... così chi si accosta alla nostra disciplina presto si trova dinnanzi alla necessità di apprendere alcune posture, movimenti e tecniche, che poi consentiranno di sostenere un esame per testare la propria preparazione ed il livello di consapevolezza raggiunto rispetto alla pratica.
Per fare ciò si utilizzano solitamente alcune liste, definite generalmente "Programma tecnico" che uno si trova gia belle che confezionato all'atto di iscrizione al dojo. Ma da dove nascono queste liste?
Sono tutte uguali o cambiano di luogo in luogo, di scuola in scuola?... Ce ne sono alcune migliori di altre, o che è bene evitare?
Noi di Aikime abbiano fatto una piccola ricerca fra gli archivi on-line di alcuni famosi Enti che patrocinano la pratica dell'Aikido, per vedere ciascuno cosa diceva in merito, cosa proponeva ai suoi studenti in materia di "Programma Tecnico".
Ecco il risultato di questa ricerca (scaricabile cliccando su questo Link, o presente in modo stabile nella sezione DOWNLOAD NOW della colonna di destra, alla voce "Aikime Programmi Tecnici a confronto") !
Abbiamo preso alcune scuole di Aikido internazionali (Es. l'Aikikai Hombu Dojo di Tokyo, la Takemusu Aiki Intercontinental, la California Aikido Association...) e le abbiamo confrontate fra loro e poi con i rispettivi "rami nazionali" delle stesse scuole. L'intento era quello di individuare una logica che sottostesse alla scelta di una lista di tecniche da proporre ad uno studente per l'apprendimento anziché un'altra.
Generalmente i redattori di Programmi Tecnici, malgrado appartengano magari a differenti estrazioni e correnti di pratica, sono generalmente Insegnati più che accreditati a stabilire cosa è bene imparare per primo, cosa è più importante, cosa è basilare per il conseguimento di un certo grado...
... ma come si può osservare le opinioni sono quanto mai eterogenee in merito alla progressione migliore con la quale è bene apprendere l'Aikido!!!
Sono in tutto state confrontate 11 diverse Scuole (quelle storicamente contattate dagli Autori + quelle delle quali è stato agevole reperire il Programma Tecnico - per adulti, poiché alcune dispongono di una voce a parte per ragazzi e bambini -, reso pubblico sui siti Web... non ce ne vogliano le altre!)Le liste sono state armonizzate il più possibile fra loro a livello di terminologia, poiché spesso ci si riferisce alla stessa cosa in modo diverso in contesti fra loro distanti (hantai katate dori, katate dori aihanmi o kosa dori sono la stessa presa, ad esempio).
Si sono delineate all'incirca due principali tendenze rispetto alla pura tecnica:
1) alcuni hanno ritenuto migliore un allenamento che affrontasse un solo tema, visto da molteplici punti di vista (per esempio una tecnica, studiata a partire da attacchi diversi);
2) altri hanno preferito iniziare ad introdurre un po’ parallelamente i vari argomenti, decidendo di far iniziare l’apprendimento di una tecnica dall’attacco in cui essa risultava più semplice o intuitiva.
Poi ancora, rispetto alla logica che emerge dai requisiti per il passaggio di grado:
1) alcuni Enti hanno cercato di stilare le precedenti liste per razionalizzare il lavoro da proporre agli allievi, elencando sistematicamente, in modo compilativo, “cosa bisogna sapere” per affrontare un determinato esame;
2) altri hanno preferito guidare gli allievi verso un accrescimento delle loro libertà e consapevolezze durante l’avanzamento di grado, fornendo solo alcuni vincoli da rispettare per ogni candidato, ma lasciando ad esso la possibilità, ad esempio, di mostrare una certa tecnica, o un certo principio, a partire da un attacco scelto fra alcuni disponibili, in un certo senso in modo più espressivo.
Entrambi gli approcci appaiono significativi benché diversi: l’esame in cui l’allievo può scegliere secondo la sua inclinazione personale può essere essenziale per la creazione di uno spirito critico, un’indipendenza di pensiero e di azione... mentre quello compilativo è utilissimo per spingere ciascuno ad ampliare il proprio bagaglio tecnico, quindi allargare la panoramica sotto la quale osservare l’arte praticata.
Ma le differenze spesso sono spesso anche ben più accentuate.
1) Alcuni ritengono fondamentale che lo studio dell'utilizzo delle armi venga introdotto fin dall'inizio dell'apprendimento, mentre per altri questo aspetto è tutt'altro che essenziale.
2) C'è chi ritiene che l'apprendimento di una tecnica di base solida (ki hon) debba precedere lo studio dell'armonizzazione fluida (ki no nagare), chi ritiene che quest'ultima, essendo la quint'essenza dell'Aikido, costituisca perlopiù il "piatto unico" degli allievi dal principio del loro percorso... chi, ancora, cerca di equilibrare questi aspetti.
3) Alcune scuole hanno introdotto l'utilizzo della musica durante i Test d'esame, altri richiedono ai candidati (solitamente per i gradi più elevati) di produrre uno scritto tipo "tesi" su un argomento riguardante l'Arte , altri ancora di esibire anche la propria capacità di insegnare ai compagni più giovani o di dirigere una classe su una tematica scelta dalla Commissione...
Non c'è pericolo di annoiarsi, insomma, rispetto alla fantasia adottata per redigere tali famosi "Programmi tecnici"!
Ciò che stupisce è che si rilevano variazioni sostanziali anche fra i programmi dell'Associazione Internazionale "Madre" e le Associazioni Nazionali "Figlie" alla quale si ispirano, oppure in seno a due scuole che provengono entrambe dallo stesso indirizzo/Referente!
Questo non demoralizzi però chi sta imparando: è abbastanza normale che ogni "campanile" suoni in modo differente...
Forse più semplicemente ogni Capo Scuola apporta delle modifiche a ciò che ha ricevuto in "eredità" dai propri Insegnanti sulla base della propria esperienza, nell'ottica di migliorare/facilitare ulteriormente il percorso degli studenti.
Ciò che era bene fosse evidenziato è come non esista, di fatto, un unico approccio per apprendere bene l'Aikido, ma esistano varie scuole di pensiero anche su questo.
Al solito sarà una questione di equilibri ad accreditare la bontà del Programma Tecnico che si segue per il proprio passaggio di grado.
Molti allievi saranno stati indotti a pensare da limitanti "Sensei" che il proprio metodo è il migliore, ma questo banale errore avviene, ovviamente, soltanto nei contesti che non hanno mai guardato fuori dal proprio piccolo "recinto". E' una visione della realtà rassicurante, forse, ma sperimentalmente non del tutto veritiera ("non tutti quelli differenti da noi sono sciocchi solo per questo!").
Dalle gerarchie di importanza diverse che emergono dalle varie liste d'esame, si evince che non è nemmeno univoco quello che si intende per Aikido! In un certo senso, è come se esso fosse una lingua madre perduta, di cui tutte le Scuole hanno dei frammenti di verità esprimibili nei loro dialetti locali.
Quindi? Bisogna saperle 20 forme di kotegaeshi per essere Quarto Dan?
Forse si, forse no... però sicuramente sarebbe necessario per quel grado aver sviluppato la capacità di comprendere Aiki-linguaggi diversi dal proprio, per poter incontrare l'Aiki-prossimo al di là delle differenze che dividono... proprio come forse O' Sensei si auspicava avvenisse tra i suoi "figli".
Nessun commento:
Posta un commento