lunedì 31 ottobre 2016

Chiuso per celeste ponte fluttuante

"Ame-no-ukihashi" è nella tradizione shinto il "celeste ponte fluttuante" che collega il cielo e la terra...

Sovente O' Sensei, nei suoi discorsi ne cita l'immagine...

"Forgio me stesso
 sul Celeste Ponte Fluttuante
 nel Sé profondo
 unito al Vero Nulla
 dagli Dèi benedetto".

Oggi questa immagine invece la citiamo noi, che ci prendiamo un'apparente pausa per fare un celeste ponte fluttuante fra domenica e la festa di Ognissanti.

In realtà in questo preciso istante stiamo lavorando per voi, fuori sede... e presto saprete di cosa si tratta.

Buona fluttuazione a tutti!





lunedì 24 ottobre 2016

Incidenti nella pratica: un evento che segna ed insegna molto

Di solito non accadono moltissimi incidenti nella pratica dell'Aikido, ma ogni tanto può succedere...

D'altronde, utilizzando il nostro corpo e studiando qual è il modo migliore di muoverlo, può accadere sia di farlo in modo scorretto con il proprio, sia di causare dolore ad un compagno.

Cosa fare in questi casi?

É tutta nostra la responsabilità se feriamo involontariamente un compagno?

É tutta dei nostri compagni la responsabilità se veniamo involontariamente feriti?

L'Aikido utilizza molte leve articolari, che hanno generano traumi (contusioni, slogature, rotture...) dal decorso piuttosto lungo e travagliato per chi si trova a subirle... quindi la massima attenzione è sempre d'obbligo, questo è chiaro.

Tuttavia succede che talvolta, nonostante tutta l'attenzione di cui siamo capaci, nonostante tutti i nostri buoni propositi, nonostante l'amicizia sincera che proviamo per i nostri compagni... li feriamo o permettiamo loro di ferirci in modo più o meno marcato, come mai?!

Premettiamo che il principale compito di ogni Sensei è fare di tutto per mettere gli allievi nelle condizioni migliori di sicurezza nella pratica: parte della responsabilità di un incidente - almeno in modo indiretto - ricade quindi sempre sull'Insegnante... che non è riuscito a percepire o prevenire la situazione rischiosa.

Nonostante questo però, talvolta accade lo stesso... e di solito gli incidenti più seri sono quelli che derivano da situazioni del tutto ordinari e banali, se ci pensate.

la dinamica comuni sono poche, esaminiamole di seguito:

- uke attacca ad una velocità non congruente con quella alla quale riesce a ricevere la risposta dell'azione (leggi: "io intanto meno, poi vediamo!"), e si ferisce per questo;

- tori esegue un movimento formalmente corretto, ma che risulta improprio o eccessivo per il compagno (leggi: "non sono stato capace di sentire che per lui era troppo");

- uke cerca di bloccare la tecnica di tori (leggi: "tu questa non me la farai mai!"), ma la sua ostruzione non riesce e viene ferito proprio per via di questa;

- indipendentemente da come attacca uke, sale la carogna a tori e prova a sterminare chi ha di fronte... riuscendoci maldestramente per puro caso...

Sappiamo che quando muoviamo il nostro corpo, muoviamo in realtà anche il 100% del nostro "corpo mentale"... che però è subconscio o inconscio per oltre il 90% di se stesso.

Quindi siamo simili ad elefanti che si credono gatti e che provano a fare lo slalom fra i bicchieri di cristallo: qualche coccio ce lo lasciamo dietro solo per il fatto che noi non siamo ciò che pensiamo di essere... ma molto di più (e/o molto di meno)!

Feriamo un compagno quando nella nostra testa le cose per lui non dovrebbero causare alcun rischio, ma invece lo FANNO.

Veniamo feriti da un compagno quando nella nostra testa non sta per accadere proprio nulla di grave... ma invece fra poco accadrà.

Si parla quindi sempre e comunque di DISCONNESSIONE, da qualche elemento della nostra realtà personale e della realtà dell'altro: l'universo poi è così splendido e perfetto nella sua Gestalt che tori ferisce uke esattamente quando sia tori che uke non erano nel "qui ed ora", cioè basta che uno dei due sia attivamente presente a se stesso ed alla situazione che sta vivendo perché ciò non accada.

