lunedì 16 settembre 2013

Quel distratto di nonno Morihei...

Di solito siamo abituati a riferirci al Fondatore dell'Aikido, Morihei Ueshiba, come ad un grande Maestro... uno dei rari esempi di Budo vivente che ha cambiato per sempre il volto delle Arti Marziali sul nostro pianeta.

La sua figura si erge solenne nei kamidana di quasi tutti i nostri Dojo, ed è grande il rispetto mosso dall'immagine del vecchietto con la barba bianca...

Quest'oggi però siamo alle prese con una società Aikidoistica frammentata, problematica e litigiosa... che spesso fa fatica a portare avanti il messaggio del Fondatore dell'Aikido in modo consapevole, proficuo ed integrato...

... ma non è che questo sia anche dovuto all'enorme distrazione che ha avuto NONNO Morihei?

SI: è stato un enorme fonte di ispirazione, così come fonte di incomprensioni e guai per i suoi allievi, vediamo il perché...

NONNO Morihei ha creato l'Aikido, iniziando a chiamare così la sua Arte intorno al 1935 circa... ma la sua pratica era iniziata molto tempo prima: non ha mai avuto molta passione per i nomi, quindi probabilmente per lui era più importante praticare, che dare un'etichetta formale a quello che steva facendo..

Stessa cosa è accaduta per le varie tecniche: irimi nage, shi ho nage, kote gaeshi, kaiten nage, ude garami... NON SONO NOMI!

Il Fondatore si riferiva ai suoi movimenti nella lingua della sua terra natia, senza preoccuparsi troppo di una qualche forma di "CATALOGAZIONE" per le generazioni future... le sue "tecniche" avrebbero suonato come "proiezione entrando", "proiezione nelle 4 direzioni", "torsione del polso", "proiezione circolare", "controllo dell'avambraccio"... e così via.

NONNO Morihei si curò accoratamente di integrare l'utilizzo delle armi nel lavoro a mani nude dell'Aikido... ma NON CODIFICO' mai esercizi di base (suburi), forme (kata), armonizzazioni (awase) o combattimenti (kumi jo, kumi tachi): quelli che ci sono giunti furono opera dei suoi allievi, preoccupati di "sistematizzare" la didattica per gli allievi che numerosi volevano studiare l'Aikido.


Come mai: forse che la didattica e la schematizzazione non siano aspetti importanti, fondamentali nella nostra Arte... o si tratta di semplice DISTRAZIONE?

I vestiti: al tempo di O' Sensei vestire l'hakama era segno di aver scelto uno specifico tipo di ricerca personale e di volersi sottoporre di buona lena al codice del BushidoNONNO Morihei esigeva che tutti sinda subito indossassero l'hakama durante le lezioni di Aikido.

Qui ora c'è l'usanza di iniziare ad utilizzarla quando si è raggiunto il grado shodan, considerando questo "gonnellone" un importante traguardo per il praticante medio.
Ma dicci tu, NONNO... quanto sono importanti i vestiti per una buona pratica dell'Aikido?

E' importante la "moda" del gonnellone per sembrare più fighi? Su questo pare non si sia esplicitamente pronunciato...

NONNO Morihei è partito da un ju jutsu parecchio marziale e determinato (il Daitō-Ryū Aikijūjutsu), per inglobare in un secondo tempo concetti molto più filosofici e spirituali nella sua pratica (legati alla grequentazione della setta Oomoto Kyo di Ayabe e Kameoka): che anche noi si debba seguire un percorso analogo che va dal solido (in gioventù), all'etereo e sottile (in età più avanzata)?

DISTRATTONE: si è dimenticato di dirlo esplicitamente...

Così oggi c'è chi inizia dalla filosofia, e di mala voglia approccia gli aspetti più marziali, così come quelli che sono interessati quasi solo a questi ultimi... credendo che la fase "più sottile" debba avvenire solo necessariamente in un secondo tempo...

Ma sarà importante almeno comprendere questa cosa: NONNO Morihei, perché non ce lo hai detto chiaramente!!!

Attualmente uno dei più spinosi argomenti legati all'Aikido è la questione inerente ai gradi ed agli esami che servono a conseguirli: su 10 Scuole, si trovano 11 metodologie differenti... di solito!

NONNO Morihei quando aveva l'impressione che uno fosse "bravino", gli andava vicino e gli sussurrava: "Tu sei secondo dan"... "Tu sei quarto dan"...!

Non doveva passare un tempo fisso da un cambio di grado al successivo, né era prevista alcuna "lista d'esame" che fissasse - in qualche modo - la difficoltà dei passaggi di grado, in modo da renderli identici per tutti.

E si potevano anche saltare i gradi! ... da terzo dan a quinto dan... PUM, così... perché te lo diceva il VECCHIETTO!

