In Redazione ci siamo chiesti se fosse il caso, quanto fosse il caso... di parlare dell'influsso degli istinti bassi nell'Aikido, e ci siamo detti che per quanto delicato, non provarci sarebbe stato ipocrita: la sessualità è un aspetto della vita che ci accomuna tutti.
In Aikido NON si parla di solito di questa dimensione personale: siamo tutti presi ad imparare le tecniche, a muoverci in modo meno scoordinato possibile sotto gli attacchi del nostro compagno... figuriamoci se c'è tempo di pensare al sesso!!!
La natura ci insegna che è raro vedere una gazzella che ha un'erezione mentre sta scappando dall'assalto di un leone... in effetti, e ciò è dovuto al fatto che, durante un pericolo serio, acuto ed improvviso, gli esseri viventi danno la precedenza al "supporto vitale" (come direbbero sull'astronave Enterprise)... ovvero a tutti quegli apparati che ci consentono di toglierci dalla situazione di emergenza, massimizzando il profitto e riducendo il pericolo.
Per il resto c'è tempo in altre occasioni... solo che l'Aikido è - fortunatamente - per molti un'esperienza abbastanza continuativa e che quindi dura un po' di più di una situazione reale attacco-fuga.
Quindi?
Quindi c'è tempo per farsi venire appetiti di ogni genere, e non ci riferiamo solo a quelli culinari che sono la conseguenza naturale di un allenamento intenso: c'è chi vorrebbe buttare le gambe sotto la tavola, chi magari infilarsi sotto le coperte con il/la partner preferito di kokyunage!
L'Aikido è fatto da persone, e quindi da individui che portano con sé anche la propria sessualità sul tatami: il contatto fisico avviene, fra persone dello stesso sesso e con persone del sesso opposto... quindi ci sta che - di tanto in tanto e secondo i propri gusti - ad alcuni scatti anche una scintilla un po' più arrapata del previsto!
Infondo esiste uno studio chiamato "prossemica", che si occupa proprio delle reazione emotive (sia del conscio, che - soprattutto - dell'inconscio) create dalla vicinanza e dal contatto visivo, uditivo e cinestesico del prossimo: non siamo del tutto abituati a prendere contatto stretto ("intimo", potremmo dire?) con qualcuno che non sia un nostro parente, un amico intimo o un partner sessuale...
... quindi - lo ripetiamo - ci sta che qualcuno si ingrifi pure mente viene attaccato (l'attacco è una forma di contatto!) o mentre esegue una proiezione di iriminage su qualcun altro...
Nel Dojo quindi possono nascere storie mordi-e-fuggi, così come relazioni più intense, che sfociano in convivenze, se non matrimoni... proprio perché l'Aikido è praticato da esseri umani, che - volontariamente o no - condividono tutto di loro mentre interagiscono!
Ci tocchiamo da sudati, respiriamo spesso davanti al viso del partner: non sono esattamente tutte cose soft da vivere per l'animale che è in ciascuno di noi... questo può scatenare pulsioni e desideri poco conosciuti, né controllabili.
Quello che però è particolare ed importante da rilevare sono le dinamiche che spezzono prendono queste "storie di passione" da tatami...
Se o quando l'Aikido ci facesse incontrare con una persona che desidereremmo diventasse nostra partner (anche) sessuale per una sera, per un mese o per la vista intera dovremmo essergliene grati... però anche ricordare quali sono i principi del contesto in cui tutto ciò avviene.
Un detto giapponese recita: "Aikido wa rei ni hajimari, rei ni owaru", ovvero "l'Aikido comincia con il rispetto e finisce con il rispetto".
Siamo poi capaci di far si che l'incontro con il/la nostro/a partner di indimenticabili notti di chokusen-patonza e uchi-pisel-sankyo sotto le coperte abbia anche QUESTA caratteristica?
Ve lo diciamo noi: di solito proprio NO!!!
Negli anni, infatti, abbiamo visto di tutto...
Dobbiamo dire che una delle dinamiche più comuni e consolidate è quella del Maestro che tacchina le allieve: sono decine e decine i casi di segnalazioni in merito al Sensei che "se le deve passare proprio tutte in Dojo"... e ci piacerebbe tanto poter fare nomi e cognomi di rinomatissimi Insegnanti di Aikido nazionale ed internazionali, sia del passato che attualmente in attività... che sembrano avere avuto (o continuare ad avere) una sorta di sindrome da kokyu-viagra!!!
