martedì 7 giugno 2011

Aikido e la possibilità di diventare UNO


Tutto nasce separato: ci siamo noi, ci sono nostra madre e nostro padre: non abbiamo da subito però una vera possibilità di percepire che siamo UNA famiglia...
C'è il nostro corpo, che scarsamente conosciamo, la nostra psiche, i nostri sentimenti... che solitamente si conoscono ancora meno... ed anche il nostro spirito, sul quale alcuni indagano ancora dell'effettiva esistenza.

Qui in occidente se il corpo si ammala, andiamo dal medico... se sia ammala la mente, andiamo dallo psicologo o dallo psichiatra... e se non percepiamo più il nostro spirito chiaramente, andiamo da un prete.
Eppure tutto ciò, INSIEME, è quanto ci compone, ossia caratterizza UN individuo.

Quando ci apprestiamo a studiare Arti Marziali, ci siamo noi e c'è un ipotetico avversario, dal quale imparare a difenderci. E se per la strada qualcuno ci aggredisse?

Ci siamo NOI, i buoni, e GLI ALTRI, quelli mascalzoni che aggrediscono... Tutto nasce come scisso, almeno in due o più parti.

Però man mano che cresciamo abbiamo strumenti per comprendere se la natura più intima delle cose sia davvero così.

A nostro dire, l'Aikido è una disciplina che può aiutare molto questa operazione.

Si muovono i primi passi sul tatami e si avverte la difficoltà di coordinare un corpo che ha dormito troppo su se stesso per anni: ma si avverte anche come esso sia un'UNITA', benché formato da numerose componenti anche parecchio diverse fra loro.

Poi quanta fatica nell'integrare anche i movimenti della mente, con quelli del proprio fisico: tuttavia alla fine si approda anche a questo livello, e si arriva sperimentalmente a realizzare che corpo e mente sono solo due facce distinte di un'UNITA'.

Si prende in mano una spada di legno (ken) o un bastone (jo) e proviamo subito l'imbarazzo di sentire un "oggetto estraneo" da muovere. Con gli anni però si giunge a comprendere come un'efficacia ed armonia è possibile solo quando si trova un'integrazione totale con la propria arma, così da non sapere più dove finisca lei e done iniziamo noi!

UNITA' fra pennello e pittore, fra piano forte e musicista... quindi anche fra arma e praticante di Arti Marziali che ne fa uso... UNITA', capite?!

Ci preoccupiamo di diventare forti per poter essere in grado di superare difficoltà (aggressioni, soprusi e violenze) inaspettate: il nemico sembra sempre in agguato!

Ma dov'è quel nemico, e chi sarebbe?! E' per la strada, di sera, quando fa buio.

Non è detto, potrebbe essere nascosto da qualche parte nella nostra coscienza, pronto ad essere riflesso nel mondo per permetterci di vederne la personificazione, oppure la nostra saggezza può consentirci di incontrarlo altrove, per conoscerlo, stare con lui... diventare "amici".

L'Aikido fa questo: chi attacca si può anche considerare ostile nei nostri confronti, ma noi cercheremo comunque di essere UNO con lui. Due esseri si fondono così in un incontro rispettoso e profondo, per comprendere se sono effettivamente così separati, o se piuttosto appartengono ad una stessa realtà.

Il terreno che sostiene noi è anche quello che regge il nostro "avversario", e l'aria che stava un attimo fa nei suoi polmoni, ora potrebbe essere nei nostri.

L'aria è un egregio tramite di contatto, e da la vita ad entrambi.

Noi, l'ambiente e lui, siamo certi di essere TRE cose scindibili, o siamo piuttosto parte di un UNICO sistema vivo e senziente?

Se così fosse, "ogni danno che reco al mio (cosiddetto) avversario, la reco anche al sistema che lo comprende... e quindi, in ultima analisi, anche a me"!

Nel momento in cui si inizia a percepire la connessione con ogni cosa, la sensazione di divisione e di contrapposizione si affievolisce sempre più.

Non crediamo che sia molto importante come ciò avviene, poiché è una sorta di viaggio a ritroso, verso la nostra natura più intima e profonda.

Tuttavia anche crediamo che l'Aikido ci supporti parecchio in questo cammino verso le origini, dalla moltitudine all'UNITA'... dal caos and una sorta di sistema coerente che rimanda pace intorno a sé.

Il fatto che ancora oggi le Associazioni ed Enti che patrocinano la pratica nel nostro Paese stiano proliferando, crediamo sia segno che sia ancora attivo il moto contrario, cioè quello che va dall'unità alla moltitudine.

Forse allora questo principio di unificazione interna non è ancora sufficientemente compreso ed applicato parimenti all'esterno: la storia tuttavia è ciclica, quindi per qualcosa che si espande, qualcos'altro si contrae... e ciò che oggi è in competizione o in disaccordo... un giorno ci auguriamo allora possa essere UNITO, collaborante... ed in pace, così come la nostra disciplina ci raccomanda di trasformare noi stessi e la realtà con la quale veniamo a contatto.

Imparare ad essere efficaci per essere al sicuro nei vicoli di notte è segno di considerare il mondo scisso, indipendente da noi... e soprattutto ostile!

E' come portare sempre l'ombrello con noi, anche in piena estate... "perché potrebbe sempre piovere"! Nessuno, che non fosse ottenebrato, farebbe mai una cosa simile però...

Si, può piovere, ma non è detto che lo faccia sulla nostra testa e soprattutto ogni volta che siamo all'aperto.

Le piante desiderano la pioggia, per loro molte volte è una benedizione dal cielo... loro però appartengono a quel mondo incontaminato e coerente che si relaziona in pace con gli aspetti di cui è composto... noi non sempre ci riusciamo ancora così bene!

Senza demagogia quindi, il tornare a prendere reale contatto con la realtà non pare essere una dinamica stupida.

Crediamo sia per l'Aikido un onore aiutarci in questo delicato e fondamentale processo!

1 commento:

Anonimo ha detto...

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