martedì 8 giugno 2010

Aiki-messaggi pericolosi: 5 - Aikido copyright


La scorsa settimana è accaduta una cosa piuttosto inconsueta: ci è giunto un messaggio non firmato che ci invitava a prendere atto di quello che pare essere un'operazione di copyright sul nome di uno degli stili di Aikido diffusi in Italia, l'Iwama Ryu.

La cosa ci è parsa un po' strana, ma nelle poche righe del messaggio era come se ci fosse implicitamente chiesto di diffondere questa notizia, come a voler mettere sotto i riflettori la cosa. Un documento allegato reso anonimo e dalla mittenza irriconoscibile, mostrava in effetti un testo i cui contenuti riconducevano alla richiesta di utilizzare il nome "Iwama Ryu" solo sotto permesso dell'Organizzazione che ha provveduto a registrare il "marchio". Ci è stato specificato che fare nomi e cognomi era costato al nostro contatto la minaccia di una diffida legale, motivo che lo ha spinto a rendere anonimo il documento.

Si vedono molte cose strane legate all'Aikido... e non abbiamo certezza che non si tratti di un documento FAKE che sarebbe, tra l'altro, facilissimo da riprodurre. Abbiamo pensato però ugualmente di utilizzare la supposta "soffiata" per una serie di riflessioni da fare insieme.

Solo come ipotesi di lavoro, diamo quindi per un attimo la cosa per vera, e proviamo a comprendere quali nessi e ricadute potrebbe avere sulla pratica dell'Aikido.

In Italia esiste una legislazione parecchio puntigliosa in fatto di "registrazioni di marchi", copyright, tutela di opere di ingegno... e non c'è dubbio che sia possibile ad essa rivolgersi per far valere e tutelare i diritti legali di un Autore.

Sotto questo punto di vista, ciascuno potrebbe registrare ciò che ha creato o ciò che ritiene più opportuno a patto di farlo prima di chiunque altro. La legge funziona così.

Solo che qui non si parla di un nuovo apribottiglie, di un libro o del logo di un negozio di abbigliamento... si parla di Aikido e, nella fattispecie, di uno specifico modo di intenderlo e praticarlo... fra l'altro lo stesso stile e storia dai quali proviene anche la Redazione che ora scrive.

Lo stile di Iwama è spontaneamente sorto dalle notevoli differenze che mostrava (e mostra) l'Aikido praticato in questa cittadina di campagna a poco meno di 2 ore di treno a nord di Tokyo, rispetto a quello praticato nell'Honbu Dojo Aikikai di quest'ultima città.

Non analizziamo ora i motivi di ciò, ma prendiamo atto del fatto storico, ancora oggi comprovabile sperimentando in loco di persona le diverse modalità di "vedere" e vivere l'Aikido.
O' Sensei ha vissuto ed affinato la sua Arte ad Iwama ed il suo Dojo è stato ereditato e condotto per circa trent'anni da Morihiro Saito Sensei, che fece della volontà di non alterare quanto appreso tecnicamente dal suo Maestro la sua ragione d'essere e di praticare.

Per questa ragione l'Aikido di Iwama è sempre stato sinonimo di "Aikido tecnico", "legato alla tradizione", "direttamente connesso con quanto praticato da O' Sensei"... e così via...

L'Ibaraki Shibu Dojo è sempre stato affiliato all'Aikikai Honbu Dojo, ma venne spontaneo identificarlo con il termine "Ryu", cioè "scuola" per via delle sue grosse differenze tecniche con la sede centrale.
Finché visse Morihiro Saito Shihan non ci furono problemi: egli era uno dei gradi più elevati di Aikido al mondo ed uno dei Senpai che più furono accanto al Fondatore, un'istituzione vivente, il cui pensiero e volere non poteva mettersi in discussione, per ragione di reishiki e rispetto.

Nel 2002, alla sua scomparsa, ci fu una campagna di unificazione maggiore della sede decentrata dell'Aikikai ad Iwama, ed il desiderio dell'Aikikai di non far apparire evidenti le etichette che distinguessero luoghi simili.

"Ryu"
in giapponese può voler dire anche "setta" quindi "Iwama Ryu" poteva risultare come "falange ribelle" dell'esercito di O' Sensei.
Il nome Aikikai Ibaraki Shibu Dojo significa proprio solo "Dojo Aikikai decentrato di Ibaraki (il nome della Prefettura nella quale si trova Iwama)".

