sabato 29 marzo 2008

光一藤平 Koichi Tohei: la Via del Ki

"Al fine di condurre la mente dell'avversario, è necessario innanzitutto avere un controllo completo sulla propria mente. Se non è possibile controllare la propria mente, non ci si può aspettare di essere in grado di condurre le menti degli altri" [Koichi Tohei]


Koichi Tohei Soushu nacque da una famiglia giapponese benestante il 20 gennaio 1920 a Shitaya, un distretto nord di Tokyo. Da bambino era timido ed aveva una salute alquanto cagionevole, tanto da necessitare di frequenti cure mediche. Su incoraggiamento paterno, e proprio al fine di irrobustire il suo fisico e la sua personalità, a 12 anni iniziò a praticare Judo, costruendosi un fisico robusto tramite questa disciplina. A 16 anni, tuttavia, appena dopo aver iniziato a frequentare la scuola preparatoria dell’università di Keio, si ammalò di pleurite, forse anche a causa dell’allenamento intensivo e dovette ritirarsi dagli studi per un anno.

Questo periodo di malattia pare abbia avuto un particolare peso ed influenza negli eventi che caratterizzarono il resto della sua vita: costretto a letto per lunghi mesi, iniziò a riflettere sulla sofferenza umana ed il significato della vita, comprendendo che avrebbe dovuto allenare sia il suo corpo che la sua mente.

Dopo il suo ritorno a scuola, non fu più soddisfatto dalle materie che studiava ed iniziò quindi autonomamente a leggere molti altri testi per supportare la sua formazione personale: capì tuttavia che il solo approfondimento della sua cultura non gli sarebbe stato di grande aiuto se non avesse poi anche trovato un metodo efficace per applicare le sue conoscenze nella vita di tutti i giorni. Iniziò lo studio dello Zen e di alcune forme di Misogi ("purificazione"), dedicandosi completamente alla loro pratica intensiva, che comprendeva anche alcune dure forme di ascetismo. Durante il suo periodo di malattia, si dice che gli venne proibito dai medici di intraprendere allenamenti fisici impegnativi per il resto della sua vita, tuttavia una volta che ebbe iniziato questa pratica, non si preoccupò più dei suoi sintomi problematici, recuperando pian piano la sua salute: nel giro di due anni i dottori constatarono la completa scomparsa di tutti i segni della malattia anche attraverso numerosi esami clinici. Tohei attribuì questo risultato al suo studio sulla mente e sul Ki.

Questo stimolò anche il suo futuro sviluppo del "Kiatsu", un sistema basato sulla digitopressione del corpo della persona malata con l'idea dell'estensione del Ki all'interno del corpo della stessa. Tohei Sensei descrisse poi questo metodo come "innescare la pompa" che permette alla persona di guarire da sola.

Ritornò quindi ad allenarsi nel Judo, ma senza più trovarvi la soddisfazione iniziale, in quanto a suo dire non era possibile integrare completamente i principi mentali dello Zen e del Misogi che lo avevano aiutato nel periodo della malattia con questa disciplina . Comprese quindi che avrebbe dovuto cercare una pratica che sviluppasse in modo coordinato sia il corpo che la mente.
Verso il 1940, all'età di diciannove anni, il suo Istruttore di Judo, Shohei Mori, gli parlò del Maestro Ueshiba: interessato da quanto aveva udito in merito alle capacità di questa persona, si fece scrivere una lettera di presentazione per incontrarlo.

