giovedì 16 settembre 2010

L'Aiki-Francia: un modello da considerare


Siamo qui oggi, per nulla in modo esterofilo, per proporvi alcune riflessioni scaturite a seguito di una piacevole esperienza di pratica in Francia nello scorso mese di agosto.

Da ben 13 anni a Saint Raphael, in Costa Azzurra, Soji Seki Shihan conduce un seminario intensivo di una settimana. Noi quest'anno vi abbiamo partecipato, dopo aver conosciuto il Maestro all'Aikikai Honbu Dojo di Tokyo.

Egli però era l'unica persona già incontrata in precedenza, non avevamo mai avuto con tatti invece con il Gruppo che da tanti anni lo invita e la sua organizzazione.

La settimana è trascorsa in modo piacevole, scandita da allenamenti intensi e dalla possibilità di scoprire in prima persona un mondo del quale avevamo solo sentito parlare.




Ma ciò che ci ha colpito maggiormente, anche al di là della pratica stessa, dal suo stile e dalla sua qualità (che come si sa, può essere giudicata ottima per alcuni, mediocre per altri...) è l'enorme considerazione di cui gode l'Aikido stesso in Francia.

Il modello con il quale questo Stato ha integrato l'Aikido nella sua cultura ed attività è veramente sbalorditivo ed affascinante.

Ci ha molto impressionato innanzi tutto la possibilità di poter praticare 8 giorni, mediamente 4 ore al giorno, in pensione completa (colazione, pranzo, cena, pernottamento) a soli 430 Euro (circa 60 Euro al giorno)!

Una cosa del genere da noi sarebbe impensabile, a meno di non essere ospitati da un mecenate dell'Aikido...

Il solo seminario di Aikido, di circa 28 ore totali costava 150 Euro a coloro che volevano alloggiare altrove (5,35 Euro all'ora con un Insegnante di fama internazionale!), il che evidenzia che con circa 300 Euro è stato possibile offrire ai praticanti di questa disciplina vitto ed alloggio per una settimana!

In Italia ci sono seminari di Aikido in cui questo prezzo si paga per UN SOLO week-end di pratica di circa 8 ore, e nel quale i 300 Euro per l'accomodamento finirebbero quasi in 2 giorni.

Quando ci siamo informati sull'organizzazione ci è stato spiegato quale importante valore venga attribuito all'Aikido nello Sport francese, e quanto esso sia quindi patrocinato dal Governo.

Il luogo in cui ci trovavamo, il CREPS PACA di Bouluris (Centres d’Education Populaire et de Sport) a pochi chilometri da Saint Raphael, è un enorme Centro sportivo creato e diretto dal Ministero della Sanità e dello Sport. I prezzi agevolati pervengono dall'accordo con questa struttura statale, appositamente pensata per questo genere di eventi.

Normalmente, oltre tutto, le "palestre" in cui si pratica Aikido in Francia sono strutture pubbliche annesse alle scuole, nelle quali anche tutte le attrezzature (tatami) sono proprietà dello Stato.

Gli Insegnanti di Aikido sono stipendiati dal Ministero dello Sport, e la loro figura è parificata ad un Insegnante di Educazione Fisica.

Questo rende particolarmente economica la frequenza ai corsi regolari, così come incentiva la possibilità per i praticanti maturi di investire in quest'Arte a livello professionale.

La Francia vede nell'Aikido, così come in altre Arti Marziali tradizionali, una fonte sana di movimento psico-fisico, di crescita relazionale e sociale, quindi ne agevola ed incentiva la pratica su tutto il suo territorio nazionale.

Anche in Giappone è così, lo è rispetto al Budo sin dagli esordi dell'era moderna, ma ciò che ci ha colpito è il fatto che i nostri "cugini" francesi non hanno sicuramente una mentalità filo-nipponica: sono stati così arguti tuttavia da comprendere già da anni il valore di un'Arte alla quale interessarsi per il suo valore intrinseco, esattamente come si fa con lo Sport in genere, con le Belle Arti, l'Architettura antica, i patrimoni paesaggistici.

Volontariamente siamo provocanti: a noi cosa manca per fare altrettanto?

Non ci pare molto, a nostra detta.

Tuttavia in Italia l'Aikido è patrocinato maggiormente dall'associazionismo privato piuttosto di essere integrato nel sistema sportivo statale.

Non crediamo che l'Aikido sia uno sport, ovviamente... ma sarebbe qualcosa di importante potergli conferire un canale di ufficialità, come crediamo noi che meriti un elemento così importante per la cultura quanto lo è quest'Arte per le pratiche ed i messaggi veicolati.

