lunedì 15 luglio 2013

Aikido: disciplina per "sfogare" o per "costruire"?

In queste settimane ci siamo spesso trovati dinnanzi alla possibilità di considerare (o veder considerato) l'Aikido come una pratica per mezzo della quale è possibile - in qualche modo - "sfogarsi" fisicamente, rilassando così tutte quelle tensioni che quotidianamente ci portiamo appresso, e che sono un po' conseguenza della vita che facciamo.

"Finalmente mi alleno, così mi sfogo un po'"... potrebbe essere questo il mantra ricorrente di alcuni praticanti.

Ci siamo quindi soffermati su questo punto, per chiederci se questa prospettiva avesse in sé aspetti positivi, oppure potesse nascondere anche eventuali ombre".

Pur nella nostra convinzione di non aver scoperto nulla di nuovo, vi esponiamo di seguito le nostre riflessioni.

Sicuramente siamo immersi in una routine stressante: la maggior parte delle persone la vive come un lungo periodo nel quale si sente appesantita, se non proprio "schiacciata" da una pressione personale notevole, sia essa di origine lavorativa, relazionale, famigliare...

Lo svago è quella breve "pausa" a questa routine stressante, inteso come quel tempo in cui almeno parte di questa pressione cessa, o perlomeno "si allenta": in un certo senso, la maggior parte di noi impara a definire la parte "serena" della vita quella in cui non si sta troppo male, anziché quando si ha la vera opportunità di gioire.

Ci stiamo abituando ad accontentarci, ed anche molto!

Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità non sancisce la "salute" come "l'assenza di malattia", bensì quale "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale", che viene considerato un diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone.

In realtà per molti la salute è sinonimo di "non stare a letto" e poter lavorare.

C'è qualcosa di vero in tutto ciò, ma capite che la svalutazione del concetto è dietro l'angolo se non stiamo attenti!

In un modo che quindi si "accontenta di non stare male" e che vive il suo relax quale occasione per fare tutto ciò che non è permesso realizzare quando si è sotto la pressione di cui sopra... le persone cercheranno perlopiù delle attività che consentano di "sfogarsi", se si ha l'impressione di aver introiettato troppo stress che ora gira deleterio nel nostro sistema.

"Vieni a fare Aikido, allora... lì si suda molto, ci si muove... e quando esci tutti i pensieri sono più freschi, proprio perché saremo riusciti a mettere qualcosa di diverso dentro la nostra un po' odiata routine!"

Non è falso ciò che abbiamo affermato, tutti noi lo abbiamo sperimentato centinaia di volte: è SOLO PARZIALE, a nostro giudizio però!

In un'ottica più ampia, diciamo in una società ideale (sicuramente molto differente da questa), ci piacerebbe pensare che il tempo di ciascuno possa venire impiegato per fare ciò che lo fa sentire più appagato e completo: in una parola sola... qualcosa che consenta all'individuo di REALIZZARSI!

Questa via sarebbe comunque costellata di delusioni e fallimenti, gli stessi step che generano l'esperienza che consente di migliorare ed evolvere: anche una società ideale come questa quindi sarebbe soggetta a conflitti...

... i conflitti di ogni individuo che prova a realizzare se stesso, ma non sempre ce la fa...

L'Aikido potrebbe essere, a nostro dire, un'ottima strada per capire DOVE e QUANDO si "inceppa" il nostro meccanismo di realizzazione, una sorta di "scuola" dei conflitti, che ci aiuti semplicemente ad affrontarli meglio quando ci troviamo in loro prossimità.

Qualcosa che capiterà quindi, preso o tardi... ma sicuramente!

In quest'ottica, la pratica potrebbe essere vista a che come un ulteriore occasione esplorativa di sé, nella quale non siamo "solo" interessati a "tirare fuori" tutta la rabbia e lo stress che abbiamo ingurgitato...

... ma una strada preferenziale per imparare come evitare proprio di farlo: apprendere come vivere SENZA avere la necessità di GONFIARCI come zampogne di problematiche irrisolte 340 giorni all'anno, per poi cercare di dimenticare TUTTO negli unici 25 giorni di ferie che vorremo trascorrere alle Seychelles!!!

Anche perché o avremo compreso COME confrontarci con i conflitti, oppure rischieremmo di ritrovarli pure sotto l'ombrellone, in una pista da sci... o anche in mezzo al deserto.

I problemi starebbero annidati dentro, e saremmo stati noi stessi ad aver dato loro le chiavi per "entrare"!

Quindi, da questo punto di vista... occhio se si frequenta un
Dojo SOLO per buttar fuori un po' di stress che rimane imprigionato nei tessuti, mediante il movimento corporeo: lo spinning e il tennis potrebbero forse fare meglio al caso nostro!

Se la vita dovesse effettivamente essere divisa in "tempo in cui si incamera stress" e "tempo in cui si vomita fuori ciò che non volevamo incamerare", anche sfogarsi potrebbe essere una necessità importante, ma chi ci obbliga a seguire una simile filosofia (oltre che l'ignorante pensiero comune della società nella quale viviamo)?

La vita è qualcosa di nostro... o no!?!

Se si... allora avremo sicuramente NOI il permesso di definirla secondo i canoni che più ci paiono opportuni e consoni: in questo senso, ci viene immediato arrogarci il diritto di volere 365 giorni all'anno in cui tentare di stare SERENI, GIOIOSI ed in BUONA SALUTE.

Giacché sarà difficile riuscirci sempre ed in modo continuativo, ci affianchiamo ad una disciplina che ci permette di divertirci, rilassarci, ma al contempo anche indicarci "dove" sbagliamo, se avremo voglia di imparare a "leggere" i suoi insegnamenti!

Questa disciplina per noi si chiama Aikido, e non è più solo qualcosa per SFOGARCI, prendendo a pugni sul tatami qualche malcapitato (che sogna segretamente di attaccare con shomen uchi sua suocera...), poiché a nostra volta non possiamo farlo con il capo ufficio!

Si vedono, fra l'altro... quelli che si allenano SOLO per "muoversi un po'", poiché sono capaci a ripetere lo stesso movimento in modo compulsivo per un milione di volte, imitando magari il loro idolatrato Shihan, senza rendersi conto di non averlo "mai compreso veramente"... poiché lo facevano, appunto, MECCANICAMENTE...

... cioè senza una piena partecipazione anche mentale, emotiva, spirituale!

Fatelo quindi per sfogarvi l'Aikido, ma anche per imparare a non caricarvi come delle sveglie ogni giorno che passa... solo per l'incapacità a surfare sulle onde di stress che solitamente vi sommergono!

Il bicchiere può essere mezzo pieno o mezzo vuoto, ma rispetto a come impareremo a guardare il mondo esso si manifesterà a noi sotto dinamiche differenti.

La realtà ce la costruiamo noi, che ce ne vogliano far credere i TG pessimistici... o la crisi che incombe.

Se siamo capitati in queste situazioni è evidente che abbiamo anche la possibilità di uscirne fuori, basta volerlo veramente... e smettere di pensare che dobbiamo REAGIRE al sistema delle cose che non ci piacciono.

Ma quale Budo tradizionale insegna a "REAGIRE"!?

In tutte le tradizioni si parla di AZIONE (e non di reazione), coinvolgendo tutto di noi, come se ciascuna fosse l'ultima cosa da fare prima di morire!

Allora forse sarà meglio non praticare Aikido "per sfogarsi un po'", ma per evitare proprio di avere l'esigenza di farlo...

La scelta, secondo noi, è nostra: l'Aikido può essere anche utilizzato per "costruire", oltre che per "non essere distrutti".

Voi come la pensate?

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