mercoledì 14 dicembre 2011

Un modo significativo per onorare il Fondatore

128 anni fa, il 14 dicembre nasceva Morihei Ueshiba, il Fondatore dell'Aikido...



e noi ogni anno scriviamo un Post per fargli i nostri più sentiti auguri, a lui che con il suo lavoro ed il suo genio, ci ha dato così tanto!

Tuttavia questa volta volevamo fare qualcosa in più per testimoniare la nostra gratitudine ed abbiamo scelto di muoverci in modo inedito e collegiale... non siamo gli unici a provare stima e rispetto per questa grande figura storica dello scorso secolo.

Ma cosa fare di così evidente e significativo?

Essere disposti a mettere da parte le differenze stilistiche e didattiche per celebrare insieme il compleanno di Morihei Ueshiba, con ciò che egli forse aveva di più caro... l'allenamento nell'Aikido!

Per fare ciò, circa 50 Aikidoka dell'hinterland torinese si sono ritrovati lo scorso sabato a San Mauro Torinese, presso il nostro Dojo più grande... per una intensa giornata di pratica insieme.

E' stato un evento importante e complesso al contempo, poiché sei Insegnanti si sono "palleggiati" la docenza delle lezioni che vertevano su un argomento comune... e quindi si sono impegnati in prima persona a praticare come allievi fra gli allievi le proposte che i loro colleghi suggerivano durante il tempo riservato a ciascuno.

Questi Insegnanti hanno coinvolto i loro stessi Dojo nell'iniziativa, chiedendo ai praticanti di ingaggiarsi a loro volta profondamente, sia in ciò che veniva loro più immediato, sia in quello che lo pareva essere di meno... proprio per la risaputa difficoltà di ciascuno di lasciare andare le proprie certezze e farsi umilmente carico di ascoltare e comprendere le differenze altrui.

Non è facile fare ciò: questa crediamo sia una delle ragioni principali dell'incredibile frammentazione ed ostilità che talvolta aleggia fra le diverse scuole di pratica dell'Aikido in Italia... e nel Mondo!

Ma noi siamo partiti dalle persone, da quelle che come noi hanno voglia di praticare... a loro modo: da coloro che amano questo e che riescono ad andare oltre l'apparenza ed il tecnicismo, o che almeno non disdegnano di provarci...

Già, perché una dinamica fondamentale è cambiata dai tempi di O' Sensei ad oggi: Morihei Ueshiba era uno solo, il grande Maestro al quale tutti guardare, dal quale sperare di apprendere un particolare rilevante per affinare la propria pratica.

La terza generazione di Aikidoka ha invece avuto un ristretto gruppo di Insegnanti, allievi diretti del Fondatore, che già ben si distinguevano fra loro per tecnicismo e direzione intrapresa nella pratica... chi puntando più alla marzialità, chi più alla relazionalità... chi alla percezione di sé e della propria energia...

Già a questo livello sono iniziate alcune diatribe fra scuole: pareva i primi allievi di O' Sensei, ormai divenuti Insegnanti, avessero talvolta avuto un Maestro comune "differente" per quanto si manifestavano differenziati nel modo di muoversi e nelle opinioni sull'Aikido!


Immaginatevi oggi, tempo nel quale tutti noi pratichiamo nella normalità con Insegnanti molto più distanti da quella origine comune dell'Aikido che è stato O' Sensei...

I Maestri per fortuna sono diventati molto numerosi, così che l'Arte ha potuto avere una diffusione più capillare nella popolazione di tutto il Pianeta, cosa che anche Morihei Ueshiba si è auspicato avvenisse per l'enorme valore ed utilità che egli stesso ha attribuito al suo lascito (e questa è l'aspetto positivo della dinamica)...

... solo che ora l'eterogeneità e le prospettive dalle quali guardare la nostra pratica si sono così moltiplicate, che per una sorta "effetto Torre di Babele" ora difficilmente ci si riesce a comprendere con i propri vicini di Dojo, che provengono da esperienze, stili, scuole, didattiche completamente differenti dalla nostra! (effetto invece piuttosto improduttivo della dinamica di cui sopra).

Quindi anziché poter lavorare tutti insieme, mantenendo ovviamente le proprie singole identità, in un progetto comune che preveda il rafforzamento del messaggio dell'Aikido nella società, ciascuno tende a partire come una sorta di Don Chishiotte sulla strada di mostrare al mondo questa importanza come fosse solo.

Ma solo non è.


Ed i vicini di casa stanno facendo la stessa cosa, perché anch'essi hanno intuito la potenza e la bontà di praticare Aikido e rimandarlo agli altri!
Usano però un altro linguaggio per farlo, magari altre posture del corpo ed una differente didattica.

Quindi tutti fanno questa fatica immensa e spesso non solo non si accorgono di non essere soli, ma spendono anche fior fiore di energie per dimostrare come lo stiano facendo meglio degli altri... "quelli che non hanno capito", "quelli che lo stanno facendo male"... 

Ci andrebbe un bel corso di Aiki-lingue, non trovate?


Gli Aikidoka sono molti, ma a tutti piacerebbe fossero ancora di più... quindi perché non lavorare insieme, non condividere le scoperte che ciascuno ha fatto lungo il suo cammino personale, in modo tale che anche gli altri possano farne tesoro, magari non attardarsi negli errori che abbiamo già compiuto noi?

In questo modo la strada è più piacevole, perché è fatta in compagnia di persone che si muovono all'incirca nella stessa nostra direzione, quella dell'Aikido... con le quali fare scambi proficui di esperienze.

