludenza, che mancano in continuazione di rispetto a loro stesse... mentre con me o con voi sono qualche volta.

Sono quindi più da compatire, anziché da osteggiare: poi è anche vero che - dopo una certa - si fa bene a pretendere la chiarezza che uno offre e quindi si può chiedere loro di andare a fare le loro promesse romantiche altrove...

Farsi usare come tappo temporaneo per la coscienza, ad un certo punto, diventa connivenza alle loro problematiche e qualche "NO" chiaro dobbiamo dirlo noi, altrimenti diventiamo complici dell'Aiki-capricci altrui.


Marco Rubatto




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