Quindi è quasi sempre un "concorso di colpa", potremmo dire: per uno che si distrae e ferisce il compagno, c'è un compagno che si è distratto e permette di venire ferito... le responsabilità quindi sono sempre da condividere, nonostante che nell'azione specifica il fattaccio sembra avere avuto un responsabile più evidente dell'altro.

Un caso tipico, carichiamo il bokken sulla schiena e con la punta colpiamo inavvertitamente il compagno dietro a noi (che non potevamo vedere): "colpa nostra"?

La "colpa" non esiste... esiste la responsabilità!

Non non abbiamo percepito quello che ci stava a 3 cm dalle natiche (perché? fosse stato un nemico reale avremmo fatto meglio ad includerlo nel raggio dei sensori!!!)... ma quello dietro a cosa pensava mentre gli chiavavamo il nostro bokken sulla capa?! Lui ci aveva di fronte...

Ben al di là di ciò che accade e del perché accade, esaminiamo dunque cosa significa tutto ciò e cosa farcene di questa dolorosa esperienza: sia venire feriti, che ferire... per noi sono esperienze che vorremmo infatti evitare.

Noi sul tatami però non ci saliamo per "evitare le esperienze scomode", ma per imparare a conviverci ed a renderle almeno utili!!!

Se veniamo feriti e l'incidente ci causa dolori continui durante il giorno, così come una prolungata assenza dal Dojo... saremo inclini indubbiamente ad una forma di crisi: o ne usciamo così afflitti da demordere e decidere di concludere la nostra esperienza con l'Aikido, OPPURE ne saremmo addirittura rinforzati, poiché avremmo trovato un ulteriore motivo per proseguire NONOSTANTE la momentanea avversità e limitazione nella pratica.

É bene o e male quindi essere feriti?
Ne bene, né male... ma può essere evolutivo avere il coraggio di non farsi "sconfiggere" dal dolore e dall'esperienza!

Se feriamo un compagno e ci dispiacciamo un sacco per quanto è accaduto... perché non avevamo nessuna intenzione di... É bene o e male?

Ne bene, né male... ma constatata la reale possibilità di costringere una persona a letto per 20 giorni per una distrazione - nuovamente - potremmo spaventarci dell'accaduto a tal punto da decidere di interrompere la pratica per non "essere più un pericolo per il prossimo"...

... OPPURE inizieremo a praticare con più consapevolezza, più connessione e meno irruenza con chi abbiamo di fronte, PROPRIO perché non vogliamo che un simile incidente capiti mai più!

Un incidente quindi è utile nel momento nel quale viene vissuto come costruttivo da entrambe le parti: spesso crea o rinsalda amicizie.

Il "morto di kotegaeshi" magari potrà sentirsi particolarmente supportato dai messaggi in cui il suo "boia" gli chiede come stia andando la convalescenza, quando sarà nuovamente possibile rivedersi... potrebbe NON sentirsi solo a vivere l'incidente, e potrebbe sentire tutto il gruppo al suo fianco ed al suo servizio in caso di bisogno; in questo caso l'incidente fa addirittura team-building!!!

Tutti questi Aikidoka che studiano per riappropriarsi del vero spirito di un Samurai, potrebbero comprendere che esso deriva dalla radice "mettersi al servizio"... non tanto saper combattere.

Creare una società nelle quale siamo l'uno al servizio dell'altro... perché abbiamo compreso che l'altro è una parte integrante di noi stessi... è qualcosa di molto marziale, perché darà voce al coraggio di smettere di farci la guerra.

Ferire o essere feriti è un'esperienza, cerchiamo di vivercela al meglio e nel modo più utile che c'è per la propria crescita personale... dopo di che cerchiamo di evitare di farci male quando NON SERVE!!!



lunedì 17 ottobre 2016

Gradi e certificati, riconosciuti CONI gelati

Quante volte abbiamo sentito Aikidoka ed Insegnanti affermare "Ho preso il XYZ dan, riconosciuto dal CONI"?

Quante volte abbiamo visto sui Social Network foto di certificati e qualifiche d'insegnamento nelle quali si affermava: "Con la presente si certifica che PINCO PALLINO ha conseguito la qualifica in XYZ Aikido" con a fianco il loro del CONI?

Il CONI - nato nel 1914 - è sicuramente un'Ente, anzi L'ENTE... che lo scopo di curare l'organizzazione e il potenziamento dello sport italiano attraverso le federazioni nazionali sportive e  promuovere così lo sport nel nostro Paese.