Su Aikime, lo sapete, non siamo di parte rispetto agli stili e modalità di allenamento, ma crediamo sia importante ricordare che F.I.J.L.K.A.M. è l'unica diretta appendice del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), cioè l'organo preposto a sviluppare e promuovere l'attività sportiva nazionale.

Da un paio di anni questa Federazione sta cercando di raccogliere sotto di sé la pratica di gruppi eterogenei di Aikidoka, cercando di mantenerne intatta la distinta personalità, indirizzo tecnico e peculiare didattica.
Il lavoro da fare è ancora molto, perché quella in corso è un'operazione di cambiamento culturale e di mentalità, piuttosto che tecnico.

Ma il valore aggiunto di praticare sotto un unico patrocinio, e perlopiù scegliendo quello più direttamente ufficializzato dallo Stato, è quello di diventare maggiormente visibili e quindi influenti per via dei numeri mobilitati. Il motto "l'unione fa la forza" non ha ancora cessato di essere veritiero.

Il tempo "dell'Aikido del proprio orticello", della propria personale scuola probabilmente volge al termine... oppure segnerà il lento ed inesorabile declino di quest'Arte: sicuramente non la supporterà a divenire qualcosa di comunemente conosciuto ed accessibile, così come lo sono altre discipline sportive e/o ambiti sociali.

Non incitiamo perciò "venite in F.I.L.K.A.M. anche voi!", sia chiaro... ciascuno ragioni con la propria testa, ma invitiamo a riflettere sull'importanza di imparare a relazionarsi ed unirsi per affinità nei propri ambiti, in modo da avere più voce in capitolo, più fondi, più visibilità e solidità... soprattutto se si sta facendo un'opera di divulgazione.

Quello che serve è uno strumento sufficiente elastico e serio che veicoli questa unione di intenti.
Abbiamo citato F.I.J.L.K.A.M. non perché è il nostro Ente di appartenenza, ma perché in Italia è "l'accesso statale" che in Francia è assicurato dall'Ministére de la Santé et des Sports.

D'altronde l'Aikido non ha la caratteristica di far girare intorno a sé molti soldi, non avendo ricchi Sponsor e gare alle quali far brillare i loro marchi. Quindi una possibilità di farne apprezzare il valore è comprenderne l'importanza culturale, etica, relazionale e sportiva, proprio come è avvenuto in Francia!

E poi bisogna essere tanti... perché tante persone sono più difficili da ignorare rispetto a sparuti gruppi tradizionalisti che perpetrano ciò che aveva un perfetto senso nel Giappone dello scorso secolo.

Dal punto di vista di un osservatore, sarà comunque interessante seguire come gli Aikidoka saranno capaci di vivere l'Arte della Pace e dell'Armonia innanzi tutto fra loro (cosa solitamente rara, benché propugnata da tutti), per coalizzarsi al fine di vedere più raggiungibili ed apprezzati gli interessi comuni.

Staremo a vedere che occhio saprà avere l'Italia in futuro rispetto a noi "sportivi" bizzarramente vestiti. Una cosa ora per noi è certa: è possibile fare un buon lavoro, perché ci sono riusciti i nostri "vicini di casa"!

3 commenti:

Ordnascrazy!!! ha detto...

Interessantissimo anche questo articolo. Ignoravo totalmente questo atteggiamento più che positivo dello stato francese nei confronti dell'Aikido.
Fantastico! Chissà se anche qui si arriverà a tanto!

marocu ha detto...

In Francia hanno un atteggiamento positivo verso "tutto" lo sport.
A scuola sono previste esattamente il doppio delle ore di ginnastica che da noi.
Per essere insegnante di qualsiasi disciplina (compreso il pingpong) devi fare un esame di stato.
Le varie federazioni sportive si devono obbligatoriamente accordare su una commissione unica per detto esame.
La presenza di tanti professionisti crea un mercato concorrenziale, con conseguente abbassamento dei prezzi.
Il valore dato allo sport in francia, fin dall'inizio scolastico, porta una maggior affluenza ai corsi e conseguentemente una maggior affluenza agli stage, con altrettanto conseguente abbassamento dei prezzi.
In italia ci si barcamena, ma sinceramente in certe realtà si riesce a stare su quei prezzi, in altre no (basterebbe guardarsi intorno e cominciare a mandare a vuoto qualche stage).
Inoltre si guarda più allo stage col maestrone, che ad una sessione d'allenamento sicuramente più proficua per il 90% dei praticanti.
Cioè per la stragrande maggioranza dei praticanti sarebbe più proficuo allenarsi molte volte a poco, che farsi due stage l'anno, solo per dire io c'ero.

Carlo ha detto...

Come sempre, non posso che concordare e ringraziare.