lunedì 7 marzo 2022

Il Riformatore - Marco Rubatto & Simone Chierchini

Di solito non parlo di me da queste pagine, ma quest'oggi faccio un eccezione, per presentare un nuovo ed ambizioso lavoro confezionato a 4 mani con Simone Chierchini Sensei, fondatore di Aikido Italia Network Publishing.

Durante la pandemia, ed in special modo nel lockdown, alcuni di noi hanno fatto tutto tranne stare con le mani in mano... anche se la pratica sembrava ferma ai box.

Con il mio gruppo, ad esempio, abbiamo organizzato una serie sterminata di conferenze on-line sull'Aikido ed abbiamo inviato un sacco di Insegnanti appartenenti alle più svariate Scuole e didattiche della disciplina.

Uno di questi fu proprio Simone Chierchini, la cui intervista usci, sia scritta sul Web, che in cartaceo, che anche in video su Aikido Italia Network.

Nel mentre, anch'egli si stava muovendo per portare una molteplicità di vedute sull'Aikido a tutti i membri della nostra Community virtuale, ed è in questo ambito che a sua volta mi intervistò, per aggiornare tutti su cosa stesse succedendo in Federazione rispetto alla nostra disciplina.

Anche questo documento uscì su AIN.

Nel preparare quindi "I dialoghi Aiki", che costituiscono una pregiata collana di saggi ed interviste a personaggi illustri dell'Aiki-mondo, si è presentata l'occasione di aggiornare l'intervista che feci e di aggiungere altri spunti di riflessioni provenienti da testi che avrei dovuto pubblicare già da qualche anno (ad avere avuto il tempo per farlo!).

Ne è nato quindi questo testo, intitolato "Il riformatore" che è forse al momento il contenuto che maggiormente parla di me come persona, prima ancora che come Aikidoka, Insegnante o divulgatore.

Non che io creda di stare "riformando qualcosa" in particolare, il titolo ci è venuto un po' così, per via di alcuni contenuti presenti nel testo... anche se in questi anni di certo ho provato più e più volte a riformare me stesso proprio con l'Aikido.

Sono grato a Simone Sensei per questo bel dono, che mi ha aiutato a confezionare e che presenta alcune info inedite, che altrimenti forse avrebbero dovuto pazientare nel cassetto ancora per un po', visto l'andazzo degli impegni e dei ritmi tenuti negli ultimi 4 anni!

Ecco grossomodo cosa troverete acquistando il volume...

Come prima cosa, si parlerà di Aikido FIJLKAM, ovvero di una dimensione veramente poco nota e compresa dell'Aikido in Italia, nonostante si tratti di un Settore patrocinato da una Federazione Nazionale.

L'Aikido FIJLKAM è stato per molti anni qualcosa di veramente problematico, e lo affermo a ragion veduta, visto che ne faccio parte dal lontano 2001. Nel 2017 si è deciso di attuare un cambiamento piuttosto radicale, mandando "in pensione" una generazione di dirigenti che si era mostrata alquanto incapace di gestire un Settore così complesso.

Nell'intervista, parlo proprio di cosa ci sia di nuovo nel progetto che da 4 anni porto avanti insieme al resto della Commissione Tecnica Nazionale (che non perdo occasione per ringraziare di tutto il supporto che mi offre). Le cose per il momento non sono state sempre facili, ma stando dando risultati molto promettenti... e mi auguro che l'andazzo si mantenga, perché stiamo riuscendo a costruire una realtà veramente interessante ed utile direi per tutti i praticanti italiani.

Passo quindi a trattare un tema che mi è molto caro, ovvero il rapporto che esiste fra allenamento preordinato (katageiko) e forme libere.

Provenendo da una scuola molto tecnica e formale come l'Iwama Ryu, è stato per me qualcosa di molto complicato, ma anche fondamentale, affiancare all'allenamento formale anche qualche elemento più espressivo e basato sulla capacità di cogliere l'istante irripetibile... agire cioè in modo libero e destrutturato, oltre che essere capace di consultare ripetere formalmente "i grandi classici" dell'Aikido.

Ne è nato un connubio strano e poco consueto, almeno nel nostro Paese, poiché, per esempio, mi trovo a dirigere una delle Scuole più tecniche della mia città... pur ponendo una grande attenzione, si dai primi passi di un neofita sul tatami, alla sua capacità di auto-percepirsi, e quindi di percepire i partner con i quali lavora, stando anche completamente al di fuori di qualsiasi costrutto tecnico.

Questo discorso, naturalmente ha portato ad affrontare la spinosa questione del come e del perché nasce e si consolida uno stile di Aikidō: ne abbiamo parlato di recente anche qui sul Blog!