Da questo luogo è stato eliminata qualsivoglia traccia della reggenza trentennale di Morihiro Saito Sensei, nemmeno una scritta o un quadretto ne ricordano il suo lungo e prezioso contributo. La tenuta è di proprietà Ueshiba, e questo è ciò che ora è stato più messo in evidenza a discapito di ogni altra etichetta precedentemente utilizzata per definire il luogo o il modo di praticare in esso.

Le differenze tecniche continuano (molti degli attuali Insegnanti del Dojo di Ibaraki sono stato allievi di Saito Sensei), ma nei nomi no.

Iwama ha però avuto molti visitatori occidentali, che negli ultimi quarant'anni vi ci sono recati per studiare sotto le direttive di Morihiro Saito Shihan, quindi inevitabilmente chi fra di essi ha importato tecnica ed insegnamenti si è abituato a riferirsi a questo modus operandi con "Iwama Ryu", poiché questo era il nome utilizzato al tempo.
Ora nessun nuovo visitatore sarebbe tentato di farlo, perché come si diceva il termine "Iwama Ryu" è scomparso dal dizionario usato nel Dojo.

Questi Insegnanti si sono poi sparsi in tutto il mondo, iniziando a riferirsi al loro "stile" di pratica con il termine "Iwama Ryu" o "Takemusu Aiki" (in quest'ultimo caso, fra l'altro, compiendo un errore semantico non da poco!).

Anche nell'ambito italiano, sappiamo che esistono varie referenze tecniche alle quali riferirsi per praticare, perciò c'è chi si dice allievo di Tissier Sensei (sottintendendo di imparare l'approccio di quest'ultimo all'Aikido), Tada Sensei, appartenendo all'Aikikai d'Italia, chi lo fu di Kobayashi Sensei e chi lo è di tutti quei Sensei che studiarono ad Iwama con Morihiro Saito Sensei (in Italia almeno tre o quattro Insegnanti di alto grado hanno questa esperienza nel loro curriculum).

"Iwama Ryu" è stato fino ad oggi il modo comune di chiamare chiunque provenga dai tre o quattro raggruppamenti che si sono sempre dichiarati intenzionati a praticare secondo i dettami e gli intenti appresi in quella cittadina giapponese.

Poi gli uomini hanno da sempre sviluppato una loro naturale tendenza al conflitto... spesso anche per quanto concerne l'Arte della Pace!

Alcuni, coloro che anche oggi seguono la scuola di Hitohira Saito Sensei, figlio di Morihiro Shihan, hanno incominciato a sentire il bisogno di definire se stessi praticanti di "Dentoo Iwama Ryu", cioè di "Iwama Ryu Tradizionale".
La psicologia insegna che il bisogno di sottolineare che ciò che sta facendo è "tradizionale" significa che si ritiene che ci sia chi lo fa in modo "non tradizionale" e si voglia quindi, in qualche modo, prendere distanza da esso.

Ma la battaglia per dimostrare con un nome la propria genuinità era cominciata ben prima...

"Io sono quello che fa l'Aikido vero", "Io quello che fa l'Aikido di O'Sensei"... bla, bla, bla...

Non fraintendeteci, non sosteniamo che ci sia qualcosa di sbagliato ad avere le proprie convinzioni, ma che se si fosse realmente sicuri di ciò che si possiede, non si avrebbe così tanta esigenza di distinguersi con un nome, quanto con i fatti che si è in grado di porre in essere! Questo va da sé!

Ora la questione di oggi... qualcuno potenzialmente arriva e dice: "Ho depositato il nome "Pinco Pallo - Ryu", se vuoi usarlo per definire il tuo Aikido, il Dojo o la tua pratica mi devi chiedere prima il permesso!".

Interessante fenomeno, diventare il "proprietario" del nome di uno stile di Aikido... quindi avere, per legge, influenza su tutte le persone che prima erano solite chiamarsi in quel modo o utilizzare quel termine per riferirsi alla propria pratica.

Questa operazione potrebbe essere comprensibile nell'ottica di patrocinare e proteggere un nome comunemente bistrattato o mal utilizzato: assumendone il "controllo" lo si può affidare solo nelle mani che si ritiene siano meritevoli di trattarlo come si conviene...