Arrivato al Dojo di Ueshiba, praticò alcune tecniche con un giovane Istruttore: questo primo allenamento lo lasciò perplesso sulla reale efficacia dell’Aikido, ma la sua impressione iniziò a cambiare all’arrivo del Maestro nel dojo. O' Sensei, a quel tempo cinquantasettenne, iniziò una dimostrazione con gli allievi, nella quale ogni movimento era così fluido ed elegante da sembrare una danza. Sebbene attaccato da numerosi avversari, il Maestro sembrava riuscire a proiettarli tutti con facilità. Avendo praticato Judo per molti anni, Tohei ritenne la dimostrazione molto “sospetta”: egli supponeva che potesse essere stata non del tutto veritiera in termini di efficacia ed alla fine espresse i suoi dubbi al Maestro Ueshiba il quale lo invitò ad attaccarlo personalmente come egli ritenesse più opportuno. Tohei lo attaccò con tutta la sua forza, ma ad ogni tentativo finì sempre a terra senza neppure riuscire a realizzare veramente cosa fosse accaduto o come il Maestro si fosse mosso. Dopo svariati tentativi si rese conto che sarebbe stato inutile continuare perché gli era al momento impossibile opporsi a quanto aveva sperimentato e che non riusciva neppure a comprendere: fu tuttavia felice di aver scoperto un metodo che lo soddisfacesse completamente. Chiese subito a Morihei Ueshiba di accettarlo come allievo, e da allora iniziò a dedicarsi completamente all’Aikido, continuando i suoi studi di Zen e Meditazione, i principi dei quali parevano questa volta adattarsi bene alla disciplina intrapresa.

Dopo sei mesi di pratica nel suo Dojo, pur senza aver alcun grado Kyu o Dan, O' Sensei lo inviò come suo Dairi ("rappresentante") per insegnare presso la scuola di Polizia Militare. In merito a ciò, Tohei racconta che quando uno degli altri Insegnanti gli domandò che grado avesse, lui rispose con un gioco di parole che era "mukyu", cioè "senza gradi Kyu". Solo poco tempo dopo, quando iniziò il suo servizio militare, il Fondatore volle attribuirgli direttamente il grado di 5° Dan.

Come una grande moltitudine di altri giovani giapponesi di quel tempo, nell'ottobre del 1942 Tohei fu arruolato nell’esercito imperiale e mandato sul fronte in Cina, dove rimase fino alla sua rimpatriata nel 1946: in quelle condizioni continuò ad esercitare la sua mente, comprendendo che con i principi che stava studiando essa poteva rimanere calma e stabile anche in situazioni di estremo pericolo.
Egli si guadagnò la fama di ufficiale che non aveva mai perso un soldato in battaglia: infatti, secondo fonte cinese, Tohei aveva la tendenza a curare i soldati cinesi prigionieri, con il conseguente naturale risultato che la sua unità di ben 80 persone venisse risparmiata dagli attacchi del nemico durante le azioni di combattimento. Si sparse addirittura la voce che Koichi Tohei lasciò la Cina con più soldati di quanti ne avesse quando vi giunse.

Finita la guerra, ritornò al suo ruolo di capo-Istruttore sotto la supervisione del Maestro Ueshiba, ricominciando con costanza la pratica dell'Aikido, e tentando di coniugare in essa anche i principi sperimentati direttamente sui campi di battaglia sull’uso cosciente del Ki. Nel 1952 Ueshiba gli conferì l’8° Dan e due anni dopo fu inviato dal suo Maestro nelle Hawai per introdurre l’Aikido fuori dal Giappone. Da quel momento le isole Hawai divennero anche il centro per la diffusione dell'Aikido negli Stati Uniti e, più tardi, del particolare stile che il Maestro Tohei adottava ed insegnava. Egli così facendo divenne uno dei primi attori della diffusione dell’Aikido oltreoceano, iniziando a viaggiare di frequente negli Stati Uniti e ponendo quindi anche le basi per l’espansione dell’Aikido nel mondo.