Gli insegnanti maschi sono infinitamente di più della loro controparte femminile... e forse per questo (forse no) non abbiamo mai sentito parlare di "Aiki-violentatrici seriali"... ma di Aiki-tori (da monta!) urka quanti sembra essercene!
Però in Aikido il concetto di "tori" non dovrebbe essere esattamente questo...
Ci sono gli Insegnanti che prediligono storie con le allieve nel Dojo, di solito quelle più giovani ed inesperte, che poi provvedono puntualmente a turnare con le nuove arrivate per non interrompere una sorta di iniziazione all'erezione DANnata, che fa molti DANnni...
... ma ci sono pure gli Insegnanti che vanno a tenere seminar in luoghi dove incontrano le amanti, e che quindi vivono l'Aikido come una sorta di scusa per le scappatelle coniugali!
Ne abbiamo viste e sentite di ogni in oltre una ventina d'anni di attività!
Ci sono letteralmente scissioni dell'Aikido italiano che si sono verificate ANCHE per storie malate di "donne da bordo tatami", lettere di mogli gelose, etc, etc, etc!
Certe volte non immaginiamo quanto l'Aiki-pisello ci metta del suo: potremmo dire solo che talvolta tira più un pelo di Fijlkam che il tori-fune undo!
Il sesso è sicuramente uno dei livelli più atavici e profondi della nostra specie, ricco di viscerali, coperto di pregiudizi e condizionamenti socio-culturali e morali: è naturale combinare quindi forse un sacco di casini nel gestirlo nel modo più proficuo per noi e per coloro con i/le quali lo condividiamo.
Gli Aikidoka NON sono una razza eletta, anzi... sono individui in cerca di equilibrio e di una buona dose di studio delle loro conflittualità.
nel loro studio la fa da padrone l'esigenza di NON essere sopraffatti dagli altri, ma di NON sopraffare al contempo nessuno a propria volta...
L'unica considerazione che ci sentiamo di fare però è questa:
... tutte le storie di manipolazione quindi - per manifeste o sottili che siano - presuppongono un non completo rispetto di chi le mette in atto e di chi le tollera: questo fa proprio parte dell'AIKIDO!!!
Quindi se di passione dovessimo sentirci invasi per qualcuno/a in ambito tatamifero, potremmo/dovremmo lasciarlo accadere salvaguardando il rispetto per noi stessi e l'altra parte che cerchiamo di coinvolgere, che vuole coinvolgere noi... o che è più che d'accordo nel farsi coinvolgere da noi.
tutte le belle storielle sulla filosofia dell'arte della pace e dell'amore diventano solo storielle insignificanti con le quali ci sciacquiamo la bocca dal nostro agire incoerente. Una malattia piuttosto diffusa fra gli Aikidoka di ogni Ente, ordine e grado!
Se viene a mancare questo,
Un/a Sensei, uno/a studente NON deve rinunciare a nulla di fondamentale per sé, incluso la passione ed anche il sesso... ma capite bene che c'è modo e modo per farlo, e purtroppo ad oggi sembra che la comunità si sia contraddistinta per avere scelto quello più problematico e svalutativo di considerare queste importanti sfere dell'umana natura.
Questo ambito infatti, riguarda sentimenti, oltre che pulsioni animali... scindere i quali dagli atti fisici sa dell'immaturità di chi muove il corpo in modo non integrato e fluido.
Quella appartiene a qualcun altro?
Quella non ha bisogno di diventare una parte armonica di tutto ciò che ci costituisce?
Se integriamo, integriamo tutto nell'esperienza dell'Aikidoka: quindi pulsioni, sentimenti, azione ed etica NON possono essere vissuti come una pasticceria, nella quale - di volta in volta - viene scelto solo ciò che fa gola o interessa!
Qualcuno dirà: "Fosse facile"... e noi risponderemmo: "Chi ha mai detto che sarebbe stato facile?"
Ci alleniamo solo per raggiungere ciò che è facile, o piuttosto per arrivare a quanto è importante?!
Fare l'amore con un'altra persona è una delle esperienze più dense e significative che si possono avere durante la vita: non buttiamola al macero, ma celebriamola come si deve, in ogni ambito.
Celebriamola ancora di più e meglio se si ambienta o si correla ad una disciplina che insegna il "SIAMO UNO", e quindi obbliga moralmente al rispetto le varie parti che lo compongono.
Basta agli Aiki-tacchinamenti ed alle Aiki-sveltine svalutative: l'armonia è proprio un'altra cosa!
Questa, s'intende, non è una moralizzazione da diacono al catechismo: sono più concetti da vivere, che altro...
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