Dire che qualcosa è riconosciuto dal CONI equivale quindi ad affermare che l'Ente principale che patrocina lo sport in Italia ha preso atto dell'esistenza di questo qualche cosa e lo ha, in qualche modo, delegato alla divulgazione ed organizzazione sportiva di manifestazioni, gare, eventi e corsi regolari.

Ora non stiamo ad aprire discussioni sul fatto che l'Aikido possa o meno essere considerato uno sport... quindi una di quelle "cose" delle quali si può interessare il CONI per mandato, ma sta di fatto che in Italia esso è (purtroppo) definito un'attività sportiva dilettantistica (in quanto non prevede gare o tornei per i quali si è pagati per partecipare in veste di atleti, come avviene alle Olimpiadi), poiché si fa con il corpo, si fa nelle palestre... etc, etc, etc.

In Italia quindi Aikido = SPORT, quindi non c'è da meravigliarsi che chiunque cerchi di farne derivare una certa dipendenza più o meno diretta dal CONI... come fosse una sorta di marchio di origine controllata!

Ci sono tuttavia alcune considerazioni da fare in merito e potrebbero essere assai dolorose per molti...

Il 18 gennaio 1902 venne costituita a Milano la "Federazione Atletica Italiana" (FAI), su iniziativa del marchese Luigi Monticelli Obizzi (1863-1946), con lo scopo di "coordinare l'attività di lotta e di sollevamento pesi". Il Judo entrò a far parte della Federazione nel 1954, anche se già nel 1931, in via sperimentale, la FAI aveva inglobata la Federazione Jiu-Jutsuista Italiana (costituita nel1924).

Il 19 maggio 1974 l'Assemblea della FIAP stabilì pari dignità amministrativa tra i suoi tre settori agonistici, provvedendo a modificare il nome in Federazione Italiana Lotta Pesi Judo (FILPJ). Il cambio di denominazione venne ratificato dal CONI il 6 settembre 1974.

Il 2 luglio 1994 l'Assemblea straordinaria ha stabilito l'inglobamento nella Federazione del Karate, decisione ratificata dal CONI il 7 febbraio 1995. Federazione elencata nella Legge 16.2.1942, n. 426 (come FIAP).

Di seguito, con l'approvazione del nuovo Statuto (Ostia, 1° luglio 2000), ratificato ai fini sportivi dal Consiglio Nazionale del CONI il 31 ottobre 2000, è mutata anche l'attività: si è cosituita in Federazione autonoma la sezione Pesi (Federazione Italiana Pesistica e Cultura Fisica - FIPCF), mentre al Judo, alla Lotta ed al Karate ha assunto maggiore rilievo la sezione Arti Marziali caratterizzando la FIJLKAM come Federazione delle Arti Marziali e degli sport da combattimento.

Perché questo allegro pippozzo storico?

Perché è doveroso ricordare che il CONI ha da allora riconosciuto in modo diretto, documentabile ed esclusivo (una seconda figura sarebbe infatti del tutto insensata e ridondante) la FIJLKAM come Federazione legittimamente incaricata del patrocinio delle Arti Marziali, fra le quali ritroviamo elencato anche il nostro carissimo Aikido.

Le Arti Marziali che hanno un diretto collegamento col CONI tramite la FIJLKAM nello specifico sono Aikido, Ju Jitsu, Sumo, Capoeira, Grappling, Pancrazio Athlima, S'istrumpa, Karate, Lotta e Judo (non elencate di sicuro in ordine di importanza o per numero di tesserati!)

E quindi tutti quei gradi e qualifiche dell'Aikido "riconosciuti dal CONI", ma non derivanti da tesserati a FIJLKAM!?

Questa si rivela essere una questione particolarmente spinosa e divertente!!!

Da dove provengono questa miriadi di maestri, istruttori e dan-nati?

Dagli Enti di Promozione Sportiva... che sono Associazioni (NON Federazioni!!!) che hanno come scopo statutario la promozione e l'organizzazione di attività fisico-sportive con finalità ludiche, ricreative e formative. In particolare si occupano dell'organizzazione di attività sportive a carattere amatoriale, di formazione e di avviamento alla pratica sportiva, corsi per tecnici ed arbitri, di diffusione della pratica sportiva attraverso eventi e pubblicazioni.