Il 15 gennaio del 1969, durante le celebrazioni per il Kagami Biraki (festa tradizionale del taglio della torta di riso, che coincide, molte volte, con la prima lezione di un Dojo che apre un suo nuovo anno di pratica) dell'Hombu Dojo di Tokyo, O' Sensei volle insignirlo del 10° Dan, che pare egli avesse già rifiutato precedentemente; fino ad allora il massimo grado che fosse stato ottenuto in Aikido era l’8° Dan, ma pare che Ueshiba avesse accettato di espandere tale graduatoria per questioni di carattere sia politico che pratico. Tohei fu l'unico a ricevere questo titolo onorifico direttamente dal Fondatore, appena tre mesi prima della sua morte. Ma nel 1969, proprio la scomparsa di Morihei Ueshiba contribuì ad accentuare i già esistenti contrasti tra Tohei, a quel tempo ancora capo degli Istruttori dell'Hombu Dojo, e l’Aikikai che anno dopo anno divennero sempre più irreparabili. Le divergenze ed i contrasti con le vedute degli Istruttori più anziani erano dovute principalmente al tipo di didattica che Koichi Tohei avrebbe voluto utilizzare nell'insegnamento dell'Aikido, che comprendeva lo studio del Ki mediante esercizi per meglio adattare la disciplina alla vita quotidiana. Di fatto queste saranno poi le prerogative che contraddistingueranno in seguito la sua scuola.

I festeggiamenti per il conferimento del 10º Dan avvennero però solo nell'ottobre del 1970, poiché probabilmente parve inappropriato far seguire immediatamente un tale evento alla morte del Fondatore ed inoltre ci si premurò che nel frattempo fosse già stato ufficialmente eletto il figlio dello stesso, Kisshomaru Ueshiba Sensei, alla carica di Secondo Doshu. Tale party si tenne nell'Hotel Akasaka Prince, con centinaia di invitati.
E' sopravvissuta un importante documento fotografico ufficiale dell'evento, quasi dimenticato, ma prontamente riportata alla luce e restaurata dalla Redazione di Aikime. Nella foto in questione, Koichi Tohei è accompagnato da sinistra verso destra dai seguenti Istruttori dell'Aikikai: Minoru Kurita, Fumio Toyoda, Seijuro Masuda, Koretoshi Maruyama, Sadateru Arikawa, Norihiko Ichihashi, (Koichi Tohei), Shigenobu Okumura, Kisaburo Osawa, Shizuo Imaizumi, Masando Sasaki, Akira Tohei, Yoshio Kuroiwa, e
Mitsugi Saotome.
Questa foto rende particolarmente il senso dell'atmosfera che si respirava al tempo, notando i numerosi Istruttori dell'Hombu che si consideravano più in sintonia con le idee e le pratiche portare avanti dal festeggiato; altrettanto notevoli risultano le assenze del Secondo Doshu e numerosi dei più alti gradi dell'Aikikai di Tokyo nella foto di gruppo ufficiale (Morihiro Saito, Hiroshi Tada, Shoiji Nishio... ) a ricordare il detto spesso utilizzato proprio dagli Insegnati di Aikido: "un'immagine vale più di mille parole".
Fu fortemente raccomandato a Koichi Tohei dal nuovo Doshu di non insegnare i suoi principi e tecniche all'interno delle lezioni tenute all'Hombu Dojo e ciò fece si che egli, pur mantenendo ufficialmente la carica di capo-Istruttore fino al primo maggio del 1974 creò già nel 1971 la Ki No Kenkyukai (Ki-Society International), con il proposito di iniziare ad insegnare il Ki nell’Aikido fuori dalla sfera ufficiale Aikikai.

