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lunedì 4 novembre 2024

[ニの組] Ni no tachi ed il cambio di intenzione fulmineo

Riprendiamo la nostra esplorazione tecnica della spada dell'Aiki...

Ci eravamo lasciati QUI l'anno scorso, con una descrizione di ichi no tachi: ora procediamo con l'esercizio successivo.

Ni no tachi è anche il più LUNGO dei kumitachi codificati, e presenta un certo numero di punti importanti da conoscere; innanzi tutto, questo è il video che lo descrive...



L'esercizio (al solito eseguibile sia nella forma "dankai teki ni", che "awase", QUI la spiegazione del significato di questi termini) parte con un momento nel quale entrambi i praticanti passano dalla guardia media (chudan) a quella alta (jodan).

Durante un duello, sovente è accaduto storicamente che uno dei 2 contendenti iniziasse un'operazione di "mirroring", ovvero cercasse di specchiare i movimenti compiuti dal proprio avversario.

Questa operazione consente di mantenere tutte le possibilità che ha chi si sta muovendo "per primo", escludendo la possibilità che i movimenti del contendente lo portino in una condizione di vantaggio strategico: questo è per l'appunto ciò che accade all'inizio del secondo kumitachi.

Uchitachi (l'attaccante) alza la spada, ed uketachi (chi si difende) copia il suo movimento per mantenere una situazione di assoluta simmetria posturale, e quindi strategica.

Tuttavia, se si passa dalla guardia chudan a quella jodan non si può impedire che per qualche breve istante il proprio asse ottico venga coperto dalle proprie mani che ci passano davanti.

Precisamente in quell'istante (nel quale la vista è disturbata), uchitachi approfitta per scagliare il suo attacco a livello basso (gedan), tramite un taglio al ginocchio destro (hiza giri): questo dimostra che la volontà di sorprendere l'avversario e/o di coglierlo impreparato è una costante che accompagna tutti gli istanti del Budō.

Uketachi, prontamente, indietreggia e para il taglio al ginocchio con un fendente molto simile, che annulla l'attacco: questo però pone quest'ultimo in una condizione di VANTAGGIO, poiché ora egli è in grado di scorgere scoperti i polsi di uchitachi: si appresta quindi a sferrare un colpo che li intercetti, facendo ciò che nel Kendō si chiamerebbe "kote".

Per fare questo colpo di arresto sui polsi, uketachi è però costretto ad alzare la punta della sua spada... e questo libera in uchitachi la possibilità di sferrare un colpo di punta (tsuki), facendo un passo avanti con il piede sinistro (come avviene nel 7º suburi).

Questa sequenza quindi obbliga uketachi - che avrebbe voluto passare al contrattacco - ad un nuovo movimento di parata all'indietro: faccio notare che chi conosce la sequenza dell'esercizio sa già che cosa avverrà, ma il bello ed il complicato è quello di VIVERE il duello come se ciascuno NON sapesse ciò che l'avversario sta per fare.

Siamo quindi giunti al 2º movimento della sequenza di 6... con un botto di strategia militare, di tentativi di sorprendere l'avversario e di cambio di intenzioni durante l'azione stessa.

Al 3º movimento uchitachi prende l'iniziativa di attaccare con un fendente laterale (gyaku yokomenuchi) la tempia sinistra dell'avversario... ma questi para anche questo attacco indietreggiando.

Qui accade nuovamente però qualcosa di molto interessante: è nuovamente uketachi che vuole prendere l'iniziativa sul suo compagno, ma la spada di quest'ultimo gli impedisce di farlo in sicurezza; inizia quindi un movimento avvolgente (maki otoshi), che serve ad allontanare la spada di uchitachi dalla propria traiettoria di entrata desiderata.

Se uchitachi stesse fermo lo scontro finirebbe qui, così come sarebbe finito al 2º movimento, se egli avesse ricevuto il colpo di arresto sui polsi.

Egli però fa qualcosa di molto "Aiki", ovvero cede e lascia che la propria arma venga spostata dalla spazzata di uketachi... per poi utilizzare quell'energia in modo spiraliforme, ed entrare nuovamente con un colpo di punta (tsuki) a sinistra (sempre come avviene nel 7º suburi).

Uchitachi utilizza quindi l'azione dell'avversario per trasformare un momento di pericolo per se stesso, in un'occasione per vincere lo scontro.

Ciò fa si che uketachi debba nuovamente cambiare intenzione durante il movimento stesso: dopo il maki otoshi non si può più permettere di entrare e controllare l'avversario, ma dovrà arretrare e parare lo tsuki, così come era già avvenuto nel 2º movimento della sequenza.

Termina la sequenza un nuovo fendente laterale (gyaku yokomenuchi) da parte dell'attaccante, che però questa volta viene fermato da uketachi, grazie al controllo del centro dell'avversario: questo passaggio è in tutto e per tutto simile al 3º, ma con una variazione di distanza (maai), che ora viene ridotta... eliminando la possibilità per uchitachi di proseguire ulteriormente con l'azione.

Per tutta la sequenza, uketachi ha utilizzato una modalità di ricezione della spada (ukeru ken) che consentiva al proprio avversario di avere ancora lo spazio sufficiente a proseguire, mentre nell'ultimo passaggio la spada viene utilizzata come l'elemento che decide che lo scontro deve terminare  qui (kimeru ken)

Ho provato a fare la "telecronaca" di ciò che avviene, per mettere in evidenza quanti e quali sottili scambi e variazioni di intenzione avvengono in questi 6 passaggi codificati.

In realtà in ogni kumitachi avvengono questi CAMBI di INTENZIONE, ma il 2º kumitachi è l'unico nel quale essi investono per ben 2 volte uketachi (negli altri lo riguardano solo 1 volta, oppure riguardano anche uchitachi). Ovvio quindi che - dopo un po' di allenamento - sia più semplice realizzare la sequenza in modo formalmente corretto... ma continuerà ad essere complicato viversi ciascuno di questo cambi di intenzione come se fosse qualcosa che ci sorprende sul momento, per la PRIMA volta.

Essendo questo l'esercizio più lungo di Aiki ken, è possibile avere un numero di varianti molto più alto, rispetto agli altri kumitachi: ci sono ben 4 "finestre" di possibilità di variazione ("geki no henka"), sempre operate da uketachi, che può terminare quindi il duello in modo differenti, rimanendo nell'ambito dell'Aiki ken (ken no riai), oppure entrando nel reame del taijutsu (taijutsu no riai).

Eccovi un video dal nostro canale YouTube nel quale, a titolo d'esempio, di vedono 10 variazioni:

- 3 ichi geki no henka (prima opportunità di variazione),  2 ken no riai e 1 taijutsu no riai;

- 1 ni geki no henka (seconda opportunità di variazione), ken no riai

- 4 san geki no henka (terza opportunità di variazione), 2 ken no riai e 2 taijutsu no riai;

- 2 yon geki no henka (quarta opportunità di variazione), 1 ken no riai e 1 taijutsu no riai.



Ciò che mi piacerebbe emergesse da questa disamina - in ogni caso - è il vastissimo studio e bagaglio che il Fondatore dell'Aikido ci ha lasciato in eredità, a nostra volta da studiare e comprende al meglio delle nostre capacità.

Buon keiko a tutti.


Marco Rubatto





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