Quegli Enti che rispettano determinati requisiti possono richiedere il riconoscimento da parte del CONI: attualmente egli ne riconosce 15, che in ordine alfabetico sono:

- A.C.S.I. - Associazione Centri Sportivi italiani
- A.I.C.S. - Associazione italiana cultura sport
A.S.C. - Attività sportive confederate
- A.S.I. - Associazioni sportive sociali italiane
- C.N.S. Libertas - Centro nazionale sportivo Libertas
- C.S.A.IN. - Centri sportivi aziendali industriali
- C.S.E.N. - Centro sportivo educativo nazionale
- C.S.I. - Centro sportivo italiano
- C.U.S.I. - Centro universitario sportivo italiano
- E.N.D.A.S. - Ente nazionale democratico di azione sociale
- M.S.P. - Movimento sportivo popolare Italia
- O.P.E.S. - Organizzazione per l'educazione allo sport
- P.G.S. - Polisportive giovanili salesiane
- U.I.S.P. - Unione italiana sport per tutti
- U.S. ACLI - Unione sportiva A.C.L.I.

Cosa significa essere "riconosciuti dal CONI"?
É un po' questa la domanda delle domande...

Significa che il CONI prende atto dell'esistenza di un Ente, NON in automatico che ne controlla gli atti, e né che prende provvedimenti in caso di illeciti... purtroppo!!!

Questo ha consentito in passato a molti Aikidoka di ricevere gradi e qualifiche da diversi Enti di Promozione Sportiva che si fregiavano del riconoscimento del CONI, ma che NON avevano nulla a che fare di fatto con i protocolli di legittimazione del Comitato Olimpico nazionale Italiano!

State a sentire la segnalazione che ci è giunta...

Un Insegnante di Aikido - che desidera mantenersi anonimo - ha ricevuto gradi e qualifiche da un EPS e si è fatto venire il dubbio che questi potessero o meno essere qualcosa di ufficialmente emanato dal CONI, quindi ha contattato prima la sua sede regionale, quindi quella nazionale per chiedere conferme e delucidazioni in merito.

La risposta all'unisono degli Uffici CONI è stata devastante e disarmante...!

"A noi non risulta nulla. Chieda in merito alla validità dei suoi gradi e qualifiche all'EPS che gli ha emanati"

Come è possibile che ci diano un 6º dan UISP, CSEN, LIBERTAS, ASI... un certificato da Istruttore o da Maestro, e che il CONI non ne sappia nulla???

Semplice: la risposta in sostanza è stata: "Se la nostra attività fosse di controllo sui certificati emessi dagli Enti che riconosciamo in esistenza, non faremmo niente altro oltre che quello... ma noi dobbiamo innanzi tutto fare il nostro lavoro".

Ma in Italia esiste un registro di ciò che è approvato sul serio o meno dal CONI in materia di Aikido?!

Si c'è, e si chiama FIJLKAM - lo abbiamo già detto -, ma come ben sapete ed è emerso dall'Aiki-censimento, risulta che solo l'8% degli Aikidoka italiani sia iscritto a questa Federazione, e tutti gli altri?

Se va bene, sono iscritti ad Associazioni Sportive Dilettantistiche affiliate a qualche Ente di Promozione Sportiva, dal quale si fanno rilasciare gradi e qualifiche NELLA SPERANZA che questi Enti lavorino in trasparenza e con etica rispetto al loro mandato...

... ma deve essere chiaro che il controllo da parte del CONI sui loro atti (quindi anche su gradi e qualifiche) e talvolta pressoché NULLO!

Peggio che peggio, esistono un sacco di A.S.D. che rilasciano gradi e qualifiche motu proprio, millantando che sono riconosciuti dal CONI, quando se va bene non provengono nemmeno dall'Ente di Promozione al quale esse sono affiliate!

Ogni A.S.D. per LEGGE (parliamo ora solo dell'Aikido), deve essere affiliata alla FIJLKAM o ad un Ente di Promozione: queste organizzazione fanno da ponte al CONI, che rilascia ad ogni A.S.D. un numero di registrazione.

Facciamo un esempio casalingo: noi abbiamo aperto già da qualche anno un'Associazione Sportiva Dilettantistica che si chiama Hara Kai - A.S.D., molti di voi già lo sapranno...

... e grazie ad essa riusciamo a svolgere le nostre attività regolari (corsi, allenamenti) e straordinarie (stage, raduni, workshop) sul tatami: questa A.S.D. ha al suo interno corsi di Aikido, Tai Ji Quan, etc...

Per l'Aikido siamo affiliati a FIJLKAM, ente che emana gradi e qualifiche protocollati e registrati a Roma, così come qualsiasi altra Federazione nazionale (dall'atletica leggera, al canottaggio o tiro con l'arco...);

per tutte le altre discipline (non previste, né quindi patrocinate da FIJLKAM) siamo iscritti all'A.S.C., che procura assicurazioni ed un ponte al CONI... ad esempio per tutti gli allievi di Tai Ji Quan, Danza Orientale, Movimento Feldenkrais, etc...

Cosa succederebbe se fossimo SOLO iscritti ad A.S.C., quindi utilizzassimo QUEL canale anche per l'Aikido?

NULLA di speciale, ci sono infatti alcune Società in Piemonte che lo fanno, ma siccome in A.S.C. non esiste alcun "Settore Aikido" normato, chiunque può fare esattamente cosa vuole... purché sia in regola con il pagamento dell'affiliazione e delle tessere individuali che garantiscono la copertura assicurativa.

All'interno della nostra Associazione potremmo conferire gradi e qualifiche "Hara Kai" a piacimento a tutti i nostri Soci, poi - siccome tramite l'Ente di Promozione A.S.C. siamo nell'elenco delle Associazioni registrate al CONI - potremmo dichiarare che i gradi e qualifiche che ci siamo inventati sono RICONOSCIUTI DAL CONI... capite che enorme BALLA?!

Già ci appoggeremmo ad un EPS che non ha nulla di organizzato rispetto all'Aikido, quindi - pur ammesso che invece esso sia uno invece dei più organizzati e virtuosi - potremmo agire completamente a sua insaputa, scaricando dal Web il JPG del logo CONI e stampandolo su un certificato home-made da "vendere" per autentico ai nostri Soci!

Il tempo in cui era il nostro Maestro di Aikido a decretare che qualcuno era diventato a sua volta un Maestro di Aikido è già finito da un bel pezzo; forse funzionava i tempi di O' Sensei, ma in tutta Europa esiste una legge che uniforma in 4 i livelli di certificazione dei Tecnici Sportivi di qualsiasi disciplina, indirizzo ed Ente...

Essi (pur con nomenclature differenti di settore in settore) sono:

I livello, AIUTO ALLENATORE
("Aspirante Allenatore", per le arti marziali e quindi per l'Aikido)

- II livello, ALLENATORE
("Allenatore", per le arti marziali e quindi per l'Aikido)

- III livello, ALLENATORE CAPO
("Istruttore", per le arti marziali e quindi per l'Aikido)

- IV livello, TECNICO
("Maestro", per le arti marziali e quindi per l'Aikido)

Troverete QUI il documento ufficiale del CONI

Esso NON consente più la formazione IN completa AUTONOMIA alle Federazioni nazionali, né agli Enti di Promozione Sportiva, ma richiede la frequenza di corsi multimediali specifici che esulano dalle competenze tecniche dei candidati, ma nei quali si studiano ed apprendono nozioni generali di metodologia didattica, medicina sportiva, primo pronto soccorso, legislazione sportiva, etc...

Quindi CHIUNQUE vuole dirsi "Maestro" di Aikido, si suppone possegga già una qualifica di 4º livello rilasciata dal CONI e ratificata dalla Federazione o Ente di Promozione di appartenenza.

Costui avrà fatto un corso, superato esami di fronte ad una commissione federale, etc, etc, etc...

Vediamo quanti "Maestri" di Aikido restano in Italia se li contassimo con questo criterio (che è poi il criterio stabilito dalla legge)?

Non siamo più nell'epoca in cui ogni allievo anziano, ad un certo punto, andava ad aprirsi il "suo" corso con la benedizione del proprio Sensei... che magari gli conferiva pure un attestato di figaggine con tanto di logo CONI uscito fresco fresco dalla stampante a getto d'inchiostro di casa sua...

... eppure quanti ce ne sono ancora nel nostro Paese che considerano del tutto NORMALE un simile comportamento?

Tanti, TROPPI!!!

Responsabilità loro e di tutti quegli allievi che si mettono nelle mani di qualsiasi Mago Otelma in grado di millantare una qualche sorta di bravura proveniente da un percorso misticheggiante, ma ovviamente per nulla tacciabile a livello documentale.

Non fatevi fregare, chiedete informazione ai vostri Insegnanti e pretendete risposte chiare:

- "Dove mi sono associato per frequentare il corso?"
(di solito la risposta potrebbe essere "ad un'Associazione Sportiva Dilettantistica"... nel qual caso avete diritto a visionare lo statuto sociale).

- Dove siamo affiliati/tesserati come Associazione?"
(la risposta dovrebbe essere "alla FIJLKAM o a qualche EPS riconosciuto dal CONI"... ed avete diritto di richiedere la documentazione che lo prova; se la risposta è diversa, alzate i tacchi!).

- "Che validità hanno i gradi e le qualifiche che mi vengono rilasciati?"
(a seconda dell'affiliazione, saprete QUALE Ente deve occuparsi della formazione e del controllo delle Società Sportive che ad esso fanno capo, quindi ne potrete cercare DA SOLI gli ambiti di validità).

Concludiamo questo lungo Post specificando che non è nostra intenzione pubblicizzare un percorso Aikidoistico rispetto ad un altro: il fatto di essere tesserati in Federazione è un dato di fatto, non una dinamica che consigliamo o sconsigliamo.

Tuttavia ci è sempre più chiaro che per puntare alla qualità è indispensabile che ci siano organi di controllo in grado di intervenire in caso di illecito: in FIJLKAM - sempre solo ad esempio -chi millanta un grado o una qualifica falsi può essere segnalato e finire diritto dinnanzi al tribunale federale... che può ammonirlo, sospenderlo o espellerlo... a seconda della gravità del suo reato.

Assicuratevi che esista qualcosa di simile nell'ambito del vostro Aikido, così che né gradi, né qualifiche si rivelino dei CONI gelato... che al caldo tendono a colare, ed imbrattare tutto!



lunedì 10 ottobre 2016

Kinomichi: sulla Via del Ki, il tom-tom punta su di noi!

Morihei Ueshiba ha formato ed ispirato numerosi budoka di questo secolo e del precedente: fra i suoi allievi quindi ci fu chi utilizzò le sue risorse per tramandare la disciplina del suo Maestro, così come chi intraprese esplorazioni personali ed inedite, basate anche su ciò che aveva appreso dal Fondatore dell'Aikido.

Quest'ultimo è il caso di Masamichi Noro Sensei (del quale vi abbiamo già parlato QUI), che fu spinto da O' Sensei ad imbarcarsi verso l'Occidente con il titolo di "Delegato Ufficiale per l'Europa e l'Africa", per diffondere l'Aikido. Egli era allora 6º dan.

Masamichi Noro impiegò inizialmente le sue energie nel sud est della Francia ed in Italia, dove gli Insegnanti di Judo lo invitavano per arricchire le esperienze dei loro allievi.

Venne poi invitato in Belgio e li aprì il suo primo Dojo, al quale ne seguirono più di 200, in Europa come in Africa... dalla Svezia al Senegal: questo fu un importante momento di pionierismo per l'Aikido!

Nel 1979, dopo una discussione con Kisshomaru Ueshiba, Masamichi Noro creò il Kinomichi al fine di estendere ulteriormente la sua ricerca, che nel frattempo si era aperta alle esigenze ed alle metodologie della società occidentale.

Il Kinomichi, o metodo Noro, è appunto una pratica d'affinamento del corpo e della mente basata essenzialmente sui principi dell'Aikido, anche se da questi si differenzia totalmente per metodologie e finalità.

La relazione e il contatto con gli altri assumono un aspetto rieducativo del giusto tono muscolare volto ad un miglioramento generale della sensibilità. I movimenti sono suddivisi in due grandi classi simboliche che rispecchiano la tradizione Taoista della percezione della natura: terra e cielo.

I due principi opposti del maschile e del femminile costituiscono l'equilibrio dell'individuo e dell'universo.

Il termine Kinomichi significa letteralmente: "Via dell'energia Vitale"... ed utilizza gli stessi kanji della parola Aikido. "Do" e "Michi" sono infatti lo stesso ideogramma [道], che ha due differenti letture fonetiche.

Le tecniche conservano sia la forma sia il rigore della tradizione orientale, ma il Maestro Noro ha sempre esortato al superamento del tecnicismo in sé, andando a cercare il significato della sua creazione, ben oltre i limiti della forma, pone il Kinomichi su un gradino diverso da ciò che fin ora le Arti Marziali hanno saputo esprimere.

Nel 2001, ottenne in Francia un riconoscimento da parte del "Ministère de la Jeunesse et des Sports" come disciplina sportiva ufficiale.