Ho quindi proseguito tentando di tratteggiare le caratteristiche di 3 dominii che reputo fondamentali nella pratica, ovvero quello della Tecnica, dei principi e delle prospettive dell’Aikidō... ovvero degli strumenti che - ad esempio - mi hanno consentito di scrivere un programma tecnico UNIFICATO per la Federazione, che possa comprendere ed onorare TUTTE le differenti espressioni dell'Aikido che si trovano al suo interno.

Si tratta quindi di qualcosa di estremamente IMPORTANTE, secondo me.

Anche in questo caso, da questo discorso è venuto naturale proseguire chiedendosi se fossero autentici, attuali e reali i tanto percepiti e forse temuti temuto calo di interesse e crisi dell’Aikidō moderno. Non spoilero qui, ma leggendo il testo spero comprenderete perché credo che questo "calo" sia - contemporaneamente e paradossalmente - sia reale, che immaginario... proprio a seconda di quale prospettiva si utilizza per leggerlo e definirlo.

Mi sono poi avventurato in un ginepraio del quale avrei onestamente fato volentieri a meno, ovvero cercando di inquadrare lo spinosissimo dilemma di "Aikidō e competizione". Come dicevo, l'ho fatto non perché questo tema mi sia caro, né perché non vedessi l'ora di tuffarmici a mani giunte... ma perché in Federazione si è più e più volte palesato l'interesse di esplorare questa dimensione (li diverse persone provengono da trascorsi agonistici in Judo, Lotta e Karate), e come dirigente del Settore avevo il preciso dovere di provare a vederci più chiaro.

Ne abbiamo già parlato anche qui sul Blog, quindi non mi ripeto: di certo questa avventura mi ha permesso di percepire quanto sia ancora grande nel nostro Settore il pregiudizio e la critica fatta senza dati in mano, fattori che mi paiono pericolosi e paradossali, specie per dei praticanti ed Insegnanti maturi.

La sensazione è che l'Aikido per tutelare le sue origini ed i costrutti rigidi che lo hanno caratterizzato storicamente sino a qui, sarebbe forse disposto di lasciarsi morire piuttosto che tentare qualche passo inedito in direzioni non ancora esplorate. A modo suo, anche questo mi ha insegnato molto sulla disciplina che pratico!

Ho poi provato a delineare alcuni aspetti curiosi, che avevo già anche pubblicato qui su Aikime, ma che ora ho provato a mettere bene in fila ed in ordine, ovvero "a cosa potrebbe servire l’Aikidō" ed anche a cosa "non potrebbe proprio servire"... per concludere con una disamina piuttosto curiosa sulla determinazione "del sesso" della disciplina che tutti pratichiamo.

A conclusione dello scritto, ho provato a fare un rapido cenno a diversi miei progetti inediti, che per la mole considerevole di impegni recente, sono dovuti stare fino ad ora nel cassetto. É la parte che mi piace di più, perché mi ha consentito di raccontare che cosa mi ispira ed entusiasma ed in quale direzione avrei intenzione di dirigere le mie forze, una volta finita la "bonifica" del Settore Aikido FIJLKAM... attualmente già ad un buon punto, m ma non ancora del tutto terminata.

Parliamo qui di studi per integrare la medicina tradizionale indiana e cinese e l'Aikido, della creazione di una disciplina basata sul movimento e sulla lettura del linguaggio del corpo, sugli archetipi come linguaggio della coscienza, etc.

Sono un meditatore da circa 30 anni, quindi è ovvio che mi interessi di tematiche che forse spesso non trovano un grande esplicito spazio sul tatami. Ma è la mia strada, e questa era l'occasione migliore per poterne condividere un pezzo con voi tutti!

Ne è uscito un volume di 148 pag, che avrà un costo di 9,35 €... e che potrete ordinare direttamente cliccando QUI o recandovi su Aikido Italian Network Publishing.

Mi premuro di dire che NON percepirò alcun compenso per la pubblicazione di questo testo, perciò NON acquistatelo per farmi diventare ricco... quanto eventualmente per leggere cosa c'è scritto dentro.

Più in generale, mi sento di consigliare l'acquisto di libri come questo per ampliare il più possibile l'orizzonte culturale della disciplina che praticate con passione.

Perché la passione è importantissima e prioritaria, ma ci sono determinati ostacoli che possono essere superati SOLO cercando e possedendo alcune informazioni, che da tempo immemore per l'umanità si trovano sui LIBRI!

Marco Rubatto

 

Nessun commento: