lunedì 11 giugno 2018

Toccati dal "no-touch"


Vi siete mai imbattuti in quei numerosi video che mostrano prove di ki a distanza?

Quelli nei quali il Maestro sembra avere il potere di proiettare i suoi uke senza nemmeno toccarli?

Se si... benvenuti nello strano, affascinante e paradossale mondo "dell'Aikido no-touch"!

Sui social network, i video nei quali si vedono fare cose che paiono andare al limite del soprannaturale (quando non lo varcano di brutto) non sono pochi... e magari qualcuno di voi si è chiesto se ci possa essere qualche fenomeno autentico e degno di interesse dietro a tanta - almeno apprende - fuffa.

Diversi sono quelli che si sono rivolti a noi per chiederci lumi, quindi abbiamo deciso di parlare della nostra esperienza su questo Post.



A dire il vero, già una decina di anni fa, ci eravamo messi ad investigare...

Per studiare il fenomeno però bisogna fare qualcosa di più che guardare tonnellate di video sul Web: è necessario viaggiare, conoscere da vicino le persone che vi vengono riprese... e farsi un'idea molto meno parziale su chi siano e su che cosa intendano rimandare con le loro pratiche.

Siamo stati all'Honbu Dojo Aikikai, dove abbiamo incontrato Watanabe Shihan, ad esempio... e dal quale siamo andati per qualche settimana a lezione.

Questo Sensei è molto famoso nell'ambiente per il suo "no-touch", quindi ci è sembrato tempo ben speso quello a cercare di comprendere cosa si celasse dietro alla sua pratica. C'è chi lo chiama "magic man", in tono svalutatorio... non ci è restato che farci una nostra idea diretta.

Abbiamo incontrato un ambiente contraddittorio:

da un lato un docente con un evidente grande carisma, in grado di finire in un lampo nell'angolo morto del suo compagno, con un senso del timing ed una sensibilità stupefacenti, visti poche volte così prima di allora...

... dall'altro un ambiente molto simile ad una "setta", nel quale era impossibile lavorare con il Sensei o essere suoi uke, se non si era nella sua ristretta cerchia: questo ci ha insospettito non poco, poiché se il fenomeno è autentico, non ci dovrebbe essere bisogno di accondiscendenza o di rispetto reverenziale da parte dei suoi partner.

Ogni tanto in effetti si vedeva qualche uke che cadeva dal lato opposto a quello "indicato" dal Maestro, quasi "non avesse ben capito il suo ki"!

Siamo usciti da questa esperienza con più domande che risposte, ma fu molto interessante comunque... e ci fece intuire come NON ci fosse solo del fake dietro al no-touch!

 

Ma cosa c'è quindi di autentico?

Abbiamo incontrato negli anni a venire altri insegnanti che utilizzano (anche) il no-touch ed abbiamo constatato che ciascuno di essi avesse qualcosa di autentico da trasmettere, ma che forse non è così chiaramente visibile attraverso un video.

Anzi, attraverso un video è forse sempre stato più facile, giudicare, pregiudicare... e quindi fraintendere!

Non intendiamo affermare che ci sia solo "roba buona" dietro al no-touch, anzi... siamo piuttosto convinti che dietro a questo fenomeno si nascondano anche un ragguardevole numero di ciarlatani: ciò che intendiamo dire è che se Striscia la Notizia trovano viscere di pollo sotto il lettino del tizio che affermava di operare le persone a mani nude, come fanno i guaritori filippini... ciò significa che QUELLO è un impostore, non che non esistano i guaritori filippini o che siano tutti per forza dei fake!

Pure il nostro simpatico nonnino si è divertito a fare Gandalf il bianco... qualche volta, infondo.

 

Non se ne viene a capo però se continuiamo a ragionare in termini di "è vero o e falso?": è necessario iniziare a studiare il CODICE della pratica e cosa gli Insegnanti intendano trasmettere con alcuni esercizi.

Talvolta con le classi dei più piccoli - ad esempio - facciamo il gioco di possedere "la forza" di Star Wars: chiediamo a tori di indicare ad uke quale movimento fare, ma senza toccarlo, né parlare... egli lo dovrà capire "decodificando" i movimenti.

Con questo semplice gioco, si acuiscono le capacità di connessione nella coppia e si insegna ai micro-guerrieri come percepire un "noi" all'interno della pratica.

Cosa succederebbe se qualcuno entrasse nel Dojo durante questo gioco?
Penserebbe forse che questo sia l'Aikido?
Che insegniamo stupidaggini inesistenti ai bambini?

È un esercizio ed ha senso se viene contestualizzato... SOLO se viene contestualizzato, forse!