Ven ne riparliamo quest'oggi poiché, a seguito della scomparsa del fondatore di questa disciplina, avvenuta il 15 marzo del 2013, ora il suo ultimo genito Takeharu Noro si è completamente impegnato nella pratica, nonché nella divulgazione del Kinomichi, dirigendo tutt'ora l'ultimo Dojo di suo padre: il "Korindo Dojo" a Parigi.

Oggi, parallelamente al lavoro di ricerca-sviluppo del Kinomichi, segue gli insegnamenti del Katsuaki Asai Shihan, pioniere dell' Aikido in Germania.

In Italia, tra i centri di ricerca e pratica del Kinomichi spicca il polo di Torino, con l’appuntamento che si ripete in autunno con il Sensei Takeharu Noro, per condividere gli studi e i risultati attuali di questa interessantissima disciplina.

A Torino, il partenariato tra l’Associazione Yuki ed in particolare modo, il Maestro Christian Andreotti, e Viviana Rossi-Caffell, invita regolarmente Takeharu Noro ad insegnare stage di formazione sul Kinomichi, rivolti ad Aikidoka o a semplici interessati alle potenzialità enormi di questa pratica.

E quando vi dicevamo nel titolo che la Via del Ki ha il tom-tom che punta su di noi, è perché quest'anno proprio il nostro Dojo, l'Hara Kai è stato scelto per ospitare questo importantissimo evento...!

Di ciò siamo veramente orgogliosi e ringraziamo di cuore il Maestro Andreotti e tutta l'Associazione Yuki per la considerazione e fiducia mostrataci.

Vi avevamo avvisato che nel nostro Dojo ne avreste viste delle belle... e questo è solo l'inizio!!!

Vi aspettiamo quindi, il prossimo week end (sabato pomeriggio e domenica nell'intera giornata) per praticare Kinomichi, direttamente con il successore diretto di chi ha fondato questa disciplina!

Siamo certi che sarà un'occasione imperdibile ed importantissima di crescita collettiva... quindi non mancate!

- e non vi lamentate poi che non ve l'avevamo detto -



lunedì 3 ottobre 2016

Otomo san: fra mito, realtà... ed utilità

Avete mai sentito parlare di お供 (おとも) "otomo"?
È una figura che spesso emerge nell'Aikido più tradizionale...

L'otomo è un ruolo previsto dalla tradizione giapponese tra i maestri di arti marziali: spesso è confusa con "uchi deshi" (allievo interno), perché di frequente è proprio uno degli uchi deshi a divenire anche l'otomo.

Di che cosa si tratta, quindi?

L'otomo è una sorta di "allievo prediletto", che funge da collegamento fra il Sensei e tutti gli altri allievi; egli nella tradizione si prende cura del maestro, proprio come un servo.

Morihiro Saito Sensei fu per molto tempo l'otomo di Morihei Ueshiba, ad esempio... così come altri Sensei famosi del passato.

L'otomo è la persona che il Sensei chiama sempre per dimostrare le tecniche di fronte ai suoi studenti, una sorta di "uke personale", di aiutante... che segue il Maestro anche durante i suoi spostamenti fuori Dojo, per aiutarlo a divulgare al meglio i suoi insegnamenti.

C'è un significato anche più profondo nel ruolo dell'otomo: secondo la tradizione, i Maestri di arti marziali spesso sembra ricevessero una sorta di illuminazione attraverso differenti pratiche introspettive, quali meditazione, ascesi, ritiri solitari...

L'illuminazione è sinonimo di diventare consapevoli di un mondo interiore vasto e profondo, in cui spesso si realizza che proprio in esso risiede la chiave per una vita piena ed autentica.

Anche nella nostra società ballerini, pittori, attori, musicisti hanno talvolta raggiunto questo stato: attraverso il proprio mondo interiore si riceve una sensazione di benessere e di pace che spesso rende marginale, se non addirittura superflua, ogni forma di amicizia o socializzazione a livello orizzontale.

Si gode del proprio essere, della propria attività lavorativa e non... ma anche di ogni singolo piccolo atto quotidiano, come mangiare, bere, fare una passeggiata, ecc.

É la sensazione di "bastare a se stessi", carta, preziosa... molto poco compresa ed esplorata dai più.

Questo può creare un equivoco con le altre persone a causa della mancanza di amicizia o di vita sociale. La gente può considerare in questo senso l'illuminato come un individuo freddo freddo o scortese.

Proprio per questa ragione il Maestro ha bisogno di un otomo, una persona che può fare da ponte tra sé e le altre persone.