Crediamo che ciò sia intelligente, ancora prima di sembrare dettato da una sorta di altruismo nel quale comunque la nostra Arte dovrebbe per etica affondare le sue radici!

E invece no: vai di attriti! "E' più tradizionale il mio, è più efficace il tuo, è più elegante quello di Pinco Pallino... è più genuino quell'altro"...

Abbiamo cercato nel nostro piccolo di uscire da questa dinamica sciocca ed improduttiva per "ritornare alla fonte", cioè ritrovarci per onorare e ringraziare il Fondatore dell'Aikido di essere nato 128 anni fa.

E' stata una giornata molto interessante, come dicevamo.
Siamo partiti con un attimo di raccoglimento, giusto per ordinare le idee con le quali affrontarla al meglio... ed abbiamo terminato con un interessante momento di scambio di gruppo, per avere feedback sull'esperienza comune appena conclusa.

Ecco principalmente che cosa è emerso:

- c'è chi ha testimoniato come la "bioAiki-diversità" possa essere letta anche come una ricchezza, oltre che come un problema, poiché aumenta di parecchio la quantità di stimoli offerti a chi si allena;

- si è constatato quanto possa essere difficile porsi con franchezza ed apertura dinnanzi ad una pratica differente a quella alla quale siamo abituati: lo stile, la scuola dopo anni diventano una sorta di "gabbia" nella quale siamo costretti a stare, anche quando proviamo coscientemente a seguire proposte didattiche differenti. Questo fenomeno pare molto più accentuato nei praticanti più esperti, quelli che in qualche modo hanno da più tempo abbracciato una direzione e che talvolta riescono ad adattarsi meno agilmente a dinamiche differenti.
Pensiamoci perché ciò è paradossale: studiamo Aikido per imparare ad adattarci improvvisamente ad una situazione pericolosa ed inaspettata e poi dopo decenni riusciamo sempre meno a farlo ad un qualcosa di scelto e molto limitato nel tempo!

- il fraintendimento può essere la chiave di lettura di molti attriti fra stili: se nel nostro Dojo si è soliti ripararsi il viso dagli atemi del compagno, ci si sentirà "violati" se egli dovesse in un seminario darci un buffetto su una guancia, dopo averci chiesto di non ripararci con la mano libera... a meno che... a meno che non ci spieghi il motivo per il quale nella sua scuola si utilizza questo particolare modo di fare... che sicuramente avrà un senso, una ragione ed un significato che noi giudichiamo male perché NON conosciamo;

- è difficile stare insieme, nel senso di provare a farlo sul serio... ma è anche un'esperienza molto appagante qualora ci si riesca, perché se ne esce arricchiti dal valore aggiunto di avere "toccato", essersi "mischiati" con l'altro, indipendentemente dalle differenze che parevano separarci. Crediamo che ciò sia una parte integrante del percorso dell'Aikido almeno tanto quanto lo è comprendere qual è l'angolo migliore per fare ikkyo o kotegaeshi!

E noi ce l'abbiamo fatta, ed abbiamo onorato NELLA PRATICA (in tutti i sensi) il nostro Fondatore, non soltanto cioè con le belle parole o con le frasi filosofiche che circolano sul Web.
Su ogni libro e link di Facebook riecheggiano frasi filosofiche altisonanti sull'importanza del messaggio di Morihei Ueshiba, ma quanti praticano quelle parole?
Aria fritta, perlopiù: noi volevamo scendere invece appunto nel concreto! 

Essere stati presenti ad un simile appuntamento significava credere in questa possibilità ed offrire il proprio contributo perché venisse realizzato al meglio.
Ci sono stati Aikidoka ed Insegnanti invitati all'evento che non sono stati in grado nemmeno di rispondere "No, grazie"... pensate quanto è ancora lunga la strada per la reciproca comprensione e supporto nel mondo dell'Aikido!

- e questo era un esperimento che ha coinvolto una sola città -

Ma ci sono anche cose che funzionano già, oltre a quelle che ancora si possono migliorare: vogliamo ringraziare di cuore per questo tutti gli Insegnanti ed Aikidoka intervenuti dai diversi gruppi per sostenere quest'iniziativa importante e nel particolare:

- Cristian Andreotti Sensei ed i suoi ragazzi dell'Ass. Yuki;
- Lorenzo Zucco Sensei e gli Aikidoka del Wu Wei Dojo;
- Piero Villaverde Sensei del Dojo Kenyushin;
- Nino Dellisanti Sensei e tutta l'Ass. Shisei;
- Enzo Di Vasto Sensei ed il Musubi Dojo 
- Marco Rubatto Sensei, padrone di casa ed organizzatore con i suoi ragazzi dei Dojo Yoshin Ryu di San Mauro Torinese e Yama Arashi di Volpiano.

Un grazie anche a tutti i numerosi praticanti giunti da altri Dojo limitrofi ed un augurio di pronta guarigione ai Sensei che non sono potuti essere con noi per motivi improvvisi di salute. Ci auguriamo l'appuntamento sia solo rimandato a presto.


Ed infine un grazie a te, O' Sensei... uomo del secolo scorso in grado ancora oggi di far girare la testa nella propria direzione a molte persone, offrendo loro un Arte che mire alla conoscenza di sé e del prossimo tramite un contratto diretto, esperienziale e profondo.

Ci hai fornito sani spunti sui quali lavorare per il resto della vita: grazie di cuore quindi e... buon compleanno!!!


Ecco in nostro modesto contributo per celebrarti... 

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