Oppure potrebbe essere un'operazione dettata da puri interessi di potere e di monopolio di una cosa che colpisce dritto nel cuore e nelle convinzioni di altri praticanti, che fino a quale momento facevano Aikido senza doverci nulla.

Non sta a noi giudicare, né ci interessa in realtà.
Ma una cosa è certa: siamo di fronte ad un chiaro problema di identificazione di se stessi.
"Io sono il mio nome?"

Nell'Aikido: "Io sono il nome dello stile che pratico?", "Sono la tecnica utilizzata in quello stile?", "Sono la metodologia didattica che mi è stata impartita?".

Se si, se ci identifichiamo pienamente con essi, ci verrebbe voglia di registrare il nostro marchio, e ci spiacerebbe quindi anche che qualcun altro ci costringesse a cambiarlo perché lo ha fatto prima di noi!

Se no, saremmo completamente indifferenti al nome con il quale veniamo identificati o alla metodologia o al Dojo o al Maestro: in questo caso abbiamo messo altro al centro della nostra pratica ed attenzione. Non siamo toccati dalla cosa.

Un vecchio Insegnante di Meditazione, un intimo amico del Mahatma Gandhi, che abbiamo avuto l'onore di conoscere anni orsono, spesso affermava che un modo veloce per discriminare le cose che avranno un epilogo da quelle che non ce l'avranno sta nel fatto che le prima posseggono NOME e FORMA.

In effetti, con il senno di poi, abbiamo compreso la portata di questo insegnamento: l'Aikido di Kobayashi Sensei è stato ben definito fino a quando egli fu in vita, oggi è ancora ben univocamente riconoscibile... ma immaginiamo cosa ne sarà fra altri 100 anni!?

Più ci allontaniamo dal punto in cui una cosa fu creata, più i tentativi di definirla con precisione tenderanno a risultare goffi ed imprecisi.

Così è anche per l'Aikido: Iwama ha rappresentato un'importante culla per l'Aikido. Dire Aikido di Iwama o "Iwama Ryu" in Giappone al termine dello scorso secolo rappresentava un'efficace distinguo. Ora come abbiamo visto non è più così.

A dire il vero, la cittadina di Iwama neppure più sarà a breve rintracciabile sulle mappe, poiché, pur continuando fisicamente ad esserci, è stata inglobata nell'agglomerato urbano di Kasama City (vedi qui il PDF turistico!). Ad essere corretti fra un po' nascerà il "Kasama Ryu" (è aperta la gara a registrare il marchio! ^_^)

Ma il nostro discorso si focalizza sull'Aikido:

- C'è effettivamente qualcosa da proteggere?
- Qualcosa dal quale distinguerci?

Molti pensano di si, ritengono ci sia il lavoro di un grande pedagogo quale Morihiro Saito Sensei da preservare, così come pensano fondamentale avere un approccio all'Aikido che ripercorra la sua storia e tradizione, così come fece O' Sensei.

Il loro incredibile contributo è indiscusso, accantonarlo equivarrebbe a mandare al macero un'inestimabile esperienza che è un tesoro per ciascuno di noi!
Ma a noi sembra che, più ci inoltriamo nella giungla della pratica, più si divenga consci che non c'è proprio nulla da proteggere, poiché ciò che è universale e sano si protegge da sé, anche senza il nostro goffo, limitato ed egotico aiuto.

Se O' Sensei avesse realmente voluto che la sua Arte venisse studiata in una modalità preferenziale, pena il non coglierne il cuore, non credete che lo avrebbe espresso?

Ha detto e scritto cose tipo: "Se non accetterete mai di essere afferrati con forza, non diventerete mai veramente forti"... Questo è quanto si pratica quotidianamente ad Iwama, così come nei Dojo sparsi nel mondo che a quel luogo si ispirano....

Non ha mai detto però: "chiamatemi/chiamatevi così... praticate in questo luogo"!

Secondo noi, ha senso ritenere che Morihei Ueshiba fosse del tutto indifferente ad una "Scuola di Iwama", nella quale non dimenticare le cose che contano... da distinguere da chi invece rischia di dimenticarle.
Questo non perché egli forse ritenesse inutile quanto in quel luogo si poteva apprendere, ma semplicemente perché egli non credeva più ci fosse qualcosa da proteggere, quanto qualcosa da amare e perpetrare con tutta la propria energia vitale per sé e per gli altri.... qualcosa di così grande, universale e bello che va ammirato e condiviso.