Un Maestro può non essere interessato ad una conversazione sociale, ma può essere disponibile ad insegnare o a rispondere alle domande. La presenza di un otomo, nella tradizione, impediva di fare domande e di avere un contatto sociale diretto, ma forniva un tramite per poter continuare ad essere socialmente utile, benché non più interessati ad essere pubblicamente attivi.

Nello specifico dell'Aikido, l'otomo è l'uke personale del Sensei... scelto fra gli altri per la sua capacità naturale di aiutare il Maestro nel far giungere con chiarezza i suoi insegnamenti.

Ovviamente lo stare a contatto costante e privilegiato con il Maestro implica per l'otomo un'enorme possibilità di apprendimento rispetto agli altri desti (allievi)... ed in questo potremmo quindi scorgerci una sorta di "posizione privilegiata".

In passato, nelle scuole più tradizionali, questo ha causato una sorta di "corsa" a ricoprire questo ruolo prestigioso, a costo di prostrarsi pure troppo alle volontà dell'Insegnante, per entrare più facilmente nelle sue grazie.

Chiediamoci ai nostri giorni che senso abbia questa figura, quali pregi e quali limiti possa avere per un Insegnante e per i suoi allievi il fatto che in un Dojo esista una sorta di "allievo privilegiato" che aiuti il Sensei.

Nella nostra esperienza, abbiamo più volte visto imitare queste dinamiche... ma spesso si è fatto solo finta di calzarne i canoni, per fini non del tutto chiari, specie da parte dei Maestri che hanno utilizzato/utilizzano questo rapporto personale con un allievo specifico.

Arriva il Maestro XYZ e fa saltare 4 metri a distanza il suo uke a molla preferito, con un gesto plastico ed esteticamente raffinato... poi ci dice: "Prego!" (ora fatelo voi...).

Ci si chiede: "Fallo tu che cosa?!"

Il gesto tecnico rinomato?
La catapulta umana?

Questo "maestro" ha mostrato un principio che grazie al suo uke si è reso più visibile, o voleva solo farci vedere che lui è il maschio alpha... uno ganzo e figo, insomma?

Ecco... purtroppo abbiamo visto un sacco di otomo "vittime" di queste dinamiche eroiche, ma nulla di strettamente connesso con la necessità di avere una persona speciale con la quale rapportarsi per un'utilità collettiva autentica!

Una posizione di rilievo vicino ad un bravo tecnico, che però è tutt'altra cosa rispetto all frequentare  un MAESTRO!

C'è gente che venderebbe un rene ed una chiappa per essere l'uke fisso di un'Insegnante di Aikido blasonato... poiché si sente così piccola, così insignificante che crede che stando vicino ad uno considerato "grande" si diventi grandi in automatico per osmosi.

Questo è l'otomo "da pi greco mezzi" (90º, per chi non se ne intende di radianti), quello che il Sensei vorrebbe mangiarselo, prendere il suo posto... l'Aiki-arrivista, quello che vuole emergere, non essere considerato uno fra i tanti... in giapponese si dice "un imbecille" cioè!

C'è poi chi permette una cosa simile, cioè il maestroconlaMminuscola... quello di prima, che vuole dimostrare quanto è figo a far volare chi conosce a menadito, quanto è bravo a fare venire bene le tecniche con coloro con i quali sa che gli verranno mediamente bene.

In questo caso, l'otomo più che un servitore è un servo... è il maestro, più che illuminato... è proprio al buio senza corrente elettrica!!!

Non è detto che ci sia solo malattia dietro il rapporto fra allievo e Maestro, ma crediamo che il tempo in cui il Sensei non voglia più rapportarsi con l'Aikidoka medio stia finendo... almeno nella nostra società.

Le poche scuole in cui sussiste ancora un'austerità ed un'intoccabilità del Maestro stanno diventando sempre ulteriormente meno, e spesso dietro a questa esigenza si nasconde solo l'incapacità del docente di turno di rapportarsi con gli allievi, più che una qualche forma presunta di illuminazione.

Ci pare di vedere un mondo nel quale siamo tutti in viaggio, ciascuno in parte servitore ed allievo degli altri, ciascuno maestro e servito dagli altri... nel quale se il rapporto fra otomo e Sensei non è biunivoco, perde il suo significato più intimo ed autentico.

Questa però è solo la nostra esperienza... raccontateci la vostra, se vi va, così da arricchire insieme il quadro sull'argomento.

Un grazie in anticipo a chi darà il suo contributo!