lunedì 7 settembre 2020

La Federazione non è un diplomificio



Trovandomi la responsabilità di guidare la Commissione Tecnica Nazionale Federale dell'Aikido ho dovuto spesso prendere posizioni impopolari, ma assonanti a ciò che ritengo etico ed importante per il bene della disciplina che amo e pratico quotidianamente.

Quando nel 2017 la CTN attuale venne nominata, vi erano così tanti ed importanti problemi da risolvere, che in questi anni non abbiamo fatto altro che lavorare in una pseudo-emergenza, per dare un'inquadrata ai diversi aspetti dell'Aikido federale che - a nostro parere - erano stati pericolosamente trascurati.

Non tutto si è concluso, non abbiamo ancora completamente finito di "ristrutturare casa"... ma ora i tempi stanno cambiando e siamo in grado di assicurare lo standard qualitativo che ci si aspetta da un organo istituzionale come la FIJLKAM.

In questa operazione di "pulizia", ci tengo particolarmente a fare chiarezza su un aspetto importante legato all'istituzione che rappresento: la Federazione per l'Aikido deve smettere di essere considerata un diplomificio!

Nell'ultimo decennio si sono dette peste e corna in merito all'appartenenza ad un ambito istituzionale come la FIJLKAM, tant'è che vi è stato una considerevole diaspora verso gli Enti di Promozione Sportiva per quanto riguarda l'Aikido: non è mia intenzione arginare questo fenomeno - ciascuno pratichi sotto l'egida dell'Ente che desidera - tuttavia è rimasta l'imbarazzante tendenza a rivolgersi alle istituzioni solo per procurasi il famoso "pezzo di carta", che manlevi da problematiche assicurative, avvalori la propria posizione di docente, etc...

Dinamica tutta italiana, in ogni campo, forse!

"La Federazione" - a detta di alcuni Aikidoka - "è disdicevole, puzza e non ha futuro"... però poi avere gradi e qualifiche federali, se si riesce, magari anche SI!

Come mai?

Forse perché l'istituzionalità garantisce una solidità ed un'ufficialità che altrove è complicato trovare?

Al momento, più che complicato, proprio impossibile forse...

Addirittura fra i militanti ordinari dell'Aikido federale si è consolidata la drammatica usanza di fare il meno possibile, ma di rimanere - in qualche modo - "agganciati" alla FIJLKAM, solo perché così i pezzi di carta che da essa derivano sono in grado di parare le terga a chi li possiede in molteplici contesti.

Desideriamo qualità e poi non siamo disposti ad offrirne?


A quale paradosso siamo di fronte?! Quale svalutazione del proprio percorso di Budoka?!

Beh, per quanto mi riguarda e fino a quando occuperò la carica che ora ricopro, la Federazione per l'Aikido deve smettere di essere considerata "un diplomificio", ovvero un luogo nel quale con un'affiliazione ci si vuole mettere al sicuro burocraticamente, ma senza partecipare con qualità alla costruzione del settore che ci comprende tutti.

È necessario ristabilire un po' di sana meritocrazia, criterio con il quale la COMPETENZA si fa largo rispetto a dinamiche poco chiare... e quindi bisogna anche smettere di promuovere le persone agli esami DAN... "perché altrimenti si offendono e smettono": per anni c'è stata anche questa bizzarra tendenza!

La promozione ha senso se ci può essere una bocciatura... e continuare a lasciare procedere gente impreparata ha, nel tempo, creato il substrato pressappochismo e bassa qualità che da anni stiamo combattendo con ogni mezzo.


La bocciatura agli esami è uno strumento di crescita personale dei candidati, se ben utilizzata...
ovvero se operata in loro favore, anziché essere ritenuta sempre e comunque un capriccio o un torto ai danni di questi ultimi.

Gli attestati di merito in Aikido sono sempre stati - e forse sempre saranno - elementi da tenere nella dovuta considerazione in un percorso... ma, appunto, se c'è merito, non se ci si limita al pagamento di una quota e poi li si pretende.

In Aikido gradi e qualifiche devono essere lo specchio naturale della propria maturazione nella disciplina: devono quindi essere accessibili, ovviamente emanati da un Ente certificatore che ha protocolli chiari ed solidità comprovata... ma non sono l'unico obbiettivo di chi pratica.

Diventerebbe molto pericoloso e limitante vederla solo in quest'ultimo modo.

Mi adopererò quindi - insieme ai miei colleghi - perché il valore di un attestato (di qualunque genere) venga garantito da un percorso serio e comprovato [sono appena stati preparati, ad esempio, i quaderni didattici per la preparazione alle Qualifiche di insegnamento, e ve ne parlerò presto], e che mandi in pensione la tendenza tutta nostrana ad averne solo per riempire le pareti dietro ad una scrivania o i muri del proprio Dojo... e quindi per farsene vanto.


Agire diversamente sarebbe sminuire il valore della disciplina che amiamo: qualcosa che, sia a livello istituzionale, che personale risuonerebbe male con l'impegno che ci siamo tutti assunti con noi stessi salendo su un tatami.

Marco Rubatto

Presidente CTN Aikido FIJLKAM



 

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