martedì 21 dicembre 2010

Dojo o palestra?


Dove si allena un Aikidoka?

In un Dojo o in una palestra?

Forse il suo luogo di allenamento principale dovrebbe essere la vita stessa, quella di ogni giorno, scandita dalle varie situazioni che contatta e dalle relazioni che intesse... ma sicuramente quando si attrezza di doji ed hakama si dirige verso un luogo nel quale allenare una filosofia attraverso una ben precisa fisicità...

Dove l'Aikido è nato egli si dirigerebbe in un Dojo, ossia letteralmente "il luogo della Via": una sala appositamente studiata perché egli sia messo nelle condizioni ottimali a compiere il suo percorso Aikidoistico.

Dalle nostre parti invece più di frequente egli si recherebbe in una palestra, non tanto perché si possa considerare diverso l'impegno che egli ci metterà sul tatami, quanto perchè spesso i due termini per noi coincidono.

Spesso si sente dire "Dojo X" presso la "Palestra Fitness Sport Y"...

Gli Insegnanti riescono a fare lezione nei luoghi che trovano e che sono attualmente a disposizione sul territorio.
Un locale per fare Aikido, che si riempia solo per questa occasione, magari ogni giorno, purtroppo è ancora abbastanza impensabile alle nostre latitudini (ma ci stiamo lavorando!!!).

I costi di gestione salirebbero alle stelle, l'obbligo delle messe a norma fa desistere dai proprietari di vecchi edifici... il numero degli allievi sarebbe determinante linfa per non far fallire una simile "azienda no profit".

Solitamente quindi si opta per palestre polivalenti che offrono anche le Arti Marziali (e fra queste l'Aikido) tra le "discipline sportive" che in esse è possibile praticare.

Oppure ci si appoggia alle palestre delle scuole pubbliche, dove le Società Sportive Dilettantistiche affittano i locali sia che si occupino di Aikido che di balli latino-americani.

Il problema però è che l'Aikido NON è uno sport: non lo è almeno nell'accezione in cui noi siamo abituati a riferirci ad esso.

Non è strettamente necessario affidare la propria crescita personale nelle mani del proprio Insegnante di salsa e merenghe (per quanto avvenente!), ma probabilmente è più opportuno fare qualcosa di simile con il Sensei che ci segue da decine di anni!

Quindi noi andiamo in palestra, in realtà... solo che in essa vi troviamo incastonato dentro un Dojo, con tutte le sue peculiarità, bellezze profonde e regole da rispettare.

E' qui forse l'elemento importante da considerare, poiché facili e imperscrutabili equivoci possono sorgere per un praticante non molto esperto (o sornione).

In una palestra il tesserato paga per avere un servizio, ed altrettanto accade in un Dojo... ma non è al servizio del Club... mentre in un Dojo lo dovrebbe essere.

In una palestra si va a protestare in direzione se si trovano gli spogliatoi sporchi, in un Dojo il Sensei richiama duramente gli allievi per averli lasciati sporchi... e non esita a farli loro pulire, se è il caso.

In una palestra è possibile interrompere la propria frequenza in ogni istante, senza dare alcuna motivazione. Se si ci si comporta in modo simile in un luogo dove si pratica Aikido, invece, è facile che presto o tardi si paghino le conseguenze della propria mancata capacità di costanza.

Nel nostro Dojo, pur senza che il Sensei lo abbia mai richiesto esplicitamente, quasi tutti i deshi avvisano di una loro eventuale assenza alle lezioni. E' un qualcosa in più, che non è ovviamente obbligatorio, ma che è indice di profondo interesse e rispetto da parte dei frequentanti.

In una palestra un neofita entra e si "deve fare le ossa da solo" rispetto all'ambiente che contatta per la prima volta.
In un Dojo, un senpai si assume il compito di comunicare lui tutte le informazioni di base che gli occorrono per incominciare (dal legarsi la cintura in poi), così come è a sua disposizione per qualsiasi problema che potrebbe sorgere.

Una palestra, più in generale, è frequentata da clienti che vanno e vengono, che provano un'attività, poi si stancano... cambiano, chiacchierano, fanno salotto, poi si ritrovano nella vasca idromassaggio... poi un altro po' di pesi... poi vanno al bar interno...

Un Dojo è un luogo incentrato su una sola attività: le Arti Marziali... l'Aikido nel nostro caso. Vi ci si reca per praticarle, il proprio look è secondario alla propria pulizia e volontà di impegno.

La struttura di per sé ha richieste molto più minimali che una palestra vera e propria, in quanto non sono così importanti le finiture estetiche dei servizi igienici o delle docce, quanto la qualità del tatami e della pratica che vi si ambienta quotidianamente sopra.

Ogni membro di un Dojo considera il luogo giustamente un po' suo, in quanto egli fa parte di una piccola comunità che ha deciso di percorrere insieme una Via personale e profonda, alla quale vengono dedicati energia, impegno e dedizione.

