lunedì 31 ottobre 2011

推薦状 Suisenjo: la raccomandazione


Recentemente abbiamo avuto modo di confrontarci in prima persona con una particolare usanza delle suole di Aikido e Budo tradizionali, ossia con il conferimento di gradi 推薦状 "suisenjo", cioè "per raccomandazione".

Conoscevamo già teoricamente questa possibilità e pratica, ma vedendoci coinvolti direttamente siamo stati spronati ad approfondire maggiormente questo argomento... fors'anche solo per la particolare connotazione non certo positiva che in Italia si ha solitamente della parola "raccomandazione"!

Le scuole di Arti Marizali antiche hanno da sempre gestito in modi specifici il conferimento di gradi, poiché tutte nate in strutture piramidali, nelle quali il "caposcuola" decideva a chi attribuire qualifiche e nomine utile al proseguimento e/o all'espansione delle stesse.

Quando le discipline di questo genere sono numericamente esplose si è ovviamente avuto il problema di oggettivizzare il più possibile i passaggi di grado, che non potevano più essere gestiti da una sola persona, o un solo clan famigliare.

In Aikido quindi ciascuna scuola o stile ha predisposto alcuni esami tecnici nei quali prevedere le conoscenze minime che un candidato deve possedere per accedere ad una determinata qualifica e quindi posizione all'interno della piramide, che ha grosso modo continuato ad essere la struttura di riferimento fino ai giorni nostri.


Non ci addentriamo ora sulle differenti scelte che hanno spinto ad investire più su una direzione che su un'altra nel considerare cosa fosse fondamentale che un allievo impari per possedere uno specifico grado... lo abbiamo già fatto in passato (qui il link all'articolo) e ricordiamo che già da alcuni anni Aikime mette a disposizione gratuitamente una comparazione fra i più comuni programmi tecnici utilizzati da Enti diversi per i passaggi di grado (qui il download).


In comune fra tutte queste diverse casistiche c'è il fatto che gli esami di tipo tecnico vengono solitamente previsti fino al grado di yondan ("quarto dan"), dopodiché si ricorre ai famigerati conferimenti ad honorem,  appunto ottenuti per raccomandazione.


Il caso più semplice di conferimento di questi ultimi è quello di una grave causa di forza maggiore che impedisce effettivamente ad un candidato di sottoporsi ad un test fra quelli già esistenti e previsti: una malattia infortunante, vecchiaia, impossibilità di raggiungere il luogo dell'esame a causa dell'insormontabile distanza...

... la commissione esaminatrice si riunisce e decide che al tizio in questione vanga conferito il grado per i meriti della sua condotta, nonostante non sia avvenuto l'esame di graduazione previsto.

Ma cosa accade per i livelli superiori?

Cosa cambia?

...essenzialmente poco forse, se non per la piena consapevolezza che in Aikido la tecnica riveste un ruolo importante, ma esistono certamente anche altri numerosi aspetti fondamentali che nel tempo vengono ad assumere proporzionalmente un peso analogo, se non superiore.

Parliamo quindi ora dei gradi suisenjo conferiti realmente ad honorem per meriti NON tecnici, quanto essenziali.

Una commissione nazionale/internazionale, composta solitamente da insegnanti di alto rango (shihan) si riunisce e decide che il Maestro "tal dei tali" si è contraddistinto per il suo operato in una specifica area geografica, nella quale il suo operato è stato particolarmente efficace e consono ai principi fondamentali dell'Aikido, ossia ha favorito incontro, scambio, crescita e fioritura dell'Arte dell'Armonia e della Pace, coinvolgendo con il suo carisma numerose persone e contribuendo in un modo attivo a diffondere gli ideali e la filosofia della disciplina coniata da Morihei Ueshiba.

In questo caso, egli è diventato un po' l'Aikido, oltre solo che ad averlo praticato ed insegnato!
Potremmo dire che il candidato è testimone diretto con il suo stesso operato e con la quotidianità che conduce: è divenuto un esempio concreto e vivo di ciò che propone.

Quali caratteristiche quindi egli ha in più degli altri?
Sicuramente ha dovuto sviluppare una determinata coerenza tra il suo dire ed il suo fare!

Un grado NON tecnico ha quindi un valore essenziale, non legato a cosa si è capaci di fare, quanto a chi si è stati capace di diventare con il proprio impegno personale.

Questa almeno è la teoria: che poi effettivamente tutte le persone in possesso di un alto grado ricevuto suisenjo siano effettivamente specchio di questa impeccabilità morale è qualcosa che non ci risulta esattamente dalla nostra esperienza diretta... ma ciò nulla toglie alla filosofia che sta dietro al conferimento di questo tipo di onorificenze!