Come si diceva, nel 1974 Tohei si staccò in via definitiva dall’Aikikai, istituendo la Ki-Society e fondando una sua personale corrente chiamata impropriamente dagli occidentali "Ki-Aikido" o più precisamente da egli stesso "Shin Shin Toitsu Aikido" ("Aikido con Mente e Corpo Coordinati"). Il 15 maggio 1971, Tohei inviò una famosa lettera in inglese e giapponese ai principali Dojo giapponesi e stranieri, spiegando le sue ragioni in merito alla sua rottura con l'Aikikai ed i suoi piani di sviluppo del Ki-Aikido e della Società del Ki. Questo fatto venne vissuto da molti Aikidoka come un vero e proprio shock: Koichi Tohei godeva infatti di grande rispetto da parte di molti Istruttori e studenti e veniva sicuramente considerato uno dei più grandi ed accreditati Maestri di Aikido esistenti, specialmente negli anni immediatamente successivi alla morte del Fondatore. Questo convinse ed agevolò numerosi Dojo a seguire il suo esempio lasciando l'Aikikai ed abbracciando il nuovo stile del Maestro Tohei. Fra i primi obbiettivi di quest'ultimo ci fu quello di coordinare tutti i gruppi che lo seguirono ed incorporarli nell'organizzazione Shin Shin Toitsu Aikido.

Gli anni successivi videro Tohei Sensei impegnato in un’attività di promozione della sua scuola in tutto il mondo, pur tuttavia continuando ad approfondire e sviluppare l’Aikido ed i principi che ne stanno alla base e creando un’apposita didattica per lo studio di tali principi. Koichi Tohei ha smesso di insegnare nel 2002 lasciando la gestione della sua associazione al figlio Shinichi Tohei ed agli Istruttori più anziani della sua scuola. Il quartier generale Hombu Dojo Shin Shin Toitsu Aikido, ove ora il Maestro ottantottenne si è ritirato a vita privata è situato a Tokyo, non lontano dalla sede storica dell'Aikikai, nel quartiere di Shinjuku.

Koichi Tohei Sensei, proseguendo sulla via percorsa da O' Sensei, contribuì e contribuisce allo sviluppo dei concetti e le pratiche inerenti l'Aikido. Egli studiò e creò una metodologia che permettesse una più facile comprensione di ciò che aveva appreso, rendendo l'Aikido un'arte avvicinabile anche da un occidentale sfornito di quella cultura che solo la tradizione di generazioni e generazioni può offrire come background.

Tutto ciò fa porre anche lui di diritto fra i “grandi” del mondo del Budo moderno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti per il sincero articolo sulla vita del maestro Tohei , sono stato un suo allievo fino al 2002 anno in cui smise di insegnare . Lascia una grande eredità tecnica , ha dimostrato che la forma può essere anche tecnica di difesa personale nella sua estrema efficacia se impiegata con i principi della mente e corpo unificata . Credo che il giudizio sulla sua attività non sia nè quanto i suoi ex maestri in Europa che oggi seguono uno dei suoi allievi il maestro Yoshigasaki sostengono ne tanto meno l'indifferenza che gli ha riservato l'aikikai dopo la sua fuoriuscita . Su Aikido Journal c'era un'articolo scritto da un maestro americano che diceva che prima o poi il lavoro del maestro Tohei verrà riabilitato da qualsiasi scuola . Speriamo che ciò accada finchè è ancora vivo , sarebbe un premio meritato ad una lunga carriera di insegnante .

Anonimo ha detto...

Complimenti per il sincero articolo sulla vita del maestro Tohei , sono stato un suo allievo fino al 2002 anno in cui smise di insegnare . Lascia una grande eredità tecnica , ha dimostrato che la forma può essere anche tecnica di difesa personale nella sua estrema efficacia se impiegata con i principi della mente e corpo unificata . Credo che il giudizio sulla sua attività non sia nè quanto i suoi ex maestri in Europa che oggi seguono uno dei suoi allievi il maestro Yoshigasaki sostengono ne tanto meno l'indifferenza che gli ha riservato l'aikikai dopo la sua fuoriuscita . Su Aikido Journal c'era un'articolo scritto da un maestro americano che diceva che prima o poi il lavoro del maestro Tohei verrà riabilitato da qualsiasi scuola . Speriamo che ciò accada finchè è ancora vivo , sarebbe un premio meritato ad una lunga carriera di insegnante .