Per questa ragione i meriti che avrà il Dojo saranno anche un po' suoi, così come i problemi che in esso si potrebbero manifestare. Ogni manutenzione sarà da spartire con gli altri allievi, sotto la direzione del Sensei.

E' un luogo strano, dove si paga per andare ad impegnarsi e lavorare!

Tuttavia, se la tradizione ha voluto che fosse questa la dinamica più favorevole all'espansione dell'Aikido, una ragione ci sarà, no?

Prendersi cura del proprio Dojo, così come della propria uniforme di pratica, abitua ad avere cura innanzi tutto di sé... il costante pensiero al miglioramento, della tecnica piuttosto che del luogo nel quale ci alleniamo, porta all'abitudine a voler crescere di continuo e massimizzare ed ottimizzare il proprio lavoro.

La tendenza a fare, anziché a demandare che altri facciano in vece nostra, potenzia il senso di responsabilità e di indipendenza personale.

E' vero si paga e si lavora molto, però questo sforzo viene ampliamente ripagato dai risultati che si ottengono!

La ragione di questo Post può quindi ora essere chiara: spesso sentiamo Aikidoka che parlano del proprio Dojo nel caso in cui la passione per l'Aikido li stia travolgendo, mentre si ricordano che esso è contenuto in una palestra quando sono stanchi di assumersi le proprie responsabilità.

"Maestro, non vengo in palestra mercoledì, ho troppo da fare!" (frase spesso reiterata dallo stesso soggetto);

"non verrò in palestra per il seminario... nel week end ho degli impegni"(frase spesso reiterata dallo stesso soggetto);


"in palestra la pulizia fa schifo...".

In questi casi era bene non ricordarsi di frequentare un Dojo, altrimenti le scuse con se stessi sarebbero dovute cadere in un attimo. Il Sensei ci potrebbe richiamare all'ordine, mentre in una palestra siamo i clienti... ed "il cliente ha sempre ragione"!!!

I nostri studenti più in gamba hanno imparato a riferirsi al loro luogo di pratica come al Dojo e a null'altro, anche se fisicamente questo è situato nella palestra di una scuola elementare pubblica.

Non solo... hanno così preso l'abitudine di usare questo termine, che anche i loro famigliari ed amici (che non ne sanno nulla di Aikido, né di Arti Marziali) si sono abituati a questa parola giapponese, e ne fanno anch'essi uso (per capirsi fra loro).

Ma c'è chi non vorrà mai crescere, benché si dica molto interessato a farlo... e per costoro non c'è speranza, continueranno a comportarsi come in una qualsiasi palestra anche se fossero sul tatami più prestigioso.

A noi fare la differenza e scegliere ciò che ci sembra più corretto ed utile per noi stessi.

E tu domani sera... dove vai ad allenarti: in una palestra o in un Dojo?

Buon Aiki-Natale a tutti!

4 commenti:

Carlo ha detto...

Condivido parola per parola, e non avrei saputo dirlo meglio.
Quoto e condivido!

carlo

Lucio ha detto...

Interessante argomento e sono daccordo su come trattato.
In merito al luogo palestra o similare in cui si pratica e la mancanza di possibilità di avere veri e propi "lughi di culto", basti vedere che tante chiese ( ed ora anche moschee) sono improvvisate in ambienti non tradizionalmente idonei.
Le arti marziali in genere hanno subito, a torto o ragione, un processo di occidentalizzazione, perdendo molto spirito tradizionale. Il termine comune e piu idoneo per definire le A.M. sarebbe discipline, ma purtroppo spesso si identificano in attività sportive. Ritengo però che la cosa importante da non scordare, siano le regole di comportamento, quali il rispetto e certi sani principi propri della via marziale.

Anonimo ha detto...

Noi siamo fortunati; a Floridia abbiamo un Dojo dove si pratica solo ed esclusivamente Aikido; l'Hagakure Dojo per l'appunto.
Cordiali saluti
Stefano Carli

marocu ha detto...

Palestra o Dojo sono solo nomi.
La comunità che si allena in un posto(quale che sia)è importante.
Ma la comunità bella o brutta che sia l'ha costruita e caratterizzata l'insegnante.
Nel mio "chiamatelocomevepare" ogni apporto, anche se saltuario e indisponente, è sempre ben accetto perchè fonte di stimoli.
Non credo all'etichetta se non quella che si crea naturalmente dalla base.
Il lavoro e le modalità d'esecuzione dello stesso(lavoro) fanno in modo che comportamenti, tipo chiacchierare, semplicemente non avvengano.
Sinceramente credo che in un Dojo(o almeno parlo per il mio)sia molto più importante il lavoro svolto, che le regole d'etichetta d'un altro paese.
L'educazione si può avere o no, ma non sta a me educare nei comportamenti nè dar ragioni di vita.
Mio compito (e dei compagni d'allenamento) è solo di trasmettere la disciplina e i suoi risvolti fisici, nel modo più corretto e salutare possibile, sperimentando tutto quello che si può.
Marco