Non è diverso per ogni altra forma di no-touch: bisogna vedere cosa l'Insegnante intende trasmettere con ciò che mostra.

Ci ricordiamo uno stage in cui il Docente, senza presentarsi un minimo, propose come primo esercizio: "Now, only hara-to hara... hara-to-hare, please!"

Iniziò una serie di tecniche no-touch che fecero comparire il punto interrogativo negli occhi di una buona metà dei partecipanti: era un fake?

NO: aveva un intento preciso... DARE una SVEGLIATA, una sorta di "schiaffone" emotivo a chi era in quel momento sul tatami, e ci riuscì piuttosto bene!!!

Il no-touch, ad esempio, può essere utilizzato per studiare l'intenzionalità: non è un fluido magico a proiettare chi ancora non ci sta toccando... quanto la deviazione di un'intenzione autentica a colpire, che si può in effetti operare ben prima che il contatto avvenga.

È utile tutto ciò?
Può esserlo... secondo noi: altra cosa è affermare che la pratica dell'Aikido possa ridursi solo a questo!

Con il no-touch è possibile approcciare quella che per i cinesi si chiama "Nei Gong", o "Qi Gong", ovvero la "pratica interna"... quella cioè di chi inizia a conferire un peso notevole alle immagini e sensazioni di tipo interiore, anziché limitarsi ad indagare la realtà quale fenomeno  - esclusivamente - "esterno" a sé.

Questo per esempio ci risulta essere qualcosa di estremamente importante che, prima o poi,  avvenga in chi percorre una strada di ricerca personale: è possibile farlo in molti modi, dei quali il no-touch è solo uno fra essi... quindi non risulta essenziale, ma può tornare utile.

Al contrario, ci risulta abbastanza idiota convincersi di essere in grado di emettere la sfera energetica di Goku e sfidare un marzialista a parare i suoi compi con essa, come potrete vedere da queste eloquenti immagini...



Il no-touch serve per la difesa personale?

Ci verrebbe da dire di no... almeno per ora.

Di sicuro, quando ciascuno di noi vede qualcosa che lo meraviglia, tende a parlarne... quindi - fake o autentici - i filmati della serie no-touch hanno un botto di visualizzazioni, di commenti e condivisioni!

C'è chi tuona che questa non è pubblicità buona per la disciplina, ma non ci sentiamo né di sottoscrivere, né di smentire questa affermazione... al momento, e vi spieghiamo il perché.


Alcuni crediamo in fondo siano semplicemente "gelosi", perché non sono in grado di fare così tanti rumors nel settore, almeno quanto ne sia capace questa spesso controversa pratica.

Al contempo però crediamo non ci sia un bisogno indispensabile di filmare cose così facilmente portate ad essere fraintendibili, criticate aspramente - o peggio - derise: c'è bisogno di un una maggiore pacatezza e responsabilità nel settore, e queste cose non sono le più adatte a svilupparle (sempre e solo secondo il nostro punto di vista, s'intende!).

In una formazione COMPLETA, che trova un equilibrato posto per far sviluppare tecniche, principi e prospettive dell'Aikido... ogni strumento può essere utilizzato per il raggiungimento di questi fini: difficile però insegnare subito a correre a chi riesce a malapena a gattonare!

È forse necessario ragionare sulla completezza o meno di quanto osserviamo negli altri, anziché porci il problema "è vero oppure no?"...

Nei Dojo dei "no-touch Sensei", si insegna ancora l'ABC... per consentire agli allievi di scrivere le prime PAROLE dell'Aikido e per poi stimolarli a comporre le loro prime POESIE?

Se è così, il no-touch - utilizzato con grano salis - può anche aiutare questo processo di integrazione ed esplorazione, perché no!

Se questa pratica iniziasse a diventare il piatto unico del proprio Aikido, forse si rischierebbe una pericolosa deriva dell'ego... nella quale sarebbe sempre più difficile distinguere i propri voli pindarici da ciò che ci è realmente utile, ma soprattutto da ciò di cui anche gli altri hanno bisogno (cosa - quest'ultima - che per un Sensei è in realtà tutt'altro che secondario!).

Tuttavia, è importante anche ricordare che se ci fosse una malattia diffusa tra i Maestri d'Aikido, non sarebbe tanto la convinzione new-age e fake di abbattere il prossimo con la propria energia vitale... quanto l'incancrenita tendenza all'iper-criticità, senza avere parametri sui quali basare le proprie convinzioni ed esternazioni.

questo sicuramente tocca - e fa danno - al nostro settore molto più di quanto non si possa al no-touch!

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