A nessuno verrebbe in mente di prendere a cannonate un arcobaleno... di distruggere un cielo stellato...

Si può non guardarli, ignorarli, ma rimane un affare nostro: non è possibile sminuirli con il nostro comportamento o contributo , si reggono da sè!
Questo per noi è il lavoro di O' Sensei, e siamo lieti di pensarla in questo modo, poiché così facendo possiamo nutrire qualche speranza che l'Aikido si radichi ed evolva ulteriormente NONOSTANTE tutta la pessima pubblicità che rendono ad esso certi Aikidoka (che offuscano il lavoro di chi invece lavora realmente con umiltà per questo importante ed alto fine).

In ogni caso ci resta difficile concepire un Saito Sensei che registra i 7 suburi alla "SIAE giapponese", un Morihei Ueshiba che si fa pagare i diritti d'Autore per avere inventato l'hanmi!

Meno che mai ci pare avere senso brevettare ciò che non è frutto diretto ed unico del nostro lavoro, come pare invece avvenire in questo caso.

Nell'ottica in cui è bene condividere il più possibile un messaggio filosofico importante è pericoloso aggiungere troppo etichette che distraggano l'attenzione da esso, e quindi tanto meno ufficializzalre con ogni mezzo.
Ma questo discorso non cada nel qualunquismo: enormi errori sono stati fatti nel diffondere indiscriminatamente... non tenendo conto della perdita qualitativa del messaggio originale.
Non vogliamo dire questo, infatti!

Chiamateci tuttavia come più vi piace, così come facciamo noi con noi stessi, senza necessità di "rubare" l'identità altrui.
Così facendo si diventa inafferrabili, liberi, spontanei e quindi anche molto temibili... proprio come la tradizione dell'Aikido vorrebbe per i propri "seguaci".

Sono riflessioni a voce alta, utili solo a scambiarne altre, sia concordi, che discordi.
Ci farebbe piacere avere vostri rimandi ed eventuali notizie (sia pubbliche che private) sulla veridicità di questa supposta operazione di "Aiki-registrazione".

Ultimamente sul Web si usa molto il concetto di Copyleft, anche Aikime ne segue le norme. E' un concetto nuovo, nato per essere semanticamente l'alternativa al copyright, pur tutelando i diritti di un Autore disposto a condividere i suoi averi con altri.



L'Aikido ci pare armonizzarsi bene con questo concetto, che ne pensate?


2 commenti:

Tsubaki Sanjuro ha detto...

Ciao. è la prima volta che lascio un commento anche se da molto ormai frequento con piacere questo blog. L'unico commento che mi verrebbe di fare è: "bè! è assurdo solo pensare che qualcuno possa registrare e privatizzare il nome dello stile che pratico e che come me praticano migliaia di persone in tutto il mondo!", ma navigando su internet mi è capitato di imbattermi in wikipedia alla voce "Iwama ryu", e cosa ti trovo?!?! una bella piccola c cerchiata a lato della scritta!!!! inquietante! sono rimasto davvero sconcertato! e nel corso della spiegazione si spiega di come solo alcuni siano autorizzati all'uso di tale epiteto! incredibile..cito letteralmente:

L'Iwama Ryu Italy (oggi TAAI) è unica titolare del marchio "Iwama Ryu".

MARCHIO?!?!


buonanotte e complimenti per il blog..aspetto sempre con piacere ogni nuovo articolo!

onegai shimasu

Tsubaki Sanjuro ha detto...

ciao. è la prima volta che pubblico un commento, anche se ormai è da molto che frequento con piacere questo blog. lo faccio perchè dopo aver letto questo articolo ed essere rimasto sconcertato, anche se non troppo stupito, dal fatto che qualcuno potesse pensare di registrare lo stile che pratico insieme a migliaia di persone in tutto il mondo, mi sono imbattuto in wikipedia alla voce iwama ryu. bè, a lato della scritta compare una piccola c cerchiata e, cito testualmente:

L'Iwama Ryu Italy (oggi TAAI) è unica titolare del marchio "Iwama Ryu".

MARCHIO?!

buonanotte e grazie per la passione con cui mandi avanti quasto blog, in tempi in cui la comunicazione tra i praticanti dei diversi stili è pressoché nulla, anche grazie agli esempi che ci vengono "dall'alto" e perfino, come abbiamo avuto modo di vedere in un articolo precedente, dalla stessa "culla" di Iwama.

onegai shimasu