Ma noi?!
Possiamo allora farlo anche noi... o dobbiamo organizzarci diversamente?!

Ma se è una cosa importante PERCHE' non ce l'hai detta NONNO!

Vabbè va... e quale sarebbe il fine ultimo dell'Aikido?
Almeno su questo ci auguriamo che il suo Fondatore abbia lasciato un testamento chiaro ed inequivocabile... vero?

"L'Aikido è prima di tutto un'Arte Marziale" [Morihei Ueshiba]

"L'Aikido è irimi (entrata) ed atemi (percussione)" [Morihei Ueshiba]


"Ferire un avversario significa ferire se stessi. Controllare le aggressioni senza infliggere lesioni è Aikido" [Morihei Ueshiba]

"L'Aikido serve a realizzare ciò che manca" [Morihei Ueshiba]

"In realtà, l'Aikido non ha forme, ne schemi prestabiliti. E' come un'onda di energia invisibile.
Tuttavia, tale fenomeno è troppo difficile da afferrare per gli esseri umani, perciò utilizziamo forme provvisorie per spiegarlo e metterlo in pratica.
In effetti, qualunque movimento può divenire una tecnica di Aikido, perciò, in definitiva, non ci sono errori.
Questo è il mio consiglio: Apprendete e Dimenticate! Apprendete e Dimenticate!
Fate in modo che la tecnica diventi parte del vostro essere!" [Morihei Ueshiba]

No, no aspetta NONNO... non abbiamo capito: sono splendide le tue parole, ma hai detto tutto ed il contrario di tutto... come ci arriviamo a queste cose?!
Quale esercizio va fatto per primo?!

Dobbiamo darci più alla filosofia o alla marzialità?

Come si usa una spada, e perché noi ed il nostro aversario saremmo la stessa cosa?

Cos'è che manca e l'Aikido potrebbe realizzare?

Azz... se n'è già andato... e NON HA AGGIUNTO ALTRO!
Ci spiace NONNO che tu non sia più qui, avremmo ancora tante cose da chiederti... da imparare da te.

Ma eri tu ad essere un po' "rinko" per via dell'età... o siamo noi ad avere capito per il momento solo un centesimo della metà di niente di quello che tu ci hai insegnato?

Ti sgrideremmo parecchio per quanto hai saputo essere VAGO e DISTRATTO sulle cose veramente importanti... anche se ci viene il dubbio che tu lo possa avere fatto apposta, perché ti fidavi così tanto di noi, da immaginare che saremmo stati in grado di risolvere da soli i problemi che incontravamo, proprio come hai fatto tu!

Beh, se è così allora GRAZIE... e grazie anche se ci hai lasciato alcune patate bollenti che al momento non siamo ancora riusciti ad approicciare al meglio.


DISTRATTO e/o MAESTRO, sarai per sempre il nostro beneamato NONNO Morihei!

PS: ci giunge in Redazione un breve scritto dopo la stesura del presente Post, la cui datazione andrebbe fatta al Carbonio 14, poiché è firmata da una personalità piuttosto nota: non sappiamo se sia autentico, ma per dovere di cronaca noi lo alleghiamo di seguito.

"Non potete imitare ciò che faccio. Ogni tecnica è unica, è un'esperienza che avviene una sola volta. Le mie tecniche emergono liberamente, sgorgano come i getti da una fontana. Invece di copiare ciò che faccio, ascoltate ciò che dico. E' li che risiede l'essenza delle tecniche... Un giorno capirete".

[Morihei Ueshiba]

3 commenti:

Angelo Armano ha detto...

Delizioso!
Lo stile della comunicazione!
Vero!
Quello che viene comunicato in chiave semiseria.
Io ho avuto la sfrontatezza di affermare in "Psicologia dell'Aikido", che l'Aikido di Osensei è il kitai e gli altri livelli sono solo una marcia di avvicinamento.
Nel migliore dei casi...

Unknown ha detto...

Se O sensei avesse codificato l aikido in modo assoluto, non ci sarebbe stata l evoluzione dell' arte stessa.
pensare di essere unici e limitativo, infatti Ueshiba si raccomandò
di non imitarlo, l aikido è un arte personale simile per tutti ma diversa nello spirito che vive in ognuno di noi.
Ovo san

Unknown ha detto...

Ci ha pensato Saito Sensei a codificare l'Aikido del Fondatore, con il suo consenso, poiché Lui non poteva fare tutto; creare le tecniche e poi codificare le stesse sarebbe stato troppo anche per Lui. Le critiche al Fondatore ci stanno, ma non pretendiamo quello che umanamente non è possibile fare, per favore. Poi non parliamo di evoluzione dell'arte, per carità! Non c'è nessuna evoluzione nell'Aikido, se così fosse non dovrebbe più chiamarsi in questo modo, o no?