Le dinamiche che si sviluppano intorno ad esse anzi sono talvolta abbastanza grottesche e tutt'altro che moralmente ineccepibili: siccome questo dono dovrebbe piovere dall'alto per decisione unanime di persone che hanno già avuto modo di mostrare la propria affidabilità ed etica, ci si affida ad un giudizio difficilmente oggettivabile o sindacabile.

Ma tutto ciò che risulta soggettivo è spesso anche funzione del punto di vista dal quale lo si osserva: sappiamo ad esempio che esistono Insegnanti "dimenticati" da queste grandi cerchie di saggi nel momento delle loro riunioni distributrici di onorificenze su raccomandazione: essi fanno molte attività assolutamente conformi alle filosofie della nostra arte, ma i grandi vegliardi sono distratti a guardare altrove...

Chi raccomanda, cioè segnala, l'operato di chi è così intento ad operare da non "perdere tempo" a gloriarsi di quel che compie?

Esiste un apposito organo?
Assolutamente NO!


Se andassimo in Mongolia a far sviluppare l'Aikido e con esso riuscissimo addirittura ad incrementare le attività lavorative di qualche ristretto gruppo di praticanti (Aikido = sostentamento + lavoro) qualcuno lassù in alto si accorgerebbe di noi e inizierebbe a supportarci?

Se iniziassimo ad operare un fitto programma di scambio fra Israeliani e Palestinesi utilizzando un tatami per favorire e supportare il dialogo così difficile fra queste due importanti etnie... ci darebbero il sesto dan ad honorem?

Il Doshu sarebbe lontano mille miglia: qualcuno lo informerebbe di questo in modo che potesse eventualmente apprezzare l'idea coraggiosa ed intraprendente?



NO, assolutamente no... tutte queste cosa sono già accadute ad Insegnanti e Maestri nostri amici che da anni sono in prima persona impegnati in forme di progettualità mai così in linea con i principi dell'Aikido, ma che non godono del favore di santi "in paradiso dei kami" presso quelle famose adunanze dei saggi che decidono chi sia da promuovere per il proprio operato!

Così questi continuano le loro opere con i gradi che posseggono, incuranti di ciò che manca al loro curriculum... alla luce di ciò che vedono mancare dinnanzi ai loro occhi e che cercano di colmare con il proprio lavoro ogni giorno.
Chi pratica lo fa perché crede ciò sia la cosa migliore che possa fare, non per ricevere dei gradi!

Il conferimento "per raccomandazione" quindi non ha nella sua origine nessuna accezione negativa riferibile all'ingiustizia, al raggiro, ad un atteggiamento mafioso o alle mazzette... tuttavia, come molte altre cose, è anch'esso soggetto all'essere imperfetto giacché messo in atto da uomini caratterizzati proprio dall'imperfezione.


Questo non rende di per sé la promozione suisenjo immeritevole di essere presa in considerazione, ma ne fa uno strumento importante e tradizionale di avanzamento nella propria carriera Aikidoistica necessario ma non sufficiente per certificare in modo ineluttabile il proprio operato.

A nostro avviso, proprio tale considerazione lo rende una condizione nemmeno "necessaria", perché ripetiamo essere solo alla portata di alcuni, non di tutti coloro che operano in un certo modo coscienziale.

E' già importante che dipenda dalla capacità altrui di vedere i meriti, come avviene per il premio Nobel, ad esempio... e che non possa essere un titolo auto-referenziato, soggetto a dinamiche ancora meno comprovabili.

C'è chi fra noi di recente è stato insignito proprio di un grado suisenjo, presumibilmente per il suo operato ed impegno all'interno della realtà Aikidoistica a cui appartiene:

... gli facciamo i nostri più sentiti complimenti, ricordandogli amorevolmente che è sul tatami che avrà l'opportunità di manifestare tutti i giorni queste sue caratteristiche, così come avrà sicuramente modo di mostrare la sua capacità ad estendere il suolo della sua pratica anche al di fuori dei muri del Dojo... e queste più che altre saranno per noi le autentiche conferme del valore dei suoi titoli.

1 commento:

Lucio ha detto...

E' cosa che purtroppo avviene in tutte le A.M., ma i meriti e la preparazione vera si riscontrano sempre sul tatami. Come per chi ottiene un diploma o una laurea, si deve poi confrontare con il mondo reale che seleziona i migliori o "chi si sa vendere" meglio, ma per questi ultimi il titolo rimane un foglio incorniciato da mostrare e farsi vanto e come spesso avviene, sono proprio questi ad aver più successo, "meritandosi" chi li segue ... e si vede.